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Autore: Greenfrog    05/02/2013    4 recensioni
"Le foglie ingiallite rappresentano l'autunno con tutta l'incertezza e la malinconia delle creature che ci abbandonano per sempre."
Che cos’è l’autunno? E’ un lento sfrigolio di verdure arrostite in cucine arancioni; è lo stridio delle ruote nelle strade la mattina presto; è l’arancione, il rosso e il giallo; sono le foglie che scricchiolano sotto le suole; le caldarroste per strada che impregnano ogni cosa di loro; è l’odore di piaggia e di erba tagliata; è il the con i biscotti alle cinque di pomeriggio; è la malinconia e i sospiri davanti alla finestra; è la felicità fatta da piccole cose; è uno stato d’animo; è un’attesa per qualcosa che alla fine non arriva quasi mai; sono io. Sei tu.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve, vorrei ringraziare di cuore le tre persone che hanno recensito il prologo, gli sono
davvero grata. Seriamente. Ovviamente grazie anche a quelli che hanno messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite.
Detto questo ho scritto questo fastidioso inserto pre-capitolo solo per avvertirvi che Harry non comparirà subito. Quindi, se amate
le storie in cui compare lui dopo le prime due righe, bè, anche se mi dispiace, forse è meglio se cambiate storia.
Adesso vi lascio, sono stata abbastanza noiosa.
Buona lettura, e grazie ancora.



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Do you ever feel, like a plastic bag dirfting
through the wind, wanting to start again?

 

 








La brezza fredda passa attraverso lo spiraglio della finestra. Mia madre si lamenta ogni giorno di quella piccola imperfezione che fa in modo che la lastra di vetro non combaci perfettamente con il sostegno in legno, e io ogni giorno ribatto che a me piace così, mi piace sentire il vento freddo baciarmi la pelle un attimo prima di svegliarmi, mi piace sentire il gelo pungente dell’inverno mentre sono al calduccio sotto le coperte, mi piace sentire gli odori del giorno che sta per venire. Quella piccola asimmetria rende la mia giornata bella da subito, grazie a lei riesco a sentire tutti gli odori, riesco a godermi il mattino e il caldo della mia casa.
Apro gli occhi, il mio sguardo cade distratto sul piccolo orologio in legno che c’è nel mio comodino. In realtà non ce ne sarebbe bisogno, so già che ora è, ma è una di quelle piccole abitudini che ti aiutano a far partire la giornata per il verso giusto.
L’orologio è esagonale e davvero minuto, ricoperto di legno chiarissimo che lo stringe come per dargli calore. Strofino i piedi tra di loro per riscaldarli ed esco da sotto le coperte. La casa è buia e silenziosa, è domenica mattina, dovrei svegliarmi per ultima, con il sole già sorto da un pezzo e gli odori del pranzo che fluttuano per tutta la casa. Ma io amo svegliarmi presto, come amo lo spiraglio nella mia finestra. Mi piace sentire il silenzio della casa interrotto dai lievi sospiri di mia madre, mi piace veder sorgere il sole dalla piccola terrazza che c’è in cucina con in mano una tazza di caffè bollente.
Mi alzo, vado in bagno e mi sciacquo la faccia, e poi scendo in cucina, il parquet scricchiola e io adoro questo rumore, mi ricorda lo scricchiolio delle foglie secche sotto le suole. Mi ricorda l’autunno, mi ricorda me.
Preparo il caffè e lascio che la sua fragranza si sparga per la casa e accarezzi i sogni di mia madre. Appena è pronto mi verso la bevanda bollente in un tazzone marrone che mi aveva portato anni fa mia zia da Disneyland, esco fuori e mi seggo su una grande sedia a dondolo che ho chiesto a mia madre l’anno scorso. Sto bene su questa sedia, mi avvolge, mi protegge, la sento come un’estensione del mio corpo, come se un po’ fosse parte di me. Forse lo è, ha preso il mio profumo ormai, ha preso la mia forma. Mamma giusto un paio di giorni fa mi ha detto che ha provato più volte a sedersi su questa sedia ma è come se la respingesse, come se lei fosse un corpo estraneo alla sedia, dice che questa sedia è come me: respinge tutti quelli che non sono della misura giusta. Non che questo voglia dire che io sia selettiva nelle amicizie, anzi, non lo sono per niente, anche solo perché di amici, ne ho veramente pochi.
C’è solo una persona con cui riesco ad aprirmi veramente, a mostrare la parte più intima della mia anima, Jase. Lo conosco da quando sono nata, anno più, anno meno, ed è il mio mondo. So che sembra strano ma ho la sensazione che io e lui siamo gemelli. Ovviamente non lo siamo, si può anche capire dall’aspetto e dal carattere, ma ci apparteniamo in un modo da togliere il fiato.
Mamma dice che le facciamo impressione, come ci muoviamo quando siamo insieme, come ci tocchiamo, come ci basti uno sguardo, e a volte neanche quello, per capire tutto, come ogni volta che sto male, senza bisogno di chiamarlo Jase spunta davanti a casa, puntuale come un orologio e mi abbraccia, e come io faccio lo stesso con lui. Dice che le facciamo paura, mia madre, che sembriamo un’anima separata in due corpi. Di aspetto fisico, invece, siamo gli antipodi. Lui ha i capelli castano scuro, quasi neri, sono lisci, solo le punte sono leggermente arricciate, gli occhi verdi tendenti all’azzurro, sono così di ghiaccio che tolgono il respiro, il sorriso dolce e la pelle ambrata. E soprattutto, è bello. E’ bello in una maniera imprescindibile, non ho ancora conosciuto qualcuno che non dica che Jase è un bellissimo ragazzo. Nessuno. Penso che pensino i ragazzi si siano arresi ad ammetterlo. Non che io mi consideri brutta, ma bella di certo no, sono così bianchiccia, così cadaverica  e poi d’improvviso, questi capelli infuocati, come se la mia testa fosse accesa da un tizzone ardente. L’unica cosa che mi piace realmente è la mia gestualità, mi piace come muovo le mani mentre parlo, mentre cucino e anche mentre sfoglio i libri.
Da piccola correvo per casa muovendo le mani, in cerca di un movimento bello da rifare mille e mille volte e di cui vantarmi con mia madre e le compagnette di scuola. Adesso ovviamente non lo faccio più, ma a volte mi osservo le mani e inizio a muoverle per vedere quale movimento possa aggiungere ai miei abituali. Quindi, se qualcuno mi chiedesse, “cosa ti piace di te?” io risponderei “Le mani”. Al contrario, se qualcuno mi chiedesse “cosa di piace di Jase?” io risponderei “Tutto”. Chiariamo una cosa, non sono innamorata di lui, e lui non lo è di me, non siamo due anime gemelle,  non ci sogniamo la notte e ogni volta che ci vediamo non abbiamo gli ormoni che impazziscono, no, quella è roba da libri o da fan fiction, io e Jase ci amiamo, ma non come fidanzati, no, come fratelli, come gemelli. Purtroppo, per via del suo aspetto, tutte le ragazze che incontro mi si avvicinano solo per  riuscire a stare insieme a lui. Ma non è di certo per questo che non ho molti amici, la verità è che non sento il bisogno di legarmi a qualcuno. Jase è un’eccezione, ma tutti gli altri sono regola. Non me ne faccio niente.
Mi va bene la mia vita così com’è, così com’è sempre andata.


-Buongiorno tesoro mio-


Le labbra di mia mamma si posano delicate e calde sulla mia guancia e le sorrido


-Buongiorno mamma, è rimasto un po’ di caffè, prenditelo se vuoi, io ho finito-

Lei annuisce e io mi alzo.
Camera mia è dalla parte est della casa, è l’unica stanza che da su quel lato e ringrazio ogni volta mia madre per essersi convinta a lasciarla a me. La finestra  dà sulla parte interna del giardino, dove cresce un mandorlo solitario, è l’unica della stanza, ma è molto grande e la luce entra benissimo. Mi avvicino alla cassettiera e tiro fuori un maglione arancione che mi arriva un po’ sopra le ginocchia e i miei soliti jeans logori.
Non ho un armadio perché quando ero piccola piangevo temendo che potesse uscire qualche mostro pauroso e ,un giorno, quando avevo appena sei anni, un’anta si è aperta scricchiolando, da quel momento odio gli armadi. L’unico che c’è in casa è in bagno, ma non so se si possa chiamare propriamente armadio, mi arriva alla vita, e se anche uscisse un mostro, con un calcio lo stenderei, quindi va bene così. Mi infilo gli stivali neri e scendo, accenno un lieve “sto uscendo” e mi chiudo la porta alle spalle. Mia mamma sa che la domenica la passo sempre con Jase, non c’è più bisogno di avvertirla.





  
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