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Autore: harrys    23/02/2013    4 recensioni
Jewell sa qualcosa di cui Harry non ha mai parlato con nessuno: Lily, la – ex – ragazza di Harry, è morta tre anni fa. Tutti sanno che è annegata in mare il diciotto maggio duemilatré. Ma solo Jewell conosce la verità.
Ed è arrivata alla Cowell School per aprire gli occhi a tutti.
E in particolar modo ad Harry.
-
«Piacere, Jewell – abbozzò un sorriso, porgendo energica la mano al ragazzo – Sono nuova.»
«Ti hanno già detto che sono single, vero? - sbottò burbero – È vero, sono single perché non mi piacciono le ragazze. E no, non perché sono omosessuale. Non mi piace più l'intero genere umano, ecco.»
Jewell annuì, turbata. «E se ti dicessi che io non vi faccio parte, del genere umano?»
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La prima a svegliarsi fu Jewell, la quale trattenne a stento un urlo nel notare che l'orologio digitale a caratteri cubitali segnasse le sette del mattino. Dovevano andare via prima che casa Jones si svegliasse. Guardò Harry, il quale dormiva ancora, angelicamente; sorrise nel vedere che gli angoli delle labbra fossero leggermente piegate all'insù, questo voleva dire che stava facendo un bel sogno. Gli accarezzò una guancia premurosamente, per paura che si svegliasse, ma non appena lui ebbe socchiuso gli occhi ritrasse la mano.
«Mh, che..»
«Non volevo svegliarti, scusa – bisbigliò affranta – Ho provato a non fare rumore, ma..»
«Non ti preoccupare, Jewell – mormoro con voce roca, inarcando la schiena in avanti – Non stavo dormendo.»
Jewell sbarrò gli occhi allarmata, «s-sono stata una..»
«Stavo pensando a te – disse solamente, incrociando il suo sguardo – Pensavo a te, a me, a noi. Al fatto che tu sia riuscita a farmi sorridere perché ne avevo davvero voglia e non sotto costrizione. Il fatto è che non riesco a capire.»
«Cosa non capisci, Harry?»
Aprì la bocca ma la richiuse subito per poi riaprirla dopo alcuni istanti, «ci conosciamo da poco, pochissimo direi, e mi hai fatto sorridere dopo tanto tempo. Non sorridevo così da quando.. vedi, è strano. È come se Lily fosse tornata.»
«C-chi è Lily?» chiese in un sibilo Jewell, cercando di sembrare davvero ignorante a riguardo.
«Lily è l'unico motivo per cui continuo a vivere – iniziò, mordendosi ripetutamente il labbro inferiore – O almeno, lo era fino a tre anni fa. Volevamo sposarci, me l'aveva proposto lei stessa. Poi è andata a letto con un altro, capisci? Ci amavamo, ma mi ha tradito. Poche ore, o minuti, dopo è morta. Il suo corpo è stato ritrovato in mare. È morta affogata, o così dicono.»
«Non sapeva nuotare?»
«Oh no, lei era un'eccellente nuotatrice.»
«E allora perché sarebbe dovuta morire affogata? - chiese Jewell, scuotendo la testa – Magari è stata uccisa e solo dopo buttata in mare, per confondere le prove.»
«Ipotizziamo che quello che dici è vero, rimarrebbero comunque le prove che mi ha tradito.»
«Ma se è vero che ti amava, e ne sono certa, perché l'avrebbe dovuto fare?»
«Non lo so, ma l'ha fatto.»
Rimasero in silenzio per qualche minuto, pensierosi. Che Lily lo avesse tradito era quindi assodato, ma perché avrebbe dovuto farlo se il sentimento nei suoi confronti era reale? Perché chiedergli di sposarla e poi tradirlo? Tutto era irreale e confuso.
«Adesso è meglio andare.» disse Harry, scostando il lenzuolo dalle gambe e tirandosi su in piedi, seguito a ruota dalla ragazza. Ripresero le loro cose e, in punta di piedi, sgattaiolarono via notando con piacere che Alden stesse russando e che i suoi genitori fossero ancora rintanati nella loro camera, ignari del fatto che la notte precedente il figlio avesse organizzato un mega-party a base di alcol e molestie varie.
Usciti da casa, poterono finalmente fare un sospiro di sollievo. Salirono sull'auto di Harry e corsero via a tutto gas, diretti verso il cimitero o più che altro verso la casa della ragazza.
«L'indirizzo?»
«Lasciami al cimitero, vado a casa a piedi.»
«Perché? Posso accompagnarti direttamente a casa..»
«Non c'è parcheggio – sparò lei prontamente, aprendo la portiera – Ci vediamo fra..»
«Una.»
«Un'ora, a scuola. A dopo.» sorrise richiudendo con forza la portiera e incamminandosi verso un vicolo parallelo. Non appena però si fosse accertata che Harry avesse fatto retromarcia e fosse andato via, tornò indietro e si diresse verso il cimitero.
A scuola, tutti parlavano del party della sera prima. Si erano divertiti tutti, a quanto pareva, esclusi Jewell ed Harry tutti volevano ricordarlo come ''il miglior party della storia''.
Jewell non voleva più rivedere Niall e la sua banda, forse perché li temeva o perché semplicemente aveva capito che gente fosse davvero, ma ciò sfortunatamente avvenne perché questi la fermarono fuori dall'aula di Fisica, proprio alla fine del corso.
«Si può sapere dove diavolo sei sparita ieri sera? - sbraitò Niall, bloccandola per la spalla - Ti abbiamo cercato per più di mezz'ora!»
«Niall, sei stato tu a piantarmi in asso – rispose cauta – E io ho fatto altrettanto. Cioè, sono o non sono libera di fare quello che mi pare?»
«Non quando esci con noi!»
«Sei stata tu ad avermi invitata – sbottò Jewell – La prossima volta non farlo, allora.»
«Volevamo solo essere gentili.»
«Non lo siete stati abbastanza.» concluse, girando sui tacchi e andando via trionfante.
Fece per entrare nell'Aula di Fisica che venne presa per il polso e trascinata fuori in cortile tramite la porta di sicurezza. Per un momento pensò fosse ancora Niall, ma si ritrovò a fare un sospiro di sollievo nel notare che il ''colpevole'' fosse il riccio, sorridente.
«Harry, che succede?» chiese non facendo a meno di sorridere anche lei.
«Hai ragione, Jewell – sorrise – Non può essere morta affogata, Lily sapeva nuotare anche nelle acque profonde e agitate!»
«Perché sei così contento?» chiese Jewell, aggrottando le sopracciglia.
«Perché sono un idiota a non essermene mai reso conto, perché è impossibile che nessuno l'abbia mai pensato – sussurrò, abbracciandola d'impeto – Sei un genio, Jewell!»
«No, non lo sono.» Jewell era sbigottita, e poté confermare per l'ennesima volta che Harry fosse un ragazzo davvero strano. Si scambiarono un sorriso, dopodiché il ragazzo le posò un bacio frettoloso sulla guancia.
«Grazie.» disse impacciato per poi correre via.
Jewell sorrise, scuotendo divertita la testa. Tornò in corridoio diretta verso il laboratorio linguistico, mentre la squadra maschile di basket le sfrecciava accanto imperterrita. Era incredibile come gli studenti maschi della scuola fossero lunatici: da reginetta dell'Istituto, idolatrata da tutti, era repentinamente passata nel dimenticatoio quando era stata vista insieme ad Harry. E in un certo senso ne era contenta, dato che l'eccessiva timidezza era stata da sempre la sua più grande pecca. Odiava essere al centro dell'attenzione, piuttosto preferiva starsene in disparte a leggere un bel libro.
La sua prima lezione di francese sfortunatamente era già iniziata da un pezzo; l'insegnante la fissava accigliata, un sopracciglio alzato e le labbre sottili rosso ciliegia sciolte in una smorfia.
«Scusi il ritardo, ho avuto un contrattempo.» si scusò subito, sedendosi all'unico banco libero, il secondo a destra.
«Non esistono contrattempi a scuola – squittì sbattendo rapidamente le palpebre – Siediti ora, su, il faut commencer.»
Jewell notò con dispiacere che la banda di Niall fosse presente alla lezione, e che lui fosse seduto proprio dietro di lei. Alzò le spalle irriggidita, sentendo il suo respiro sul collo.
«Ci rivediamo – soffiò al suo orecchio facendola rabbrividire – Come stai tesoro?»
«Lasciami stare.» sussurrò Jewell a denti stretti.
«Allora, signorina, ci parli un po' di lei – ordinò la donna burbera, accavallando le gambe – È inglese?»
«Mi sono trasferita da poco qui con la mia famiglia per i miei, per problemi di lavoro – raccontò seppur malvolentieri – Sono irlandese.»
«Sei irlandese ma non ci sono tracce di alcun accento irlandese – esclamò Niall, facendo spallucce – È incredibile, no?»
«L'ho rimosso subito.» grugnì Jewell. Niall lo stava facendo apposta, per metterla in cattiva luce di fronte all'insegnante e agli studenti, ne era sicura.
«Strano, io che sono irlandese l'ho tenuto per più di tre anni.» mormorò lui, guardandola con tono di sfida ma sempre con quel tono pacato e strafottente che la infastidiva terribilmente. Jewell digrignò i denti, scuotendo la testa disgustata.
«Ognuno ha i suoi tempi, Niall Horan.» mormorò voltandogli nuovamente le spalle.
Niall era la persona più disgustosa che avesse mai incontrato, o meglio andava di pari passo con Alban. La loro cattiveria avrebbe fatto ribrezzo anche al peggiore dei criminali.
«Studiava francese nella scuola dalla quale proviene?» chiese imperterrita Mrs. Devine, ignorando del tutto l'accesa conversazione tra i due.
«No, ma me la cavo – rispose con un tocco d'accidia nella voce – Ho parenti che vivono in Francia, mi hanno insegnato le basi.»
«Parfait! - esclamò la donna con voce squillante, battendo entusiasta le mani – Ha già fatto amicizia, qui a scuola?»
Sussultò, «diciamo.»
Jewell sperava che non approfondisse la questione, perché non voleva ammettere di aver parlato col sudicio biondo tinto, con quell'idiota di Niall e la sua banda, e né tantomeno voleva sbandierare ai quattro venti di avere parzialmente passato la notte con Harry, nonostante forse mezza scuola lo sapesse già.
Fortunatamente si accontentò della risposta vaga e tornò a spiegare francese e ad interrogare una rossa che sembrava chiamarsi Alecia Beth come la cantante, P!nk. Squadrò ogni singolo individuo presente in classe, tutti accomunati da una decina di obbrobri tra piercing e tatuaggi e da una limitatissima voglia di studiare francese; spostò poi lo sguardo sulla porta, dietro la quale vide un'ombra allungarsi fino ai primi banchi. Nessuno se ne era accorto.
«Posso andare un attimo in bagno?» chiese turbata, tirandosi in piedi.
L'insegnante alzò gli occhi al cielo e borbottò qualcosa di incomprensibile, ma poi la lasciò andare. Uscì dall'aula titubante, scoppiando poi a ridere vedendo Harry impietrito vicino alla porta dell'aula, l'orecchio premuto su di essa forse per captare meglio i suoni.
«Che stai facendo qui? - rise incitandolo ad allontanarsi dall'aula per paura che Niall potesse sentire – Spiavi?»
«N-no, stavo facendo una passeggiata in corridoio, ho sentito la tua voce e mi sono avvicinato – spiegò mortificato – Scusa.»
«Non è successo nulla – sorrise Jewell sincera – Ti va se vengo con te?»
Annuì, «Jewell posso farti una domanda?»
«Certo, dimmi.»
Harry si bloccò sollevando incerto la mano fino a sfiorarle i capelli, «si può sapere chi diavolo sei?»
Jewell sussultò al contatto, incrociando il suo sguardo. Harry era sincero e come tale voleva che anche lei fosse sincera nei suoi confronti. Ma come poteva lei dirgli la verità? Avrebbe rischiato di sfaldare il loro rapporto, di rovinare tutto. Chinò lo sguardo a terra, nascondendo il viso tra le mani per non fargli vedere le lacrime che scorrevano impercettibilmente sulle sue guance pallide.
«Ehi, che succede? Stai piangendo? - chiese lui, preoccupato – Perché piangi? Tesoro, ehi.»
«Scusami, Harry.» disse solamente. Fece per correre via ma Harry la bloccò prontamente per il polso, costringendola a guardarlo negli occhi. Non riuscivano a distogliere lo sguardo l'uno dall'altro, tremavano entrambi come foglie per il freddo.
«Harry.. - lo implorò strizzando gli occhi – Devo.. devo dirti una cosa. Importante, importantissima.»
«Cosa? Jewell, cosa?»
La ragazza puntò i suoi occhi chiari su quelli del riccio, che le stringeva ancora il polso.
Fece un respiro profondo e chiuse gli occhi, «vedi, Harry, è una cosa che riguarda me, te. Noi.»

-

Lo so, sono cattiva. Ho finito il capitolo sul più bello, mi dispiace HAHAHA
Ragazzi/e, ma questa fan fiction vi piace? Noto che le recensioni sono per modo di dire ''poche'' – anche se per me sono comunque importantissime – rispetto a Psycho love ed Omegle's love, ed è vero che bisogna scrivere per se stessi ma non vorrei che ci fosse qualche problema con la trama o i personaggi e che questo vi portasse a non farmi sapere il vostro parere :)
Quindi, che ne dite di questo capitolo? Fatemi sapere, dai :)
Vi ringrazio per le quasi quaranta seguite – yu-uh! - e il resto, grazie di cuore, siete meravigliose ♥
Bacioni,
Lu



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