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Autore: Luth11    14/02/2013    0 recensioni
Kate Potter, la più piccola dei figli del grande Harry Potter e di Ginny Weasley, e la più insolita. Più del nuovo trio Albus-Rose-Scorpius, più dei gemelli Scamander, più degli scherzi architettati da Fred e Roxanne, più dell'amore tra Ted e Victoire.
Questa è la sua, la loro storia. Una storia iniziata con una promessa: - I will -
Dal prologo:
Kate girò la foto, le labbra ancora incurvate in un sorriso, sul bianco del retro spiccavano le poche parole parole vergate nella calligrafia elegante ma frettolosa di sua cugina Rose:
“Write about us ”
Kate ricordava ancora quando gli e l'aveva messa in mano, senza troppi complimenti, quasi un anno dopo che era stata scattata. Sapeva che quello era il tacito modo della sua famiglia di ricordarle che qualunque cosa lei avrebbe deciso di fare loro l'avrebbero amata sempre allo stesso modo.
Nell'angolo in basso a sinistra, appena visibili, c'erano le due parole che aveva aggiunto lei.
“ I will ”
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Albus Severus Potter, Lorcan Scamandro, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione, Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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Nella tana dei serpenti, scorpacciate di biscotti, pasticche vomitose, palline da tennis e capitani psicopatici.




Kate aprì lentamente gli occhi, ma non furono le tende rosse del suo baldacchino ne l'abituale chiasso che regnava la mattina nel suo dormitorio ad accoglierla.

Si trovava invece in una stanza fredda, immersa in un silenzio perfetto. Le tende verdi del letto erano aperte, ma l'ambiente era comunque avvolto in una penombra verdastra.

In effetti c'era troppo verde per i suoi gusti.

Guardò fuori dalla finestra e vi scorse le profondità del Lago Nero, le sembrò quasi di intravedere un tentacolo della Piovra Gigante.

Si alzò a sedere di scatto, maledicendo la lentezza del suo cervello di prima mattina, che non riprendeva a funzionare a dovere senza una buona dose di caffeina. E pensare che aveva solo undic'anni. Prima della fine della scuola sarebbe diventata una drogata di caffè, probabilmente a vent'anni avrebbe iniziato a prenderlo in endovena, ma al momento i suoi problemi erano altri.

Sono finita nei dormitori di Serpeverde.

Oh Merlino, aiutami tu.

Un momento... anche Merlino era una Serpe.

Ehm, Godric? Avrei bisogno di essere riportata a casa. E tu hai ideato un mezzo di trasporto d'emergenza per per povere e indifese fanciulle che si svegliano nella tana dei serpenti vero?

Kate provò a concentrarsi su quella richiesta d'aiuto, ma il fondatore della sua casa non sembrava aver contemplato una simile opportunità.

Perfetto, sono spacciata. Mia madre lo verrà a sapere e mi farà tornare a casa. E chissà cosa pense...

<< Ben svegliata. >>

Una voce incorporea la strappò ai suoi pensieri, facendola voltare verso la porta del dormitorio. Kate sentì il cuore perdere un battito: Scorpius Hiperion Malfoy la fissava con un sorriso divertito, tendendo in mano un vassoio sul cui contenuto la ragazza preferì non indagare.

Non era una novità che il giovane Malfoy provocasse reazioni isteriche nella pressochè totale fauna femminile delle scuola, ma l'infarto che rischiò di uccidere la minore dei Potter non aveva niente a che fare con quegl'occhi grigio fumo, il fisico perfetto, l'aria da bello e dannato o gli ormoni impazziti di un'adolescente.

Si stava invece chiedendo, angosciata, cosa ci facesse lei nella sua camera.

Probabilmente la sua espressione doveva palesarne i pensieri, perchè lui scoppiò a ridere.

<< Davvero non ricordi niente di ieri notte? >>

Kate sollevò lo sguardo sul ragazzo, terrorizzata.

Cosa avrebbe dovuto ricordare esattamente?

Se la maggior parte delle ragazze di Hogwarts avrebbe fatto carte false per trovarsi nella sua situazione, Kathleen Hermione Potter desiderava solo andarsi a sotterrare in uno dei posti più remoti del pianeta.

Si impose invece di restare calma, nonostante il ghigno malizioso che increspava le labbra del ragazzo non poteva essere successo, non doveva essere successo niente.

Prese qualche respiro profondo, cercando di ricordare.

La giornata prima era stata orribile e ancora una volta non era riuscita a dormire. Le parole della strillettera di sua madre le risuonavano ancora nella testa.

Era uscita e aveva iniziato a vagare per i corridoi senza meta finchè le lacrime non avevano vinto le sue resistenze.

Lui doveva averla trovata così, mentre piangeva seduta contro un muro. A quel pensiero sentì le guance e le orecchie avvampare, mentre malediceva i suoi geni Weasley, ma poi ricordò come l'aveva portata nei sotterranei, da Al, al sicuro; la gentilezza dei suoi gesti, la presa delicata sulle spalle, il tono privo di scherno. Azzardò un'occhiata nella sua direzione e sentì il calore al viso scemare, mentre anche quel peso sullo stomaco si dissolveva.

Quello doveva essere si letto di Albus.

Aveva dormito con suo fratello, non con Scorpius Malfoy.

Come aveva potuto pensare una cosa tanto idiota?

Afferrò il cuscino, scaraventandolo con la mira infallibile di chi gioca a quidditch da una vita, in faccia al “povero” ragazzo.

<< Razza di imbecille, tu mi ci fai anche credere? >>

Scorpius raccolse il cuscino con aria annoiata, sorridendole poi serafico: << Io non nemmeno aperto bocca. Hai fatto tutto da sola, Potter. >>

<< Kate. >> lo corresse lei, stizzita.

<< Potter. >> ripetè lui, impassibile.

Kate stava per ribattere, ma un altro ragazzo irruppe nella stanza.

<< Certo che non hai detto niente Malfoy. Perchè ieri notte lei è venuta a letto con me, non con te! >>

A quell'uscita Kate lo fissò, indecisa se affatturarlo o scoppiargli a ridere in faccia.

<< Alexander, ha solo undici anni! >> lo rimproverò Scorpus e una nota scandalizzata sfuggì al suo controllato tono di voce.

<< Oh, non si è mai troppo giovani per una sana sco...>>

Malfoy gli tappò la bocca prima che riuscisse a finire la frase.

<< Non dargli ascolto. E' un caso senza speranza. >>

Per protesta l'amico estrasse la bacchetta dalla tasca dei pantaloni, agitandola in un gesto elegante della mano, che bastò per lasciare l'erede dei Malfoy appeso al vuoto per una caviglia.

<< Stavo per dire scorpacciata di biscotti*, non insultare la mia eleganza. >>

Kate dovette mordersi la lingua per non scoppiare a ridere.

<< Comunque la nostra gentile amica, per quanto giovane, non avrebbe saputo resistermi, come ogni altro essere umano d'altronde, e perciò è come se fosse effettivamente venuta a letto con me. D'altra parte la mia smisurata bravura è più che nota, mentre la mia bellezza è sotto gli occhi di tutti... >>

<< Io credo che di smisurato tu abbia solo l'ego. >> ribattè Kate, con un sorrisetto sarcastico.

<< Oh, posso assicurarti che ho almeno un altra “cosa” smisurata, proprio sotto la cintura. >>

La minore dei Potter distolse lo sguardo dalla figura del ragazzo, autoconvincendosi di aver interpretato male quell'ultima frase.

<< Non dovreste essere a lezione voi due? >> chiese, per cambiare discorso.

<< Si, ma tuo fratello ci ha incaricati di badare a te. >> rispose Nott.

<< Hey, so badare a me stessa! >> protestò lei, indignata.

<< Veramente tuo fratello ha chiesto a me di restare con te per impedirti di lasciare i dormitori, dato che se lui avesse saltato ancora una volta pozioni il caro vecchio Horace l'avrebbe ucciso. Nott ha soltanto sfruttato la situazione per marinare le lezioni. E ora vi sarei grato se mi faceste scendere. >> s'intromise Scorpius.

Alexander fece per aprir bocca, ma prima che i due ricominciassero a battibeccare Kate prese la sua baccchetta, che Al avea riposto sul comodino, e la puntò verso il biondo.

<< Finite incantate. >>

Malfoy cadde rovinosamente a terra, tra le risate dell'amico. Si rialzò con la sua solita flemma, aggiustandosi con disappunto la divisa.
Di nuovo l'undicenne dovette sforzarsi per non ridergli in faccia.

<< Ah, a proposito. Quella che si è sfracellata per terra era la tua colazione, Potter. >>

<< Al salta le lezioni? >> chiese invece lei, come se si fosse improvvisamente ricordata di quanto detto prima.

Scorpius la guardò a disagio, muovendo un paio di volte in un muto tentativo di risponderle.

<< Diciamo che lui e Lumacorno vanno d'accordo quasi quanto i vostri rispettivi padri. >> commentò Nott.

Entrambi i ragazzi fecero una smorfia a quel riferimento, così Kate cercò di cambiare di nuovo discorso. << Come giustificheremo le nostre assenze? Premettendo che io nel pomeriggio ho la prima lezione di volo e non ho nessuna intenzione di perdermela. >>

Scorpius estrasse qualcosa di simile a delle caramelle dalla tasca, mostrandogliele sul palmo aperto. Kate le riconobbe subito: Pasticche Vomitose Weasley.

<< La faremo passare per una di quelle influenze intestinali babbane. Anzi, tra poco dovremmo scendere in infermeria o non sarà credibile. Andrai per prima tu, Potter. Per oggi pomeriggio, non credo che tu fratello approverebbe...>>

<< Non mi interessa! Al non è mia madre! >> sbottò la ragazzina.

<< Ma è preoccupato. Ieri sera facevi paura, sembravi davvero fuori di te. >> provò a spiegarle, con calma, il biondo.

<< Bene, in questo caso volare mi farà molto meglio che restare tutto il giorno in un letto a vomitare anche l'anima. >> rispose la ragazza mentre afferrava una pasticca. << Comunque prima iniziamo, prima finiamo. Ricordatemi solo di uccidere mio fratello. >> disse uscendo dal dormitorio per poi attraversare di corsa la Sala Comune di Serpeverde, spaventata all'idea di incontrare qualcuno.

 

Mezz'ora più tardi si trovavano tutti e tre in infermeria con un colorito che iniziava ad assomigliare sempre più al rosa e sempre meno al verdegrazie alla pozione di Madama Chips, l'anziana infermiera che lavorava nella scuola da tempo immemore, tanto che si vociferava fosse immortale.

Kate vide qualcuno che scostava la tenda con cui la donna aveva nascosto il suo letto ad occhi indiscreti e stava già per iniziare una sgridata a quello che credeva fosse il suo amorevole fratellino quando si ritrovò davanti Alexander Nott.

<< Per la miseria Potter, hai l'espressione di una banshee. >> commentò il ragazzo.

<< Credevo fossi Al. >>

<< In questo caso non vorrei essere nei suoi panni. >> rispose lui, sedendosi sul bordo del letto. <<< Comunque tuo fratello stava solo facendo il fratello, e lo dico per esperienza. >>

Kate liquidò quella difesa con un gesto stizzito della mano, facendo sbuffare il maggiore dei Nott.

<< Per Salazar, sei quasi peggio di mia sorella. >>

Kate lo guardò interrogativa e lui distolse lo sguardo.

<< Jane. E' anche lei a Grifondoro, primo anno... non ti ha detto di essere mia sorella? >>

La Potter non ricordava nessuna Jane tra le sue compagne di stanza, ma poi il suo viso si illuminò di comprensione. << Deve essere la ragazza che sta sempre per conto suo. >> commentò tra se.

<< Non ci ho mai parlato. Io cerco di evitare il più possibile il dormitorio, abbiamo delle asine giulive in stanza che non puoi nemmeno immaginare, e quando rientro lei ha sempre già tirato le tende. >> spiegò al ragazzo, che assunse un espressione turbata.

<< Sono preoccupato per lei. Eravamo tutti sicuri che sarebbe finita a Serpverde. In questi giorni sono riuscito ad intercettare tutte le lettere in cui i nostri genitori e nonni palesando tutta la loto delusione, ma non posso proteggerla in eterno, sopratutto se lei si ostina a non parlarmi. E' intelligente, probabilmente ha indovinato cosa sto facendo, ma anche così è meglio che non legga quelle lettere...

Comunque, promettimi che cercherai di parlarle.

Ora che si sente abbandonata dalla sua famiglia e probabilmente anche dai suoi compagni di casa considerando che è una di noi, ha veramente bisogno di un'amica, e tu sembri una a posto. >>

Kate annuì, ma prima che potesse dire qualunque cosa alle spalle del ragazzo comparve un'adirata Madama Chips.

<< COSA CI FA QUI NOTT? >> chiese con un tono di voce che faceva invidia a quello della strillettera di sua madre, il che era tutto dire.

<< TI VOGLIO FUORI IMMEDIATAMENTE! Se stai abbastanza bene da importunare una delle mie pazienti non c'è ragione di restare. >>

Nott cercò di imbastire una scusa accettabile, ma l'infermiera non gli lasciò nemmeno aprir bocca.

<< FUORI-DA-QUI! >>urlò, trascinandolo fuori dalla porta con un'energia insospettabile per la sua veneranda età.

Quando rientRò nell'infermeria inIziò a lamentarsi della “scelleratezza di questi ragazzi” e delle emicranie che le provocano.

Appena si fu nuovamente ritirata nella sua stanza Scorpius, che fingeva di dormire sul letto affianco al suo, si voltò verso di lei, aprendo gli occhi.

<< Cos' ha combinato questa volta Nott? >>

<< Niente, voleva solo chiedermi... un favore. >>
Scorpius la guardò interrogativo, ma Kate si limitò a scuotere la testa.

<< Come ti senti? >> chiese lui dopo qualche minuto di silenzio, in mancanza di idee migliori.

<< Tutti i miei parenti, tranne Rose e zia Hermione probabilmente, mi disconoscerebbero se mi sentissero, ma preferirei essere a lezione. >>

Scorpius rise, sinceramente divertito.

<< Le nostre madri invece disconoscerebbero me e Alexander se sospettassero che mariniamo così le lezioni. Mio padre e mio zio invece sarebbero orgogliosi di noi probabilmente, d'altra parte è risaputo che loro Draco Malfoy e Theodore Nott non fossero esattamente degli studenti modello, ma non lo darebbero a mai a vedere. >>

<< Aspetta, tu e Nott siete cugini? >> chiese Kate, puntellandosi sui gomiti.

<< Si, ma siamo cresciuti insieme. Quando eravamo piccoli ci facevano giocare praticamente solo tra di noi, sai, entrambe le nostre famiglie a quell'epoca avevano la tendenza a tenerci sotto una campa di vetro in quanto “ultimi eredi di due delle più prestigiose famiglie purosangue del Mondo Magico”. Una marea di idiozie, si, lo sappiamo anche noi, ma avendo avuto per anni l'unica compagnia di quello scellerato è diventato il mio migliore amico, o qualcosa del genere, perciò è più facile considerarci amici che cugini per noi. In un certo senso la fa sembrare più normale. >> spiegò il ragazzo, distogliendo lo sguardo e posandolo sul soffitto immacolato.

<< Ma è una cosa normale! Insomma, guarda me o Al. Siamo cresciuti tra un infinità di cugini e se non contiamo gli Scamander e i Paciok, che poi è come se facessero parte della famiglia, tendiamo ancora un po' tutti a fare “gruppo chiuso”. E' ovvio che le persone con cui cresci diventano fondamentali. >>

<< Si, ma a voi non ve l'hanno imposto. Quella tra me e Nott è sempre stata una sorta di convivenza forzata. Pensa che i primi anni non ci potevamo vedere. La nostra è una amicizia costruita sull'odio e per necessità. Pensare anche che sia dovuta ad un legame di sangue la rende ancora più triste. >>

Kate non riuscì ad impedirsi di ridere. << Sono sicura che le vostre litigate non sono niente in confronto a quello che si vede a Natale alla Tana. Dovresti vedere come siamo noi in “convivenza forzata” come dici tu. Sembra che possa scoppiare una nuova Guerra Magica da un momento all'altro, e non sto esagerando. Al ti può confermare. Oppure, se preferisci puoi venire a verificare di persona, ma lo fai a tuo rischio e pericolo. >>

Questa volta fu Scorpius a ridere.

<< Non sono così sicuro che sarei il benvenuto. Certe ferite sono lente a guarire. >>

<< Non essere idiota. Al massimo possono non aver perdonato tuo padre, ma tu non sei lui e non hai colpe. >> ribattè la piccola Potter.

<< Ma porto sempre quel cognome, e tu dovresti sapere meglio di me quanto possa essere pesante. >>

Kate si rigirò nel letto cercando una pozione più comoda, a questo non sapeva come controbattere. Fin troppe volte era stata paragonata ai suoi genitori, considerata solo per quelle sei lettere -Potter- e non per ciò che lei era.

Tra i due calò il silenzio, finchè Kate non si voltò di nuovo verso di lui.

<< Sai, alla fine non sei così terribile come ti descrivono. >>

<< Come mi descrive chi? >> chiese lui in tono quasi annoiato.

<< Un po' tutti. >> rispose la ragazza senza scomporsi. << Anche se devo ammettere che Rose è stata la più inclemente. >>

Al sentir nominare la maggiore dei Weasley-Granger i bei lineamenti di Scorpius si contrassero in una strana smorfia e per poco un sospiro non gli sfuggì dalla labbra.

Kate lo fissò incredulo per qualche secondo.

<< Tu hai una cotta per mia cugina! >> constatò, quasi urlando per la sorpresa.

Il giovane erede Malfoy rischiò di strozzarsi con l'aria, o con la sua stessa salvia a quell'affermazione.

Appena riuscì a scongiurare il soffocamento le rivolse un'occhiata assassina. << Farnetichi. >>

Kate scosse energicamente la testa: << Ho visto tutti i miei cugini alle prese con queste “orribili faccende”, ormai so riconoscere i sintomi. E posso garantirti, Scorpius Malfoy, che tu sei cotto. >> continuò impietosamente.

Il ragazzo guardò quello scricciolo di appena undici anni che professava con tanta sicurezza ciò che lui non riusciva ad ammettere nemmeno con se stesso da anni.

Perchè Scorpius Malfoy era innamorato di Rose Weasley.

Innamorato, nemmeno cotto.

Scorpius Malfoy.

Rose Weasley.

Potevano a malapena essere pronunciati nella stessa frase, figuriamoci stare insieme.

Scorpius Malfoy era innamorato di Rose Weasely, ed era consapevole che non avrebbe mai funzionato, che lei sarebbe stata l'unica ragazza di Hogwarts a non guardarlo nemmeno. Ma sapeva anche che se mai l'avesse fatto lei l'avrebbe visto per quello che era, e non per ciò che voleva, doveva apparire.

Tuttavia si era rassegnato all'impossibilità di quell'amore forse prima ancora che nascesse, quando, tre anni prima, l'aveva scorta nella confusione del binario 9¾. Una ragazzina con una massa ribelle di capelli ricci, un accenno di efelidi sul viso, molto meno marcate di quelle degl'altri Weasley, e un paio di chiari- e meravigliosi- occhi azzurri. Scorpius ricordava di aver pensato che non aveva mai visto uno sguardo così limpido, e ancora oggi gli occhi di Rose Weasley gli ricordavano la calma del mare quando non c'è vento, il suo oceano personale che gli faceva ritrovare quella strana sensazione di pace e tranquillità, a lui che era in constante e silenziosa rivolta contro il mondo e se stesso.

Ma ricordava ancora, con spietata esattezza, le parole di suo padre quando aveva notato il suo sguardo indugiare su quella figura minuta.
“Gira alla larga da lei, Scorpius.”

E tanto era bastato.

Il giovane Malfoy, come sempre, aveva ubbidito alla volontà paterna e si era tenuto a distanza di sicurezza. Abnzi, per ulteriore precauzione aveva anche pensato di allontanarla cercando di ferirla, riaprendo lo scontro che i loro genitori avevano portato avanti per anni.

Granger e Malfoy.

Weasley e Malfoy.

Cosa cambiava?

Si era fatto odiare da lei, pensando che la sua lontananza avrebbe risolto tutto da se.

Che idiota.

E ora la minore dei Potter, poco più che una bambina, gli sbatteva davanti con assoluta mancanza di tatto ciò che lui aveva cercato di seppellire in qualche meandro della sua mente per anni.

Per fortuna Madama Chips arrivò a interrompere quella conversazione, impegnando Kate in un accesa discussione dato che l'infermiera era determinata a impedirle di partecipare alla lezione di volo quel pomeriggio, ma dall'altra parte, la ragazzina non voleva sentir ragioni. Per un attimo Scorpius temè che avrebbe confessato si trattasse solo di Pasticche Vomitose Weasley, e invece alla fine si arrese, acconsentendo a restare a letto.

Inutile dire che la promessa che Madama Chips riuscì a strapparle fu vana.

 

Mezz'ora più tardi Kate si trovava nel parco della scuola. Era riuscita a sgattaiolare fuori dall'infermeria mentre Madama Chips era impegnata a lamentarsi con la preside per l'intrusione di Pix, che si era divertito a scambiare i contenuti delle fiale per le pozioni curative mentre faceva levitare i letti, scatenando l'ira dell'infermiera e l'ilarità dei ragazzi.
Kate sperò che la discussione durasse molto, molto a lungo.

Purtroppo, come suo solito, non avrebbe avuto fortuna. Ma quel problema si sarebbe posto dopo.

Al momento stava fissando il manico di una delle vecchie scope della scuola da almeno dieci minuti, al punto che ne aveva imparato a memoria ogni scheggiatura e venatura, mentre sentiva gli sguardi di tutti gli altri studenti su di se. La familiare sensazione di star affogando il quel mare di aspettative le chiuse lo stomaco in una morsa dolorosa, ma si impose di restare calma.
Voli e giochi a quidditch da quando sei nata. Se sei sopravvissuta alle partite con James questo sarà un gioco da ragazzi. Devi solo stare calma.

Il problema era che in quel momento si sentiva tutto tranne che calma.

<< Stendete la mano destra sulla scopra e urlate “su”! >> ordinò madama Bum.

<< Su! >> ripetè Kate, e la scopa si sollevò, lasciandosi afferrare.

La maggior parte dei suoi compagni non ebbe altrettanta fortuna.

Le scope si muovevano, più o meno debolmente, ma non si staccavano mai di più di venti centimetri da terra.

Un paio di ragazzini, le cui scope erano rimaste saldamente ancorate a terra, senza nemmeno accennare a muoversi, sembravano sul punto di mettersi a piangere; una ragazza del suo dormitorio, ora bocconi per terra, aveva provato ad insultare il manico di scopa, ricevendo in cambio uno sgambetto.

I primi a riuscire nell'impresa furono lei e un ragazzino che dimostrava ancora meno dei suoi undic'anni appena compiuti, i capelli castani gli ricadevano disordinatamente sulla fronte, coprendo gli occhi, anche loro marroni. Aveva qualche lentiggine e un sorriso soddisfatto, niente di che, era uno dei tanti anonimi studenti di Hogwarts, ma sollevò lo sguardo sulla minore dei Potter e mimò con le labbra un “brava”.
Non un “degno di tuo padre” o chissà cosa. Non la guardava come se si aspettasse da lei chissà cosa, come la guardavano quasi tutti.

La guardava come si guarda una ragazzina alta un metro e una burrobirra con più capelli fuori dalla coda che dentro, con un ingenuità quasi infantile.

<< Come ti chiami? >> sussurrò Kate, consapevole che nessuno avrebbe prestato attenzione a loro, tutti troppo impegnati a combattere con quelle vecchie scope.
<< Chris. >> rispose lui, a voce ancora più bassa. << Tu? >> domandò, anche se si indovinava perfettamente che conoscesse già la risposta.
La ragazza apprezzò comunque il tentativo di intavolare una conversazione normale, e pensò che un giorno lo avrebbe dovuto ringraziare.

<< Kate. >>

<< Piacere di conoscerti. >> azzardò lui, un po' imbarazzato.

Kat ringraziò che non avesse menzionato il suo cognome.

<< Piacere mio. >>

Nel frattempo anche un'altra ragazzina aveva afferrato il suo manico di scopa, ed era già montata, impaziente di staccarsi da terra.

Quando tutti finalmente riuscirono a sollevarsi di qualche metro e poi riscendere immediatamente, come da ordine di madama Bum, la strega radunò quelli che le sembravano in grado di esercitarsi da soli senza rimetterci qualche arto e li divise in piccoli gruppi, mentre lei si occupava del resto.

<< Voi tre, ultimo gruppo. >> disse indicando Kate, Chris e la ragazzina. << Volate insieme e non troppo alto, niente acrobazie o cose strane, non vogliamo fenomeni, tanto meno fenomeni morti, chiaro? >>

I tre annuirono e si allontanarono dal resto degli studenti planando sul parto ancora umido.

Presero quota e iniziarono a volare seguendo il perimetro del lago nero, Chris in testa e le due ragazze dietro.

<< Tu sei la misteriosa ragazza che si barrica sempre dietro il suo baldacchino? >> chiese Kate rompendo l'iniziale silenzio, un po' per curiosità un po' per la promessa fatta ad Alexander.

<< Jane Nott, piacere. >> rispose lei, gelida. << E tu devi essere la celebre Potter. >>

Alla sopra citata sfuggì una smorfia sentendosi chiamare per cognome.

<< Sono Kate, solo Kate. >>

A quelle parole l'altra accennò un sorriso: << Ci sto. Tu sarai solo Kate a patto che io sia solo Jane. Niente Potter e niente Nott, ci stai? >>

<< E me lo chiedi? >>

Jane si lasciò sfuggire una risata. << Bene, da questo momento in poi per quanto mi riguarda sei declassata da “figlia del Salvatore del Mondo Magico” a “bizzarra ragazzina”. >>
<< Non posso chiedere di meglio. >> approvò Kate, sporgendosi un po' per tenderle la mano, che l'altra strinse con un sorriso. Erano ancora così quando Chris virò bruscamente verso di loro, con un ghigno che non prometteva niente di buono. Estrasse una pallina da tennis babbana da una tasca del mantello, lanciandola un paio di volte per poi riprenderla al volo.

<< Che ne dite di passare a qualcosa di più divertente, ragazze? >>

Non fece nemmeno in tempo a finire di formulare la frase che lo stesso ghigno si era dipinto sui volti delle due. Si scambiarono uno sguardo di intesa e si gettarono su di lui, decise a conquistare quella strana palla gialla.

Continuarono a rincorrersi, strapparsi e passarsi la palla finchè quest'ultima cadde e tutti e tre si gettarono in picchiata, decisi a prenderla per primi.

Kate si appiattì più che potè contro il suo manico di scopa, sentendo il vento fischiarle nelle orecchie e il terreno che si avvicinava a una velocità spaventosa. Vuoi perchè era la più leggera, vuoi perchè era cresciuta tra agguerrite partite di quidditch in casa Potter-Weasley riuscì a distanziare gli altri due e allungò un braccio fino ad afferrare quella maledetta pallina. Solo mentre chiudeva le dita sulla superficie ruvida si accorse di quanto fosse effettivamente vicina a terra e sterzò bruscamente, chiudendo istintivamente gli occhi mentre si vedeva già sfracellata sull'erba tra le risate generali. Con sua grande sorpresa riuscì invece a planare, quasi dolcemente, finchè non sentì di nuovo qualcosa di solido sotto i piedi.

Fece appena in tempo a smontare, cercando di dissimulare lo spavento che si era presa, che una voce urlò il suo nome.

<< Kathleen Hermione Potter! >>

Ma quando la ragazzina si voltò, cercando di assumere un espressione angelica, non si trovò davanti un adirata madama Bum, o una sconcertata McGranitt, bensì una Madama Chips versione banshee.

Porco Salzar, sono morta

riuscì a pensare prima che l'infermiera la afferrasse saldamente per un braccio, trascinandola senza troppe cerimonie verso il castello, rimproverandola per la sua condotta “irresponsabile” e “deplorevole”.

Inutile dire che Kate non ascoltò nemmeno una parola.

 

 

***

 

Rachel Finnigan avrebbe dovuto seguire la lezione di Storia della Magia, ma in effetti nessuno studente di Hogwarts aveva mai ascoltato veramente una lezione di Storia della Magia, con unica eccezione di Hermione Granger. Ma lei era Hermione Granger, non serviva nemmeno specificare che non facesse testo.

Così la giovane Grifondoro scrutava con attenzione il parco fuori dalla finestra, più precisamente scrutava i ragazzini del primo anno alle prese con la prima lezione di volo.

Sapeva che a loro non era permesso avere una scopa e bla bla bla, ma sapeva anche che tutti quelli che erano entrati in squadra così giovani si erano rivelati dei talenti, e spesso erano stati cruciali nella vincita della coppa.

E Grifondoro doveva vincere quella coppa.

Così, da bravo capitano, li studiava nella speranza di trovare una nuova promessa del quidditch. Probabilmente Godric e una lunga serie di altri maghi e streghe famosi erano stufi di essere disturbati da quella petulante ragazza, così quell'anno esaudirono le sue preghiere, portandole il tanto atteso fenomeno in erba. Più precisamente le portarono una ragazzina dagli spettinati capelli neri che aveva appena effettuato un recupero di palla spettacolare a detta della Finnigan, ragazzina che rispondeva al nome di Kate Potter.

Non appena il vecchio Ruf finì di subissarli con le sue soporifere spiegazioni la ragazza schizzò fuori dall'aula, cercando la McGranitt come se fosse questione di vita di vita o di morte.

E in effetti per Rachel Finnigan quella era una questione di vita o di morte, dato che si sarebbe sotterrata con le sue stessi mani se quell'anno Grifondoro non avesse vinto.

Si imbattè nella professoressa in un corridoio affollato da sconvolti Tassorosso, di ritorno dalla lezione di Divinazione. Per l'esattezza le finì letteralmente a dosso.

<< Mi scusi, mi scusi... Ah, professoressa, buon giorno! Cercavo proprio lei! >>

<< Signorina Finnigan, le sembra questo il modo... >>

<< Ho trovato il nostro nuovo cercatore! >>

La donna distese appena le labbra, contratte in una linea sottilissima, abbandonando il proposito di fare una bella lavata di capo a quella scavezzacollo.

<< Di chi si tratta? >>

<< Non lo so ancora. E' una ragazzina del primo anno con i capelli neri, l'ho notata durante la loro lezione di volo. >>

<< Ma tu non avresti dovuto essere a Storia della Magia? >> chiese la McGranitt, scrutandola con severità.

<< Appunto, da quell'aula la visuale sul parco è ottima. >> rispose la Finnigan senza scomporsi.

La professoressa sospirò, rassegnata.

<< Andiamo a vedere questa ragazzina. >> acconsentì, più per disperazione che per reale volontà. << Ma devo ricordarti che quelli del primo anno non...>>

<< Oh, quando diede a Harry Potter il ruolo di cercatore non fece tutte queste storie. >> ribattè la ragazza, trascinandola nel parco finchè non individuò Kate, che stava tornando al castello.

<< Sei tu che hai fatto quella picchiata, prima? >> le chiese, afferrandola per un braccio, senza nemmeno preoccuparsi di domandarle come si chiamasse.

Rachel Finnigan viveva in suo mondo e non le era mai nemmeno passato per l'anticamera del cervello di preoccuparsi di chi fossero i suoi compagni di casa, eccetto i potenziali membri della squadra di quidditch s'intende, ne tantomeno di imparare o chiedere i loro nomi. Perciò non aveva idea che quella ragazzina fosse la figlia di Harry Potter e Ginny Weasley, e che il talento nel quidditch era l'unica cosa che avesse ereditato dai suoi illustri genitori , a parte i capelli del padre, gli occhi della madre e un innata propensione ad attirare su di se guai e sfortune di ogni sorta.

E allo stesso modo non aveva idea che i ragazzi alle sue spalle fossero rispettivamente il figlio di Oliver Wood e Katie Bell, un altra promessa del quidditch insomma, e la figlia di Theodore Nott e Daphne Grengass. Non ne aveva idea e, sinceramente, non le importava nemmeno.

Kate si limitò ad annuire, chiedendosi chi fosse quella ragazza che era riuscita a trascinarsi dietro la McGranitt mentre correva come una furia per il parco.

<< Ecco prof, è lei! >> disse entusiasta, rivolgendosi all'anziana strega.

<< Professoressa. >> la corresse lei, studiando con una punta di apprensione la piccola Potter. Sapeva che se fosse entrata in squadra, con quel cognome e mezza famiglia che già vi giocava, si sarebbe scatenato un putiferio.

<< Bene, ti voglio domani alle cinque al campo da quidditch per i provini. >> ordinò la Finnigan senza troppi complimenti, e Kate la riconobbe come capitano della squadra, ricordando con un sorriso le lamentale di James per i suoi modi “schiavistici”.

La ragazza aspettò che la McGranitt si riavviasse, borbottando rimproveri, verso il castello, poi si rivolse agl'altri due ragazzi.

<< Scuramente la vecchia Minnie non mi farà ammettere in squadra più di un primino, ma vorrei anche voi due domani alle selezioni. Primo perchè un po' di sana competizione per il posto in squadra vi farà bene, secondo perchè voglio sapere chi tenere in considerazione per le riserve e il prossimo anno, dato che molti dei nostri migliori giocatori non saranno più a scuola; anche se confido che almeno un paio di quegli zucconi riusciranno a farsi bocciare ai M.A.G.O. >> commentò, allegra.

A quelle parole Chris si illuminò di gioia, e sembrava pronto ad abbracciare un Ungaro Spinato per la felicità, mentre Jane non si scompose.

<< Ti ringrazio, ma io non sono interessata. >> rispose con distacco, stringendosi nelle spalle.

La Finnigan la studiò per qualche istante, poi scosse la testa. << Peggio per te, sembri aver talento. >> rispose senza smettere di sorridere come una bambina a cui hanno detto che domani è Natale, mentre se ne andava così com'era venuta, senza nemmeno salutarli, o presentarsi o qualunque cosa denotasse un pizzico di normalità.




Note:
* Frase presa da You're the reasen beacuse I love di Depa29 (leggette quella ff!)
La frase orginale era " stavo per dire scorpacciata di dolci" ed era ad opera dell'inconcetssimo Lorcan Scamander.


Note dell'autrice: 
Sembravo morta, e inveve sono tornata! E perciò regalerò una cioccorana a chi è contento di rivedermi viva e vegeta e perciò recensirà :3
Ok, facendo discorsi seri. Questo capitolo, anche se di romantico non ha niente, a parte l'accenno al disperato amore di Scorpius, è il mio regalo di San Valentino per voi, altro che le rose! u.u
Ora, andiamo per ordine.
L'amore di Scorp, no, davvero non è corrisposto. Il ragazzo è sul serio riuscito a farsi odiare da Rose, a cui sta decisamente sulle ovaie. Povero piccolo cucciolo.
Alex, ok lo adoro. E' un idiota, si, ma avete già visto con Jane che sa essere quasi, sottolineo il quasi, maturo.
Chris, Kate e Jane saranno l'incubo da oggi in poi, quindi preparatevi :'3
Credo sia tutto per ora. Nel prossimo capitolo parlerò di più anche degl'altri personaggi, in particolar modo di Jamie, Alice e Frank Paciock, Molly, Lorcan e un accenno a Rox e Lils.
Aggiornerò presto sta volta, compiti permettendo,
Voi intanto recensite. R-e-c-e-n-s-i-t-e.
Strillettere assicurate per chiunque non lo farò, dolci di mielanda a tutti gli altri :3
Detto ciò, Peace&Read.
Lù.

  
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