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Autore: Serpe_    18/02/2013    1 recensioni
Rieccomi qui con una nuova fanfiction, naturalmente su Harry Potter.
Dunque, la storia ha come protagonista una ragazza che non c'è nel mondo di Potter della Rowling. Si chiama Alexandra Ann Mayfire, ha 3 fratelli maschi e crede di essere una normalissima adolescente con problemi di cuore.
La sua passione per la lettura la porterà a scoprire un mondo che non conosceva e si ritroverà catapultata li e ancora una volta dovrà affrontare la morte, ma soprattutto la paura di perdere le persone che ama.
Vi aspetto, leggete e recensite mezzosangue!
Serpe_
Ps: il titolo è provvisorio perchè non mi convince molto :3
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Pansy Parkinson, Un po' tutti | Coppie: Blaise/Pansy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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I got it you got it we got the magic girl.

                                                                                                                                                                                          -”Datemi un sogno in cui vivere
                                                                                                                                                                                            perché la realtà mi sta uccidendo”

Leggere. Alex amava leggere, entrava in un mondo tutto suo. Senza problemi, senza dover pensare ai genitori morti in un fottutissimo incidente, senza fratelli che ti dicono cosa fare o dove andare e senza ragazzi con comportamenti inspiegabili.
In quel momento era ranicchiata sul davanzale, in mezzo ai cuscini, a leggere quello strano libro che aveva trovato nel pomeriggio.
Parlava di una scuola di magia, di incantesimi, di casate, di un gioco che si faceva volando sulle scope.
Leggeva in modo quasi febbrile e maniacale, lei che adorava la magia e tutto ciò che non esisteva.
Però quel mondo sembrava così reale!
E poi la vide, un’annotazione al bordo di una pagina: 24.00  vecchio campanile.
Vecchio campanile? Le venne in mente il campanile non lontano da li, vicino a casa di Sylvie.
Chissà cosa accadeva a mezzanotte. Aveva mezz’ora di tempo, fantastico.
Curiosa com’era prese il suo fidato zaino, mise il libro all’interno e con il cellulare in mano scese le scale.
“Jenna!” esclamò sorpassando suo fratello Lysander.
“Che c’è tesoro?” chiese la zia dalla cucina.
“Vado da Sylvie un attimo, ha chiamato era disperata, sai i traumi adolescenziali.” buttò li lei, la zia le faceva fare tutto quello che voleva.
“Okok, per l’una però ti viene a prendere Lorcan. Non mi va che tu vada in giro da sola.”
“Facciamo le due?” tentò.
“Una e un quarto o non esci proprio.” ribattè la zia sorridente.
“Ricevuto, a dopo” girò sui tacchi e uscì nelle strade buie del paese.
Arrivò al campanile con 10 minuti di anticipo e si sedette sui gradoni a leggere il libro.
Quando mancavano pochi secondi alla mezzanotte si ritrovò a fantasticare su questa scuola, Hogwarts.
Non fece in tempo a vedere che l’orologio aveva segnato la mezzanotte, che il paesaggio cambiò: dalla strada di città completamente deserta si ritrovò in un parco di una scuola, alla sua sinistra c’era un lago dall’acqua completamente nera, mentre alle sue spalle si stendeva una foresta enorme. Ma la cosa più bella, più mozzafiato era ciò che si trovava dinnanzi a lei. Questo meraviglioso castello, dalle mille torri e finestre.
Le sembrava di essere in una favola, tutto era perfetto, tutto, tranne la nausea.
“Chi sei?” chiese una voce proveniente da dietro un albero.
Il proprietario della voce si avvicinò ad Alex, scrutandola.
“Chi sei tu?” chiese lei.
“Sei nella mia scuola, senza la divisa e con l’aria spaesata. Permetti se mi faccio due domande.” ribattè lui con fare ovvio.
Lei si guardò intorno terrorizzata. Aveva realizzato di botto che era in un luogo in cui non conosceva nessuno e non sapeva come tornare a casa.
“Io vengo da…tanto non sai dov‘è, è un paesino sperduto vicino a Phoenix, nella valle del sole.” sussurrò infine.
“Aspetta un momento, tu sei babbana?!” chiese lui scioccato.
Lei si illuminò, quel termine lo conosceva. Prese il libro e iniziò a sfogliare le pagine.
“Babbana… trovato! Una persona senza poteri magici, sapevo di averlo letto. E comunque si, sono babbana. E tu?” chiese lei.
Il ragazzo sgranò gli occhi dallo stupore.
“Aspetta un secondo, sei babbana ma vedi il castello?”
“Ho detto che sono babbana, mica cieca.” ribattè lei seccata.
“Il castello è protetto da un’incantesimo: se un babbano finisce qui per caso, anche se non è mai successo, non lo vede.” spiegò il ragazzo.
“Senti non lo so, io ho solo trovato un libro in libreria per un certo Nicholas da uno di nome A. Silente. Ho iniziato a leggerlo, parla di maghi, di babbani, di Hogwarts. C’era scritto a mezzanotte al vecchio campanile e io sono andate li, e beh… eccomi qui.” raccontò Alex.
Il ragazzo le allungò una mano e chiese: “come stai?”
Vedendo che Alex lo guardava stralunata spiegò: “Ti sei smaterializzata, non è mai bello, specialmente la prima volta.”
“Allora la nausa è colpa della smaterializzazione?” chiese lei.
“Sintomo piuttosto comune, la maggior parte vomita la prima volta.”
“Tu sai smaterializzarti?”
“Stiamo imparando ora, c’è un corso apposta.”
“E io come ho fatto? Insomma, non so’ nemmeno cos’è!”
“E io che ne so?! Forse il luogo in cui eri è collegato con questo.”
Lei trattennne il fiato, guardando l’ora. Era l‘1 meno 5, tra poco sarebbe arrivato suo fratello.
E lei non sapeva come tornare.
Riprese il libro in mano cercando febbrilmente un’indizio.
“Che cosa….?” chiese il ragazzo stranito.
“Tra poco arriva mio fratello a prendermi a casa di una mia amica, io non sono li e non so come tornare. Bel casino non trovi?!” ribattè lei.
“Usa la logica, se ti va di fortuna c’è un passaggio ogni ora dopo mezzanotte no?!”
La mora spalancò gli occhi guardandolo, raccolse le sue cose e si risedette sul punto in cui era arrivata, osservando l’ora.
“Come ti chiami?” chiese poi al misterioso ragazzo.
“Draco Lucius Malfoy. E tu?”
“Alexandra Ann Mayfire. Ma chiamami Alex.” rispose lei sorridendo.
“Tornerai, Alex?”
Sussurrò “si” proprio mentre avveniva il risucchio all’ombelico che la riportò al campanile.
Sorridendo si alzò, Draco aveva ragione.
Corse a casa di Sylvie, arrivando appena in tempo. Si fermò sul portone, aspettando il fratello che non tardò ad arrivare.
Inutile dire che quella notte sognò un ragazzo dai crini biondi e gli occhi argentati, contornato da tanta magia.
  
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