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Autore: DustAngel    23/02/2013    0 recensioni
La leggenda di Azzurrina di Montebello mi ha affascinata fin dall'infanzia, da quando a otto anni i miei genitori mi portarono in visita all'omonimo castello e, nel corso degli anni, ho immaginato di spiegare a me stessa, in modo più o meno verosimile, come possa essere andata. Questa storia è la mia versione personale, alcuni nomi e date sono reali (Ugolinuccio Malatesta, Guendalina, Ruggero, Domenico, il 21 Giugno 1375...) altri li ho inventati io (Alba Linguadoca, Greta, fratello Bonaventura...). Sono passati vent'anni dalla misteriosa scomparsa della piccola Malatesta e Greta, che allora era la dama di compagnia della bambina, ritorna al castello di Montebello: vuole scoprire se è vero quanto si dice, che lo spirito di Azzurrina abiti ancora quelle mura abbandonate. E mentre attende che il fantasma le si manifesti, ricorda...
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Medioevo
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Prologo - Castello di Montebello, 21 Giugno 1395


Le campane della Chiesa Madre di Montebello, piccolo paese dello Stato Pontificio, battono la mezzanotte. E' il 21 Giugno dell'Anno del Signore 1395.

Si racconta che il giorno del Solstizio d'Estate sia magico, una data in cui grandi forze si muovono, e che possa accadere di tutto. Padre Simone, il curato, tuona dall'altare che queste sono solo sciocchezze, leggende pagane per vecchie e bambini, se confidiamo nel Signore nulla di male può capitarci.
Un tempo ci credevo senza riserve; ora però, dopo la vita che ho vissuto e le esperienze che ho avuto, sono convinta che tutta la fede del mondo non possa salvarci dalla rovina. Con questo non voglio dire che pregare sia inutile, ma solo che bisogna prenderlo per quello che è: un conforto, una speranza, null'altro. 
Cammino per questi corridoi bui, spettrali, spifferi di vento che penetrano attraverso le bifore aperte, i grandi teli bianchi che ricoprono i mobili si agitano come fantasmi, la polvere danza nell'aria. Non ho bisogno di luce, conosco ogni angolo di  questo castello come le mie tasche, potrei attraversarlo anche a occhi chiusi; la luminosità pallida della luna e delle stelle mi è più che sufficiente.
Che cosa ci faccio qui? Cosa voglio cercare di ottenere? Forse voglio solo accertarmi che le voci siano vere e che lei, il suo spirito inquieto, dimori ancora tra queste mura. Oppure, forse, ho solo bisogno di ricordare...




 
  
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