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Autore: JCI    14/02/2013    4 recensioni
Sono rimasti fino a tardi in palestra una sera, perfezionando la routine a corpo libero di Payson, ma un piccolo bacio di festeggiamento è stato l'inizio di qualcosa di più.
La loro chimica è innegabile e sono solo le circostanze che li tengono divise.
Direttamente da fanfiction.net una delle storie più amate del fandom MIOBI, pairing Sasha/Payson. La storia parte dall'episodio 8x02
ATTENZIONE: TRADUZIONE MOMENTANEAMENTE SOSPESA
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Payson, Sasha, Un po' tutti
Note: Lime, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Campionati Nazionali 2011, Etc.






Payson alzò gli occhi verso il Madison Square Garden. Il tabellone elettronico lampeggiò più e più volte:
Campionati Nazionali Visa 2011 di Ginnastica. Senza dire una parola prese il pass che sua madre teneva per lei e se lo mise al collo. Guardando l'edificio nuovo sorrise a se stessa. Il suo campionato del mondo era stata la più grande realizzazione della sua carriera di ginnasta, ma vincere l'All-Around ai Nazionali, lo stesso concorso in cui la sua carriera si era quasi conclusa appena un anno prima, avrebbe significato molto.

Nonostante la reazione
di MJ quasi apoplettica, Payson evitò ordinatamente la calca della stampa e dei media che di solito accompagnava l'arrivo ai Nazionali. Sapeva che la faceva sembrare inaccessibile, ma non le importava. Aveva bisogno di concentrarsi e di giochi come "Cosa c'è nella borsa da palestra" e barbe commerciali con Kelly Parker non erano in alto sulla sua lista delle priorità. Si infilò rapidamente in un corridoio seguendo una guardia di sicurezza, che la condusse negli spogliatoi, l'auricolare perfettamente nascosto nelle orecchie. La dolce melodia di Monna Lisa con la voce dolce di Nat King Cole le rilassò i nervi mentre sorrideva in ringraziamento alla guardia ed entrava nella stanza ancora deserta. Mise la borsa da ginnastica su uno dei tavoli e ci saltò sopra. Sdraiandosi e chiudendo gli occhi, permise al suo corpo di rilassarsi lentamente. Non era meditazione, non era così chic o pretenziosa per chiamarlo così, ma era come si preparava mentalmente per un evento. La canzone finì e ne cominciò un'altra, ma non prima che Payson sentisse lo scalpiccio di piedi che si avvicinano. Aprì una palpebra e vide Austin in piedi a pochi metri di distanza. "Tu lo sai che questo è lo spogliatoio delle donne, vero?"

Lui ridacchiò in risposta, mentre stoppava la sua musica. "Deve essermi perso per strada." Rimase in silenzio per un minuto, aspettando che lei avviasse la conversazione.

"Come sta MJ?" chiese lei, sedendosi e girandosi per guardarlo in faccia.

Inarcò le labbra in un mezzo sorriso, "Bene," rispose, e alzò le sopracciglia in modo allusivo. "Davvero bene."

Payson scosse la testa, "Sei disgustoso."

Si strinse nelle spalle, "Hey, è stata un'idea del tuo ragazzo, ho appena ehm- chiuso l'accordo per così dire."

Payson aprì la bocca per rispondere, ma poi la richiuse, sorridendo. Nessuno aveva mai chiamato Sasha "il suo ragazzo" prima. Sembrava un termine così inadeguato per lui. Sasha Beloff non era il ragazzo di nessuno. Semplicemente non si adattava. La sua mente vacillò tra le parole che avrebbe dovuto usare, parole avrebbe potuto usare: uomo, amico, amante, allenatore, fidanzato, marito e padre. Ehi, dai Pay, cerchiamo di non andare troppo oltre.

"Come, niente batutte argute in risposta, Keeler? Mi deludi. Come va il ginocchio?" chiese, cambiando
rapidamente argomento.

"Va bene. L'ho fasciato stretto per oggi e vediamo. Odio competere come una mummia però, tutta bendata."

Si fermò, consapevole che probabilmente avrebbe dovuto lasciare lo spogliatoio prima che il resto delle ragazze arrivasse. "Sopravviverai. Quindi volevo solo augurarti buona fortuna, non che ce ne sia bisogno, farai faville."

Gli sorrise. "Grazie, Austin," disse, saltando giù dal tavolo e facendo un passo più vicino a lui. Si chinò e la baciò sulla guancia, mentre Payson si alzava in punta di piedi per dargli un abbraccio. Proprio quando le braccia si chiusero intorno a lui, la porta dello spogliatoio si aprì e si trovò davanti Kelly Parker e alcuni delle compagne della 
squadra di Elite di Denver.

Austin si allontanò in fretta, dando a Payson una stretta veloce sulla spalla, "Buona fortuna per oggi," disse, allontanandosi, facendo cenno alle ragazze in piedi sulla soglia, "Scusatemi, signore." Si scansarono rapidamente da lui, fissandolo a bocca aperta.

"Wow, Keeler, Austin Tucker?" Kelly disse, con un sorriso. "Non credevo alle voci, ma prima
sono venute fuori quelle immagini di voi due e ora questo? Sbaciucchiamenti nello spogliatoio? E' davvero troppo."

Payson rise, capendo che la corteccia di Kelly era molto più sottile di quanto facesse vedere. "Gelosa Parker?" disse, facendo capire con gli occhi il vero significato. "Austin e io siamo solo amici, ma visto che tu non ha amici, non mi aspetto che tu lo capisca."

Indossò
rapidamente il suo body, poi tornò in bagno per applicare un po' di trucco e torse i capelli in crocchia ferma. Mezza bomboletta di lacca dopo, uscì e accese di nuovo l'iPod per iniziare il suo rilassamento, preparandosi mentalmente per lo stress della competizione. Quindici minuti dopo, qualcuno bussò alla porta e Ellen Beals, che ora lavorava per la ONG come coordinatore dell'evento, fece capolino con la testa, "Signore, cinque minuti," disse, abbastanza forte perché Payson potesse sentirla. Si sedette e aprì la borsa da palestra, mettendo la tuta da ginnastica sopra il body.

Si avvicinò alle sue compagne di squadra mentre si riunivano vicino alla porta, "Come vi sentite?" chiese, guardando ognuna di loro negli occhi. Nessuna
sembrava troppo nervosa, nemmeno le due ragazze più giovani della squadra, di quindici anni, solo un anno più della sorella minore di Payson. Tutte sorrisero o annuirono e Payson si lasciò sfuggire un sospiro. "Bene, ora andiamo a prendere a calci qualche sedere."

***

"Benvenuti ai Campionati Nazionali di Ginnastica del 2011, presentati dalla Visa. Sono Al Trautwig, accanto alla medaglia d'oro olimpica, Tim Dagget e Elfie Schlegel e vi riporteremo tutti gli sviluppi per i prossimi tre giorni dall'arena più famosa del mondo, il Madison Square Garden. L'ultima volta che ci siamo visti in un evento internazionale di questo livello, eravamo ai sorprendenti e controversi Campionati del Mondo a Rotterdam, dove gli Stati Uniti d'America hanno vinto lo strabilinante numero di diciassette medaglie, guidati da Payson Keeler e Austin Tucker,  Campioni del Mondo All Around. Da allora il mondo ginnastica ha affrontato una polemica giudiziaria, seguita dal Test Event Olimpico di Londra all'inizio di quest'anno, dove la maggior parte di queste ginnaste ha gareggiato di nuovo, con una varietà di risultati, alcuni simili, alcuni non così simili a quelli di Rotterdam. Tim, Elfie, cosa possiamo aspettarci da questo evento?"

Tim Dagget, fece un cenno ad Al, "Beh, Al, mi aspetto che il resto del gruppo abbia migliorato il livello rispetto Rotterdam e Londra. I ginnasti americani sia dalla parte maschile e che femminile hanno visto Austin Tucker e Payson Keeler dominare troppo a lungo. Vogliono riuscire ad abbattere il Re e la Regina, per così dire."

Elfie continuò, "Sono d'accordo, ma onestamente, non credo che accada ad Austin e Payson, la coppia di massimo livello nella ginnastica. Si sono allenati molto duramente a Boulder sotto il Coach Sasha Beloff. Mi aspetto che siano venuti per vincere."

Al terminò la loro introduzione tranquillamente, "Beh, si comincia con le donne oggi, il primo giorno della competizione, in cui i migliori atleti competeranno per un posto di rilievo nell'All-Around e nelle finali che si concluderanno dopodomani, quando gli uomini inizieranno a gareggiare."


Sasha sospirò guardando il quadro dei punti del primo giorno. Dannazione, pensò, accigliandosi per la classifica 1. Kelly Parker 2. Payson Keeler 3. Emily Kmetko. Guardò Payson, la sua espressione era stoica, come al solito, ma poteva vedere la tensione, proprio dietro gli occhi. Aveva ruotato troppo sul suo Produnova e su un volteggio così difficile, quando ci si sopravvalutava, si cadeva sul culo ed era quello che le era successo, dando a Parker un piccolo vantaggio, ma un vantaggio sufficiente per accedere al giorno successivo. Aveva anche mancato la qualificazione per la fase finale del volteggio a causa della caduta, mentre la Parker era atterrata, anche se tremante, dopo uno Yurchenko con un triplo giro. Distogliendo l'attenzione per un attimo, si concentrò sul nome al terzo posto e non potè impedirsi di sorridere. Emily Kmetko, la nuova
contendente All-Around degli Stati Uniti. La vide sistemare la sua borsa, per andarsene dall'arena e incrociò il suo sguardo. Le sorrise e Emily praticamente si illuminò in risposta. Studiò la classifica ancora una volta, vedendo Kaylie al quarto posto e Lauren al parimerito per il quinto posto con Andrea Conway. Domani ci sarebbe stato da mangiarsi le unghie, senza dubbio.

Sasha si fermò di fronte alla fila, Payson davanti, le sue compagne di squadra dietro di lei. Marciarono dritto negli spogliatoi, ma prima di andare le riunì in circolo, permettendo alle altre squadre di sorpassarle. "Eccellente lavoro di oggi, signore. Non importa cosa accadrà domani, sono molto orgoglioso di voi. Il coprifuoco è alle dieci di sera, luci spente per le dieci e mezza. Mi aspetto anche che tutte voi siate in campo domani in sostegno dei vostri compagni di squadra maschi, come loro hanno fatto oggi per voi."

Lauren inarcò un sopracciglio, "Non dobbiamo a dipingerci il petto, giusto?"

Sasha ridacchiò e sorrise.
Dopo Londra era diventata una tradizione, per gli uomini della Rock, dipingere il volto e il petto a sostegno delle loro compagne di squadra. "No, pitturarsi il viso e simili è strettamente facoltativo. Ok, datemi un 'Forza Rock'."

Misero le mani e gridarono insieme, "Forza Rock!"

"Ben fatto, signore, l'autobus parte tra mezz'ora, fatevi trovare pronte o dovremo partire senza di voi."

Le ragazze entrarono negli spogliatoi in fretta, mezz'ora non sembrava abbastanza, ma Payson rimase indietro.

"Siamo solo a dieci isolati dall'hotel. Dovrebbe essere una bella notte. Ti va di andare a piedi?" chiese, a bassa voce.

Si guardò intorno in fretta, "Resta nei paraggi dopo l'orario di partenza. Dovrò far tornare tua madre in albergo con il resto delle ragazze."

Payson annuì e andò in spogliatoio per cambiarsi. La guardò allontanarsi, poi guardò in fondo al corridoio per vedere suo padre avvicinarsi e sospirò. La notte prima era stata una lunga notte, che si era trasformata in una lunga giornata e dall'espressione sul volto di suo padre che era in procinto di durare ancora più a lungo.

"Devo parlare con te," disse Boris, la sua solita voce forte stranamente bassa.

Sasha incrociò le braccia sul petto, preparandosi per la battaglia, "Cosa c'è?"

Boris socchiuse gli occhi, "Non usare quel tono nella tua voce, Sasha. Devo parlare con te di qualcosa e credo che ti piacerebbe farlo da qualche parte che non sia di fronte a molte persone."

Sasha ricambiò l'espressione di suo padre, non spaventandosi minimamente, "Che cosa papà? Non ho tempo per i giochi."

Boris alzò le mani in aria, un gesto familiare di cui Sasha era stato destinatario molte volte. "Bene, vuoi buttar via la tua carriera e il duro lavoro della migliore ginnasta che potrai mai allenare, va bene per me mi va benissimo. Ho sempre detto che una donna sarebbe stata la tua rovina," mormorò.

 Gli occhi di
Sasha si spalancarono. Che cosa sa il vecchio? Che cosa è cambiato dal volo, quando ha pensato che Austin e Payson uscissero, a questa mattina? Nulla, tranne ... tranne che non sei tornato alla tua camera d'albergo fino a quattro ore dopo aver lasciato cadere le valigie fuori dalla stanza che stai condividendo con lui. Deve averlo notato, anche se non ha detto niente ieri o questa mattina. Che gioco sta giocando? Suo padre si accigliò, ma non parlò.

***

Sasha era tornato alcuni minuti più tardi con la chiave della camera per Payson, dopo che per ragioni sconosciute, si era rifiutata di entrare nella sua stanza dell'hotel. Sapeva che prenotare quella stanza d'albergo sarebbe stata una buona idea, anche se al momento averlo fatto aveva poco a che fare con Payson e più a che fare con la sua capacità di evitare il padre, se necessario.

"Ecco qua," disse, porgendole la chiave. "E' in fondo al corridoio," aggiunse. Payson prese la borsa e si avviò, la camera era a due porte di distanza dalla stanza che Sasha condivideva con il padre. Aprì la porta e poi lo guardò, ancora davanti alla sua porta. Alzò le sopracciglia in invito, ma lui non rispose, rimanendo ferso sul posto. Gli sorrise ed entrò nella stanza, chiudendosi la porta alle spalle. Subito la sua indecisione era sparita e in tre passi era alla porta a bussare leggero. La porta si aprì immediatamente e Payson lo accolse con un sorriso, prima di afferrare la parte anteriore della camicia e tirarlo dentro.


***

Sasha sospirò, guardando Boris. "Di che cosa stai parlando, papà? Davvero?"

Boris scosse la testa, "Non sto parlando di niente, perché non ho visto niente. Non l'ho vista tenerti la mano nel corridoio e non ti ho visto entrare in una camera d'albergo con lei ieri e non voglio vedere qualsiasi altra cosa, ma tu vedrai e lei vedrà e entrambi realizzerete che state facendo un gioco pericoloso. E' molto giovane, Sasha."

Sasha scosse la testa, un senso di completa sconfitta lo invase, "Cosa vuoi da me? Vuoi che la faccia finita?"

Boris lo fulminò con lo sguardo, il
volto vecchio e duro, segnato dalle rughe, non per un sorriso, ma per la fronte aggrottata, "Potrebbe finire?"

Sasha serrò la bocca in una linea ferma, "Per lei, per proteggerla, farei qualsiasi cosa."

Boris scosse la testa, "No, io non approvo, ma non farò nulla per compromettere le sue possibilità domani. Non posso credere che ti sei messo in questa situazione, Sasha. La cosa verrà allo scoperto e poi? Che cosa ti accadrà?"

Sasha sospirò e si sfregò leggermente
la nuca. Suo padre aveva ragione. E allora? "Non lo so," rispose onestamente. Non c'era risposta a quella domanda, non una buona comunque.

Boris si accigliò, "Faresti meglio a scoprirlo."

Poi il padre girò sui tacchi e marciò lungo il corridoio, apparentemente per prendere una macchina per l'albergo.

Sasha si voltò e diede un calcio alla parete. "Merda." Che cosa hai intenzione di fare adesso, Beloff?


Payson si cambiò lentamente, le sue compagne di squadra uscirono fuori una ad una per prendere l'autobus. Emily era l'unica ad aspettarla, "Vai avanti, Em. Credo che mi limiterò a prendere un taxi per tornare in albergo. Forse vado a piedi. E' una bella serata. Divertiti a cena con Damon."

Emily alzò le spalle e sorrise. "Ottimo lavoro oggi. So che ce la farai domani."

Ricambiò il sorriso della sua amica, "Anche tu. Ti dispiacerebbe prendere la mia borsa da palestra con te? Io non ho voglia di portarmela dietro, se vado a piedi." Emily la prese e sorrise. "Ci vediamo più tardi."

Attese ancora qualche minuto prima di afferrare la borsetta e entrare nel
corridoio in cemento e mattoni sotto il Madison Square, con le pareti rivestite con immagini di giocatori di basket e hockey. Sasha era appoggiato contro il muro dall'altra parte del corridoio, apparentemente perso nei suoi pensieri.

"Ehi," disse Payson, mettendosi la borsetta in spalla.

Le sorrise, "Ciao, sei pronta?"

Si allontanò dal muro e si mossero lentamente verso l'uscita, i loro passi all'unisono. I media avevano lasciato l'edificio da tempo e i fan si erano dispersi. Sasha corse al marciapiede e fece cenno ad un taxi, ma fu puntualmente ignorato da più taxi prima che Payson sorridesse, dandogli una piccola spinta indietro e richiamando lei stessa un'auto. Pochi moneti dopo una delle auto gialle slittò fermandosi di fronte a lei che gli sorrise vittoriosamente. "E' tutta una questione di lunghi capelli biondi," disse mentre salivano.

"Più di
lunghe gambe," le mormorò, pasandole una mano sulla coscia e Payson rise.

"Downtown," disse Sasha al tassista. "Gramercy Park East," disse, e sorrise. "Ti ho detto che ti avrei mostrato il mio appartamento in questo fine settimana."

Era una strada residenziale nel centro di New York, che trasudava fascino del vecchio mondo, era decisamente troppo bello per non essere costoso. Sasha strisciò la sua carta e uscì dalla cabina.

"E' una bella strada," commentò Payson, guardando su e giù per il quartiere. Come a Londra poteva praticamente sentire l'energia della città irradiare dal marciapiede.

Lui annuì, mettendole la mano sulla schiena, conducendola verso un ingresso in pietra. "E' al secondo piano, risale a prima della guerra," la informò.

Gli sorrise, "Quindi avrà alcuni tocchi carini: modanature, pavimenti in legno. Sì, avrà carattere," disse con un luccichio negli occhi. Si fermarono davanti alla porta e lui la guardò con curiosità, uno strano sorriso sul suo volto. "Che c'è? Ho guardato House Hunters," gli disse mentre Sasha rideva e apriva la porta. "E' una dipendenza."

Salirono due rampe di scale e si fermaroni davanti a una porta che riportava il 2A. Sasha aprì porta e con un semplice movimento del polso la lasciò spalancarsi.

Payson fece un passo nell'appartamento, ma si fermò quasi subito. Era illuminato splendidamente da tre finestre che si affacciavano sulla strada. I pavimenti in legno erano brillanti. "Sasha, che cosa faceva tua madre per potersi permettere questo posto?"

Si strinse nelle spalle, "Lo ha ereditato. L'ho affittato per gli ultimi anni e gli inquilini hanno traslocato di recente. Sarà in affitto di nuovo tra un mese o giù di lì, ma è solo un'opzione," disse, ma Payson poteva vedere che qualcosa non andava. Le rughe sulla fronte glielo stavano mostrando.

Fece un passo verso di lui e allungò una mano, sfiorandogli col pollice la fronte, prima di passargli le mani tra i capelli. "Cosa c'è che non va?" chiese, mentre gli occhi di Sasha si chiudevano e si piegava al suo tocco.

"Devo dirti una cosa," annunciò, prendendo la mano nella sua. "Mio padre sa di noi."

Payson non se lo aspettava. "Dirà qualcosa?" chiese, la bocca completamente asciutta, lo stomaco un groviglio di nodi.

Sasha scosse la testa, "Io non penso, era -...preoccupato, penso che per te più che per me, immagino, ed è giusto così."

Sospirò e appoggiò la testa contro il suo petto, sentendo le sue braccia avvolgerla. "Allora, cosa facciamo?"

"Non lo so, ma per prima cosa dobbiamo essere più attenti. Siamo diventati pigri, ci siamo accomodati. Quello che è successo ieri nel corridoio dell'hotel, è stato superficiale, e soprattutto se si considera che tutti quelli in viaggio con noi erano sullo stesso piano. In secondo luogo, dobbiamo capire che cosa faremo quando tutto questo verrà fuori."

"Se verrà fuori," mormorò Payson, prendendo un respiro profondo, prendendo la forza dalla sensazione delle sue braccia intorno a lei e ai muscoli della schiena di Sasha sotto le sue mani. "Hai ragione. Quindi cerchiamo di ordinare un po' di cibo e fare un piano, ma niente di troppo pesante, perché
domani ho ​​intenzione di pulire il pavimento con Kelly Parker e quello di cui tutti vorranno parlare sarà la mia medaglia d'oro e non con chi sto uscendo." Sorrise a Sasha, che l'accarezzava con un dito dalla fronte al mento, sollevandolo e portando le labbra verso le sue per un bacio.

"Ti amo," le disse, le labbra ancora contro le sue.

"Ti amo anch'io."

Tre ore e quattro cartoni di cibo tailandese più tardi, avevano un piano. Se solo potessimo essere sicuri che funzionerà.

***

Domenica a tarda sera, in albergo, stavano facendo il check-out, gli uomini e le donne della Rock avevano fatto molto bene ai Nazionali, dimostrando ancora una volta che erano il migliore club del paese. Sasha uscì dall'ascensore e si rese conto che era uno dei primi ad arrivare. Vagava nella hall e vide Becca Keeler seduta su uno dei divani, il computer portatile aperto davanti a lei, cliccando furiosamente. Sembrava essere al lavoro, così Sasha sedette sul divano di fronte a lei e tirò fuori un libro che stava leggendo. Quindici minuti più tardi, sentì degli occhi su di lui. Alzò lo sguardo dalla pagina è trovò Becca guardarlo.

"Ho finito, vuoi vedere?" disse lei, con un sorriso sul suo viso.

"Con cosa hai finito?" chiese alla nuova Elite Junior, medaglia di bronzo
All Around, un risultato enorme per la ragazza che era stata spostata nell'elite all'inizio di quell'anno.

"Beh, ho registrato l'evento a casa e mio padre ha impostato il DVR in modo che i file siano automaticamente inviati al computer. Poi ho diviso il filmato con iMovie e l'ho utilizzato per mettere insieme un montaggio di tutte le nostre routine di questo fine settimana. Ci lavoro da ieri sera e credo che finalmente sia perfetto. Stavo pensando che forse potremmo usarlo al Premio Rocky quest'anno? "

Sasha la guardò, non avendo la minima idea di che cosa la ragazza stesse parlando. Era completamente senza senso per lui. "Sì, fammi vedere," disse, tendendo le mani per il suo computer. Becca glielo porse e poi si sedette sul divano accanto a lui, facendo clic su un pulsante per avviare la presentazione.

Una canzone
punk rock che Sasha non conosceva cominciò mentre video clip sia della squadra maschile e quella femminile di tutto il concorso lampeggiava sullo schermo, prima che si fermassero sul filmato di Kaylie che si dondolava alle parallele, ottenendo il suo argento. "Quella sì che era una performance da Campione Nazionale in carica, Kaylie Cruz! Medaglia d'argento per Kaylie sulle parallele e la storia di rimonta dell'anno nella ginnastica," disse la voce di un annunciatore. Seguì Lauren sulla trave, che aveva portato a casa l'argento, "Lo fa sembrare così semplice. Che routine, sì Lauren Tanner è la nuova medaglia d'argento alla trave."

Il video cambiò, usando la musica che Sasha riconobbe come quella della routine al suolo di Emily. Becca aveva messo insieme senza stacchi dei pezzi da tutti e quattro gli elementi delle routine della Kmetko, il suo bronzo All Around, unito all'argento del suolo e il bronzo delle parallele. "Emily Kmetko, la stella in più rapida ascesa in questo sport... Che routine alle parallele da Emily Kmetko! Kmetko... sì! Che volteggio incredibile, l'atterraggio cieco e il punteggio, ed Emily Kmetko si porterà a casa la
medaglia di bronzo All-Around, è la sorpresa di questi campionati! "

Poi il ritmo è rallentò, Becca aveva combinato Payson alle parallele e la routine al suolo, il ritmo che incalzava mentre eseguiva l'esercizio alla trave, vincendo l'oro su tutti e tre gli elementi, spazzando via Kelly Parker nella seconda giornata di gara. "
Oggi Payson Keeler è qui per vincere, gente. Guardatela, la potenza e la grazia. Senza errori, assolutamente impeccabile sulle sbarre... Guardate, Payson Keeler esegue una grandiosa routine alla trave, che sarà sufficiente per l'oro...sta semplicemente volando in questa routine con una grazia che si può vedere solo sul palco del Lincoln Center, sta portando tutto quello è possibile per una ginnasta in questa routine... ed ecco, il volteggio in ci è caduta ieri, wow, e arriva con i piedi in terra e alza i pugni in aria, salutando i giudici e salutando se stessa. Payson Keeler, il 2011 la Campionessa Nazionale."

Poi la musica è diventò più ruvida, più maschile mentre un montaggio
simile all'inizio del video iniziò, questa volta con Carter, Austin e Nicky. Flash delle performance di Austin e Nicky, ancora una volta, arrivvando primo e secondo per l'oro e l'argento All-Around, mettendo in evidenza le prestazioni della medaglia d'oro di Austin sugli anelli, parallele e suolo, l'argento sui restanti tre. "Austin Tucker è il miglior ginnasta maschile nel mondo. Se abbiamo pensato che era bravo a Pechino, se quello che abbiamo visto stasera è un'indizio, sarà ancora meglio a Londra." Poi la musica cambiò, non così dura come quella per Austin, ma ancora con un buon ritmo, e nel video comparvero le routine di Nicky: oro sulle parallele asimettriche e al cavallo con le maniglie, argento sugli anelli e parallele e bronzo al volteggio. "Nicky Russo, che spettacolo questa sera, due ori, due argenti e un bronzo, medaglie su cinque dei sei eventi." E poi Carter comparì dal nulla e vinse l'oro al volteggio, finendo splendidamente al quarto attrezzo dell'All Around. "Che cosa danno da mangiare a questi ragazzi a Boulder? Carter Anderson con uno dei migliori volteggi che si potrà mai vedere e questo un punteggio gli dà l'oro nella competizione e lo spinge appena fuori dal podio in quarta posizione!"

Poi ci fu una piccola sezione, una musica che riconobbe come la suoneria che suonava quando chiamava il cellulare di Payson. Sorrise quando alcuni filmati di lui durante la gara comparvero sullo schermo. Momenti celebrativi con le ragazze, abbracci e cinque, un paio di pugni sulle spalle con gli uomini, un'immagine di lui, Payson ed Emily abbracciati mentre i punteggi finali venivano pubblicati. Poi riprese delle cerimonie di premiazione, le ragazze che ricevevano le loro giacche della Nazionale e poi i ragazzi. La musica sbiadì mentre entrava la voce di Al Trautwig, "Sasha Beloff e le ginnaste del club Rocky Mountain sono una delle forze più dominanti nello sport di oggi. La Rock è venuta a questi Campionati Nazionali e ha semplicemente spazzato via la concorrenza. Sono i Terminator* della Ginnastica, il più bel assemblaggio di talento che questo sport potrà mai vedere in un club."

Il video si fermò e Sasha
sorrise. "E' stato incredibile, Becca. Hai un vero talento."

Lei si strinse nelle spalle, "Non è stato così difficile. Pensi che lo userai?"

Annuì, e le diede una pacca sulla spalla, "Assolutamente." Alzò lo sguardo e la maggior parte dei loro compagni di viaggio erano in piedi intorno a loro, guardando il filamto, la maggior parte di loro con dei sorrisi stupidi sui volti. Avevano vinto ed era una sensazione incredibile.







Note:
*In originale: Murders Row che è il soprannome degli Yankees, la squadra di baseball di NY, in particolare usato per la squadra del 1927. Era intraducibile. L'unica analogia sportiva che mi venica in mente era "diavoli rossoneri". Quindi mi sono chiesta, quale metafora usare per dire qualcuno che fa strage della concorrenza? Ed ecco spiegata la mia traduzione, Terminator. Se avete altre idee, non siate timidi!

Sentitevi libere di criticare Payson per come si è comportata con Kelly, è l'unico punto di tutta la storia in cui avrei voluto dirle "stai facendo la stronza."
  
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