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Autore: Samantha093    18/02/2013    0 recensioni
Il mondo è stato invaso da essere ultraterreni di origine sconosciuta. Essi si impossessano delle menti umane, usando il corpo come macchina da guerra. La città di Lithios, ultima città umana, è stata invasa e l'ultima sopravvissuta è una ragazza, di nome Samantha, la cui bellezza affascina i suoi salvatori, Niall e Eric, soldati sopravvissuti all'invasione, insieme ad altri umani, nascosti nella Tana, luogo segreto nelle profondità del sottosuolo. Ma questa ragazza non ricorda niente del suo passato, ed è proprio il suo passato la chiave per la salvezza del mondo.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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SPAZIO AUTORE
Ecco il secondo capitolo di questa storia che spero vi stia piacendo e che continuerete a seguire. Ultimamente mi sento particolarmente inspirata, quindi penso che a breve, se lo studio me lo permette , pubblicherò anche il terzo capitolo. Voi intanto leggete questo ;)
Buona lettura :)
 
2° Capitolo
Il passato di Eric.
Eric non era sicuro di quello che stava succedendo. Da anni ormai il mondo era in pericolo, ma nessuno poteva pensare
che il male sarebbe arrivato sino alle porte della sua piccola città. Era stato da stupidi non pensarlo.
Ovunque girava voce che gli Invasori non si sarebbero fermati davanti a niente e a nessuno, avrebbero trovato quello che stavano cercando, qualsiasi cosa fosse.
La notizia non tardò ad arrivare anche nella casa di Eric, nella periferia della città.
Belle entrò con impeto nella stanza mentre lui era concentrato a leggere un libro.
<< Hai sentito cosa è successo, stanno arrivando anche qui! >>
Eric era sicuro che questo momento alla fine sarebbe arrivato.
<<  Dobbiamo fuggire prima che raggiungono le porte della città, dobbiamo nasconderci!  >> urlò Belle, sgranando gli occhi terrorizzata al solo pensiero di quello che sarebbe potuto succedere.
<<  Fuggire dove? Non abbiamo via di scampo.  >>
<<  Ho sentito dire che non molto lontano dalla città di Lithos, almeno un giorno di viaggio, c'è una tana, un rifugio per i superstiti.  >>
<<  Sono quasi 3 giorni di distanza da qui, e non abbiamo mezzi per arrivarci. E' impossibile, dobbiamo nasconderci nella grotta nella foresta e aspettare che si allontanino da qui!  >>
Belle non protestò poiché la paura ormai aveva preso il sopravvento.
Il terrore  si fece sempre più evidente nel suo sguardo e nella sua espressione.  In quel momento Eric si rese conto di quanto la amasse, e che il suo unico dovere in quel momento era proteggerla.
Non le deve succedere nulla di male, non potrò mai perdonarmelo.
Eric si avvicinò abbracciandola e le sussurrò: << Non ti lascerò mai e poi mai. Non aver paura, ci sono io qui con te>> - e le diede un lungo e intenso bacio.
 Prepararono l'indispensabile per la partenza e si avviarono verso l'uscita.
Fuori c'era un silenzio assoluto, come se tutti fossero fuggiti. In realtà erano tutti segregati in casa, nella speranza che la morte li avesse portati via con sé. Non c'era scampo contro gli Invasori, essere posseduti era come morire.
Eric non poteva permetterselo, doveva fuggire il prima possibile.
<< Andremo prima nella grotta di cui ti ho parlato, oltre in confine, poi da lì ci sposteremo domani verso la città di Lithos, dove ci fermeremo per qualche notte, prenderemo delle informazione e poi ripartiremo per la Tana. Sei pronta? >>
<< Sì, credo >>
<< Non aver paura, ci salveremo. >>
E fu cosi che partirono per questo viaggio senza ritorno.
Non ci misero molto ad arrivare alla loro prima tappa, la grotta. Non si trovava molto distante dalla città, ma era un luogo alquanto sicuro, poiché nessuno sapeva della sua esistenza.
<< Eccoci. Sistemati per la notte, io faccio un giro qui intorno. >> disse Eric allontanandosi.
Appena uscì, vide in lontananza fumo e fiamme. La sua città. Erano arrivati.
Si sentiva al sicuro, nessuno avrebbe potuto raggiungere quel posto. Era il loro mondo, suo e di Belle.
Rientrò poiché fuori era buio.
<< La città è stata data a fuoco, non c’è più possibilità di ritornarvi. Ora dormiamo e domani ci rimetteremo in cammino. >>
<< Non voglio tornare in quel posto. L’importante e che sono qui con te. >>
Eric la abbracciò forte, cercando di farle capire con quel gesto che lui per lei ci sarebbe sempre stato.
Quell’abbraccio pian piano si trasformò in qualcosa di più. Baci, carezze e parole dolci che trasformarono la fine di quell’orribile giornata in qualcosa di magico.
 
Il mattino dopo Eric si alzò alle prime luci dell’alba. Lasciò Belle a dormire e fece un giro di perlustrazione, per capire quale strada dovevano intraprendere.
Improvvisamente senti un urlo provenire dalla grotta e poi silenzio. Corse verso quel luogo e non trovò nessuno all’interno.
Non è possibile. L’hanno presa.
<< Belle, Belle >> urlò con tutto il fiato che aveva in gola.
Devo trovarla, non posso lasciarla a quei mostri, non posso.
Partì immediatamente. Doveva trovare le tracce di quei bastardi, per capire che direzione avessero preso. Niente, non vi erano tracce. Erano scomparsi nel nulla, come se non fossero mai passati di lì. Le uniche tracce che avevano lasciato erano le ceneri della città e il vuoto nel suo cuore.
Non poteva fermarsi, doveva trovarla, doveva salvarla. Glielo aveva promesso.
Si mise in cammino verso la città di Lithos. La raggiunse dopo un giorno di viaggio ininterrotto. Non poteva permettersi di riposare, non poteva fermarsi, doveva continuare a cercarla. Decise di superare la città di Lithos e dirigersi verso la città di Youth, ormai da qualche degli Invasori. Lì avrebbe avuto maggiori possibilità di trovarla e salvarla, sacrificandosi lui stesso. Dopo un giorno di viaggio la stanchezza prese il sopravvento e decise di fermarsi. Non trovò nascondiglio migliore di una piccola tana, fatta di foglie, probabilmente di un animale. Si stese in attesa che l’immagine del viso della sua Belle lo accompagnasse nelle braccia di Morfeo.
 E' svegliato improvvisamente da un tocco freddo sul collo. La lama di un pugnale.
Con forza fu costretto ad alzarsi e venne spinto con violenza con le spalle contro un albero. Davanti a se si ritrovò il viso di Belle, con gli occhi poco distanti dai suoi. Occhi che avevano perso tutta la loro bellezza e dolcezza, il loro scintillio era scomparso, sostituito dal vuoto. Eric rimase sconvolto da quella visione. Cercava con disperazione la presenza di Belle, la sua dolce Belle, in quegli occhi privi di espressione ma pieni di rabbia. Con la voce tremante disse: <>
Lei sembrava non capire, affondava con più forza la lama nel suo collo, fino a far uscire una goccia di sangue.
Improvvisamente una lacrima scese sulla guancia della ragazza, come se non avesse completamente sotto controllo le sue emozioni. Per un secondo una scintilla apparve negli occhi di Belle, e la presa si fece più leggera. Eric ne approfittò per allontanarla con forza e lasciarla cadere a terra. Belle rimase interdetta, ma con maggiore insistenza attaccò di nuovo e questa volta lo ferì ad una gamba.
<< Belle, Belle non mi riconosci? Sono io Eric! >>
Non ricevette nessuna risposta dalla ragazza, solo un secondo attacco. Questa volta riuscì a scansarsi. Lei perse l’equilibrio e cadde, con la testa su un sasso. Svenne.
Eric era completamente sconvolto dall’accaduto. Provava emozioni contrastanti; gioia, poiché ora era sicuro che Belle era viva; dolore e rabbia perché ormai non era più lei e aveva paura di non poterla avere più con sé.
Corse via dal luogo dell’incontro, allontanandosi il più possibile. Aveva ancora la scena impressa nella mente. Non voleva pensarci, doveva cercare aiuto, doveva capire come riaverla con sé.
Vagò per giorni senza una meta precisa. Non sapeva dove andare, ormai quel viaggio di salvezza non aveva più alcun significato senza Belle. Arrivare alla Tana ormai non aveva più alcuna importanza, poteva anche morire.
Pian piano il suo corpo si abbandonò al dolore fisico e morale. Si accasciò al suolo e si fece avvolgere dall’oscurità della notte.
 
Una luce accecante mi costringe ad aprire gli occhi.
In lontananza vedo una figura avvicinarsi sempre di più verso di me.
Non riesco a identificarla, sembra una donna, ma non vi è niente che può definirla tale.
Ora è più vicina, posso distinguere le sue forme. Ha una corporatura esile, una pelle di un bianco quasi trasparente, come se fosse costituita d’acqua.
Il viso è di una bellezza innaturale. Gli occhi sono di un azzurro cielo, quasi bianco, l’iride è tanto piccola da essere quasi inesistente. Lo sguardo è rivolto verso il vuoto, privo di espressione.
Cerco di distogliere lo sguardo da quella strana creatura immobile, poco distante da me, ma non ci riesco. I miei occhi sono fissi nei suoi, senza guardarli davvero.
Li chiudo. Quando apro gli occhi dinanzi a me non c’è più quella strana creatura ma vi è l’immagine di Belle, in tutta la sua bellezza. Questa volta nei suoi occhi ritrovo la dolcezza e la tenerezza di un tempo.
Mi tende la mano. -<< Seguimi . >> -  sussurra con voce sicura.
Le do la mano. E’ calda, morbida.
Sul suo viso appare un sorriso, sincero, incantevole.
Mi lascia la mano e mi da le spalle, si allontana con passo lento e deciso, verso la luce. Provo a seguirla. La sua figura diventa sempre più piccola, lontana. La luce mi acceca, sono costretto a chiudere gli occhi, per proteggerli da quel bagliore. Quando li riapro intorno a me è buio, la luce è scomparsa. Lei è scomparsa. E’ andata via, non tornerà più, non potrò più stringerla tra le braccia.
Una lacrima scivola sul mio viso. L’ho persa, l’ho persa per sempre …
Aprì gli occhi. Intorno a lui alberi e suoni, i suoni della natura, l’unica cosa che gli Invasori non avrebbero mai potuto togliere agli umani.
Aveva dormito, aveva sognato. Sognato il viso di Belle che si allontanava di nuovo da lui.
Questa volta non si fece assalire dalla tristezza. Doveva trovare un modo per salvarla. Ma le forze gli mancavano. Aveva camminato senza fermarsi per giorni. Si trovava in territorio nemico, l’avrebbero raggiunto e ucciso. Fortunatamente fu trovato da Kol, un umano superstite che si trovava nel mondo di Sopra per una missione. Kol capì subito che Eric era un umano. Lo convinse a rimettersi in sesto e a seguirlo nella sua missione, ricavare nuove informazioni giunte nella città di Lithos.
Il viaggio proseguì con tranquillità. Eric e Kol si fermarono in una locanda per la notte. Presero posto in un tavolo vicino la finestra. Si avvicina un uomo alto e grosso, il locandiere.
<< Che cosa desiderate? >>- chiese il locandiere.
<< Vorremmo delle informazioni, se è possibile.>> rispose Eric.
<< Dipende dal tipo di informazioni che cercate. >>
<< In città conoscete qualcuno che possa dirci qualcosa di più sugli Invasori?>> chiese Eric senza esitare.
Kol lo lasciò fare, infondo volevano la stessa cosa.
Alla parola “Invasori” il viso del locandiere cambiò espressione, si fece più serio.
<< Io non so niente e non voglio sapere niente di quei mostri. >> - si fece pensieroso- << Però a pensarci bene c’è una persona, che potrebbe aiutarvi. >>
Eric con lo sguardo lo incitò a continuare.
<< Il suo nome è Mark, ha un negozio di tessuti nella periferia della città. Ha avuto in passato rapporti con gli Invasori, rapporti commerciali mi sembra, ma non so dirvi altro, mi dispiace. >> -terminò il locandiere.
<< Quanto dista da qui il negozio? >>
<< Non molto, un paio di ore a piedi, ma ora è tardi. Avrà chiuso come tutti i mercanti della città. Sono tempi difficili. Io sono ancora aperto solo per voi >> continuò mentre posava la cena davanti ai due viaggiatori.
<< Se andrete domani mattina, lo troverete sicuro lì. >> disse, allontanandosi.
Il viso di Eric divenne pensieroso, Kol lo notò subito.
<< Sei sicuro che ti dirà ciò che vuoi sapere questo Mark? >> chiese Kol.
<< Non so nemmeno io cosa voglio sapere, cosa sto cercando. >> rispose Eric quasi rassegnato. La notizia dell’esistenza di qualcuno che aveva avuto contatti con gli Invasori diede una speranza in più ad Eric, ma nello stesso tempo non era per niente sicuro di quello che stava facendo.
L’immagine di Belle nel bosco lo perseguitava giorno e notte. Non poteva essere lei.
E per l’ennesima volta l’immagine della sua amata lo accompagnò nell’oscurità della notte.
 
Il mattino si svegliò di buon ora.
 Intrapresero la strada che portava alla periferia della città. Non fu molto difficile individuare la bottega. Si trattava di un piccolo locale, con le pareti interne ricoperte da tessuti di vario tipo e vario colore. Dietro un grande tavolo posto al centro della piccola stanza videro un uomo, basso e tozzo, con una folta barba e un viso rugoso. Aveva il viso chino su un grande libro polveroso. Al suono del campanello, che indicava l’ingresso di qualcuno, lo sguardo del vecchio si diresse sui due visitatori.
<< Salve, desiderate? >> chiese con voce roca ma gentile.
<< Salve, siamo due viaggiatori di passaggio, siamo qui per avere delle informazioni. >> disse Kol.
L’espressione del vecchio si fece improvvisamente seria.
<< Che informazioni potete avere da un vecchio mercante come me? >> disse, questa volta con un tono tutt’ altro che gentile.
<< Informazioni sugli Invasori. >>- questa volta fu Eric a parlare, con tono serio, quasi minaccioso.
<< Io non so niente di loro >> disse Mark, con aria indifferente, come se loro non fossero stati i primi a chiedergli una cosa del genere.
<< Certo che si, ci è giunta voce giù in città che avete avuto rapporti con loro, rapporti commerciali per la precisione. >>
<< Ed io non sono molto convinto che loro siano interessati ai tessuti >> continua Kol, questa volta facendo i suoi interessi.
<< Quindi che tipo di rapporti ha avuto con gli Invasori? >> ripete Kol.
Eric non è sicuro di aver capito a cosa volesse arrivare Kol con quelle domande, ma in realtà nemmeno lui sapeva con certezza cosa stava cercando, voleva solo capire in che modo poteva salvare la sua Belle.
<< Non posso dirvi molto di loro, posso solo dirvi che avranno sempre bisogno di noi umani, non possono distruggerci tutti, non possono permettersi di causare l’estinzione della razza umana. Noi gli serviamo, la nostra mente gli serve. Loro quando si impossessano della nostra mente, hanno libero accesso solo nel controllo del corpo, ma il posseduto perde qualsiasi conoscenza, qualsiasi ricordo della sua vita passata. Egli acquista abilità nella lotta, ma la mente viene adoperata solo per pensare alle mosse belliche, non per altro. Quindi avranno sempre bisogno dell’altra parte del cervello a cui loro non riescono ad avere accesso. >>
<< Li hai aiutati? >> intervenne improvvisamente Eric, interrompendo il discorso.
<< Hai aiutato quei mostri che distruggono le nostre case e uccidono le persone che amiamo! >>
<< Non uccidono nessuno, si impossessano del corpo ma riescono ad avere accesso solo ad una parte della nostra mente. E io sto cercando di capire come risvegliare l’altra parte della mente di un posseduto. Ho avuto contatti con loro, fingendomi un mercante di armi. Sono stato un periodo di tempo abbastanza lungo per capire quali sono le loro abitudini. >>
<< E avete capito come risvegliarli? >> intervenne Kol.
<< No, per ora no. >> disse Mark con lo sguardo assorto- << Non posso aiutarvi ulteriormente, mi dispiace >>
<< Ha fatto anche fin troppo per noi, grazie mille >> disse Kol allontanandosi e portando con se Eric.
 Quindi questo è successo a Belle. Non ricorda nulla, non ricorda me, il nostro amore. Come può essere successo una cosa del genere, come? E’ colpa mia, solo mia.
<< Non so cosa ti è successo, ma sono sicuro che è qualcosa che potrà risolversi. >> affermò Kol con aria fiduciosa.
Eric non lo ascoltò, era immerso completamente nei suoi pensieri e nel ricordo degli occhi di Belle.
Le informazioni ricevute dal vecchio furono utili per la missione di Kol. Egli riescì a ricavare ulteriori informazioni da alcuni abitanti della città, sopravvissuti all’invasione di altri villaggi. Erano in pochi, due o tre famiglie al massimo, provenienti dai villaggi più vicini. Gli altri superstiti avevano preferito mettersi in viaggio alla ricerca della Tana, luogo da cui Kol stesso proveniva.
Eric non aveva perso ancora le speranze, ma decise di seguire Kol verso la Tana e rifugiarsi li per pensare e capire cosa avrebbe dovuto fare.
   
 
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