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Autore: game over_    13/02/2013    6 recensioni
"Io sono Zayn. Malik." aggiunse porgendole la mano, ancora sorridente. Elizabeth lo guardò per qualche secondo cercando di realizzare se fosse tutto vero o se in realtà tutto quello era uno dei suoi soliti sogni ad occhi aperti.
Zayn, dal canto suo, vedeva una ragazza intimorita, che guardava sopra di lei immobile, senza nemmeno accennare ad un'espressione facciale che possa far capire cosa stesse pensando.
"Elizabeth Jones." parlò poi, afferrando con timidezza la sua mano e stringendola di poco.
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"Sei uno sporco, schifoso, pervertito!" Non bastò altro.
Harry l'attirò verso di se tenendola dai fianchi e incollò le sue labbra su quelle della bionda.
Mad cercò di svincolarsi dalla sua presa,sentendosi ancora più umiliata,più sporca. Usata.
Non appena Harry si staccò da lei, guardandola con il suo solito sorriso malizioso Mad fece schioccare il palmo della mano sulla guancia del ragazzo che fu costretto a voltare la testa.
"Vaffanculo" sussurò addolorata,prima di sparire tra la folla.
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Scene tratte dalla storia c: Se vi ho incuriosite,passate xx
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Please Be Mine.
 
One.
 
 
 
Aveva la testa poggiata sul finestrino dell'auto e con gli auricolari nelle orecchie, lontana da tutto il mondo, passava il tempo a disegnare forme indefinite sul vetro appannato dal suo respiro.
"Siamo arrivati?" Sentì una vocina scocciata provenire dei sedili posteriori. Si tolse una cuffia e voltò lo sguardo verso suo fratello. 
"Manca poco Nath. Riposati un po." Rispose la donna dai lunghi capelli scuri sbuffando. 
Erano in viaggio da parecchio tempo e il povero Nathan cominciava a spazientirsi. 
In effetti, viaggiare da Bristol fino a chissà quale città non era per niente divertente. Sopratutto se lo si faceva spesso. 
Viaggiare, si intende.
Rimise le cuffie nelle orecchie e si lasciò cullare dalla rilassante voce di Nick Jonas sotto le note di 'Rose Garden.'
Chiuse gli occhi sospirando, immaginando che per un momento quello che stava vivendo era un brutto sogno e che si sarebbe svegliata presto. 
Ma non era così. 
Dopo mezz'ora di viaggio già cominciava a leggere i cartelli stradali con il nome della città stampati sopra.

Bradford, ovest Yorkshire.
Popolazione: circa 300.000 abitanti.

"Sarà una città sicuramente migliore della precedente." Ripeteva la madre.
Ma il bello era che lo aveva ripetuto anche per le altre 5 città che avevano cambiato in tre anni.
Era straziante cambiare sempre scuola, amici, paese. Oramai ci aveva fatto l'abitudine, e non si sarebbe sorpresa se dopo sei mesi avrebbero di nuovo traslocato. 
Svoltarono un'ultima volta scorgendo alti palazzi. 
Bradford, per quanto finestrino appannato potesse permettere di vedere, era una città abbastanza urbanizzata e moderna. Le piaceva.
Mary parcheggiò l'auto difronte ad un palazzo bianco con i balconi azzurri e sorridendo scese dall'auto. 
Afferrò Nathan per la mano e si portò al retro della macchina per prendere i bagagli. 
Elizabeth sospirò. "E ricominciamo anche questa volta." si ripetè a bassa voce prima di uscire dall'auto e chiudersi la portiera alle spalle.
Estrasse gli auricolari a malincuore, riponendo il tutto nella tracolla che indossava e raggiunse la madre ed il fratello, aiutandoli con le valigie.
Nathan saltava di gioia, come ogni volta che arrivavano in una nuova città, e rischiava di finire sotto una macchina se Mary non lo avesse preso in tempo.
Liz si guardò attorno sfilandosi il cappuccio.
Il sole stava tramontando e alcune nuvole coprivano il cielo velato di sfumature arancioni e rosse. 
Si diressero velocemente nel portone, e dopo aver percorso due piani di scale raggiunsero l'appartamento numero 4. 
"Mamma devo andare in bagno!" ululò il fratellino cominciando a saltare sul posto e tenendo la sua valigia salda in mano. Liz sorrise intenerita accarezzandogli la testa bionda. 
"Ecco, ecco.." sussurrò Mary spalancando la porta e vedendo sfrecciare il piccolo dentro casa cercando il bagno.
Mary ed Elizabeth entrarono con calma, poggiarono le valigie per terra e chiusero la porta. La donna sospirò. "Che ne pensi?" chiese voltando i suoi occhi chiari in quelli della figlia.
Lei fece un'espressione di sufficienza guardandosi attorno.
C'era un salone, due divani, un tavolo in legno, una televisione piazzata al'interno di una scrivania spaziosissima e piena di libri. 
"E questa a chi apparteneva?" domandò poi cominciando a camminare alla ricerca della cucina.
Mary sbuffò prendendola per un braccio e conducendola nella giusta stanza. "Apparteneva a nonno Brown.." 
Liz alzò le sopracciglia battendo le mani. "Ma quanti parenti morti hai?" le domandò soffocando una risata. 
Mary le diede un buffetto sul braccio e le indicò un lungo corridoio. "Va a disfarre le valigie!"
La mora sorrise e cominciò ad aprire delle porte cercado una camera. 
Dopo aver scoperto uno stanzino, il bagno dove c'era suo fratello, dopo aver sbattuto la testa su di una lampada troppo in basso e dopo aver aperto quello che doveva essere uno scantinato, trovò una stanza vuota.
Vi erano un letto ad una piazza e mezza, una televisione ridotta male, un'armadio e una scrivania corredata di sedia e due mensole a muro poco più sopra. 
Sospirò poggiando le valigie a terra. 
Si chiuse la porta alle spalle e si spogliò della giacca e della sciarpa. Posò il tutto sulla sedia di legno ed acese la luce. 
Le pareti erano colorate di un arancio pesca. Si avvicinò al letto e vi trovò pezzi di muro. 
Alzò lo sguardo e notò una crepa abbastanza evidente. Sopirò rassegnata e il suo sguardò si posò sulla finestra dalla quale entrava un po' di luce. 
Aprì le finestre e lasciò che un po' d'aria entrasse nella stanza. Posò i gomiti sul davanzale sotto di essa e guardò il paesaggio di Bradford. 
Tutto sommato era una bella città. C'era una panetteria esattamente difronte al suo palazzo e altri uffici di cui non riuscì a capire le insegne.
Vedeva la gente camminare per le strade ed affrettarsi a tornare a casa data l'ora di cena.
Lasciò le finestre aperte e cominciò a mettere ordine in quella che doveva essere la sua nuova camera da letto. 
Si chiedeva come sarebbe avere una vita normale. 
Tipo in quei film americani. Una migliore amica, degli amici con cui uscire il week-end e con i quali andare al cinema, una squadra di ragazzine viziate da umiliare e perchè no..anche un fidanzato. 
Si, sarebbe stato bello. 
 
Salì le scale della scuola tenendo stretta la bretella della cartella nella mano sinistra. Nella destra reggeva un opuscolo bianco e verde con una scritta nera appariscente stampata al centro: Bradford High School.
Pochi minuti prima lei e la madre si erano congedati dal preside Bolton, il quale aveva parlato e straparlato di quanto la sua scuola fosse eccezionale e di quanto la nuova alunna si sarebbe sentita subito a suo agio, e si era incamminata per le aule,cercando quella della lezione che avrebbe dovuto seguire.
Scavò nella borsa mentre si dirigeva per il corridoio, dando occhiate ogni tanto per evitare di inciampare nei piedi di qualcuno, ed estrasse un foglio bianco. In alto c'era una scritta: la sua sezione, e in basso c'era una tabella con i giorni della settimana e le lezioni.
Giovedì, prima ora aveva la lezione di Letteratura. 
 Alla seconda ora aveva la lezione di Educazione fisica. 
Liz sbuffò passandosi agitata una mano tra i capelli. Una materia che odiava era di certo Educazione Fisica, subito dopo Algebra. 
Non le era mai piaciuto quello strano sport che avevano messo,purtoppo, in tutte le scuole d'Europa e non solo.
Non che fosse una frana con gli sport anzi prendeva lezioni di danza da un po' di tempo, solo che non amava passare un'ora a rincorrere un pallone per poi gettarlo nel canestro. 
La cosa più odiosa era la puzza di sudore che si espandeva negli spogliatoi subito dopo la lezione. 
Al solo pensiero la colazione le si rivoltò nello stomaco dandole un senso di nausea. 
Si avvicinò velocemente ad un signore che dietro ad un bancone scrutava un foglio bianco con dei disegni geometrici e delle scritte disegnati sopra. 
"Hem, mi scusi." lo chiamò lei portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. 
L'uomo alzò il suo grosso e quasi pelato capo, rivolgendo lo sguardo alla ragazza difronte a lui. 
"Posso sapere dov'è l'aula di.." diede ancora una volta un'occhiata agli orari, accertandosi di non sbagliarsi, poi finì la frase. "..di Letteratura? Corso G." specificò lei guardandolo attentamente. 
"Quarta aula a destra." indicò il corridoio lungo dove alcuni studenti cominciavano a raggiungere le rispettive aule, poi tornò al foglio, agitando una matita mangiucchiata da una parte all'altra. 
Liz lo ringraziò e si incamminò verso l'aula.
"Ah, signorina?" 
Il signore la chiamò. "Stia attenta ai topi. Sono astuti. Molto, astuti." Liz corrucciò le sopracciglia per un secondo, non riuscendo a capire bene le sue parole. Poi facendogli un mezzo sorriso entrò nell'aula dalle porte bianche. 
Raggiunse un banco in terza fila, accanto al muro freddo e sistemò una matita e un quadernetto sul banco per poi guardarsi attorno. 
Gli alunni erano riuniti in diversi gruppi, ridendo e scherzando e nessuno sembrava essersi accorto di lei.
Bene, era questo che voleva. 
Nessuno doveva minimamente interessarsi a lei. E lei non doveva trovare interesse per nessuno
Una ragazza dai capelli biondi, corti fino alle spalle e con in dosso un cardigan grigio lanciò una pallina di carta in testa ad un ragazzo che le dava le spalle. Le sue amiche risero battendole il cinque, quando lui si voltò. 
Alzò le spalle come per chiederle il motivo di tale gesto, e lei gli alzò il dito medio. "Fottiti." sussurrò e Liz si lasciò scappare un sorriso. 
Qualche secondo dopo entrò in aula un professore dai capelli biondi, biondissimi e con due occhi blu da sembrare finti. Fece velocemente l'appello e, come da copione, quando arrivò al suo cognome, la povera Elizabeth fu costretta a fare un veloce riassunto della sua vita e del perchè aveva cambiato scuola. 
Quando si risedette il prof cominciò la sua lezione sulle teorie di William Blake, e mentre la classe si liberava in uno sbuffo e diverse imprecazioni, Liz non potè non pensare che la giornata cominciava bene, sorridendo e cominciando a prendere appunti. 
 
La campanella suonò e tutti gli alunni erano già fuori dalla classe.
Liz si prese tutta la calma possibile di mettere tutto a posto e con la stessa calma uscì dalla classe, venendo travolta in pieno da un ragazzo  che correva con la maglietta bagnata.  Cade a terra, e un'espressione dolorante si dipinse sul suo volto. 
Vide correre una ragazza con una bottiglia in mano dietro  a quel ragazzo, e guardandosi intorno si rialzò massaggiandosi l'anca. Probabilmente le sarebbe venuto un livido. 
Si avvicinò al suo armadietto, aprendolo e infilandoci il libro di Letteratura che il prof le aveva consegnato. 
Aprì il foglietto che le aveva consegnato il preside contenente l'orario settimanale e lesse quelle due orribili parole che componevano "Educazione Fisica". Sbuffò sonoramente cacciando fuori dalla cartella uno specchietto e della colla a presa rapida. 
Ne spalmò solo un po' sullo sfondo dell'armadietto verde pisello e subito dopo vi attaccò lo specchietto.  Si specchiò e si agiustò i capelli pensando alla sua sorte. 
Già immaginava che nessuno avrebbe voluto prenderla in squadra e che si sarebbe trovata sola  a fissare tutti, aspettando che la squadra dello sfigato secchione  non la chiamasse. 
Sobbalzò non appena sentì qualcuno bussare sull'anta dell'armadietto ancora aperto. Subito la chiuse e guardò colui che aveva di fronte. 
Era un ragazzo dalla carnaggione olivastra,dalla statura abbastanza alta anzi molto più alta rispetto agli 1.60m di lei, dai tratti duri ma allo stesso tempo dolci e ben definiti, con un sorriso smagliante in volto che mostrava i suoi denti perfettamente dritti e due occhi color del miele. 
Erano due pietre incandescenti che illuminavano di luce propira, esattamente lì, sotto quelle due sopracciglia folte e sopra il nasino alla francese. 
"Tu devi essere la nuova ragazza,vero?" domandò lui poggiato con una spalla agli armadietti di metallo. 
Elizabeth si limitò ad annuire, abbassando lo sguardo nella sua borsa.
Era troppo impegnata a cercare la mappa del tesoro nella sua borsa per potersi concentrare sulla bellezza divina che aveva difronte. 
"Io sono Zayn. Malik." aggiunse porgendole la mano, ancora sorridente. Elizabeth lo guardò per qualche secondo cercando di realizzare se fosse tutto vero o se in realtà tutto quello era uno dei suoi soliti sogni ad occhi aperti.
Zayn, dal canto suo, vedeva una ragazza intimorita, che guardava sopra di lei immobile, senza nemmeno accennare ad un'espressione facciale che possa far capire cosa stesse pensando. 
"Elizabeth Jones." parlò poi, afferrando con timidezza la sua mano e stringendola di poco. Zayn non ricambiò esattamente allo stesso modo, anzi strinse la presa, quasi facendole male e continuò a sorriderle. 
"Di dove sei, quindi?" 
Liz spostò lo sguardo intorno, tutti gli studenti cominciavano a rientrare nelle classi e le serviva una scusa per fuggire alla lezione di Educazione Fisica. Assolutamente.
"Hem.." continuava a guardarsi attorno circospetta, come se aspettasse che il gufo di Harry Potter venisse a portarle una lettera. Zayn era incantato dalla fragilità e dall'incertezza che giacevano in quel minuto corpo. 
"Sono di New York." rispose poi, guardando finalmente Zayn in faccia. 
Zayn annuì cercando qualche altro argomento su cui fare conversazione. La ragazza sembrava abbastanza taciturna. "Che materia hai adesso,Jones?" le chiese poi scherzando sul suo cognome. 
Era risaputo che ad una ragazza desse fastidio essere chiamata per cognome, ma contro le aspettative di Zayn, Liz non si accorse nemmeno di come l'aveva chiamata essendo troppo occupata a legarsi i capelli in una coda alta. 
Elizabeth sospiro. "Educzione Fisica. Sai dirmi dov'è la palestra?" Ne approfittò lei, osservando un volantino appeso alla bacheca della scuola.
Scuola di ballo 'Desireès'. Lezioni dai 7 ai 19 anni. 25$ al mese. 
Zayn puntò lo sguardo nella sua stessa direzione, per poi ricordarsi della domanda che le aveva fatto. 
"Certo vieni, anche io ho educazione fisica!" Liz si sentì afferrare per un braccio e fu trascinata in un immensa palestra. Le pareti laterali erano bianche, il pavimento era di gomma nera e vi erano lunghe scale che portavano a delle porte di utilità sconosciuta persino per gli studenti. C'erano già all'incirca sessanta ragazzi e ragazze che correvano attorno al campo da pallavolo. Elizabeth deglutì. 
"Dai vieni, sei fortunata perchè la professoressa Spotler è praticamente cieca. Non si accorgerebbe nemmeno se due ragazzi si assentassero dalla partita per scopare." Zayn si lasciò andare in una risata, pensando a quella volta che Tom, il suo migliore amico, si era chiuso nel bagno delle ragazze e lo aveva fatto con Melissa. 
Non che Zayn fosse del suo stesso 'girone'. Anzi, erano poche le ragazze alle quali si era ceduto Zayn, eppure gran parte della fauna femminile gli moriva ai piedi. O almeno questo era quello che dicvano. 
Elizabeth si lasciò sfuggire un grugnito di disgusto. Portò lo sguardo al suo polso, notando che il ragazzo lo stringeva ancora con la sua forte mano. Subito si staccò dalla presa e senza dire niente raggiunse il resto del corpo studentesco che correva. 
Zayn la guardò andare via, prima di raggiungere Madison. Zayn e Mad erano migliori amici solo dal secondo anno. Non si separavano mai. 
Una volta finirono per baciarsi per uno stupido gioco della bottiglia, ma per il moro non aveva significato niente. 
Erano andati in crociera insieme. Avevano festeggiato Halloween con gli amici più intimi ed il Natale in famiglia. 
La ragazza dall'altro lato della palestra correva svogliata sentendo già i muscoli delle cosce bruciacre e voleva già sedersi sulla panchina e non fare niente guardando i suoi compagni agitarsi per quell'inutile gioco. 
Decise quindi di potersi prendere una pausa per allacciarsi meglio le scarpe e si posizionò accanto alla panchina piegandosi sun un ginocchio e portando le mani al piede sinistro. 
"Hey bambolina, perchè non passi avanti e ci fai vedere come sai correre?"
Liz alzò lo sguardo sul ragazzo che le stava accanto, e che correva sul posto pur di muoversi. Aveva i capelli ricci e biondi, con due occhi verdi ed un fisico scolpito. Niente male. Se solo non avesse fatto quel commento. 
Zayn, qualche passo più dietro, aveva sentito la provocazione di Jacob. Arricciò il naso sentendo un certo senzo di fastidio a vederlo provarci spudoratamente con tutte. Non portava una bella nomina quel ragazzo, sopratutto con le ragazze. 
Mad da dietro gli diede un leggero pugno dietro la schiena per spronarlo a correre, e solo in quel momento Zayn si rese conto di aver rallentato la corsa ad una passeggiata. 
Elizabeth si rialzò fissando il ragazzo davanti a lei con disgusto, poi la prof annunciò che si sarebbero fatte le squadre. 
Senza dire niente si posizionò sulla linea di fondocampo asoettando che la scegliessero. 
Dopo dieci minuti buoni si sentì chiamare. Alzò lo sguardo e quella specie di 'armadio gigante' che le aveva 'gentilmente' detto che aveva un bel didietro le sorrideva. 
"Tu sei con me bel culo." disse infatti poco dopo lui. Liz si staccò dalla parete, camminando controvoglia verso i ragazzi che formavano la squadra.
Zayn fece qualche passo in avanti, pronto a sgridare Jacob per il suo comportamento da farfallone, però una voce attirò la sua attenzione. "Zayn!" 
Si girò e la bionda lo guardava con i suoi occhi grigi. Lei gli sorrise indicandogli la palla che reggeva in mano.
Zayn diede un'ultimo sguardo ad Elizabeth per poi avviarsi verso la sua squadra.








zayns corner.

Buona sera bellissime. dhfdk
Okay, in realtà avrei dovuto pubblicare questo capitolo solo Domenica o Lunedì.
Ma non ho resistito, volevo sapere cosa ne pensavate e cosa più importante, Domenica ho una gara di ballo quindi non sarò a casa dalle sette di mattina fino alle nove di sera c'':
So...cosa ne pensate? :D
Spero che vi sia piaciuto questo primo capitoloprologo.
E' una storia che avevo in mente da tanto tempo e solo ora ho deciso di scriverla e pubblicarla. c:
Vi anticipo che Zayn non è il solito donnaiolo puttaniere. E credo che l'abbiate già capito.
Doh!
Bene, io vado ragazzuole, mi scuso per  la lunghezza del capitolo, giuro che doveva venire più corto! o:
Beh, se vi è piaciuta recensite e ditemi qual'è stata la vostra parte preferita.
Se avete domande, chiedete pure c:
See you!! :) xx

Twitter-  @bravelyhurt 
Ask-..Quando mi farò Ask sarete le prime a saperlo :D



 
   
 
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