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Autore: Karmilla    31/08/2007    9 recensioni
i pensieri di Oscar e André la sera del ballo a Versailles, e un finale romantico per una serata iniziata decisamente male! E' la mia prima fanfiction, mi raccomano siate clementi ma recensite, mi aiuterà a migliorare!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Marie Antoinette, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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il ballo.html André arrivò alla reggia, entrò nel parco e si sedette vicino alla fontana, da lì poteva osservare chi entrava e chi usciva senza rischiare di essere visto a sua volta, si sarebbe sentito in imbarazzo se Oscar lo avesse scoperto a curiosare.
La vide uscire all'improvviso, di corsa e dirigersi verso la fontana.
“Ma guarda come scappa via, come un'adolescente al primo amore! Il tuo Fersen ti ha fatto emozionare così tanto da voler correre a prendere una boccata d'aria?”. In preda ad un attacco di gelosia non si era accorto che Oscar stava piangendo, ma non di gioia, era un pianto disperato con tanto di singhiozzi; quando capì che la sua amata soffriva, André avrebbe voluto dar retta al suo istinto e correre da lei, abbracciarla, tranquillizzarla ma poi si fermò, Oscar gli aveva chiesto di non seguirlo e si sarebbe sicuramente arrabbiata nel vederlo a Versailles, così decise di aspettare e vedere cosa succedeva. Oscar sembrava distrutta, le lacrime le scendevano senza che lei avesse la forza di fermarle mentre le parole di Fersen continuavano a rimbombarle nelle orecchie “Assomigliate ad una persona che conosco. E' bella come voi, bionda come voi, con gli occhi azzurri come i vostri. Questa donna è il mio migliore amico”. Oscar non voleva crederci, non solo non l'aveva riconosciuta, ma le aveva chiaramente detto ciò che provava per lei definendola “amico”, al maschile. Come suo padre, anche Fersen non l'avrebbe mai vista come una donna. Si sentiva sola in quel momento, e quasi senza rendersene conto disse ad alta voce, tra le lacrime:
“Oh André, come vorrei che tu fossi qui! Come sono stata stupida a chiederti di non venire con me”.
André non poteva credere a quello che aveva appena sentito, lei lo stava cercando, aveva bisogno di lui! Si fece coraggio, girò intorno alla fontana e le mise una mano sulla spalla:
“Oscar! Cosa ti succede, Oscar, dimmi!”
Lo sguardo di Oscar lo gelò, non aveva mai visto quegli occhi azzurri così tristi e disperati; Oscar lo fissava incredula “Come fa ad essere qui! Proprio come a Saverne...non é possibile! Come fai ad esserci ogni volta che ho bisogno di te anche se non te lo dico..., possibile che i nostri cuori riescano a sentirsi anche quando non parliamo?”
Gli si buttò tra le braccia piangendo, gli affondò il viso nel petto e lo strinse forte a sé.
“Oh André, come sono stata stupida!”
“Senti Oscar, ti ha fatto del male? Dimmelo, per favore, mi sembra di impazzire nel vederti così. Giuro che se ha osato anche solo torcerti un capello io...”
“No André, non mi ha fatto del male, o almeno non come pensi tu”.
“Allora raccontami cosa è successo, fidati di me”.
Rincuorata da quel caldo abbraccio e dalle carezze sui capelli che André le stava facendo da quando lo aveva praticamente travolto, trovò il coraggio di raccontare cosa era successo.
Mentre Oscar parlava, André sentiva montare su una collera incredibile...Fersen non aveva idea di quanto ad Oscar fosse costato quel gesto, non capiva l'importanza di quel passo, non capiva i sentimenti di Oscar, non capiva Oscar e non l'avrebbe mai capita. Era stato così evidente già quando a Palazzo Jarjayes aveva detto che era un peccato che non fosse nata uomo. “Che idiota! Gli avrei tirato in testa la tazza e anche tutta la teiera! Già, lui vuole solo quelle stupide pupattole tutte trine e moine, solo con loro si sente uomo. Non potrà mai capire quanto è speciale la mia Oscar”.
Aspettò che Oscar si calmasse un po', poi parlò, cercando di essere dolce, non voleva ferirla:
“Calmati Oscar, non ci pensare, non è successo nulla di grave”
“Tu non capisci, André, non mi ha mai considerata una donna e io mi sono illusa che vestendomi così se ne sarebbe accorto, mi sono resa ridicola”.
“Non sei ridicola, nessuno è ridicolo quando dimostra di amare anzi, è un gesto che richiede tanto coraggio; perdonami se te lo dico, ma Fersen è così tonto che non si accorgerebbe che sei una donna neanche se ti presentassi davanti a lui nuda!”
Oscar alzò lo sguardo e “Non è possibile, André è arrossito!!!”. Si mise a ridere:
“Si André, forse hai ragione tu, non se ne accorgerà mai”. Si strinse ancora di più a lui dicendogli “Grazie”.
André, al colmo della felicità, continuava ad accarezzare i capelli di Oscar, cercando di non pensare che finalmente la stava stringendo tra le braccia e le stava trasmettendo tutto il suo amore senza nascondersi. Era così bella, così fragile, così tenera mentre si lasciava accarezzare la schiena, ed entrambi sentirono un brivido quando André le accarezzò la spalla nuda.
“Scusa, Oscar”
“Di nulla André, non ti devi scusare”
Sentiva il contatto con quelle forme femminili così tante volte immaginate e così tante volte mortificate dall'uniforme, e pensava che era bello il corpo di Oscar, “Mi devo staccare da lei, o tra poco le dirò che l'amo..., l'ultima cosa che le serve è una mia confessione, la sconvolgerebbe. Per questa sera mi devo accontentare, e poi è così bello sentire che ha bisogno di me”.
Anche Oscar era talmente immersa nei suoi pensieri da non accorgersi che la sua mano accarezzava la schiena di André con lo stesso ritmo con cui André accarezzava lei: “Come si sta bene tra le tue braccia, André. Hai delle spalle larghe e muscolose, un petto sensuale ed accogliente. Chissà quanti cuori hai già infranto! Quand'è che sei diventato un uomo, André? Io non me ne sono mai accorta...Mi piace stare qui, mi sento sicura, protetta, a casa. Strano, mentre ero tra le braccia di Fersen non mi sentivo così, ero a disagio eppure è lui che amo. Buffo, sono innamorata di un uomo e sono avvinghiata ad un altro...E se fosse cosi anche per André? Se stesse abbracciando me pensando di abbracciare un'altra donna?”
“André?”
“Si, Oscar, dimmi”
“André, sei mai stato innamorato?”
No Oscar, ti prego, così è una tortura. “Perché vuoi saperlo?”
“Non me ne hai mai parlato”
“Non me lo hai mai chiesto”
“Hai ragione...ma te lo chiedo adesso. Allora dimmi André, sei mai stato innamorato?”
E va bene Oscar, facciamoci del male fino in fondo! “Si, sono innamorato”.
“Ed è un amore felice?”
“No, è un agonia”
“Perché?”
“Perché lei non mi vede, non sono che un'ombra al suo fianco”
“La conosco?”
No, non ti conosci come ti conosco io. “No”
“Descrivimela”
“E' bella come te, bionda come te, ha gli occhi azzurri come i tuoi”
“André, mi stai prendendo in giro? Adesso non mi dirai anche tu che sono il tuo migliore amico!”
André rideva, tutto sommato questo gioco lo divertiva, Oscar sarà anche stata un comandante eccezionale, ma se si trattava di sentimenti non era proprio un'aquila, era davvero ingenua a non capire che stava parlando di lei.
“Beh, Oscar, lo sai che sei la mia migliore amica, no?”
“Menomale, almeno mi consideri un'amica e non un amico, allora esiste qualcuno che si è accorto che sono una donna !”
“Perché, sei una donna? Che strano, ti sono accanto da sempre e non me ne sono mai accorto!”
“Stupido! Ma non riesci mai ad essere serio?”
E mentre entrambi ridevano abbracciati, André continuò:
“Lo so che sei una donna, Oscar, una donna stupenda; lo so da sempre. Non basta l'uniforme a nasconderti, ti sto solo prendendo un po' in giro”
Oscar si sentì avvampare, le venne in mente come André l'aveva guardata anzi, spogliata con lo sguardo quando l'aveva vista con l'abito da sera...era in silenzio, ma i suoi occhi parlavano per lui. Alzò lo sguardo e incrociò nuovamente quei meravigliosi occhi verdi che da un po' di tempo le toglievano il fiato, riconobbe lo stesso sguardo che le aveva fatto tremare le gambe mentre cercava di scendere le scale senza inciampare in quell'abito per lei così insolito, arrossì e nascose il viso nel petto di André. Il cuore batteva all'impazzata, temeva che Andrè lo sentisse e lei stessa si sentiva turbata da quello strano sentimento che, ora ne era certa, non era più un'amicizia, ma che si stava trasformando in qualcosa di più profondo. Sentì partire un minuetto dal salone delle feste, un minuetto bellissimo e le venne voglia di ballare.
“André, posso chiederti una cosa?”
“Tutto quello che vuoi, Oscar”
“Ecco...io...vorrei che tu ballassi con me questa sera. Sei riuscito a farmi dimenticare l'amarezza per Fersen e te ne sono grata, ora vorrei fare qualcosa io per te e farti dimenticare per un pò la donna che ti fa soffrire, anche se sicuramente per te non è lo stesso tenere me tra le braccia e preferiresti ci fosse lei”
“No Oscar, non ballerò con te in questo modo”
Oscar si sentì ferita e umiliata, gli occhi le si riempirono di lacrime, non poteva sopportare il rifiuto di Andrè, ma poi lui le prese la mani:
“Oscar, io ballerò con te anche tutta la notte se lo vorrai, ma con te, non con il fantasma di nessuna; non ho bisogno di immaginare di stringere nessun altra donna se posso avere te tra le mie braccia. Prima però permettimi di fare una cosa”
Oscar annuì, incuriosita, André le si avvicinò, le sciolse l'acconciatura, le scompigliò i capelli ed esclamò: ”Questa é la mia Oscar!”, dopodiché si inginocchiò davanti a lei e le chiese:
“Contessa de Jarjayes, mi farebbe l'onore di questo ballo...sempre se non inciampi di nuovo?”
“Con molto piacere, Monsieur Grandier, e poi se inciampo ci sarai tu a sorreggermi, come sempre”
“Certo Oscar, come sempre”
Ballarono tutta la notte, da soli nel giardino di Versailles, persi l'una nelle braccia dell'altro, sicuri che ormai il loro cammino insieme era solo appena incominciato.



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Grazie a tutti i lettori che hanno inserito un commento sulla mia storia, mi hanno fatto piacere e mi aiutano tantissimo
Mi rendo conto che questa storia è un pò festival del romanticismo, quando l'ho scritta era quello il mio stato d'animo, ma prometto che cambierò registro, ho già pronte storie leggermente "diverse".

   
 
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