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Autore: Marcy_    13/02/2013    9 recensioni
La vita felice e spensierata della giovane Laila viene catastroficamente rovinata il giorno del suo sedicesimo compleanno, momento in cui le verrà rivelato che, al compimento dei diciotto anni, sposerà un ragazzo di nome Zayn Jawaad Malik.
L'obbligo deriva da un'accordo stipulato molti anni prima tra le due famiglie, sottoscritto da entrambi i nonni paterni in cambio di aiuti economici da parte della famiglia Malik.
Ma se non fosse solamente quello il vero motivo del contratto?
La ragazza avrà solo dieci giorni per evitare il matrimonio e non dover convolare a nozze con l'arrogante, misterioso e sfrontato ragazzo appena conosciuto.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Due






Mi sento le gambe molli come gelatina, il viso pallido e tirato e le mani sudate e tremanti. Giuro che se potessi scapperei via,fuggirei a gambe levate in qualsiasi maniera, pure strisciando se fosse necessario.
Non mi sono mai sentita così sopraffatta dalle emozioni in vita mia, non vorrei  trovarmi in quel posto, in quel momento, con quelle persone che sarebbero diventate la mia futura famiglia.
Avrei passato con loro le feste, i compleanni, le vacanze. I momenti più importanti della mia vita li avrei trascorsi in quella casa con gente a me del tutto estranea. Avrei dovuto amarli per ciò che sono. Avrei dovuto tacere e subire in silenzio, perché non è della mia felicità ciò di cui stiamo parlando, ma quella della mia famiglia. Sono accordi, accordi presi moltissimo tempo prima e che ricadranno sulla MIA vita e su quella di un altro.
Non ho chiesto nemmeno ai miei genitori di parlarmi di loro. Non gli ho chiesto di raccontarmi qualcosa di quella famiglia così ricca, dei loro hobby o la loro provenienza.
Ma soprattutto ho paura di conoscere lui.
Lui, la persona che mi dovrà accompagnare  all’altare e con cui dovrò costruire una famiglia (e questo comporta un’unione sotto le coperte…merda),  persona che dovrò amare incondizionatamente  per il resto della mia vita.
Tutto per uno stupido accordo.
Non ho nemmeno chiesto ai miei genitori il suo nome, o la sua età. Potrei benissimo ritrovarmi un tredicenne in piena crisi ormonale o un adulto quarantenne con problemi di disfunzione erettile. Anzi, probabilmente sarebbe stato un bene se non gli funzionasse più il…
‘’Laila?!’’ sento mia madre chiamarmi più ad alta voce per farsi sentire e smetto di pensare a quelle assurdità ‘’Sistemati il vestito’’ aggiunge con un tono di voce più dolce, mandandomi un sorrisetto di intesa.
Mi sistemo le pieghe dell’abito guardando la casa enorme davanti alla quale ci troviamo.
‘’E’ questa la casa?’’ chiedo con la bocca spalanca in una perfetta ‘o’ come se mi trovassi davanti a Disney World.
‘’A quanto pare’’ ridacchia mamma avvicinandosi sempre più a me.
Una villetta singola enorme, dai muri bianco latte e gli infissi color legno. Un grande giardino che la circonda del tutto e un’arcata ricoperta da rampicanti che ti accoglie prima della vera porta d’ingresso.
Papà suona, sistemandosi ancora una volta il suo vestito.
Non l’avevo mai visto così agitato eppure nemmeno lui si era agghindato con gli abiti tradizionali pakistani. Sembra un perfetto inglese, anzi.
Bo, vai a capirli.
Anche lui, probabilmente, è ansioso di conoscere la persona che sposerà la sua primogenita.
Mamma sembra perfettamente a suo agio, nasconde la sua poca calma sotto un sorriso tirato che parte da un orecchio e finisce all’altro.  Fortuna che Farrah non è venuta, non sarei riuscita a rispondere al suo terzo grado da perfetta indagatrice. Sarebbe riuscita a farmi piangere nel giro di due minuti, anzi, di due domande.
Alla porta compare una donna minuta ma elegante, magra al punto giusto e con dei lunghi capelli scuri, sulla quarantina ma con un viso davvero bellissimo, accompagnata da un uomo di qualche anno più grande ma altrettanto sorridente e sobrio.
‘’Salve! Vi stavamo aspettando! Entrate pure!’’ dopo i primi saluti e le prime presentazioni (accompagnate da un ‘’ragazza sei uno splendore!’’ squittito raggiante dalla donna di casa e marcato anche dal marito) ci fanno accomodare su dei maestosissimi divani di pelle bianca.
Mi sarei aspettata una casa in perfetto stile arabo,coperta di tappeti e cuscini ricamati e invece ci troviamo in una perfetta casa moderna con tavolini bassi di vetro e tappeti a tinta unita, tutto sopra un parquet scuro e le pareti di un rosso così acceso che mi fanno girare ancora di più la testa.
Forse avrei dovuto mangiare qualcosa di più prima di venire.
‘’Perdonatemi per il ritardo di Zayn. Quel ragazzo mi farà impazzire!’’ si scusa la donna porgendo a tutti una tazza di the verde. Bè, almeno ho appena scoperto che non è un quarantenne con disfunzioni erettili, peccato.
Gli adulti cominciano a parlare del più e del meno e io non faccio che annuire o rispondere a qualche domanda che mi rivolgono, tutto abbastanza semplice. Quesiti per cui non devo spremere le meningi per trovare la risposta più adatta ma domande elementari come –che scuola frequenti-, -ti sei già diplomata-, -cosa vuoi fare da grande-. Nulla di impossibile, per fortuna. Ma la mia mente sta completamente pensando ad altro. Le mie membra si stanno contorcendo dall’ansia e continuano a contrarsi dall’agitazione
Sono pronta a vedere mister sono-un-cesso-ma-tanto-arrogante-da-farmi-pure-attendere?
No, direi proprio di no.
Ed è proprio nel momento in cui mi immagino i suoi immensi brufoli o la sua barba incolta e pungente che dalla porta spunta un ragazzo che sembra uscito dalla rivista Vogue.
Jeans scuri, stivali di pelle nera e giacca dello stesso tessuto. Pelle olivastra, occhi scuri ed impenetrabili, capelli neri come la pece, un filo di barba sul bordo delle guance e del mento e una gomma da masticare in bocca tutto accompagnato da un sorrisetto beffardo che compare sul suo volto non appena posa lo sguardo su di me.
Rimango allibita per qualche secondo con la tazza a mezz’aria quando la donna lo presenta dicendo che si tratta di suo figlio Zayn Jawaad.
Merda, non porta nemmeno gli occhiali.




Sono esattamente due minuti che fisso lo stesso punto indefinito che va dal pavimento agli stivali color della notte che porta il ragazzo ancora in piedi sulla soglia di casa.
‘’Zayn non essere maleducato e presentati!’’
Finalmente mi decido ad alzare lo sguardo per guardare cosa diavolo sta succedendo e lo vedo avvicinarsi impercettibilmente a mia madre, nonché la prima della fila, prendendole  la mano destra e avvicinandola alle labbra dandole un leggerissimo bacio ‘’Piacere di conoscerla, signora. Sa di avere una pelle davvero morbidissima?’’ sorride  guardandola negli occhi e giuro di poter vedere le se guance arrossarsi sotto quello sguardo ‘’Sei un ragazzo molto gentile’’ mormora mamma sorridendo sotto lo sguardo infuocato di papà.
Leccaculo.
Il moro porge, ora, la mano a mio padre stringendola forte, riesco a vedere le vene delle mani dei due gonfiarsi a dismisura ‘’Molto lieto’’ dice a mio padre senza smettere di guardarlo ricevendo un ‘’Piacere mio’’ abbastanza freddo e distaccato.
No, a quanto pare a papà non piace per niente quel ragazzo.
Probabilmente si aspettava un tipo tutto perfettino.
Sto per vomitare, le farfalle nello stomaco si sono trasformate in pterodattili impazziti che svolazzano per tutto il mio petto. Non ho il coraggio di guardarlo negli occhi ma faccio il fatale sbaglio di alzare lo sguardo verso di lui.
Mi guarda da sotto le lunga ciglia nere e devo avere una faccia davvero buffa visto che non smette di sorridere neppure per un istante, nemmeno avesse una paralisi facciale, avvicinandosi più a me per stamparmi un bacio sulla guancia ‘’Finalmente ci conosciamo, bellezza’’ sussurra tanto a bassa voce che solo io posso sentirlo, in modo tanto sensuale da farmi diventare bordeaux in faccia.
Abbasso di istinto il viso a fissarmi i piedi, non riesco più a guardare in faccia nessuno.
Gli adulti riprendono i loro discorsi riguardanti le nozze, la luna di miele, gli addobbi, la chiesa.
Tutto intorno a me vortica così velocemente che quasi perdo i sensi ma cerco di stare buona ancora per qualche minuto. Fortuna che nessuno mi chiede nulla così posso solamente concentrarmi sul mio respiro, tentando di regolarizzarlo. Probabilmente sono pervasa da una sottospecie di mini attacco di panico perché non riesco a pensare ad altro se non a respirare.
Alzo appena lo sguardo per vedere Zayn che mi fissa palesemente, senza preoccuparsi di essere visto, ma lo riabbasso dopo pochi istanti sentendo il rossore farsi nuovamente largo nella mia faccia.
‘’La luna di miele è prenotata per la Spagna, cosa ne dite? Vi piace?’’ la voce calda della mia futura suocera mi fa risvegliare ‘’E’..bellissima…davvero’’ rispondo tra gli affanni cercando di mantenere la calma.
‘’Ti senti bene?’’ chiede mio padre poggiandomi una mano sul ginocchio, scommetto più per sistemare il vestito che si era alzato lasciando libero un lembo di pelle della coscia che per infondermi coraggio.
Annuisco appena alzandomi in piedi ‘’Scusatemi..ho bisogno di prendere aria’’ sussurro a voce bassa scappando via come una gazzella, dritta verso il giardino.
Ricomincio a respirare a pieni polmoni solo dopo essermi richiusa la porta alle spalle ed essere uscita all’aria aperta. Mi sembra di essere stata in apnea per tutto il tempo che ho trascorso in quella casa e respirare nuovamente mi brucia i polmoni.
Mi siedo su una panca a dondolo cercando di calmare tutto il corpo che trema involontariamente come se avessi le convulsioni. Poggio i gomiti sulle ginocchia e la testa fra le mani, chiudendo gli occhi per concentrarmi sul nulla più totale quando sento qualcosa sedersi accanto a me.
Salto in aria ritrovandomi Zayn al mio fianco ‘’Mi hai fatta spaventare!’’ urlo strozzata  portandomi una mano al petto ‘’Oh, mi spiace’’ sorride lui accendendosi una sigaretta.
Fuma, fantastico.
Io odio il fumo.
Benissimo.
Scuoto la testa cercando di non pensare a quelle assurdità, sarà la persona con cui dovrò condividere il resto della mia vita e mi soffermo su questo stupido particolare del fumo. Bello.
‘’Sembravi sorpresa quando mi hai visto entrare’’ è lui a spezzare per primo il silenzio imbarazzante creatosi tra di noi.
‘’Non..non sapevo come fossi’’ mugolo guardando l’immenso prato che circonda l’abitazione.
‘’Nemmeno in foto?’’ sembra alquanto stupito della mia risposta.
Scuoto la testa più volte e lui ridacchia divertito.
‘’Cioè, tra dieci giorni ci sposiamo e mi vieni a dire che è la prima volta che vedi la mia faccia?’’
Rimango basita. Ferma. Immobile.
La bocca spalancata e gli occhi sgranati mentre lui continua.
‘’Io ho visto la tua foto, e devo dire che sembrava che tu avessi più tette…’’ si accorge solamente in quel momento della mia faccia sconvolta, non tanto per la sua ultima affermazione ma per la data delle nozze.
Si affretta a correggersi ‘’Cioè, non che tu non ne abbia..anzi.. ma…si, hai capito’’ si gratta la testa soffiando via il fumo dai polmoni notando che la mia espressione non è mutata ‘’Hai qualche disturbo psichico, per caso?’’
‘’Dieci…giorni?!’’ urlo senza pesare minimamente le parole e sbattendogliele in faccia senza curarmi della vicinanza dei nostri volti.
Scoppia a ridere convulsamente ‘’Vedo che ti sei fermata a otto frasi fa’’
Mi alzo in piedi continuando a camminare avanti e indietro, parlando da sola e dicendo cose senza senso ‘’No, no, no, no non può essere! Dieci giorni. Con te! In abiti da cerimonia. Con tutti i parenti. E poi il ricevimento. Lo scambio degli anelli. E la luna di miele. e poi tornare a vivere qua e….’’
Mi interrompe ancora ridendo ‘’Hai dimenticato la prima notte di nozze, mia futura donna’’
Mi fermo di scatto battendo i piedi al suolo e incrociando le braccia al petto ‘’Non chiamarmi in quel modo!’’ gli urlo puntandogli un dito contro al petto cercando di mantenere la calma.
Si alza in piedi facendomi notare di quanti (troppi) centimetri è più alto di me e facendomi passare tutta l’audacia che avevo fino a pochi secondi prima. Mi afferra il polso che poco prima lo stava indicando prendendolo tra le mani e portandoselo più vicino a toccare il suo petto ‘’Cosa c’è? Non ti piace che io ti definisca la mia donna? Ma è ciò che sarai tra meno di dieci giorni’’ una frase soffiata a fior di labbra e sussurrata a pochi centimetri dal mio viso, con la mano che riesce a sentire il suo cuore pulsare da sotto i vestiti.
Mi mordo il labbro inferiore socchiudendo gli occhi e facendo un respiro profondo sussurrando ‘’Io non ho intensione di sposarti’’ ancora ad occhi chiusi.
‘’I nostri genitori non la pensano alla stessa maniera.’’ mi sussurra ad un orecchio come se mi stesse confidando un segreto.
‘’I nostri genitori posso fottersi’’ spalanco gli occhi subito dopo aver pronunciato quella frase, non riuscendo a credere che sia stata io a dirla.
Lo sento ridacchiare ‘’Più che altro, direi che saremmo noi due a fotterci. E anche molto presto’’ mi libera la mano lasciandola ricadere lungo il fianco e voltandosi dall’altra parte aggiungendo ‘’Se mia madre chiede di me dille che sono andato a sbrigare delle cose’’
Non riesco a elaborare la frase detta poco prima ma mi soffermo subito sull’ultima‘’Che genere di cose?’’ chiedo senza pensarci due volte, maledicendomi all’istante.
‘’Non cominciare già da adesso a comportarti come una perfetta mogliettina che si rispetti’’ ridacchia mettendosi il casco e salendo su una moto nera ‘’..abbiamo tempo per le scenette di gelosia. Fammi godere i miei ultimi giorni da scapolo libero’’ conclude facendomi l’occhiolino e sfrecciando via come un fulmine dal giardino, lasciandomi sola come una baccalà.
Fotterci? Noi? Mogliettina gelosa? Scenate di gelosia? Lui non ha proprio capito un emerito cazzo!





Spazio Autrice

Ma buongiorno!:)
avendo visto che la storia è piaciucchiata(?) e avendo ricevuto 4 recensioni mi sono detta-perchè non mettere subito anche il secondo capitolo?- per cui eccovi accontentate :D

Vorrei ricordarvi che, se volete, potete seguirmi su twitter! (ricambio:)) https://twitter.com/#!/Bubu______

Bè, spero che mi facciate sapere cosa ne pensate!:D un bacione <3







   
 
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