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Autore: _Eriky_    14/02/2013    1 recensioni
Sequel di "Love.. It's a Dream", sconsigliato a chi non ha letto la storia precedentemente indicata.
A causa di un tentato attacco a Bella, Edward decide di andarsene e di provare a lasciarle vivere la sua vita, abbandonandola. Ma se la nostra Isabella non cadesse in depressione come in "New Moon"? Se provasse a rialzarsi, a non lasciarsi abbattere da quel "coso" che gli ha salvato la vita per poi distruggergliela? Riuscirà veramente a dimenticarlo?Inoltre come si comporterà se, oltre a incubi passati, si ritrovasse ad affrontare anche quel dolore vicino al cuore, che forse, non è solo amore?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dream, Love and Life.'
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CAPITOLO 19- Armonia.
 
C'era qualcosa, su quella cartellina, che non avrei dovuto sapere, o meglio, che non avrei mai voluto sapere.
<< Questi sono i risultati.. >> cominciò. Le parole che seguirono mi bloccarono il cuore.

<< Bella, mi dispiace profondamente. >> si scusò come se fosse colpa sua, tirando su col naso,con gli occhi lucidi: era in procinto di piangere. <<  Stiamo parlando di cancro. >>
L'ambiente nella camera si fece freddo, il silenzio ne diventò il padrone assoluto, anche l'elettrocardiogramma diminuì il suono dei suoi "bip".
<< Ne sei certo? >> interruppe mio padre con voce tremante, cauta. Come risposta ricevette un lento annuire. Ogni cenno sembrò rimbombare nelle mie orecchie.
<< Di cosa si tratta di preciso? >> intervenni  seriamente preoccupa.
<< Stiamo parlando di adenocarcinoma polmonare. >> Disse Carlisle con fare professionale. Non sapevo di preciso di cosa si trattasse, ma solo il fatto di rientrare nella categoria del cancro, significava molto.
<< Si tratta di un tumore ai bronchi, maligno. >> spiegò Edward, concentrando l'attenzione su di se. Charlie non  fece caso al suo strano ed improvviso risveglio, troppo concentrato ad assimilare la sconcertante verità.
Il medico e mio padre cominciarono a parlare tra di loro,  tenendo insieme la cartellina maledetta. Mentre spiegazioni scientifiche volteggiavano nell'aria, io ero intenta ad analizzare cosa significasse la parola "tumore", o peggio,  "cancro". Significava fare serie di chemioterapie infinite, frustanti e destabilizzanti, che non mi sentivo di poter sopportare e che, molto probabilmente, non avrebbero portato a niente.
 
 << Potere lasciarci soli >> chiese Charlie. Jacob, Edward e Carlisle uscirono a capo chino dalla stanza. Nessuno mi guardò con un'occhiata fugace: sembrò che avessero paura di incrociare il mio sguardo.
 
Mio padre si avvicinò al letto con movimenti lenti. Si sedette sul bordo destro e posò la testa sul mio petto, permettendomi di appoggiare il mento sulla sua nuca. Qualcosa di bagnato mi imbrattò la camicia d'ospedale, che qualche infermiera mi aveva fatto indossare. Gli accarezzai i capelli, provando a tranquillizzare quello che avrebbe dovuto sostenere me.
<< Perché a te? Tu sei ancora giovane, bella.. Hai una vita davanti.. >> singhiozzò disperato.
<< Non lo so il perché, non lo so proprio. >> dissi, cercando a stento di trattenere le lacrime per quell'uomo che avrebbe visto la mia fine, impotente. << Posso affrontare le chemio.. posso provare a combatterla. >> ripresi, sapendo di mentire. Ero certa che non mi sarei mai sottoposta a quelle cure. Pareva sciocco anche a me, ma avevo visto troppe volte malati di cancro soffrire per le terapie affrontate, eppure andare avanti con la speranza negli occhi. Io non sarei mai stata forte e determinata come loro, non avrei mai raggiunto quei livelli, avrei solo sofferto.
<< Non puoi.. Non ti conviene.. >> mormorò stupendomi. Non feci in tempo a chiedere chiarimenti che ogni dubbio fu irreparabilmente distrutto. << È troppo tardi.. Lo stadio è troppo elevato, ti faremmo solo soffrire.. >> un lungo fremito mi percorse la schiena, tutto era capovolto: non avevo più una possibilità di scelta. La morte mi sembrava vicina, troppo al momento. Il mio pensiero corse subito a quello che mi sarei lasciata alle spalle.. Amici, famiglia.. Edward.. Cose di cui non avrei mai voluto fare a meno.
Lo strinsi forte a me, senza dire nulla, cercando di cancellare quelle stupide lacrime che non mi avrebbero portato a niente. Un colpo di tosse fece voltare entrambi verso la porta, dove il mio vampiro se ne stava in piedi, fermo.  Charlie si alzò ed uscì stranamente remissivo, forse capendo il motivo del suo intervento. Non si guardarono. Mio padre era veramente distrutto per non inchiodarlo sulla porta all'istante
 
<< Edward >> sussurrai aprendo le braccia, appena soli, invitandolo a confortarmi con un suo abbraccio. Si avvicinò subito a me.
<< Mi dispiace così tanto Bella.. Non so che posso fare, non ho idee.  >> provò a consolarmi mentre le sue muscolose braccia vi avvolgevano stretta. Anch'io, come lui, non riuscivo a trovare vie di fuga: non avevo abbastanza concentrazione per trovare una soluzione, l'istinto mi spingeva a commiserarmi per la mia vicina fine, il mio cuore a godermi quell'abbraccio ristoratore tanto bramato.
Dopo qualche secondo lo sentii scuotere la testa, come a scacciare un cattivo pensiero.
<< Che c'è? >> chiesi allontanandomi abbastanza da poterlo guardare dritto negli occhi.
<< Niente, lascia.. >> si interruppe osservandomi. Qualcosa lo convinse a confessarmi tutto. << Stavo pensando a una vecchia visione di Alice.. ma è meglio lasciare perdere. Ti farei solo soffrire e non sono certo dei risultati. >> concluse, tornando a stringermi più forte. Misi le mani sulle sue spalle, provando ad allontanarlo. Assecondò la mia leggera spinta, tornando alla posizione precedente. Aveva chiuso gli occhi e le labbra erano tremolanti.
<< Che visione era? >> sbarrò gli occhi color pece all'improvviso. Non si aspettava questo mio interesse, o almeno, sperava che non continuassi il discorso.
<< Una visione in cui tu eri, si insomma, eri una vampira.>> tagliò netto, aprendo nella mia mente un'infinita possibilità di soluzioni. Niente chemio inutili, niente paura dello specchio.. Una vita lunga, eterna, davanti agli occhi, con lui. Eppure, tra tutta quella perfezione, qualcosa era legato alla diffidenza di Edward a condividere con me quel rimedio.
<< Perché non me lo volevi dire? >> domandai sconcertata.
<< Non c'è un motivo preciso..Non sai molte cose.. >> l'aria era satura di trepidazione e attesa: volevo che mi dicesse di cosa sarei dovuta venire a conoscenza per salvarmi la vita.
<< Il dolore della trasformazione è fortissimo, senti tutte le terminazioni nervose bruciare, il cuore pare esplodere da quanto pulsi velocemente. È troppo doloroso per te.. >> iniziò diretto, forse sicuro che avrei avuto dimore del dolore, ma si sbagliava.
<< Non mi importa. >> se tutto sarebbe bastato per poter restare con lui.
<< Inoltre romperemo il patto con i Quileute >> arcuai le sopracciglia: non capivo in che modo lo potessero infrangere. << Secondo il patto di cui tu conosci i criteri generali, oltre a stabilire il divieto di addentrarci nella riserva, si determina l'obbligo di non trasformare nessun umano, pena lo scontro. >>
<< Chiederò a Jake. >> conclusi io. Non comprendevo perché continuasse a trovare motivazioni per non farmi diventare vampira, per non salvarmi.
<< Non ti mancherebbe la tua famiglia? >> riprovò.
<< La lascerei comunque. >> obbiettai con un filo di amarezza nella voce, rendendo ancora più triste la sua espressione.
 
<< Perché non mi vuoi trasformare, Edward? >> dissi il suo nome in modo freddo, perentorio, guardandolo dritto negli occhi. << Questi non sono veri motivi, sono bazzecole. Perché? >>
Sembrò esitare. Abbassò lo sguardo per poi rialzarlo. Le iridi erano liquide, lucide, sembravano chiedere perdono.
<< Perché sono egoista. >> sputò fuori come un insulto << Perché ho una dannatissima paura che trasformandoti ti perderei due volte: "moriresti" e poi mi lasceresti lì da solo, a contemplare la tua mancanza. Sono un'idiota, preferisco che tu muoia piuttosto che riesca a vivere, a costo di diventare un mostro come me. Io ho intenzione di combattere per farti vivere, ma ho il terrore che quando ti risveglierai e vedrai veramente chi sono, quando osserverai i tuoi occhi rossi allo specchio, capirai il grosso errore che hai fatto, capirai che avresti preferito morire, ma non potrai più tornare indietro, quindi lascerai lì il ragazzo che ti ha trasformato per amore. Mi odierai e io non saprò più che cosa fare, non potrò usare un "ti amo" per risanare tutto, sconfitto dal tuo odio. >> confessò di getto, con voce morta. Io ero basita. Era ancora convinto che lo disprezzassi, che lo avrei abbandonato.
<< Dici sciocchezze e lo sai. >> intervenni io piangendo, commossa.
<< Forse.. o magari no. Sono pieno di dubbi, non ci capisco più niente. Sembra che qualcuno ci voglia fare sempre del male. Oppure sono direttamente io.. Se io non mi fossi convinto che la nostra storia sarebbe stata possibile, non ti saresti mai innamorata di me. Se.. >> cercò un'altra possibilità.
<< Lo vuoi capire che io mi sarei ammalata lo stesso? Anzi, se non fosse stato per te, non avrei neanche avuto niente per cui vivere. Avrei passato giorni senza sorridere, non ne avrei avuto motivazione. Io, se tu mi trasformerai -perché è ovvio che sarai tu a farlo- ti dovrò la vita, riesci a comprenderlo? >> lo interruppi sul limite della disperazione.
<< No.. Non sarò io a trasformarti. Carlisle è più esperto, sarà lui a farlo se sarai convinta di questa scelta. >> mi contraddisse con sguardo truce.
<< Allora io non mi faccio trasformare, morirò. >> protestai. Mi sembrava di essere una bambina in quel momento, ma volevo che fosse lui a ridarmi la vita, lui che mi aveva fatto vivere davvero.
Fece un grande sospiro e mormorò un "ok" lieve, riempiendomi il cuore di gioia.
 
Mi riavvicinai, sfiorando con la bocca il suo orecchio, in modo da potergli parlare senza che lui vedesse il rossore sbocciare sulle mie guance.
<< Grazie.. >> dissi. Stavo per tornare alla mia posizione iniziale, poi, qualcosa mi convinse ad aggiungere una frase di cui entrambi avevamo bisogno. << Sbagli se pensi che io voglia l'odio tra di noi. L'amore è il sentimento che ci lega.. >> sussurrai imbarazzata.
Fu lui ad allontanarmi questa volta. Ci guardammo negli occhi e sembrò che entrambi ci stessimo raccontando tutte le emozioni nascoste in quei mesi, in un solo secondo. Mi prese il viso tra le sue mani e lo portò vicinissimo al  suo.
<<  L'unico >> bisbigliò prima di baciarmi. Le nostre labbra sembravano felici di essersi ritrovate. Si muovevano in sincronia, si sfioravano, si accarezzavano, insieme. Ci facevano tornare ad essere uniti senza che usassimo parole superflue. Finalmente a quell'"io" si aggiunse quella lettera che tanto mi mancava, riportando alla luce un "noi" che da un po' era stato nascosto. Si ritrovò l'armonia, lasciando che fossero le emozioni a chiarire tutto.
 

*Angolino della pazza che scrive*

Buongiorno a tutte!
Spero che siate contente che io abbia aggiornato in anticipo! Sapevo che ci tenevate a questo capitolo. Finalmente sapete cosa ha colpito Bella: tumore ai polmoni. È stato duro riuscire a trovare una malattia reale che soddisfasse le linee della storia. Infine, dopo lunghe ricerche, è uscita quella. Spero di non avervi deluso.
Edward e Bella si sono ritrovati, finalmente. Hanno chiarito e hanno concluso il capitolo in bellezza.
Ringrazio ovviamente chi ha recensito, mi fa sempre piacere! Dico grazie a chi legge ( voi 37 siete tutte adorabili) e vi aspetto al prossimo capitolo!
Un grosso abbraccio
Eriky
P.S. se volete farmi saltare per casa, cantando e ballando come una pazza, con un sorriso ebete stampato in volto, recensite!
  
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