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Autore: SanjitaSwan    15/02/2013    2 recensioni
Questo è il mio primo esperimento sulla mia coppia preferita, ovvero lo ZoSan. Ambientato nell'epoca moderna, Sanji è un ragazzo timido e chiuso, senza amici e la cui vita sembra dipendere dalla fidanzata Nami. Un giorno incontra Zoro, un tipo violento e odioso, tormentato da un trauma legato al passato. Seppur diversissimi tra loro, nascerà un sentimento speciale che va al di là della loro immaginazione. Spero di avervi stuzzicato un po' la curiosità! Buona lettura ;)
Note: il Rating della fic potrebbe cambiare col proseguimento
Un grazie a Mizori11 per avermi aiutato
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji, Un po' tutti | Coppie: Sanji/Zoro
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Entrambi rimasero per qualche secondo imbambolati fissandosi a vicenda con un’espressione incredula.
‘N-non è possibile!’ pensò Sanji quando ritrovò lucidità. ‘È proprio lui!’.
Guardò il verde dall’alto in basso, osservando ogni minuscolo dettaglio: l’improponibile chioma verde, la faccia da pesce lesso, i muscoli scolpiti e abbronzati in risalto sotto la maglietta aderente. Bisognava riconoscere, però, che sul fisico non c’era proprio niente da ridire, anzi!
‘AAAAH, ma a che cazzo penso!’. Il biondo si riscosse, e, cercando di riacquistare il sorriso di poco prima, fingendo di non averlo mai visto in vita sua, disse a denti stretti: “In cosa posso servirla?”.
Zoro, che per tutto quel tempo era rimasto immobile a fissarlo con la bocca spalancata, si riscosse anche lui e, rispose, stando al gioco del biondo: “Un caffè nero bollente, per favore!”.
Senza mai staccargli gli occhi di dosso, Sanji si mosse rapidamente tra il bancone e la macchinetta del caffè, per poi tornare dal verde (senza mai perdere il sorriso) e schiaffargli la tazzina davanti al naso.
“Ecco qua!”
Zoro, che continuava ad assecondare Sanji guardandolo negli occhi, fece per portare la tazzina alle labbra, poi si fermò. E con un gesto quasi impercettibile rovesciò il caffè sulla camicia bianca di Sanji, ustionandolo.
“Ora siamo pari!” sogghignò Zoro sorridendo beffardo.
Sanji cercò, anche se con un enorme sforzo, di resistere alla tentazione di prenderlo per quei ridicoli capelli e strapparglieli tutti. Non voleva far scoppiare una rissa proprio lì! Già Zef era incavolato di suo, figuriamoci questa! Sicuramente l’avrebbe licenziato, e viste le circostanze non era proprio il caso. D’altro canto, però, non poteva mica fargliela passare liscia in quella maniera! Quindi tornò a guardarlo negli occhi sorridendo.
“Non l’ho forse servita a dovere?” chiese in tono di sfida.
Zoro, che non si aspettava una reazione del genere, smise di sorridere, e sentì un forte senso rabbia crescere dentro di lui. Come si permetteva di trattarlo così? Sbatté violentemente una mano sul bancone e gli ringhiò contro: “Ma mi prendi per il culo?”.
Sanji continuò a sorridere soddisfatto. Era proprio la reazione che si aspettava! Nel rispondergli assunse un tono serio: “Assolutamente no”.
“Mi pare di averti già detto che non ti conviene scherzare con me, damerino da quattro soldi!” continuò Zoro avvicinandosi con fare minaccioso.
Sanji decise di abbandonare la tecnica del ‘fai finta di niente’, cominciava a perdere la pazienza anche lui, e che cavolo. Inoltre, dietro il verde, si era anche formata una fila chilometrica e decisamente spazientita.
“A me invece pare di averti già detto che se hai qualche problema esistenziale te lo risolvi da solo. Io sto lavorando, e non ho né fiato né tempo da sprecare con te. Quindi vattene, grazie”.
Il viso di Zoro divenne completamente rossa nel giro di pochi millisecondi.
“Ah si, eh? Ora te lo procuro io un bel problema!”
Sanji non fece in tempo a ribattere che si ritrovò per terra con un pugnò stampato sulla faccia. Sentì alcune persone che urlavano, altre che scappavano e altre ancora che cercavano inutilmente di bloccare Zoro.
Il biondo si rialzò, afferrò il bordo della maglia del verde e sibilò: “Senti, ciccio, è meglio che te ne vai ora, prima che mi arrabbi sul serio”.
“Ah sì? Se no che mi fai?” lo sfidò Zoro afferrandolo anche lui per il colletto della camicia.
Senza troppe cerimonie, Sanji lo sbatté con violenza contro il bancone, suscitando ancora più terrore tra la folla, che abbandonò alla svelta il locale.
Zoro si sollevò, sentendo qualcosa di caldo e appiccicoso colargli dal naso. Sangue. Si ripulì strofinandosi furiosamente con una manica e tornò a concentrarsi sull’avversario. Ma prima che uno dei due potesse anche solo battere ciglio, un urlo proveniente da dietro il bancone li costrinse a fermarsi.
“CHE COSA DIAVOLO STA SUCCEDENDO QUI?!”
Era Zef, furioso, che, accortosi del trambusto, era accorso per controllare cosa accidenti stesse combinando quel moccioso. E ovviamente non ci mise molto a capire.
Sanji guardò prima lui, poi Zoro e infine di nuovo verso il suo capo, cercando disperatamente di spiegare: “Posso assicurare che io non c’entro a niente, è stato lui a…”
“SILENZIO! Pulisci tutto, e poi vieni subito nel mio ufficio! Sei in un mare di guai, ragazzo!”
Sanji non poté far altro che rassegnarsi e rispondere con un flebile “Sissignore”, mentre Zoro, con uno sguardo che avrebbe messo paura a chiunque, indietreggiò verso la porta. Sanji si voltò e lo guardò con tutto l’odio di cui era capace finché non fu fuori dal suo campo visivo. Tirò un calcio al bancone, imprecando sonoramente. Altro che bella giornata, poteva benissimo dirsi la peggiore della sua vita!
 
‘Brutto pezzo di merda’ pensò Zoro mentre si tamponava con un fazzoletto il naso sanguinante. ‘Nessuno può permettersi di prendermi in giro!’. In quel momento il suo telefonino squillò. Lo tirò fuori e guardò il display. Franky! Cazzo, tra tutti quei casini aveva completamente perso la nozione del tempo, e ora era in ritardo clamoroso! Lasciò perdere per un attimo il suo naso e premette il tasto di risposta.
“Franky! Scusa, ho avuto un contrattempo e non ho più guardato l’ora. Dammi cinque minuti e sono da te!”.
Dall’altro capo della cornetta, Franky, che in quel momento si trovava nella sua rimessa, rise e disse: “Non preoccuparti, fratello, ti do la giornata libera! Ti chiamavo perché ho sentito Nico Robin poco fa, e volevo chiederti una cosa…”
“Dimmi tutto!” rispose Zoro tirando un sospiro di sollievo. Franky era proprio un amico! L’aveva preso a lavorare con lui nella sua rimessa, e si sentiva in dovere di ricambiare in qualche modo.
“Ok, non ti preoccupare, dopo passo da te e ti faccio sapere” disse quando Franky finì di parlare.
“Perfetto! A dopo, allora!” lo salutò Franky prima di riattaccare.
Zoro ficcò il telefono in tasca e tornò a asciugarsi il naso e a mandare a quel biondino mille accidenti, accorgendosi improvvisamente di non sapere neanche il suo nome.
 
***
 
Sanji diede un tiro alla sigaretta e si guardò intorno un paio di volte, nella speranza di vedere finalmente Nami arrivare. Erano dieci minuti che era seduto ad aspettarla, sicuramente era rimasta bloccata nel traffico o aveva perso tempo in bagno a truccarsi.
Si mise di nuovo la testa tra le mani, sconsolato. Alla fine Zef non l’aveva licenziato, anche se ci era andato davvero molto vicino, ma in compenso gli aveva urlato nelle orecchie per venti minuti buoni le solite lagne che ormai si sorbiva quotidianamente. Tutto per colpa di quello stronzo con la testa verde!
‘Ah, ma se lo ribecco me la paga molto cara!’ pensò furiosamente Sanji tirando un’altra boccata.vPoi vide arrivare Nami in lontananza, buttò via la sigaretta e si alzò.
“Ciauuuu!” fu il caloroso saluto di Nami, che gli saltò al collo come se la sera prima non fosse successo niente. Era di buon umore, meglio tenersela buona!
“Allora, come è andata oggi?” chiese la rossa mentre entravano nel centro commerciale.
“Mmh, bene. Il solito” rispose Sanji, pensando che farsi quasi licenziare non è esattamente quel che si dice andare bene.
“Ehi, non dirmi bugie! Conosco quell’espressione! Zef continua a rovinarti l’esistenza, giusto?” disse Nami tirandogli una gomitata. Sanji sospirò annuendo. Per un attimo aveva temuto che sapesse della rissa!
“Sì, però ora non mi va di parlarne, ok?” rispose Sanji.
Nami lo scrutò attentamente, poi indicò la sua guancia destra, violacea dopo il pugno tiratogli da Zoro: “Cos’è quello?”
Sanji si toccò, cercando freneticamente una scusa.
“Ehm… è… una botta che ho preso un paio di giorni fa… senti, piuttosto, cos’è che devi comprare?” azzardò cercando di sviare il discorso.
A Nami si illuminarono improvvisamente gli occhi, iniziando a elencare tutte le cose che voleva comprare e facendo impallidire il povero ragazzo. Fantastico, ora era bloccato lì per tutto il pomeriggio a guardare Nami svolazzare da un negozio all’altro provandosi montagne di vestiti e scarpe, chiedendogli costantemente se le stesse bene o no, per poi lamentarsi che non c’era nulla che facesse per lei. Sospirò rassegnato, seguendo la ragazza nel primo negozio sulla lista da lei dettata.
“Ah, Sanji, indovina! Prima ho sentito Nico Robin!”
“Ah sì? E che ti ha detto?” fece Sanji, ancora assorto nei suoi pensieri.
“Stasera usciamo tutti e quattro!” cinguettò lei felice come una pasqua.
“Tutti e quattro?”
“Sì! Io, te, lei e Franky! Dai, ne abbiamo parlato ieri sera, non ti ricordi?”
“Ah, sì, sì…” disse Sanji, per nulla entusiasmato dalla cosa. Non bastava la rissa e lo shopping, no, ora lo aspettava anche una bella, noiosissima serata con quei due, quando l’unica cosa che voleva era andare a casa, fare un bagno caldo, mangiare un boccone e andare a dormire!
“Oh, e ha anche detto che ci sono degli amici di Franky! Tre fratelli, da quanto ho capito… o forse erano due più un altro… boh! Contento?”
“Per la verità sono un po’ stanco, stasera avrei preferito starmene un po’ tranquillo a casa…” cercò di dire Sanji, subito frenato dall’entusiasmo di Nami.
“Daiii, che ci divertiamo! Poi, se vuoi, dopo possiamo passare da casa mia e stiamo un po’ insieme! Ti va?”.
Sanji la guardò. Non riusciva proprio a dirle di no. E comunque, anche se gliel’avesse detto, cos’avrebbe cambiato?
“Va bene…”. Nami lo baciò, tutta soddisfatta di aver ottenuto quello che voleva. Come sempre, del resto!
 
 
 
 
 
CIAOOOOOOOOOOOO!!!!
Dopo ben tre settimane d’assenza sono tornataaaaa (e chissenefrega!!! *piange*)
Scusate se ho aggiornato tardi, ma ho avuto un sacco di impegni e non mi veniva l’ispirazione (ci ho messo cinque ore per scrivere questo capitolo!)
Comunque spero che i miei sforzi siano stati ripagati e sia venuto fuori qualcosa di leggibile!!!
Spero che recensiate e che non siate troppo crudeli :’)
Baci!!! SS
   
 
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