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Autore: MandyCri    23/02/2013    6 recensioni
Jack Grant è bello ed è il ragazzo più in vista e popolare di tutto il liceo.
Intelligente, ricco e ben dotato.
Il suo hobby preferito è collezionare ragazze e non francobolli.
Jenna Taylor è bella, ma si nasconde sotto felpe sbiadite e jeans abbondanti.
La sua vita ruota intorno a film romantici, pop corn e sogni ad occhi aperti con l'inseparabile amica Tess.
Jenna non sa nemmeno cosa vuol dire stare con un ragazzo... ma forse Jack glielo insegnerà.
Una storia normale, romantica e spero divertente, ma senza pretese.
E' la prima volta che mi cimento nella classica storia del ragazzo affascinante e del brutto anatroccolo...
Vediamo cosa ne verrà fuori!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'amore non è bello se non è litigarello'
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Grazie di cuore a PinkyCCh per aver creato per me questo bellisimo trailer.
Guardatelo, perchè merita ed è stupendo.
E' un regalo stupendo e non la ringrazierò mai abbastanza per aver perso il suo tempo per me.
Grazie di CUORE.

TRAILER
DI
UN SACCO DI PATATE.
L'AMORE NON E' BELLO SE NON E' LITIGARELLO


by PinkyCCh

http://www.youtube.com/watch?v=ZFqV8Dj9lFY&feature=youtu.be

CAPITOLO 2
 
Non l’aveva vista all’intervallo.
Adesso si aggirava come un felino per la mensa, con il vassoio in mano, in cerca della ragazza stracciona. Tom e Alex lo seguivano a ruota, protestando ogni volta che procedeva oltre un tavolo libero o “interessante”.
- Jack! – si girò di scatto e riconobbe subito la biondina del venerdì sera – Vieni, ti ho tenuto il posto – lo incitò lei sbracciandosi.
Strabuzzò gli occhi e fece un segno di saluto alla ragazza, distogliendo subito lo sguardo.
Questa non ci voleva!, pensò agitato.
Cercò disperato tra la miriade di studenti il primo tavolo disponibile, a questo punto tutti i suoi piani erano rimandati, perché adesso doveva pensare solo alla sua sopravvivenza e scappare dalla biondina tettona.
Fu in quel momento che vide la straccionaseduta con un’altra ragazza sua simile e cioè un’altra sfigata, al tavolo più nascosto di tutta la mensa, si diresse a passo sostenuto verso di lei, sentendosi addosso gli sguardi perplessi dei due amici.
- Ciao! – disse, sedendosi davanti alla ragazza con cui si era scontrato la mattina.
Le due ragazze lo guardarono e sgranarono gli occhi, ammutolendo di colpo.
- Jack… sei forse impazzito? – gli sibilò Alex ad un orecchio, sistemandosi, però, al suo fianco da bravo apostolo.
Fece spallucce evitando di guardarlo negli occhi e si concentrò sulla sua preda – Stai bene?
La ragazza arrossì violentemente – Si… - mormorò.
Era evidente il suo disagio e d’altra parte anche lui si sentiva in imbarazzo.
Era la prima volta in cinque anni che si sedeva con due sfigate. Era una gran seccatura effettivamente. Cancellò subito quel pensiero, perché voleva la sua vendetta.
Quella stracciona l’aveva mandato a quel paese, quella si era preso gioco di lui: Jack Grant! Non poteva fargliela passare liscia. No di certo!
Anche se nessuno aveva visto l’atteggiamento impertinente che aveva avuto nei suoi confronti, gliela voleva far pagare. La voleva umiliare come lei aveva fatto con lui.
- Il compito come è andato? – chiese con gentilezza calcolata – Ah giusto… che sbadato, non ci siamo ancora presentati, io sono Jack – disse allungando la mano.
La ragazza guardò l’amica che li stava osservando esterrefatta – Piacere Jenna – balbettò infine.
Fecero tutte le presentazioni di rito. I suoi amici si erano immusoniti e ogni tanto borbottavano tra loro infastiditi e risentiti, però a Jack non interessava.
Fissava Jenna e si rese conto di non riuscire a staccarle gli occhi di dosso. Quella ragazza lo incuriosiva parecchio.
Era carina, peccato quei vestiti così sciatti… - Allora il compito? – domandò per tagliare il silenzio pesante che era calato sul loro strano gruppo.
- Spero di non rovinare la mia media, ce l’ho messa tutta, anche se arrivare in ritardo non mi ha aiutata per niente – gli rispose sconsolata.
- Bene, allora vuol dire che non è andato proprio così male… - le fece un largo sorriso.
Jenna si illuminò e poi scoppiò a ridere.
Fu in quel preciso momento che Jack avvertì una fitta strana allo stomaco – Perché ridi? – chiese quasi impaziente di sentire la risposta.
- Jack, la mia media è del quattro, spero solo di non averla abbassata ulteriormente… - disse scoppiando a ridere nuovamente.
Lo stava prendendo in giro? Ancora?
Cioè, era lei la sfigata!
L’osservò di sottecchi, era bella e nonostante quei vestiti larghi, aveva notato i polsi stretti e il seno prosperoso. Chissà com’era sotto quella stoffa…
Aveva lunghi capelli lisci, anche se raccolti malamente in una specie di coda alta tutta spettinata, due incredibili occhi verdi contornati da lunghissime ciglia nere. La pelle era chiarissima e sul grazioso naso alla francesina c’erano stampate diverse lentiggini che le davano un’aria birichina.
Una bellezza rara e delicata.
La vide diventare rossa sotto il suo sguardo insistente e le regalò uno di quei sorrisi che facevano capitolare le ragazze ai suoi piedi.
Jenna arrossì ulteriormente, lo fissò un attimo e poi abbassò lo sguardo, coprendosi le guance colorite con le mani.
Il tempo del pranzo passò in un lampo.
Dopo il primo momento di imbarazzo, avevano chiacchierato del più e del meno, con Alex e Tom aveva intrattenuto le due ragazze raccontando loro diversi aneddoti simpatici sul pre e post partita all’interno degli spogliatoi.
Nonostante le proteste iniziali, anche Tom e Alex si erano divertiti.
Tess, l’amica di Jenna, era un tipo silenzioso, però le poche volte che aveva detto qualcosa, se ne era uscita con delle battute esilaranti che li aveva lasciati scioccati.
Non era bella come Jenna ed era vestita in un modo pietoso. Il fucsia non le donava per niente, tuttavia la scollatura aveva catturato la completa attenzione dei due suoi amici, soprattutto quella di Alex che aveva una fissa per le tette astronomiche.
Si era divertito a dare all’amico diverse gomitate e a sussurrargli – Abbassa lo sguardo!
Il ragazzo lo mandava velatamente a quel paese e arrossiva, perché sapeva che Jack l’avrebbe preso in giro per un bel po’ di tempo! Però, nonostante questo, i suoi occhi si andavano a riposizionare sempre sullo stesso punto.
Guardò l’orologio – È tardi! Andiamo ragazzi… - si alzò – Allora ci si vede in giro, ok? Ciao ragazze – disse guardando direttamente Jenna.
- Ciao – risposero all’unisono le due amiche.
Si diresse verso l’uscita della mensa insieme ai suoi compagni, poi si fermò di colpo, estrasse i due bigliettini argento e ritornò, d’impeto, su suoi passi.
Posò i due inviti sul tavolo sorridendo tra sé e sé nel vedere l’espressione sbigottita dipinta sul volto di Jenna – Mi farebbe piacere se veniste alla festa del mio compleanno – disse.
- Noi non… non credo… - balbettò Jen che era sbiancata incredibilmente.
- Veniamo – la interruppe Tess, afferrando i biglietti e facendogli l’occhietto.
- Bene allora ci vediamo, ciao ragazze, portate il costume, mi raccomando! C’è una bella piscina riscaldata… – si allontanò con le mani nelle tasche, non riuscendo a capire, perché si sentisse così felice.
 

***

 
- Sei impazzita! Io non ci vado alla festa di quello stronzo figlio di papà! In costume poi? Ma dico… ti sei persa il cervello per strada? Santo cielo Tess! Ma credi che cambierà qualcosa per noi due, solo perché, Mister Sono il più bello della scuola si è degnato di pranzare con noi? No! Quello vuole qualcosa! Ne sono sicura, non mi fido! Vedrai, starà preparando qualche scherzo… non voglio essere umiliata da uno come lui, sai cosa significherebbe? Tutti sarebbero autorizzati a trattarti così… Voglio continuare a vivere nell’anonimato, facendo finta di non sentire i commenti che fa la gente come lui nei corridoi, quando passiamo. Quelli li sopporto, perché sono solo parole! Ma non riuscire a digerire scherzetti e dispetti! Ma si può sapere cosa ti è passato per quella testa che ti ritrovi? – Jenna parlò senza nemmeno prendere il respiro.
Le parole le uscirono tutto d’un fiato. Si sentiva bruciare il viso dalla rabbia.
Si mise a braccia conserte, battendo nervosamente il piede e guardando l’amica con un’espressione inequivocabile di rimprovero – Allora non hai niente da dire? – continuò imperterrita.
- Uff… Jenna come sei pesante! È la nostra occasione per fare qualcosa di divertente. Per realizzare un desiderio. Chi se ne frega di quello che dicono di noi, andiamo alla festa, mangiamo, beviamo e ci divertiamo. Io e te! Sarebbe carino passare un sabato diverso dal solito. Tra l’altro questo week end, sarebbe il turno di “Pretty Woman” sono stufa di vedere Richard Gere salire quella maledetta scala! Dai! Sii sincera… quante volte abbiamo sognato che Jack Grant ci invitasse alle feste del dopo partita? Quante volte abbiamo fantasticato su di lui? Un bacio, una carezza o anche un semplice saluto? Ci ha invitate alla festa del suo compleanno, non so se rendo! La festa più fica di tutto l’anno. L’evento! E tu non vuoi andarci perché credi ti voglia tirare un brutto tiro o perché non vuoi indossare un costume? Tu che sei perfetta? Cosa dovrei dire io… così mi offendi! E poi perché dovrebbe avercela con te? Su andiamo Jenna, ti stava mangiando con gli occhi. Quello è cotto te lo dico io…
Jenna alzò gli occhi al cielo.
Anni e anni di film romantici e pop corn al microonde avevano devastato il cervello della sua più cara amica, ormai era certo!
Ma cosa stava blaterando?
Jack Grant interessato a lei? Jenna Taylor la sfigata! Impossibile… lui voleva qualcosa, ancora non sapeva esattamente cosa, ma presto o tardi, purtroppo l’avrebbe scoperto a sue spese. Di questo ne era sicura.
- E va bene andiamo, ma ti avverto Tess, se vedo che c’è qualcosa che non mi quadra me ne vado immediatamente che tu voglia o no! – disse arrendendosi di fronte all’espressione da cerbiatto ferito dell’amica che le stava facendo pure il “labbrino”.
- Ehi… comunque tu mi devi dare delle spiegazioni… come caspita hai fatto a far si che Jack Grant ti notasse? No… te lo chiedo, perché se sono stati quegli orribili jeans che indossi, me ne vado a comprare un paio anch’io…
Jenna le diede una sberletta sulla testa per rimproverarla, la prese sottobraccio e insieme si avviarono fuori dalla mensa ridendo.
Trascorse le altre ore di lezione nella distrazione più totale. Gli occhi di Jack la stavano perseguitando. Aveva ripercorso mentalmente tutta l’ora trascorsa in mensa con il ragazzo che la guardava e le sorrideva e non riusciva a togliersi dalla mente il sorriso di quello stronzo! Per non parlare degli occhi e di tutto il resto.
Era malata! Non c’era altra spiegazione, non poteva aver davanti agli occhi in continuazione quell’elemento! Appena arrivata a casa, doveva assolutamente misurarsi la febbre.
Quando finalmente tutte le lezioni finirono, aspettò Tess alla fermata dell’autobus.
L’amica era in ritardo, cosa molto strana.
Jenna vide passare sconsolata l’autobus che le avrebbe dovute portare a casa, lanciò qualche insulto all’indirizzo dell’amica e poi si impose di restare calma.
Pazienza avrebbero aspettato altri quindici minuti, sempre se Tess si degnava di arrivare!
Passarono altri cinque minuti e Jenna si decise di mandarle un messaggio, stava per premere invio, quando la vide arrivare. Stava chiacchierando fittamente con il ragazzo che avevano conosciuto in mensa. Alex, l’amico dello stronzo.
Jenna si insospettì.
Ma cosa stava succedendo quel giorno?
Jack Grant che parlava e mangiava con loro e le invitava addirittura alla sua mitica festa di compleanno e adesso Alex che chiacchierava con la timida e tonda Tess?
C’era qualcosa che non andava. Tutto le sembrava sospetto.
Tess le si avvicinò con un immenso sorriso sulle labbra – Ciao amo! – la salutò sprizzando gioia da tutti i poro - Alex è qui in macchina, dice che ci accompagna lui a casa, visto che abbiamo perso l’autobus, per te è ok?
Jenna la guardò di sottecchi. Non le piaceva per niente questa cosa.
L’amica aveva un’espressione implorante, si vedeva che ci teneva molto e del resto non poteva darle nessun torto. Alex era veramente un bel ragazzo. Alto, slanciato, capelli biondi con un taglio corto, quasi militare e due occhi nocciola, molto espressivi, contornati da lunghe ciglia.
Il ragazzo si avvicinò a Tess e con molta naturalezza le sistemò gli occhiali che ancora una volta erano scivolati sulla punta del naso, poi le sorrise guardandola direttamente negli occhi. L’amica diventò color porpora, ma ricambiò quel sorriso. In quel momento Jenna si sentì in più.
– Tess vai tu, io aspetto l’autobus, non ci sono problemi – disse abbassando lo sguardo.
- Jenna… ti prego… mi piacerebbe che ci accompagnasse, è simpatico… - le si avvicinò di più come per non farsi sentire da nessun altro sussurrò – Mi piace… non so se l’hai capito…
 – Tess… tu vai tranquilla, io tra l’altro devo scendere la fermata prima della nostra per andare al supermercato, non farti problemi – la spinse delicatamente verso Alex – Vai, su… - la incitò.
L’amica la guardò riconoscente, poi l’abbracciò – Io ti amo! – mormorò.
Jenna scoppiò a ridere – Fila via! – la rimproverò.
Osservò i due ragazzi avviarsi verso il parcheggio e sospirò profondamente.
Chi l’avrebbe mai detto che uno dei ragazzi più carini della scuola parlasse proprio con la sfigata e cicciona Tess? Non era gelosa, anzi era proprio felice per l’amica, però aveva anche paura.
Non voleva che nessuno le facesse del male, era come una sorella per lei.
Se quell’Alex la stava prendendo in giro, gliel’avrebbe fatta pagare, in un modo o nell’altro.
Allungò la felpa ancora più verso le ginocchia e si avviò tristemente verso la fermata dell’autobus, sola come un cane.
Quando il mezzo finalmente arrivò, si sistemò nel posto in fondo vicino al finestrino.
Osservò distrattamente il paesaggio scorrere davanti ai suoi occhi.
Era nervosa per un sacco di ragioni.
Lo scontro-incontro con Jack Grant, il compito di matematica e per finire Tess e Alex che tornavano a casa insieme.
Senza Tess si sentiva persa.
Si diede della stupida un miliardo di volte. Aveva paura che la nascita di questa nuova amicizia tra la sua migliore amica e quel ragazzo potesse in qualche modo ledere il loro rapporto ormai consolidato da anni.
Tra l’altro, nessuna delle due aveva mai avuto un ragazzo e quindi non poteva nemmeno sapere come si sarebbe comportata Tess con lei, se per caso qualcuno fosse entrato nella sua vita.
Qualche pensiero maligno fece capolino al suo cervello, ma cercò di scacciarlo subito come era venuto.
Non era giusto pensare certe cose solo perché non voleva ritrovarsi sola.
Tess era la sua migliore amica e meritava tutta la felicità del mondo.
Si sentì meschina solo per aver sperato che Alex magari la stesse prendendo in giro e le avrebbe spezzato il cuore, solo perché così Tess sarebbe corsa a piangere da lei.
Stava cambiando tutto e lei non era ancora pronta. Stavano diventando grandi.
Voleva continuare a passare i sabato sera con la sua migliore amica, guardare i soliti vecchi film e piangere sempre per le stesse scene. Spargere i pop corn per il divano e poi ricercare i pezzettini perduti, quando avevano finiti quelli nella terrina.
Poi perché Alex avrebbe dovuto prendere in giro Tess?
In fin dei conti nessuno lo aveva obbligato a fermarsi a parlare con lei e, tanto meno, a chiederle di accompagnarla a casa.
Era Jack Grant la persona di cui non si fidava.
Lui voleva qualcosa e lei lo avvertiva chiaramente!

   
 
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