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Autore: Christine_Heart    15/02/2013    2 recensioni
"Ti voglio bene anch'io Kaito!"
Il mio piccolo chiude gli occhi allegro.
Il mio adorabile neko mi sorride, scodinzolando contento.
***
[Contest sfida] [AU]
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ying & Yang'
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Capitolo 2: Il mio primo vero fan.
 
Sospiro rassegnato.
"Oddio...che cosa misera e banale..." rifletto tristemente.
"Non mi piace per nulla!" penso sconfitto. -.-”
Sospiro di nuovo.
"Meglio se l'archivio e vado a letto..."
"Ci penserò domani...."
"Infondo la notte porta consiglio..." continuo a pensare.
Raccolgo i fogli in una sola pila e cerco la spillatrice.
"Chissà dove accidenti l'ho messa." penso stanco.
 
Sono Nick Gordon, scrittore di professione da due anni.
Alle mie spalle ho già ben sette volumi pubblicati con successo.
Sono stati definiti Best Seller.
Ho iniziato a scrivere all’età di 12 anni per passione, e non avrei mai creduto di riuscir a raggiungere una simili “vetta” in così poco tempo.
Vivo a Los Angeles da tutta una vita.
Ho un modesto appartamento abbastanza isolato al centro della città.
 
Mi sento tamburellare sulla spalla.
So bene che è Kaito.
 
Kaito, il mio piccolo neko.
L’unico “coinquilino” che vive con me.
Il mio consulente e il mio primo grande fan.
Lo conosco fin da quando aveva dodici anni.
 
Ci siamo solo io e lui, in questa casa.
Ma decido di assecondarlo per gioco.
Mi volto a guardare, cercando di capire cosa vuole a quell'ora.
Doveva essere a letto già da un pezzo.
Sento il mio dolce neko ridacchiare.
"Presi!" esclama felice, riuscendo a togliermi i fogli di mano.
Rimango sorpreso.
"Kaito!!!" lo richiamo con forza.
Scatto in piedi dalla sedia, e allungo una mano nella speranza di riprendere ciò che mi appartiene.
Non doveva assolutamente leggere quello che ho scritto.
" Ridammi quei fogli!" lo riprendo, cercando di farmeli restituire.
"Io leggo!" mi dice entusiasta.
"No Kaito..." lo richiamo ancora.
Mi avvicino, ma il mio neko è più veloce di me.
"Kaito!" lo riprendo ancora.
"Ti ho detto di no!"
Mi vergogno come un ladro.
Non va bene, assolutamente no.
"Solo una sbirciatina!" mi supplica.
"Kaito, no!"
Mi sfugge di nuovo di mano.
Sono costretto ad inseguirlo.
Il mio piccolo tesoro, inizia a leggere, mentre io stupido, cerco di fermarlo.
Provo in vano a riprendere quelle poche pagine.
Provo a fermarlo per un braccio, ma niente.
E' pazzesco, continua a scapparmi.
E io sono costretto a rincorrerlo per tutto il mio studio.
"Kaito, ma allora...ti ho detto di restituirmi quei fogli!" lo sgrido.
"Non ancora Master!"
"Ho appena iniziato a leggere!" mi dice entusiasta.
"Kaito..."lo richiamo severo.
"Non lo puoi leggere!" gli dico ancora.
"Perchè no, Master?" mi chiede triste.
"Perchè lo dico io!" gli rispondo quasi offeso.
"Non è una risposta." confessa il mio Kaito.
Lo vedo voltare pagina.
"Kaito, non farmi arrabbiare!"
Provo ad afferrargli il polso.
Ma lui in tutta risposta, mi mostra le spalle.
"Kaito fermati!" lo rimprovero ancora.
I suoi occhi attenti continuano a percorrere rapidi le mie parole.
"Sta per raggiungere quel punto!" penso sconvolto.
"Kaito... " lo richiamo con più forza di prima.
"Se non mi restituisci subito i fogli, sarò costretto a metterti in castigo!" provo a minacciarlo.
Tanto lo sa che non ne sono capace.
"Kaito!!!"
Riesco finalmente a prendergli il braccio.
Lo trascino con calma verso di me.
Gli strappo letteralmente i fogli di mano.
"Quando ti dico di no, è NO, signorino!" lo riprendo brusco.
Kaito mi guarda sorpreso e deluso.
E anche in questo momento mi sembra unico.
Capelli corti blu reale, occhi azzurro ciano, orecchie a punta, coda soffice appena spruzzata di bianco sulla punta, naso piccino e bocca minuta.
Pelle chiara nascosta da un pantaloncino biancastro e una T-shirt blu fiordaliso.
Mi guarda ancora, amareggiato.
Ed io mi sento morire.
"Master, ma che cosa hai scritto?" mi domanda confuso.
"E' solo una bozza!" gli spiego nervoso.
"Ma a me, non mi piace." mi dice triste.
"Non è affar mio!" gli rispondo scontento.
"Ma a me non piace!" mi ripete con più energia.
"Non m'importa Kaito, tu non dovevi leggerlo...non te l'ho chiesto!" lo riprendo ancora, spillando finalmente quei fogli.
"Non mi piace!!!" mi urla contro.
"LO SO!!!"lo sgrido sbattendo i fogli sulla scrivania.
"Non piace neanche a me, contento!" gli dico adirato.
"Allora perchè l'hai scritto?" mi chiede smarrito.
"Mi è stato chiesto dal mio manager...mi hanno ordinato di cambiare genere!"
"Perchè?" mi chiede confuso.
"Sono le richieste della casa editrice...il mio contratto con loro è scaduto e se voglio continuare con questo lavoro devo sottostare alle loro richieste!"
"Ho provato a buttare giù qualcosa…e questo è stato il risultato…"
"Ma Master..."
"Kaito, ho capito che non ti piace, non c'è bisogno che me lo ripeti!"
"Ci siamo noi come protagonisti." afferma turbato.
"Ci sono i nostri nomi!" continua.
"Siamo solo di passaggio Kaito..." cerco di spiegargli.
"...." non è convinto.
"Non ho ancora pensato a nulla...non ho una scena, non ho un personaggio, non ho nulla...i nostri nomi sono solo momentanei..." provo a fargli capire.
"Mi fai schifo...è orribile..." mi dice infastidito.
"Sei diventato un pedofilo maniaco pervertito depravato tutto insieme!" mi offende.
"Attento a come parli, signorino!" lo riprendo severo.
Kaito deglutisce turbato.
"Lo sai che non mi piacciono quei termini!" lo riprendo un po' più calmo.
"Voglio le tue solite storie." aggiunge dopo convinto.
"E credi che io non le voglia, Kaito!"
"Credi davvero che io sia felice dell'incarico che mi hanno dato."
"Perchè te l'hanno chiesto Master?"
"Non lo so Kaito... forse è il momento giusto per fare altro." provo a spiegarmi.
"Ma le tue storie sono così belle." mi dice sincero.
"Sono così piene di vita, di azione, di fascino, di risate, di commozione e d'amore...le tue storie piacciono a tutti...grandi e piccini."
"Kaito non mi stai dicendo nulla di nuovo." gli dico sconfortato sistemando i fogli nel primo cassetto.
Archivio tutto lì, quando sono indeciso, per la stesura di futuro romanzo.
Mi metto a sedere di nuovo.
"Master..." mi chiama piano Kaito.
Mi poggia una manina sulla spalla.
Mi sorride delicato e scodinzola appena.
"Che cos'hai?" mi chiede in sussurro.
Non ho il coraggio di rispondere.
Ero così fuori di me.
Così stanco e depresso.
In un solo giorno mi avevano tolto “il mio mondo”.
"Non ti senti bene?" mi chiede ancora Kaito, provando ad incrociare i miei occhi.
Sospiro e mi faccio coraggio:
"E' tardi Kaito...sono solo stanco." gli spiego paziente.
"Sei arrabbiato con me?" mi chiede di nuovo.
"Sì Kaito, sono fortemente arrabbiato con te." gli rispondo onesto.
"Perchè? Cosa ho fatto?" mi chiede rammaricato.
"Perchè non hai ancora fatto il bagno e non sei a letto!" gli sorrido.
Il mio piccolo accenna un sorriso.
"Ma ho davvero fatto qualcosa di sbagliato?" mi chiede poi stranito.
"A parte prendere i fogli del mio manoscritto senza permesso?!" penso divertito.
"No, sciocco, non hai fatto nulla... non è vero...non sono arrabbiato con te." gli dico accarezzandogli i capelli.
"Non potrei mai essere arrabbiato con te." gli confesso.
"Su, fila in bagno e prepara l'acqua...!"
"Va bene Master."
"Finisco di mettere a posto qui, e arrivo subito!"
____
 
Malgrado l'acqua tiepida, non riesco a non togliermi quel senso d’ inquietudine da dosso.
Ho appena riportato su carta il mio lato oscuro, senza saperlo?
Infondo ogni scrittore prima o poi deve fare i conti con il proprio lato oscuro, è quasi normale.
Oppure semplicemente sto superando un brutto e complicato scoglio?
Infondo la vita quotidiana è piena di scogli ed ostacoli, perché la vita di uno scrittore deve essere diversa?
Sospiro sconfortato.
Kaito continua a giocare con la sua paperella di gomma.
Lo sento ridere con gusto mentre io perso nei miei pensieri, continuo a fissare il muro piastrellato.
Il mio dolce neko, immerge di nuovo l’ochetta gialla, e la lascia ritornare a galla.
Ride di nuovo divertito.
"Master…" mi chiama con voce tenera.
Non lo sento.
"Master! " mi chiama ancora.
Abbasso gli occhi su di lui.
E mi rendo conto che sta facendo una cosa che io non voglio assolutamente.
"Kaito!" lo riprendo furioso.
"Gliel’avrò detto almeno un centinaio di volte che non si fa!" penso d’istinto.
Sta giocando con la sua nave rossa e blu, tutta bagnata vicino alla presa di corrente destinata al phon, pericolosamente esposto al bordo della vasca.
"Kaito!" ripeto.
La mia mano aperta colpisce con “fermezza” il suo culetto.
Sorpreso, ricade in acqua.
Le sue ginocchia sbattono sulla porcellana della vasca.
Si volta verso di me, mentre si massaggia la “parte” dolorante.
"Quante volte mi devo ripetere con te?" gli chiedo incrociando le braccia.
I suoi occhi luccicano appena.
"Master..." mi sussurra triste.
"Può essere pericoloso, lo vuoi capire o no?" lo riprendo poco severo.
Annuisce, abbassando il capo.
Sospiro rassicurato.
"Piccolo...dai vieni qui..." lo chiamo con dolcezza.
Si avvicina a me.
L'acqua sembra muoversi appena.
Mi abbraccia deciso.
Le sue braccine mi stringono sicure la vita.
"Tesoro, l'ho dico per te..."
Lui annuisce contro di me.
Lo stringo forte, baciandogli la testa.
"Mi rimproveri sempre, Master..." mi sento dire con voce tenera.
"Che bugiardo...io ti rimprovero sempre?" gli domando curioso.
"Sì..." mi risponde sincero.
"Che doppio bugiardo!" gli dico con un sorriso sulle labbra.
L'abbraccio più con più forza, dondolandolo un po'.
Lo sento sorridere felice.
"Scusami Kaito... non volevo farlo...non volevo colpirti..."
"...è solo che sono un po' sotto stress..." gli confesso con tristezza.
"Il mio Master ha bisogno d'aiuto?" mi chiede gentile.
"No Kaito...va tutto bene." gli dico accarezzandogli l'orecchio destro.
"Scusami Master." mi dice semplicemente.
"Ti perdono cucciolo." gli dico con affetto pizzicandogli la guancia.
"Su, laviamoci i capelli...l'acqua inizia a farsi fredda."
Mi sorride allegro:
"Va bene Master..." mi dice scodinzolando.
Lo lascio appoggiare al bordo della vasca.
Incrocia le braccine e ci poggia su il mento.
E un vizio che ha fin da quando era piccolo.
Se non fa così tutte le sante volte, non si lascia toccare.
E io ormai mi sono rassegnato nel togliergli il vizio.
Infondo la cosa rilassa anche me.
Prendo il suo shampoo preferito.
Lo lascio cadere sulla mano.
Lo passo tra i suoi capelli morbidi e lisci.
Gli gratto appena la testa.
Sembra piacergli.
"Master..." mi chiama con dolcezza.
"Sì, dimmi Kaito." rispondo continuando con il mio “compito”.
Sorride felice.
Le sue guance si colorano un po' di rosso.
Inclina un pochino la testa.
"Posso dormire con il Master questa sera?"
"Kaito, hai il tuo lettino."
"Per favore Master..." mi supplica.
Continuo a grattargli il capo.
Piccole bolle di sapone invadono il bagno, mentre continuo a lavargli la testa.
"Va bene tesoro...ma solo per questa sera, d'accordo?" chiedo.
Annuisce soddisfatto:
" Sì Master!"
"Ora, fa attenzione…" gli dico voltandolo verso di me.
"Chiudi gli occhi…" continuo a dirgli prendendo il soffione della doccia.
Il mio piccolo ubbidisce subito.
Chiude i suoi occhioni stretti stretti per evitare che il sapone possa dargli fastidio.
Apro l’acqua tiepida.
Con calma gli passo una mano tra i capelli mentre l'acqua lava via il sapone.
Le ultime gocce per “cancellare” tutto e richiudo il soffione.
Gli passo una mano sul volto per togliere la schiuma rimasta.
Kaito riapre gli occhi e felice si lecca le labbra.
Io in tutta risposta sorrido di cuore.
"Guarda che non è buono il sapone da mangiare?!" esclamo gioioso.
"Sì, lo so Master." mi risponde lui felice.
Sembra sempre un bambino piccolo in questi casi.
Tutti piccoli “vizietti” che non sono riuscito a toglierli quando era “piccolo”.
Gli accarezzo i capelli bagnati ed esco fuori dalla vasca.
Mi stringo nel accappatoio, e aiuto Kaito ad uscire.
Gli do una mano ad infilarsi il suo, e prendo un asciugamano.
Glielo avvolgo a mon di turbante sulla testa.
Con calma inizio ad asciugargli i capelli.
"Master..." mi chiama sotto la mia “premura”.
"Sì dimmi piccolo?" chiedo spostando il morbido asciugamano dalla sua testa sul suo collo.
La sistemo con cura.
Mi sento leccare la guancia.
"Ti voglio bene Master!"
Accarezzo la guancia che il mio piccolo neko ha appena sfiorato.
Sorrido intenerito.
"Anch'io!" gli rispondo sicuro.
Mi chino su di lui, gli accarezzo la guancia.
"Ti voglio bene anch'io Kaito!"
Il mio piccolo chiude gli occhi allegro.
Il mio adorabile neko mi sorride, scodinzolando contento.
_____
 
Mi sdraio sul letto.
Ho solo il tempo di poggiare la testa sul cuscino, e i miei occhi si sono già chiusi.
"Master..." mi sento chiamare.
"Che c'è Kaito?" gli chiedo assonnato.
"Posso venire?" mi domanda timido.
Annuisco, colpendo due volte il materasso.
Si getta sul mio letto, lasciandolo rimbalzare un pochino.
Sorride felice, stringendosi contro di me.
"Master!" mi chiama felice.
"Sì..." dico stanco.
"Se ci sono io...do fastidio al Master?" mi chiede tenero.
"No Kaito...non mi dai fastidio...lo sai." gli dico accarezzandogli il volto.
Riapro gli occhi:
"Come mai vuoi dormire con me?" gli chiedo con un sorriso.
"E' stato Ace ha chiedermelo." mi dice mostrandomi il suo pupazzetto.
"Ah, ho capito." gli dico spontaneo.
"Ace ne aveva tanta voglia sai Master!" mi disse quasi spontaneo accarezzando la testa del suo triceratopo.
Sorrido malinconico.
Quello è stato il primo peluche che gli ho comprato.
Di media dimensione, morbido come una “nuvola” con un musetto dolce dolce.
Corpo soffice di colore giallo ocra, piccoli contorni sul corpo e sul capo arancione zucca, due piccoli occhietti blu pavone, piccole corna e unghiette bianco ebano.
Mi è piaciuto da subito.
E Kaito da quel giorno, non l'ha lasciato un attimo, ci faceva di tutto, ora invece (anche per mia fortuna) è solo il suo animaletto “da compagnia” quando deve andare a letto.
"Beh, se Ace voleva così hai fatto bene a domandarmelo." gli dico felice.
Il mio dolce neko mi sorride rincuorato.
"Ora dormiamo?" gli chiedo come se in realtà non volessi altro.
"Va bene Master." mi risponde sistemandosi meglio.
"'Notte Master!" mi dice allegro stringendo Ace.
"'Notte piccoli!" rispondo io donando una carezza ad entrambi.
Mi volto dall'altra parte, donando le spalle ai miei soffici amici, e finalmente chiudo gli occhi.
Cerco di rilassare il corpo e sono già sul punto di addormentarmi quando:
"Master." mi sento chiamare di nuovo.
"Sì Kaito..." gli rispondo quasi sconfortato girandomi verso di lui.
"Posso farti una domanda?" mi chiede con fare timido.
"Non puoi segnartela e farmela domani?" gli rispondo io rapido.
Il mio neko sembra alquanto confuso dalla mia affermazione tant'è che:
"EH!" mi risponde stranito.
Sorrido divertito.
"Niente, lascia stare." gli rispondo sprofondando il capo sul cuscino.
"Che cosa volevi dirmi." gli dico incrociando i suoi occhi.
Anche se la mia stanza è poco illuminata, quel tanto che c'è mi fa notare lo strano colorito che prendono le guance di Kaito.
Sembra fortemente imbarazzato.
"Master...hai intenzione di pubblicare quel capitolo che oggi ho letto?" mi chiede facendo attenzione alle parole da usare.
Sospiro annoiato.
Kaito sembra accorgersene infatti:
"Scusami Master...non dovevo chiedere." mi dice subito.
"No Kaito...non dovevi chiedermelo." gli dico “furioso”.
Sospiro di nuovo.
"No...va bene...hai fatto bene a chiedermelo..." affermo sicuro.
"Ne vuoi parlare un pochino?" gli domando premuroso.
"Sì per favore..." mi risponde semplice.
"Prima cosa tu sai che non dovevi leggerlo, vero?"
"Sì Master, lo so." mi risponde sincero.
"Seconda cosa..." riprendo io.
"...Non ho nessuna intenzione di pubblicare quella storia." gli dico onesto.
"Non piace neanche a me..." confesso.
Ridacchia felice, esultando meravigliato.
"Dici davvero Master!?" osa poi entusiasta.
"Sì Kaito, dico davvero." confesso senza pensarci troppo.
Il mio neko sembra davvero felice per quella notizia.
"Devo pensare a qualcosa di diverso...ma di non troppo “soprannaturale”." sospiro rassegnato.
Sento il mio piccolo incupirsi.
"Al Master non piace questa situazione?" mi chiede un po' preoccupato.
"No, non mi piace per niente questa situazione." gli dico onesto.
Lo sento avvicinarsi a me.
Si stringe contro il mio fianco.
Le sue braccia mi stringono la vita.
Ace viene schiacciato con tenerezza dai nostri due corpi.
Abbasso gli occhi su di lui.
"Perchè sta facendo una cosa del genere?" penso stupito.
" Se il Master ha bisogno ci sono io con lui." mi dice con dolcezza.
Sorrido con tenerezza.
"Lo so Kaito...lo so." gli rispondo cingendolo con il braccio destro.
"Tu ci sei sempre stato per me...in ogni momento." penso tranquillo.
Il mio adorabile neko alza il suo musino su di me.
Mi bacia la guancia con un tocco leggero.
"Non ti devi preoccupare...tu sei bravo...ci riuscirai." mi dice ottimista.
"Sì, hai ragione." gli rispondo rincuorato.
"Hai già qualche idea?" mi chiede.
"No, per il momento non ho nulla né tra le mani né vagante nella mia testa."
"Possiamo trovare qualcosa adesso." mi dice incoraggiante.
"Possiamo pensarci domani mattina?" gli chiedo sopprimendo uno sbadiglio.
"Va bene Master..." mi dice ridacchiando tra se.
"Il Master è stanco, eh?" mi domanda poi.
"Molto Kaito...molto."
Si accoccola di più, stringendosi meglio contro di me.
"Posso restare così per un pochino?"
"Non hai caldo?" gli chiedo incuriosito.
Lo vedo dire di no con la testa.
" Solo un pochino...poi dormo per bene." mi spiega convinto.
" D'accordo Kaito..." gli dico accarezzandogli la spalla.
"Buona notte Master..." mi dice sbadigliando.
"Buona notte piccolo mio" gli auguro baciandogli la testa con dolcezza.



Note dell'autrice:


Eccoci qui con il secondo capitolo! *w*
E finalmente incontriamo il vero e piccolo Kaito! *-* Carino, vero???
Per il momento, si comporta ancora da bimbo, ma crescerà, non vi preoccupate! 
E in questo capitolo vediamo un Nick, molto indeciso e scontento! v.v
Ora avrete capito che non è un pazzo pedofilo, ma solo uno scrittore in crisi, in cerca di un'ispirazione!
Fatemi sapere cosa ne pensate, okay?!? ;)
 
Grazie mille per tutto. :)
Bacio ^3^
Chris.
 
P.S.
Se leggete qualche Shiki, fatemelo sapere, io ne ho corretti almeno due, prima di postare! u.u
  
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