#Vecchie emozioni

Ero pronta, pronta a vivere. Finì di percorrere lo stretto marciapiede in discesa che accompagnava la strada appena asfaltata, attraversai le striscie pedonali guardando attentamente a destra e sinistra giungendo infine all'inizio del Lungomare leucano.
Senza alcun motivo, invece di proseguire, mi avvicinai a passo lento verso la ringhiera in pietra, dando al paese il buongiorno. Mi fermai di scatto e poggiai leggiadra le mani sul bordo candido osservando tutto ciò che si presentava ai miei occhi.
Da lì riuscivo a mettere a fuoco il porto e tutte le barche contenute in esso, alcune persone che si preparavano per andare a fare un giro sui loro Yot insieme alle loro famiglie a largo, evidentemente a fare il bagno in una delle famose grotte verso Otranto.
Spostai lo sguardo vispo sul faro illuminato dai raggi mentre riposava silenzioso dopo aver illuminato per l'intera notte la costa, era a dir poco favoloso.
Avrei voluto rimanere li ore a guardare quella meraviglia, ma se non mi fossi avviata le possibilità di trovare un posto in cui appoggiare la roba sarebbero andate perse in poco tempo. Iniziai a muovermi nuovamente continuando il tragitto verso la spiaggia.
Ogni passo era compiuto con fierezza realizzando una volta per tutte che ero li veramente e non in uno dei tanti sogni, nessuno mi avrebbe mai svegliato.
Dall'altra parte della strada si potevano ammirare le antiche ville costruite intorno al millenovecento per ospitare le persone più importanti dell'epoca. Ognuna di essere era diversa dall'altra in ogni singolo particolare. Una era bianca come la neve stile tempio greco, un'altra sembrava un castello in mignatura color mattone, un'altra ancora sembrava una casa tipica della Cina tutta blu. I loro giardini erano immensi e le piante ravvivate dall'aria estiva e vivace.
Mi scostai i capelli mossi dal volto ponendoli dietro le piccole orecchie e sorrisi a trentadue denti al mio cuore, che batteva gioioso.
Sorpassai un albero con le foglie verde smeraldo e finalmente intravidi una spiaggetta con un molo accanto per tuffarsi. Vicino ad esso c'era una vecchia baita che venne usata per organizzare escursioni in barca alle grotte che si trovavano invece dalla parte di Torre Vado.
Scesi rapidamente gli scalini un po' ripidi per poi sentire finalmente qualcosa di morbido sotto le mie infradito blu sbiadite. Mi spostai dalla parte bagnata della spiaggia dove iniziava il mare, facendomi spazio fra adulti e bambini che si divertivano a giocare con secchiello e paletta.
Passai alla parte rocciosa dove c'erano al massimo due o tre persone anziane che chiccheravano fra loro del più e del meno, ma per me era solo un bene perchè avevo tutto lo spazio che mi serviva per accomodarmi. Poggiai la borsa all'inizio del pontile vicino all'acqua, afferrai una delle due asciugamani e la stesi perfettamente lungo il bordo, successivamente spensi il cellulare sistemandolo bene sotto l'altra asciugamano come mi consigliò di fare mio padre.
Mi alzai nuovamente andando poco più avanti e mi sedetti sul bordo facendo ciondolare i piedi in acqua come una bambina di cinque anni, mi sentivo piccola.