Alice era di nuovo in ritardo, come tutti i giorni. Erano le 7.55 e doveva arrivare a scuola alle 8.00.
Prese la borsa, il chiodo e la kefiah e si lanciò giù dalle scale, di corsa.
La strada era piena di gente e lei faceva lo slalom per non investire qualcuno ma alla fine andò a sbattere contro una ragazza.
Le due iniziarono a correre verso la scuola, distante solo poche centinaia di metri.
Entrarono appena in tempo e si sederono in fondo, dove c’era il banco di Alice e un posto vuoto.
< Grazie, ma sono abbastanza grande per scegliere da sola.> rispose Laura, gelida.
Durante la lezione di greco Alice si ritrovò a pensare a Laura: non era molto alta, aveva i capelli castani, lucidi e lisci. Aveva gli occhi verdi, sfuggenti. I lineamenti erano dolci, delicati e risaltavano sulla carnagione chiara. Aveva un dilatatore all’orecchio sinistro. Aveva 15 anni come lei ma ne dimostrava almeno 2 in più. Era molto carina e gentile e soprattutto non aveva dato peso a quello che aveva detto Margherita.
Laura continuava a lanciare occhiate sfuggenti alla nuova vicina di banco: era alta quanto lei, aveva i capelli rossi, stretti in una coda di cavallo. Gli occhi erano verdi e profondi. Portava due orecchini: uno, quello sinistro, era un semplice brillante mentre l’altro era un piercing. Il naso era cosparso di efelidi che spiccavano sulla carnagione chiara.
La mattinata andò avanti senza tanti problemi: si presentò alla classe e ai professori, fece un giro della scuola e conobbe un po’ di gente.
All’uscita Alice la invitò ad andare a mangiare in un bar li vicino e mentre passeggiavano iniziarono a parlare di loro: Laura raccontò di Firenze mentre Alice di quello che faceva a Torino.
Arrivarono a casa poco dopo ed entrarono in camera di Alice: oltre al letto e alla scrivania la stanza era interamente coperta da bandiere dell’EZLN, della Palestina, della Fds e dalla bandiera rossa.
< Che cos’è?> chiese Alice, con una nota di panico nella voce.
< Non lo so!> rispose l’altra, allungando la mano verso la luce.
Quando fu vicino al globo si sentì tirare e riuscì solo ad aggrapparsi ad Alice, prima di scomparire.