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Autore: Christine_Heart    21/02/2013    1 recensioni
"Ti voglio bene anch'io Kaito!"
Il mio piccolo chiude gli occhi allegro.
Il mio adorabile neko mi sorride, scodinzolando contento.
***
[Contest sfida] [AU]
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ying & Yang'
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Capitolo 3: Solo per distrarsi un po'.
 
Ormai sono sveglio.
Guardo l'orologio.
Sono le nove.
Non male...credevo fosse più tardi.
Ma non ho voglia di alzarmi.
Si sta bene a letto, soprattutto con quell'aria fresca sulla pelle.
Kaito dorme ancora.
Stringe forte il suo Ace, con un sorriso simpatico sul viso.
Sorrido a mia volta, e mi volto verso di lui.
Gli sfioro il nasino.
Lui lo agita appena, ma non si sveglia.
Sorrido di nuovo divertito.
Lo infastidisco di nuovo.
Ma lui, desiste.
Sventola un po' la manina, ma continua a tenere gli occhi chiusi.
"Kaito." lo chiamo con calma.
Gli sfioro per due volte la punta del naso.
Lui se lo struscia un pochino ma in verità dorme ancora.
"Dai Kaito...non puoi dormire fino a mezzogiorno come hai fatto ieri..." gli dico con dolcezza.
"Coraggio piccolo...è ora di svegliarsi." continuo sereno.
Gli soffio dentro l'orecchio con fare delicato.
Ma per quanto possa essere delicato la cosa da pur sempre fastidio.
In particolar modo al mio neko.
"Master..." mi dice con voce stanca.
"Non lo sopporto." mi dice quasi offeso.
Si stiracchia un po', allunga le braccia e apre gli occhietti.
"Buongiorno." gli dico solare.
Kaito si struscia un po' gli occhi, e dopo uno sbadiglione:
"Buongiorno Master..." mi risponde felice.
"Dormito bene?" gli chiedo poi allegro.
"Sì...tu Master?" mi domanda alzando il capo su di me.
"Ho dormito...non ti preoccupare." gli rispondo in fretta accarezzandogli la testa.
Kaito si accoccola sotto la mia mano, accettando di buon grado le mie carezze e i miei grattini.
"Master..." mi dice all'improvviso.
"Dimmi Kaito..."
"Io ho fame." mi sento dire.
Ridacchio dentro di me.
"Hai fame?!" ripeto con fare stupito.
"Sì Master..." mi risponde quasi imbarazzato.
"E beh, in effetti anch'io ho un piccolo languorino." gli confesso.
Mi alzo dal letto.
Prendo il cellulare dal comodino.
Esco dalla stanza.
Ma non sento nessuno vicino a me.
"Beh, che fai non vieni?" gli chiedo affacciandomi nella mia stanza.
Il mio dolce neko afferra la zampa di Ace, e salta giù dal letto.
"Eccomi Master." mi dice allegro.
Senza aspettarmelo, corre da me, e mi abbracci la vita.
"Sei di ottimo umore questa mattina, non è vero Kaito?" gli chiedo felice accarezzandogli le orecchie.
Lui annuisce sotto il mio tocco.
"E' perchè ho dormito con il Master..." mi dice sollevando il capo.
Incrocia i miei occhi, radioso:
"Quando dormo con il Master...Kaito sta sempre bene." mi confessa entusiasta.
Gli sorrido intenerito.
"Dai...andiamo a fare colazione." gli dico convinto.
Kaito mi sorride divertito, chiudendo gli occhietti allegro.
Mi prende la mano, e mi segue felice scodinzolando appena.
Arriviamo in cucina:
"Allora che cosa vuoi da mangiare?" chiedo guardando nel frigo.
"Frittelle!!!" mi esclama felice.
"Agli ordini piccolino." gli rispondo solare.
Apro la finestra della cucina, lasciando entrare buona aria fresca.
Mi avvicino alla tavola, nello stesso istante in cui il mio piccolo neko si mette a sedere accanto a me. Preparo il composto, mescolando gli ingredienti.
Sorrido, mentre Kaito mi guarda con attenzione.
"Quante ne vuoi?" gli chiedo avvicinandomi ai fornelli.
"Tante!!!" mi esclama felice.
Rido divertito:
"E va bene piccolo!" gli rispondo contento.
Accendo il fuoco, lascio riscaldare la padella, poi pian piano verso l'impasto.
"Ci vuoi il burro, lo sciroppo d'acero, o lo sciroppo al cioccolato?" chiedo divertito.
Mi è sempre piaciuto cucinare, sono sempre stato abbastanza bravo.
"Il cioccolato Master...il cioccolato!!!" mi ripete allegro, finendo di apparecchiare per due.
"Lo prendi tu, per favore?" gli chiedo, sistemando i piatti.
"Certo Master." mi risponde subito saltellando verso il frigo.
Gli servo il piatto in tavola.
Un bel piatto con almeno cinque frittelle fumanti.
"Ah, che bello!" esclama radioso Kaito mettendosi in tavola.
Si sistema meglio a sedere e versa con calma la crema al cioccolato.
"Non esagerare, cucciolo."
"Okay Master..." mi dice con fare da birichino.
Posa con attenzione il tubetto sulla tavola.
Poi guarda verso di me.
"Ma Master...tu non mangi?" mi chiede stranito.
"No, non ho molta fame..."
Sono troppo nervoso per mangiare.
Ho lo stomaco talmente chiuso che non riesco neanche a guardarlo il cibo.
"Ma Master...devi fare colazione." mi dice convinto.
"Non è obbligatorio piccolo mio...."
"Ma avevi detto..." inizia sorpreso.
"Lo so tesoro...ma a quanto pare ci ho ripensato..." gli spiego con un lieve sorriso.
"Tu non ti preoccupare....mangia pure la tua colazione." gli dico sicuro.
"Sicuro Master?" chiede stupito.
"Sì tesoro...tu hai bisogno di crescere..." gli dico con un piccolo sorriso.
"...dai mangia tutto...altrimenti si raffredda." concludo accarezzandogli l'orecchio destro.
"Va bene Master..." mi dice con rassegnazione, prendendo la forchetta.
Taglia in due la prima frittella, e ne prende un piccolo triangolino.
La mangia rapido, masticando con gusto.
"Mhmmmm...Che buono Master!" mi esclama felice.
Sorrido contento.
"Finisci di mangiare, mentre io lavo i piatti." gli dico tranquillo.
"Sìììì Master!!!" mi dice alzando la forchetta in segno di vittoria.
Sorrido allegro e mi alzo da tavola.
"Master, e i mikado alla fragola?" mi chiede tagliando un altro pezzetto.
"Li ho comprati, sta tranquillo." lo rassicuro divertito.
"Posso prenderli?" mi chiede speranzoso.
"No Kaito...adesso mangi solo le frittelle."
"Ma Master...io li voglio." mi dice con fare offeso.
"Ho detto di no Kaito...e non farmi ripetere." lo riprendo calmo.
"Solo uno." mi supplica con occhioni dolci.
Ridacchio contento.
"No Kaito...i mikado si mangiano oggi a pranzo come dessert."
"E va bene...li mangiamo a pranzo." mi dice con tono sconfitto.
"Bravo Kaito."
"Ma quanti ne hai presi?" mi chiede curioso.
"Tranquillo...ce ne sono una bella scorta..."
"E hai preso tutti quelli che piacciano a me?> mi domanda solare.
"Sì...cioccolato al latte, bianco, alle nocciole, alla fragola, al pistacchio, e con doppio cioccolato...ho fatto bene?" chiedo con fare scherzoso.
"Bravo Master." mi dice Kaito allegro.
Mi volto a guardarlo.
Gli sorrido.
E i suoi occhietti felici, e la sua coda festosa, accolgono il mio volto sereno.
"E' buona la colazione?" domando poi, insaponando una pentola.
"Ottima Master." mi dice gioioso.
"Master posso uscire con la bici?" mi chiede poi a bocca piena.
"Kaito...non si parla con la bocca piena...quante volte te lo devo dire." lo riprendo tranquillo.
"Ah, è vero Master...scusa." afferma subito.
"Allora, posso?" mi richiede poi.
"La tua camera è in ordine?" domando io.
"Sì Master." mi risponde mentre lo sento “armeggiare” con forchetta e coltello.
"Hai fatto un po' di compiti per l'estate?"
"Sì Master."
"Molto bene." mi congratulo con lui.
"Allora adesso finisci la tua colazione, ti lavi, ti cambi e puoi andare." gli concedo contento.
"Il Master non vuole venire con me?" mi chiede educato.
"No Kaito...ho un po' da fare...e vorrei prendermi tutto il tempo necessario, se non ti dispiace..."
"No Master...non c'è problema...va bene." mi sorride comprensivo.
Ma la cosa dispiaceva a me.
Se solo avesse insistito, forse mi sarei deciso subito.
Ma Kaito non è così.
E senza pensarci:
"Mi dispiace Kaito..." gli dico rattristato.
"Non ti preoccupare Master." mi dice onesto.
"Vedrò di farti compagni domani, promesso."
"Ma se il Master ha da fare, io lo capisco."
"Lo so Kaito...ma sai anche che non sopporto lasciarti da solo troppo allungo, né di non riuscire a fare nulla con te." gli spiego ancora una volta.
Non mi è mai piaciuto fare tutto da solo, ho sempre amato la compagnia, e l'essere circondato da tante persone.
"Ma io e il Master facciamo un sacco di cose assieme." mi risponde solare.
Mi volto sorpreso verso di lui.
La sua voce era così onesta e spontanea.
Non se l’era presa per niente.
Non era arrabbiato con me.
Ma in verità il problema ero io.
Quel giorno ero combattuto tra due “amori”.
Il mio dolce e tenero neko, e il mio lavoro.
Ritorno sui piatti, deciso del fatto che l’indomani, idea o non idea, sarei uscito con Kaito.
"Master..." mi chiama con voce dolce.
"Va bene…" continua con lo stesso tono.
"Kaito...non fare così...vedrò di liberarmi per domani...non posso lavorare per sempre..."
"Come desideri Master." mi concede felice.
"Ho finito!" mi dice soddisfatto.
"Dai tesoro...portami il piatto e vai pure a divertirti." gli dico.
Kaito si alza dalla sedia.
Sistema le posate sul piatto, e me le porta.
Gli sorrido con affetto, mentre prendo le stoviglie, e le aggiungo al resto dei piatti, nell'acqua tiepida.
"Mi raccomando, lavati bene i denti." gli dico accarezzandogli la testa.
Lui mi sorride.
Chiude gli occhi, godendosi la carezza della mia mano morbida.
Scodinzola felice.
"Fa attenzione quando sei fuori." gli dico chinandomi su di lui.
Kaito mi abbraccia e mi bacia di nuovo la guancia.
"Grazie Master!" mi dice contento.
______
 
"Sì Nathan, la cosa l'ho capita..." quasi sbraito.
"E' una grande opportunità per uno scrittore della tua importanza." mi sento dire dall'altro capo del cellulare.
"Non lo metto in dubbio...ma si sono soffermarti a pensare che io non ero pronto a cambiare il mio genere e il mio metodo si scrittura..." continuo arrabbiato.
"Ti hanno concesso una grande occasione...puoi sacrificarti..." mi propone Nathan.
"Tu non capisci, non ho nulla di pronto... mi avete ostacolato..."
"Ora non esagerare..."
"Non esagero affatto...le mie storie piacevano, le vendite erano ancora buone..."
"Non è dipeso da me..."
"Ma come mio manager avresti potuto fare qualcosa..."
"Cosa credi che abbia fatto..."
"E poi non avevo molta scelta..."
"E' la Tua casa editrice con cui hai un regolare contratto...non mi è sembrato una buona idea finire nel dimenticatoi..."
"Non essere stupido...sono un affare, non rischiavo così tanto..."
"Nick...è una casa editrice...posso benissimo trovare uno scrittore con il tuo stesso talento, più giovane di te...e farne la loro nuova icona della lettura..."
"In egual modo...perchè cambiare adesso...mi sembra più un ricatto che una nuova proposta..."
"Come sei drammatico amico mio...devi solo provare..."
"E se la cosa non soddisfa...?"
"...Hai grande qualità..."mi dice poco sicuro.
"Non vengo premiato né pagato, per la qualità..." gli rispondo sconfortato.
Mi metto di nuovo a sedere, appoggiando la mano libera sulla scrivania.
Sospiro rattristato.
"Non hai neanche mezza idea?"
"No, nulla di nulla…"
"Neanche l’editor ti ha fornito qualche suggerimento?"
"No, ho completa carta bianca."
"E non è quello che hai sempre voluto?!"
"Sì, ma non adesso…stava andando tutto così bene." gli dico demoralizzato.
Faccio di no col capo, e i miei capelli corti, mossi e ribelli seguono il mio esempio.
"Ieri sera ho provato a buttare giù qualcosa..." confesso rapido.
"E beh...com'è venuto?" mi chiede subito Nathan.
Aspetto un paio di secondi prima di rispondere.
Apro il primo cassetto e osservo le prime pagine.
"Un vero schifo!" gli rispondo triste.
Richiudo il cassetto con un tonfo.
Sospiro di nuovo e mi passo la mano tra i capelli biondo-rame.
"Nick...hai ancora un sacco di tempo...devi solo pensarci un po’ su..."
"Posso pensarci su per tutto il tempo del mondo...ma non ne uscirà fuori nulla..."
"Ormai hai accettato la cosa...che fai ti ritiri adesso…solo perché così ti dice la testa?"
"Smettila...lo so bene..."
"Posso aiutarti in qualche modo...hai bisogno di qualcosa?" mi chiede spontaneo.
"Sì, puoi fare qualcosa per me..." gli dico onesto.
"Che cosa ti serve...?"
"Mi serve che per due mesi...mi lasci in pace..."
"Eh! Ma perchè?"
"Sto partendo...e siccome è estate anche per me, voglio godermi una meritata vacanza senza parlare di lavoro ogni singolo giorno..." affermo massaggiandomi gli occhi stanchi.
"Ma Nick..." mi dice sorpreso.
"Nathan, ho deciso..." gli dico nervoso sollevando di colpo la testa.
"Ma dove sei diretto?" mi chiede stupito.
"Ho bisogno di una pausa..." continuo alzandomi irritato come se Nathan fosse lì.
"Pausa?!...non te la puoi permettere..."
"Non m'importa, ne ho bisogno..." sbraito un altro po’.
Mi stavo innervosendo di nuovo.
"Nick...non posso farlo..." mi dice sincero.
"Se ho bisogno di te...mi faccio sentire io..." gli dico semplicemente.
"Nick aspetta..." cerca di farmi ragionare Nathan.
"Ci sentiamo presto Nathan..." lo saluto educato.
"Nick aspetta un attimo..." mi sento dire.
“Chiamata terminata.”
Sospiro di nuovo, lasciando il cellulare sulla scrivania.
Sposto la sedia e riprendo il mio posto.
Erano riusciti a farmi odiare la cosa che più amavo al mondo.
Scrivere.
Mi passo una mano sul volto.
Sono già stanco.
Scuoto il capo deluso, e accendo il pc.
Avvio il sistema, e apro un nuovo documento.
Chissà forse il computer aveva più effetto? Penso ottimista.
Tamburello un po' sulla tastiera nella speranza che mi esca fuori qualcosa.
Continuo a guardare il cursore che “lampeggia” inutile su quel foglio bianco.
Lo fisso per qualche altro secondo.
Niente.
Neanche una parola.
"Non è proprio giornata." mi dico infastidito.
Digito parole a caso, solo per il gusto di vedere qualcosa di nero che macchiava quel bianco ora fastidioso.
Sento le chiavi di casa girare nella toppa.
"Master..." mi sento chiamare allegro.
"Kaito...sono qui cucciolo..." mi faccio sentire dallo studio.
"Master..." mi chiama di nuovo.
"Sì tesoro...sono qui!" gli dico ancora.
"Master...mi puoi dare una mano, per favore." mi sento dire.
"Una mano?" pensò stranito.
Chiudo il pc, e mi alzo dalla sedia.
"Che hai combinato?" chiedo divertito, uscendo dallo stanza.
Alzo gli occhi su di lui.
"Santo cielo Kaito!" esclamo spaventato.
Aveva entrambe le ginocchia sbucciate a sangue, le mani terribilmente “rovinate”, e alcuni tagli irregolari sul volto.
"Cosa è successo?" gli chiedo preoccupato correndo da lui.
"Sono caduto dalla bicicletta." mi dice triste.
"Com'è successo?" gli chiedo aiutandolo ad entrare in casa.
"Un micetto mi ha tagliato la strada...ero distratto...ho sterzato all'ultimo secondo...e ho perso l'equilibrio Master..." mi spiega calmo.
"Potevi chiamarmi stupido." gli dico in ansia.
Non lo lascio rispondere.
"Perché non mi hai chiamato?" continuo agitato.
"Ma…perchè il Master stava lavorando..." mi dice sereno.
L'aiuto a sedersi sul divano:
"Per la miseria Kaito...ne abbiamo già parlato." quasi lo riprendo.
Lui in tutta risposta abbassa gli occhi mortificato.
Sospiro.
"Dove sei caduto?" gli chiedo accarezzandogli la testa.
Ci pensa un paio di secondi:
"Vicino alla sesta strada, sulla San Vincente Boulevard!" mi risponde poi abbastanza sicuro.
"E hai fatto tutta quella strada a piedi?" gli chiedo sconvolto.
"Non mi faceva così male." mi risponde osservandomi con i suoi occhioni.
Sospiro rassegnato.
Tanto con il mio piccolo neko era così.
Non mi avrebbe mai disturbato durante il lavoro.
"Hai sbattuto la testa, cadendo?" gli chiedo preoccupato.
"No Master." mi risponde sereno.
"Ti fa male da qualche parte?"
"No Master."
"Va bene, aspetta qui...vado a prendere il kit." gli dico pizzicandogli la punta del naso.
Lui mi sorride con affetto.
Ritorno da lui con l'occorrente.
"Sei sicuro che è tutto a posto?" gli chiedo preoccupato.
"Sì Master...a posto" mi risponde sottolineando la cosa con un lieve sì del capo.
Lascio cadere l’acqua ossigenata sul cotone.
Guardo le ginocchia.
"Deve essere stata davvero una brutta caduta." penso un po’ nel panico.
"Ma che cazzo...non ti ha visto nessuno?" gli chiedo appoggiando con calma il cotone vicino al ginocchio destro, che sanguinava senza sosta.
"Non lo so Master..." mi risponde vago.
"Nessuno ti ha aiutato?"
"Sono corso a casa."
"Ho capito." gli dico concedendogli un piccolo sorriso.
Non volevo che credesse che fossi arrabbiato con lui.
In verità non lo ero, ma niente gli impediva di credere una cosa simile.
Infondo era solo caduto, una cosa che succede a tutti.
M’inginocchio davanti a lui.
"Vieni…appoggia il piede sul mio ginocchio…così vado meglio." gli spiego calmo.
Gli prendo con delicatezza il polpaccio, aiutandolo ad appoggiare il piede.
L’ ovatta entra in contato con la pelle sanguinante.
"Ahia!" esclama subito dolorante.
"Sta fermo Kaito." gli dico tranquillo.
"Ahio!" mi dice di nuovo.
"Mi fa male Master!"
"Ahi!" afferma di nuovo triste.
"Kaito…non ti muovere."
"Ahi ahi!"
"Sta fermo…porta pazienza."
La garza lo tocca di nuovo.
Nascondo il ginocchio dietro una semplice fasciatura.
Mi occupo del sinistro.
Pulisco il sangue e bendo.
Applico un cerotto su di un taglio ben visibile sulla gamba sinistra.
"Fammi vedere le mani."
Mi mostra i palmi.
Sospiro di nuovo in ansia.
Le mani erano completamente ferite.
" Sei caduto in strada?" gli chiedo.
"Sì Master." mi risponde subito.
Mi occupo subito della mano destra, quella che probabilmente ha messo giù per prima.
"Master..." mi chiama infastidito.
"Lo so...brucia." gli dico.
Gli raccolgo l'arto ferito e inizio a soffiare sul taglio.
Fascio entrambe le mani, dopo averle pulite per bene.
Alla fine mi occupo del volto.
Per fortuna aveva solo due brutte lacerazioni, niente di serio.
Disinfetto i primi tagli, visibili vicino al mento.
Li nascondo con una compressa anti-aderente.
"Seriamente Kaito…se la prossima volta succede una cosa del genere…".
"Farò attenzione…" m’interrompe sicuro.
"No, non è questo…" gli rispondo con rammarico.
"Sì, devi fare attenzione quando sei per strada…soprattutto quando sei solo…" gli spiego.
"…Ma se cadi e ti fai male in questo modo, tu devi chiamarmi."
"Anche se lavori Master?" mi chiede stranito.
"Sì anche se lavoro o se sto dormendo."
"Tu puoi chiamarmi in qualsiasi momento."
"Ma Master…"
"Ci sei prima tu Kaito, e poi il resto del mondo." lo interrompo sicuro.
Alzo gli occhi e incrocio i suoi.
Il sorriso del mio neko s’irradia sul suo volto.
"Grazie Master." mi sussurra felice.
Gli sorrido con affetto.
"Che sciocco che sei piccolo mio." penso con tenerezza.
Poi mi preoccupo del singolo taglio sulla guancia destra.
"E se ti eri slogato la caviglia?" gli chiedo preoccupato.
"Che cosa avresti fatto?"
"…"
"Kaito…"
Lavo via il sangue.
"…Quando ti metterai in testa che non sei un peso per me?".
"Ma lo so Master…"
"E allora perché ti fai tanti problemi…non sei un disturbo per me, cucciolo."
"Hai capito?" gli domando serio.
"Sì Master!"
"Mi chiamerai o meglio…" mi corrego prima di riprendere.
"…mi disturberai da oggi in poi?"
"Sì Master…" mi risponde ridacchiando.
"In qualsiasi momento, e non di rado come fai di solito?"
" Sì Master."
"Promettilo." gli dico con tono sicuro.
"Ma Master non si promette su queste cose." mi dice quasi offeso.
"Ah, se non lo prometti non ti credo."lo riprendo con fare scherzoso.
"E va bene…" mi risponde sospirando.
"…Lo prometto." mi dice contento segnandosi il cuore.
"Fai piano con la mano." affermo divertito.
Il sangue del taglio non vuole fermarsi.
Prendo un altro pezzetto di cotone e lo bagno di nuovo con l’acqua ossigenata.
Il disinfettante gli da fastidio.
Tanto che il suo volto si sfigura dal dolore.
Soffio delicato sul quel taglio che mi fa paura.
"Va meglio?" gli chiedo sollevandogli il volto per vedere meglio il “graffio”.
Annuisce senza dire nulla.
Lo disinfetto un altro po' per sicurezza.
Poi preparo il cerotto.
L'applico con calma.
"Ecco fatto." gli dico un po' tranquillo.
Gli bacio la medicazione appena fatta.
"Povero piccolo." gli dico incrociando i suoi occhietti tristi.
Chiudo il kit e mi rialzo.
Lo fisso un po' con aria severa, soffermando le mani sui fianchi.
"Allora hai niente da dirmi?" gli chiedo.
"Ho rotto il vetro della lucina anteriore." mi dice rapido.
Mi trattengo dal ridere.
"Ma chi se ne frega della bici Kaito..."inizio quasi offeso.
"…l'importante è che non ti sia fatto male gravemente." gli dico sincero.
"Allora?" gli ripeto curioso.
"Scusa Master...non volevo farti preoccupare." mi dice subito.
Gli sorrido intenerito.
Niente, era fatto così.
"Non volevo sentire questo..." gli dico semplice.
Gli pizzico la punta dell'orecchio destro, tirandoglielo un pochino, con fare giocoso.
Il mio dolce neko chiude l'occhio sottostante, inclinando un po' il capo.
Mi sorride biricchino.
Lo sto rimproverando è vero, il suo orecchio e stretto tra mie due dita, ma non gli sto facendo male.
"Sai perchè questo è successo?" gli chiedo severo.
"No Master." mi risponde subito.
Vedo le sue guance colorarsi un po’ di rosso.
La sua coda muoversi lenta, in attesa di chissà cosa.
"Questo è successo perchè vai sempre di fretta."
"Ma anche il Master, va sempre di fretta." mi dice onesto.
Lo lascio andare, e gli accarezzo la testa:
"E' vero il Master va sempre di fretta...perchè ha sempre delle scadenze da rispettare..."
"Davvero?" mi chiede come se la cosa fosse nuova.
"Ed io non ne ho?" mi chiede curioso.
"Non ancora…tu hai solo un sacco di tempo da impiegare come meglio credi."
"E perché?" mi domanda ancora.
"Ma perché tu sei giovane...nessuno ti corre dietro." gli spiego.
"Ma il Master non è vecchio."
Sorrido felice per via del suo complimento e della sua bontà d'animo.
"Ma sono adulto...tu sei solo un ragazzo...devi goderti la vita finché puoi...senza problemi."
"Problemi?"
"Di che tipo?"
Rido rallegrato.
"Non è affar tuo piccolo…" gli dico sincero, con un che di scherzoso nella voce.
"Ci sono problemi Master?" mi chiede sorpreso.
Il suo musino triste si rispecchia nei miei occhi.
"Tu non ti devi preoccupare di questo Kaito..." gli rispondo per tranquillizzarlo.
Gli accarezzo la testa.
Lo sento scodinzolare con energia.
"Molti dei miei problemi neanche te li racconto piccolino." penso tra me.
"Master...sei triste?" mi chiede poi.
"Solo un po'." gli rispondo con un semi sorriso.
"E' perchè mi sono fatto male?"
"Sì…anche per questo…"
"…in verità la cosa ha aumentato la mia agitazione." gli dico serio.
"Master...mi dispiace..." si scusa subito con me in preda al “panico”.
"No Kaito...non ti devi scusare...tu non ne hai colpa." confesso tranquillo.
"E’ stato solo un incidente." gli ricordo solare.
Ma in egual modo mi rabbuio.
Sono distratto.
E non riesco a concentrarmi.
"Stai bene?" mi chiede ancora.
Annuisco senza guardarlo.
"Che cosa succede Master?" mi chiede poi vedendomi giù.
Accenno un sorriso timido.
"Lo vuoi sapere davvero?" gli chiedo.
"Certo Master…"
"Oggi ho parlato con Nathan..."
"Ti ha dato un’idea?"
"No, al contrario..."
"…in pratica mi ha “obbligato”..." inizio formando quelle piccole virgolette con le dita.
"...a occuparmi della proposta fattami."
"E a te non va?"
"Non è che non mi va…è solo che è stato deciso tutto così di fretta…"
"Il mio Master non è mai andato d'accordo con quella casa editrice." dice quasi arrabbiato incrociando le braccia seccato, e le sue guanciotte si gonfiano nervose.
"I cerotti sul suo volto ora sembrano più grandi." penso distratto.
Sorrido e annuisco:
"Sì, hai ragione." confermo.
"Ma è stato pur sempre l’unica che ha accettato i miei lavori."
Mi guarda per un paio di secondi:
"Il Master non ha più voglia di scrivere?".
"In un certo senso."
"Ma questo non va bene Master."
"E’ solo una cosa temporanea." gli dico con un mezzo sorriso.
"E se il Master non vuole più scrivere?" mi chiede nervoso.
Sospiro.
Era una cosa a cui non avevo mai pensato.
E di certo non volevo iniziare a pensarci adesso.
Non mi avrebbe aiutato molto.
Avevo già il morale a terra.
"Senti cucciolo posso farti una domanda?" gli chiedo tranquillo, anche per cambiare argomento.
Mi siedo al suo fianco.
"Certo Master..." mi risponde solare.
"Tu hai qualche corso estivo?" domandò curioso.
"No Master..."
"Ti fa voglia di un piccolo viaggetto…?"
"Un vacanza fuori casa?!"
"Era un’idea."
"Mi piace molto Master!"
"Dove ti piacerebbe andare?" chiedo solo per sapere.
Io infondo nella mia testa avevo già deciso.
"Io…"
Ci pensa un po’ su, elencando di tanto in tanto alcuni luoghi:
"…Vediamo…"
"…Irlanda…Londra…Marocco…Egitto…no, ci siamo già stati…Venezia…" continua a sussurrare tra se e se, tenendo il conto sulle dita.
Si ferma.
"Ha deciso!" penso felice.
Mi guarda.
Abbassa le orecchie, e muove un po’ la coda.
Il suo labbrino trema appena.
"…Kaito? Che cos’hai?" gli chiedo smarrito.
Ma dentro sto morendo dalle risate.
Aveva un faccino talmente buffo.
"…Uffa Master…il mondo è troppo grande…"
"Lo può decidere il Master?" mi supplica speranzoso.
"Molto bene..." gli dico soddisfatto.
"Prepara le valigie..." gli dico accarezzandogli le orecchie.
La sua faccina allegra, dagli occhi vivi e dal musino gioioso e appagato, mi deliziano il cuore.
"Domani partiamo per il Giappone."



Note dell'autrice:
Eccoci qui con il terzo capitolo?! *W*
Mi rendo conto che è inutile e di passaggio, ma senza questo non si partiva, senza questo  non sarebbero nati una serie di eventi e di personaggi molto importanti, non solo per me, ma anche per il nostro Nick! v.v
Beh, aspetto vostre notizie! ^-^ 


Grazie mille per tutto. :)
Bacio ^3^
Chris.


 
  
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