Anime & Manga > Black Lagoon
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Autore: DarkLucifer    23/02/2013    4 recensioni
Una nuova ditta di spedizione, una ciurma di anime perdute,un nuovo implacabile nemico...l'equilibrio di potere a Roanapur sarà messo in pericolo?
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Tally-ho!! Chi è il miglior hacker del mondo??? Yeaah baby!!” la voce di Benny risuonò nella stanza, rimbombando con forza.
“Ehi ehi, calma, cowboy … ce l’hai fatta?”
Benny si voltò verso la porta del bagno, dove ora si stagliava la bionda figura di una ragazza di giovane età, circondata dalla nuvola di condensa di calore che ancora usciva dalla porta, testimone della doccia appena terminata.
I lunghi capelli biondi e umidi erano raggruppati in una coda dietro la testa, ed il corpo, giovanile e tonico, era coperto unicamente da un asciugamano.
“Sì, baby!” esclamò Benny, estatico anche se con delle grandi occhiaie, che ben evidenziavano le lunghe ore appena spese a reperire i dati contenuti nella chiavetta Usb.
 
Sei ore prima, usciti dallo Yellow Flag, Benny e Dutch erano andati direttamente alla base della Black Lagoon, troppo presi dall’eccitazione del momento per ricordarsi dell’arrivo, previsto un’ora prima, della giovane fiamma di Benny a Roanapur.
Arrivati alla nave ed in procinto di entrarci, Benny fu colpito da una gran manata sulla nuca che lo fece sobbalzare e lo costrinse ad indietreggiare.
Prima che l’aggressore potesse continuare il suo assalto, Dutch fece valere la sua agilità e la sua mole per bloccare velocemente quella sagoma minuta al suolo, puntandogli anche addosso l’arma.
“Ehi Ehi, Dutch! Fermati, è Jane!”
Dutch, circospetto, confermò le parole del tecnico, e, più tranquillo, si affrettò a spostarsi da quella posizione.
Stizzita, la ragazza parlò, alzandosi e togliendosi la polvere della strada di dosso:
“Ecco quello che succede a venire a trovare il proprio fidanzato in questa città di pazzi scatenati! Non solo devo aspettare ore e ore ad un porto pieno di schifosi bruti che mi chiedono quanto sia il mio tariffario, ma ora vengo anche malmenata da chi dovrebbe difendermi: è il colmo!”
Benny si avvicinò a lei, cercando di accertarsi che stesse bene, ma venendo prontamente respinto.
“E tu non ti permettere di fare il carino con me! Sei responsabile di tutti i guai che la tua città di merda mi ha procurato e ti permetti anche di fare il ruffiano? Oh ma stavolta non te la caverai così a buon mercato,mi hai capit”
Dovette interrompersi, in quanto il tecnico della Lagoon la zittì, baciandola appassionatamente e con trasporto: un bacio a cui, suo malgrado, si era dovuta arrendere.
“Mi farete cariare i denti, se continuate così” commentò Dutch, sarcastico “Benny, ti devo proprio ricordare che non è il momento di queste frivolezze? Abbiamo ben altro tra le mani!”
“Il solito tatto, eh?” gli rispose Jane con acidità, fulminandolo con lo sguardo, prima che Benny avesse il tempo di rispondere. “Perché non ti levi”
“No, Jane, ha ragione …” si intromise Benny, interrompendola “le cose stanno peggiorando rapidamente: perché non entri con noi, che ti aggiorno?”
Lei lo guardò con uno sguardo ammiccante, già libero della frustrazione precedente, e sussurrò:
“Non si corre il rischio di annoiarsi, con te, vero? Va’ bene, ma ricordati che me la pagherai, signor Benny”.
Così, entrati, i due avevano raccontato a Jane i punti essenziali della vicenda di quei giorni, lasciando volutamente da parte i dettagli che avrebbero potuto metterla in pericolo se fossero trapelati, come i dettagli sui personaggi dell’altra compagnia.
Si trovavano ora nella stanza di Benny, e stavano cercando di visionare il contenuto della preziosa chiavetta USB, il quale, a quanto pareva, non conteneva alcun pericolo per i preziosissimi pc, ma una lunga lista di file criptati che avevano immediatamente acceso l’interesse dell’hacker californiano.
Nonostante le sue ampie conoscenze, Benny aveva dovuto in fretta ammettere che chiunque aveva criptato quei file, doveva essere un grande esperto d’informatica, così bravo da mettere in difficoltà persino lui.
Aveva iniziato allora a mettere in campo tutte le sue armi pesanti, come i programmi speciali di decrittazione, scritti pochi anni prima quando ancora lavorava contro il servizio informatico statunitense, ma nonostante questo, la sfida lo aveva tenuto impegnato per sei ore di fila, facendogli escludere tutto ciò che lo circondava.
Nonostante il suo grado di concentrazione, non potè non notare che durate tutte quelle ore, di Revy e Rock ancora nessuna traccia. Nonostante non fosse la prima volta che i due si concedevano qualche passeggiata per le strade della città, Benny non potè non sentirsi in ansia per loro, visto il nuovo e pericoloso nemico che avrebbero dovuto affrontare a breve.
 
“Si Baby” aveva risposto Benny orgoglioso a Jane “Alla fine il migliore in quello che faccio sono sempre io!” disse spavaldo, socchiudendo gli occhi con soddisfazione.
“Beh allora mi sembra giusto che tu … ti goda il tuo premio” disse, seducente, sfilandosi l’asciugamano e lasciandolo cadere a terra.
Benny arrossì un po’, ma si alzò in piedi con un sorriso, rimirandola, e dicendo a voce bassa:
“Perché no, potrei anche abituarmici”.
Purtroppo Dutch scelse proprio quel momento per entrare nella stanza, dicendo:
“Ti ho sentito urlare, Benny-boy, sei forse riuscit”
Ma il resto della frase fu interrotto dall’urlo imbarazzato di Jane, che con uno scatto fulmineo si chinò a raccogliere l’asciugamano per terra e fiondarsi in bagno, chiudendosi la porta alle spalle con uno schianto ed urlando: ”Nella caverna dove sei nato non si bussava???”.
Dutch accennò un mezzo sorriso, ma decide di lasciar perdere ed andare invece al punto focale della questione.
“Benny-boy, sei riuscito?”
Il tecnico, con un gran sorriso ed ancora un po’ di rossore sulle guance, alzò il pollice in segno di vittoria.
“Ottimo, amico mio!” disse Dutch gioviale, con una gran pacca sulla spalla del suo tecnico “Sapevo di fare un ottimo acquisto per la Lagoon Society! Hai già per caso dato un’occhiata?” chiese.
“In realtà non ancora, volevo che ci fossimo tutti … e quei due ancora non si vedono”.
Dutch strinse gli occhi, pensieroso.
“Sono convinto che saranno presto di ritorno. Inoltre “aggiunse poi con un sorriso “sono sicuro che, se fossero stati attaccati in strada, Revy sarebbe stata sufficiente per procurare il casino necessario per scappare, o per lo meno per allertare tutta Roanapur. Fammi vedere cosa nascondevano quei tipi, Rock e Revy possiamo aggiornarli noi”.
“Il capo sei tu” disse Benny e si rimise al computer, estraendo le varie informazioni, ormai libere dalle numerose armature e sovrastrutture che il tecnico della HSC aveva sapientemente piazzato.
“Sembrano tutti database che raccolgono gli ordini e le spedizioni” disse Benny sfogliando i dati.
Entrambi i membri della Lagoon strinsero i pugni quando videro che la stragrande maggioranza delle ordinazioni proveniva da quelli che solo poco tempo prima erano i clienti della Lagoon.
“Ci dev’essere un modo di risalire alla loro base, da qui” disse Dutch “non possono organizzare tutti i traffici nei magazzini della città, dovranno pure tenere un’armeria ed un deposito speciale!”
“Ma certo Dutch!” esclamò Benny all’improvviso “Guarda qui, conosciamo la maggior parte dei magazzini e dei rifugi delle organizzazioni della città, perché non possono averli cambiati tanto in fretta. Basterà fare un controllo incrociato, escludendo quelli che sappiamo per certo di poter escludere e scommetto una cena che ne rimarrà fuori solo uno!”.
“Geniale Benny! Allora …”.
I minuti passavano in fretta, e in non più di dieci minuti, e mentre Jane li aveva raggiunti, finalmente vestita, i due uomini avevano ormai escluso tutte le destinazioni: tutte tranne una.
“Bingo!” esclamò Benny.
“Conosco il posto” si affrettò a dire Dutch “molto bene, ora non ci resta che”.
“Fare saltare quei maiali per aria?” la voce roca e atona di Revy li fece gelare dov’erano: nessuno dei due l’aveva sentita arrivare.
Si voltarono tutti a guardarla.
Revy era in condizioni terribili.
I capelli, di solito raccolti in una coda, erano in disordine e liberi, gli occhi tanto rossi da sembrare insanguinati e un’espressione quasi assente, in cui l’oscurità lambiva anche i begli occhi una volta castani. Di Rock nessuna traccia.
“Ehi socia” cominciò Dutch, circospetto e cauto “non ti abbiamo sentita arrivare. Siamo riusciti a capire dove sono quei bastardi, ed ora ci serve un piano … dov’è Rock?”.
Revy fece una smorfia a quel nome, e rispose subito, atona e con un che di definitivo:
“Dimenticatelo”.
I morsi della tensione iniziarono a farsi sentire, e Benny iniziò a sudare freddo, pensando alle possibili implicazioni di quella frase.
“Che vuol dire: dimenticatelo?” chiese Dutch, sempre cauto ma ora anche con una certa impazienza “Cos’hai fatto, Two Hands?”
“Quello che andava fatto, capo” disse Revy sempre senza espressione ne’ emozioni rilevabili “Lavoreremo meglio, senza di lui”.
Dutch si avvicinò a lei, togliendo le mani di tasca e tendendole verso il basso, tendendo i muscoli.
“Revy, cosa cazzo hai combinato?” chiese ora senza più cautela “Ti avevo avvertito di non fare di testa tua. Se scopro che l’hai ammazzato ti butto fuori di qui a calci in culo! Ho assunto una professionista, non Charles Whitman, maledizione!”
Revy non aveva proferito parola, ma aveva allargato le dita, come faceva sempre prima di impugnare le Cutlass, mentre sulla fronte di Dutch pulsava la vena che era sempre stata la spia dell’inizio della sua rabbia.
Prima che la situazione degenerasse, Benny si alzò e si frappose tra i due compagni, allargando le braccia.
“Fermi! Che diavolo combinate?” chiese con foga “Vi sembra il momento di metterci a fare stronzate simili?? Dutch calmati, dai, c’è sicuramente una spiegazione”.
Si voltò poi a guardare Revy, che lo fissava sempre con lo stesso sguardo inespressivo, ma che nonostante questo non poteva ingannarlo: era sconvolta, e lui lo sapeva.
Poi lo notò, quel particolare che era sotto gli occhi di tutti dall’inizio ma che nella concitazione del momento nessuno pareva aver notato, e cioè che il filo di trucco sotto gli occhi di Revy, uno dei pochi vezzi femminili che ogni tanto la pistolera si concedeva, era leggermente sbavato: aveva pianto.
Benny era sconvolto, non solo perché non aveva mai visto Revy piangere, ma perché era ormai arrivato addirittura a credere che nemmeno sapesse come si facesse.
“Se n’è andato, vero Revy?” chiese Benny a voce bassa, esprimendo con gli occhi la tristezza che portava dentro “E’ vivo ma se n’è andato via, ho ragione?”
Revy aspetto qualche minuto prima di rispondere, presa da un attacco d’ira e di senso di inadeguatezza alla situazione, poi rilassò i muscoli e fece un cenno affermativo con la testa.
L’atmosfera si rilassò improvvisamente, e tutti e tre tirarono un sospiro: anche se l’assenza di Rock li rendeva nervosi, era di gran lunga meglio del pensiero che Revy avesse perduto la ragione.
“Cazzo, è successo nel momento peggiore” disse Dutch, grattandosi la testa pelata “proprio ora che abbiamo bisogno di un piano per agire”.
“… da quando abbiamo bisogno di un piano, Dutch?” chiese Revy all’improvviso, con rinnovata energia “Io dico di fare alla vecchia maniera, io li distraggo e li riempio di piombo, e tu becchi quel finocchio del capo e lo spedisci tra le fiamme con tanti saluti da parte della Lagoon Society!”
Prima che Dutch potesse replicare, Benny s’intromise:
“Stavolta devo dar ragione a lei, capo. Non sono un bravo stratega come te e Rock, ma visto che si tratta di personaggi assolutamente pronti a tutti ed esperti nel loro settore, non credi che più tempo gli lasciamo per organizzarsi, meno possibilità avremo di uscirne? Non vorrai dover chiedere aiuto a Balalaika, vero?”.
Dutch odiava ammetterlo, ma quei due avevano ragione. Non avrebbe mai sopportato dover chiedere supporto a Balalaika per quel problema, ed, in effetti, smaniava dal misurarsi con quel Lucifer, anche se questo significava la fine per lui.
Scossa la testa, disse, solenne:
“Beh gente, mi avete convinto. Stasera daremo un taglio a tutta questa storia. Vada come vada, non ci faremo certo stanare come topi impauriti. Preparati socia, stasera faremo piovere piombo come se fosse Natale!”.
Revy sfoggiò il suo miglior sorriso “carnivoro”: sembrava un mastino che digrigna i denti prima di avventarsi su una preda.
“Non potrei chiedere di meglio, capo!” affermò, risoluta e sgranchendosi le nocche “Affoghiamo quei bastardi nel loro stesso sangue!!”.
Benny si mosse verso la scrivania per prendere le chiavi dell’auto, ma una manona di Dutch gli si posò sulla spalla, bloccandolo.
“Mi dispiace, Benny-boy” esordì l’uomo “ma questa non è più la tua battaglia. Sei stato fondamentale, senza di te saremmo completamente indifesi, ma là in mezzo saresti solo d’intralcio”.
“Come puoi pretendere che stia a guardare?? Che uomo sarei se vi lasciassi andare in un posto dove potreste anche morire, in inferiorità numerica e senza un piano? Assolutamente, non se ne”
“Benny” disse Dutch, stringendo la mano sulla spalla del giovane per bloccarlo “Nessuno mette in discussione il tuo valore, ma l’azione non è mai stata il tuo forte. Trova Rock, riportalo qui se riesci, e nel caso … non andasse bene, andate da Balalika e sono sicuro che lei saprà darvi una mano.” Fece una pausa, concedendosi un sorrisetto : “Lui si crede il diavolo? Beh, io sono la fottuta acqua santa! E laverò via lui, ed il suo peccato più grande: venire qui. Amen!” detto questo, s’incamminò verso la porta prendendo le chiavi e dando una pacca sulla spalla a Jane come saluto.
Sebbene nemmeno Benny fosse un sentimentale, sentì gli occhi arrossarsi per l’emozione, ma si trattenne dal piangere e si voltò a guardare Revy.
La ragazza aveva messo da parte l’aria distrutta per quello che era successo con Rock e Benny sapeva che stava cercando una delle sue frasi d’effetto di pessimo gusto che le avrebbero permesso di scivolare via anche da quella situazione, ma non gliene diede il tempo, e l’abbracciò.
Quel gesto voleva esprimere tutto l’insieme di emozioni che Benny provava in quel momento e tutte quelle che non le aveva mai detto: c’erano i primi mesi di tensione, dove aveva avuto paura che quella donna l’avrebbe fatto secco alla prima occasione, c’erano le lunghe serate passate tra bicchieri e risate, c’erano anche i momenti di fatica e dolore delle battaglie affrontate, e nonostante non avessero mai particolarmente legato, c’era anche tutto l’affetto che quella strana famiglia gli aveva dato e che non era mai riuscito a restituire loro.
Revy restava immobile, ma per un momento, tutta la sua maschera di impassibile cinismo cedette e le spuntò un vero sorriso in volto, testimone che il messaggio di Benny era arrivato forte e chiaro, e che era ricambiato: tutto quello, insomma, che il suo orgoglio le impediva di dire.
Quando la lasciò andare, lei gli diede una semplice pacca sulla spalla e mormorò un vago: “Abbi cura di te”, per poi incamminarsi velocemente verso la porta già varcata da Dutch poco prima e sparire.
Benny guardò fuori dalla finestra, dove la luna piena illuminava quello sperduto angolo di mondo, dove presto si sarebbe consumata una grande battaglia, non per la salvezza del Bene o del Giusto, ma per quella vita che quelle persone avevano scelto e che per difenderla erano disposti all’estremo sacrificio.
Sarebbe stato necessario?
 
***
 
Lo scantinato in cui si riunivano sempre i capi delle organizzazioni criminali era sempre più lurido e sporco, eppure nessuno dei presenti sembrava essere interessato alle condizioni di quel posto, in quanto il motivo per cui erano stati strappati ai loro affari, alle loro prostitute e alla loro droga, era quanto di più serio si potesse auspicare.
L’esercito di Balalika si stava muovendo sulle strade di Roanapur, e la russa voleva tutti lì per discutere del motivo per cui aveva mobilitato i Visotoniki (l’esercito di Balalaika ndr) così improvvisamente.
La signora della guerra era in divisa militare, e sembrava quanto mai decisa a concludere il più in fretta possibile quel colloquio.
Dago e Abrego erano agitati: non sopportavano che Balalaika li convocasse come semplici sottoposti, ma entrambi sapevano che non si scherza con lei, quando i Visotoniki sono schierati.
Chang invece sembrava tranquillo come al solito, a suo agio anche su quella che sembrava una pentola a pressione pronta ad esplodere.
“Sarò breve, signori” esordì Balalaika, con freddezza “Voglio che ogni organizzazione cessi immediatamente qualsiasi transazione in atto con l’Hell’s Souls Company, oppure verrà considerato un nemico dichiarato dell’Hotel Moscow, e come tale eliminato”.
L’italiano ed il colombiano stavano per dare fiato alla loro indignazione, quando Chang sorprese tutti, dicendo:
“Prima di risponderti, voglio sapere solo una cosa, e ti pregherei di essere sincera. I tuoi uomini, hanno l’ordine di fare contenimento ad uno scontro tra la Lagoon e la HSC, vero?”.
Balalaika annuì, e disse:
“Vedo che hai capito, Chang. Se conosco bene Dutch non ci metterà molto ad organizzarsi ed affrontare di petto la questione, e voglio godermi da vicino lo spettacolo, quando tutto sarà finito”.
Chang allargò le braccia, e rise gioviale, dicendo:
“Ci sto! Hai l’appoggio della Triade. Mi sa che vi conviene acconsentire, ragazzi” disse poi, rivolto agli altri due convenuti “non credo che nemmeno insieme voi due possiate far fronte a noi due uniti. Senza contare che non ne ricavereste nulla di buono”.
Sebbene entrambi fossero evidentemente furiosi di essere trattati come subalterni, con rabbia accettarono la proposta e se ne andarono stizziti.
“Bene, Balalaika, vado a dare ordini ai miei uomini perché aiutino dove possibile i tuoi. Non fare imprudenze, ricordati che devo avere io il privilegio di toglierti di mezzo.”. Disse con un sorriso divertito.
Balalaika sorrise e rispose “Non vedo l’ora, Babe”.
Chang sospirò, e prima di andarsene disse “Devo proprio farti fuori, un giorno di questi”.
Balalaika stava dirigendosi verso Boris, che l’aspettava vicino all’automezzo blindato, ma il suo sguardo fu attirato da qualcos’altro, qualcosa che non si aspettava di vedere e che non riuscì ad ignorare.
“Compagno sergente!” disse ad alta voce, autoritaria “Vai a coordinare gli uomini, io arrivo subito a piedi”.
“Sissignore! Vuole qualche uomo di scorta?” chiese Boris.
“No, grazie, avrò già compagnia, e poi so cavarmela. Ora va’, soldato!”.
Quando l’automezzo fu sparito, si avviò piano verso ciò che aveva attratto la sua attenzione: quella serata già di per sé degna di nota sembrava dover diventare decisamente molto interessante.
 
 
 
 
 
 
 
 
L’angolo dell’autore.
 
Ciao a tutti! Chiedo perdono ma non ho fisicamente potuto pubblicare prima, sembra che l’universo voglia impedirmi di scrivere in questo periodo … beh ma io il tempo per farlo lo trovo sempre e comunque ^^
Spero vi piaccia, stiamo per entrare nel vivo: tenetevi pronti!
Buona lettura e alla prossima =) 
  
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