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Autore: jawaadsbotilia    09/02/2013    48 recensioni
«Chi metti nel letto delle rose?» una bambina bionda poggiava il suo ditino sopra la mia mano. Sorrisi imbarazzata, poi mi avvicinai al suo orecchio e le dissi a voce bassa «Zayn» la bimba fece un sorrisetto e poi girò la testa verso un bambino che giocava poco più in la con la sua macchinina rossa.
«Chi metti nel letto delle spine?» questa volta mi girai verso un altro bambino, con gli occhi blu e i capelli castani. «Louis» risposi seria. La bimba bionda, Jasmine, si girò verso di me sconsolata, poi continuò la sua filastrocca.
«E quindi se il destino vorrà farti felice, un giorno sarai la fidanzata di…» continuò a scorrere il suo ditino sulle mie mani «Louis!»
Benchè avessi solo 7 anni, scostai la mia mano da quella di Jasmine e mi alzai in piedi, infastidita. «Su Destiny, era solo un gioco» intanto che Jasmine mi parlava, camminavo sempre più velocemente verso la cesta delle bambole. «Sì Jasmine, era solo un gioco, ma lo sai che lo odio.»
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3.

give up.


Erano passati esattamente due anni.
Due anni da quando avevo scritto quella lettera viola, due anni da quando l’avevo infilata nell’armadietto di Destiny, due anni da quando Zayn mi aveva sbattuto al muro, due anni da quando mi ero praticamente arreso.
Mi alzai quel giorno con una strana voglia di andare a scuola, benché era il 14 febbraio e benché sapessi che avrei trovato Destiny e Zayn tutto il giorno appiccicati a fare i piccioncini.
Sbuffai uscendo dal letto, erano ormai due anni che li sopportavo, valeva la pena far passare un altro giorno.
Mi lavai il viso e poi tornai in camera per vestirmi.
Presi una maglietta viola e, appena la alzai, cadde da una delle sue maniche una busta del medesimo colore.
La riconobbi subito: incarto color porpora, chiusa accuratamente ma allo stesso tempo stropicciata.
La aprii e lessi le parole che avevo scritto io stesso soltanto due anni fa: i sentimenti che provavo per Destiny erano gli stessi, con l’unica differenza che si erano triplicati.
Ricordai le speranze che avevo quando scrissi quella lettera, il sorrisetto idiota che mi portai avanti quella mattinata e il pensiero fisso di non mollare mai: tutte ideologie ormai sparite dalla mia mente.
Ci pensai un po’ su e trovai un’idea folle, ma allo stesso tempo geniale.
‘Ricordi, Louis? Se nutrivi tante speranze per una stupida lettera, perché non provarci ancora?’ questa volta la parte più pazza del mio cervello ebbe il sopravvento.
Guardai l’orologio, che mi ricordò che l’inizio delle lezioni sarebbe cominciato tra meno di venti minuti.
Non importa, entrerò in seconda ora.
Ripresi dall’angolo della mia camera la mia vecchia chitarra acustica, abbandonata anche quella due anni prima.
La lettera, infatti, era accompagnata da alcuni versi di una canzone scritta da me.
‘Lasciami entrare nel tuo mondo’ gli scrivevo solo un paio di anni prima; ma nulla, aveva chiuso con una chiave enorme il cancello del suo mondo, e aveva messo me ad una distanza chilometrica.
Adesso dovevo cercare di avvicinarmi, piano piano, quasi lei non se ne accorgesse.
Finii la canzone e la infilai frettolosamente in una busta di carta, prendendo lo zaino e fiondandomi a scuola giusto in tempo per la seconda ora.
Passai velocemente nel corridoio deserto e infilai la lettera nell’armadietto di Destiny, sperando con tutto il cuore che questa volta mi andasse bene.
Vidi Niall e Liam esser sbattuti fuori dall’aula poco davanti agli armadietti, seguiti da un urlo della professoressa di storia.
Sbuffarono entrambi, mentre io feci una piccola risatina. «Fuori in prima ora, eh?»
I due si accorsero di me, intuendo subito che qualcosa andava decisamente meglio.
«Allora, il piccolo Louis sorride ed è vicinissimo all'armadietto di Destiny..» iniziò Niall prendendomi in giro.
«E ha la sua maglietta viola, quella che indossava due anni fà. Uhm, strano.» continuò Liam.
«Okay, okay. Le ho scritto un'altra lettera.» risposi fiero.
«Bingo!» gridarono i miei amici, dandosi il cinque.
«Abbassate la voce, idioti. Se Zayn lo scopre mi fa a fettine.»
«Okay amico. Buona fortuna.»


Sfumò la sua voce, toccando l’ultima corda della sua chitarra acustica. Spalancai la bocca, incredulo. Liam e Niall avevano la mia stessa espressione, mentre Destiny lo guardava con occhi sognanti.
«E questa ovviamente è per la mia bellissima ragazza, Destiny.» e lei si sciolse ancor di più.
La mia canzone. Lui le aveva cantato una canzone che io avevo scritto per lei.
Avrei voluto alzarmi in piedi nel bel mezzo della stanza del laboratorio musicale, ma Liam mi trattenne seduto strattonandomi per un braccio.
«»E' la mia canzone, cazzo!»sbottai ai miei due amici una volta usciti in corridoio.
«Sai che è sempre stato uno stronzo.»
«Avrei preferito che mi sbattesse di nuovo al muro, piuttosto che cantarle la mia canzone. E poi, da quando sa cantare?» sbattei l’anta del mio armadietto rosso, nervoso.
«Stronzo, stronzo, stronzo.» ripetevo camminando per il corridoio, avviandomi nella stanza di biologia, l’ultima ora di lezione.
«Sai? Avrei potuto sbatterti al muro, ma usare le tue parole smielate per Destiny è stata un'idea del tutto migliore.» sentii la fastidiosa voce di Zayn trapassarmi l’orecchio sinistro.
«Quella è la mia canzone.» sbottai esasperato.
«E quella è la mia ragazza.» ribattè lui. «Quindi, moccioso, non provarci di nuovo.»
Finii anche l’ultima ora di lezione e poi tornai a casa, buttandomi a peso morto sul letto.
Era successo di nuovo.
Erano passati due anni, ma non era cambiato nulla. Il solito Louis coglione, il solito Zayn e la solita Destiny innamorata. Avrei voluto far cambiare qualcosa, ma non avevo nessuna ‘arma’ da poter usare, nessuna qualità da mostrarle, nessuna canzone da dedicarle, nessun modo per poter stare con lei.
Avrei iniziato a buttarmi a capofitto sui libri, magari quelli che leggono sempre le ragazze, quelle dove alla fine i due protagonisti vivevano sempre felici e contenti.
O magari avrei dovuto iniziare a studiare per soddisfare almeno mia mamma, l’unica donna che non mi avrebbe mai fatto soffrire. Tanto la scuola era l’unica cosa che mi teneva legato a lei, soltanto perché era obbligata a frequentarla con me.
Poi mi ricordai: biologia.
Sapevo benissimo dov’era casa sua, perché allungavo sempre la strada del ritorno da scuola per passarci davanti.
Uscii di casa e mollai i miei libri sulla scrivania, per correre fuori ed andare da lei.
Mi trovai davanti la sua piccola villetta, una carinissima abitazione color corallo.
Attraversai il vialetto che separava la piccola porticina del giardino, dalla vera e propria via di casa.
Mr and Mrs Brown. diceva la dicitura del campanello: suonai una volta.
 Il rumore dei passi si faceva sempre più vicino, mentre la porta di legno davanti a me si aprì.
Mi scappò un sorrisetto nel vederla.
Era una delle pochissime volte in cui la vedevo fuori dall’ambito scolastico.
«Tomlinson.» mi salutò, parecchio imbarazzata e sorpresa, aprendo totalmente la porta.
«Destiny.» ricambiai il saluto con un sorriso, facendo un piccolo passo verso l’interno della casa. Lei parve bloccarmi, poi mi fece entrare, ma sempre tenendo d'occhio i miei movimenti e cercando di controllarmi.
«Che ci fai qui?» domandò quasi allarmata.
«Il professor Smith mi ha detto di copiarmi gli appunti della scorsa settimana, in più dovevamo metterci d'accordo per studiare, ricordi?»
«Oh..ehm..» iniziò balbettando, poi si corresse. «Certo. Tu aspettami qui, vado a prenderti il quaderno.»
Proprio mentre era quasi a metà della rampa di scale che dal salone portava alla sua camera, un ragazzo le andò in contro. Zayn.
«Amore chi..» spostò il suo sguardo da Destiny a me.
«Che ci fai qui, moccioso?» diventò rosso di rabbia, e stava per scendere e scale, quando Destiny lo prese per la maglia tirandolo a se e baciandolo.
Deglutii, trattenendo a stento le lacrime.
Sì, sono un ragazzo eppure piango.
Piango perché la amo, ma lei non lo sa, e anche se ne fosse al corrente non ricambierebbe, anzi mi eviterebbe ancor di più.
«Non sta facendo nulla, amore. Devo dargli degli appunti di biologia, poi se ne andrà.» sussurrò la ragazza a Zayn, continuando a salire le scale.
Lui, in sua risposta, mi guardò con un sorrisetto strafottente.
«Rinunciaci.» disse mentre risaliva le scale.
Già, avrei dovuto rinunciarci, una volta per tutte, come chiunque ragazzo dotato di un cervello avrebbe fatto.
Ma io non ero chiunque.
Io ero Louis, innamorato di Destiny.

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Buonsalve c:
Allora bella gente, come va?
Oggi sono felice, non so perché lol.
Com'è il capitolo? Vi piace?
E' più lungo degli altri, amatemi, ics dì.
Grazie.
Grazie alle venti persone che hanno messo la storia tra le 'seguite',
grazie alle ventisei persone che hanno recensito lo scorso capitolo,
Grazie alle duecento visite allo scorso capitolo, aw,
Grazie anche a tutti quelli che hanno semplicemente letto questi capitoli.
Vi amo.
Ho notato che nello scorso capitolo la nutella vi è piaciuta(?)
Quindi, recensite e vi regalo un barattolo di nutella hgfd.
Okay, adesso vi faccio contente ed evaporo.
Un bacio.

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