La
prima a svegliarsi fu Jewell, la quale trattenne a stento un urlo nel
notare che l'orologio digitale a caratteri cubitali segnasse le sette
del mattino. Dovevano andare via prima che casa Jones si svegliasse.
Guardò Harry, il quale dormiva ancora, angelicamente;
sorrise nel
vedere che gli angoli delle labbra fossero leggermente piegate
all'insù, questo voleva dire che stava facendo un bel sogno.
Gli
accarezzò una guancia premurosamente, per paura che si
svegliasse,
ma non appena lui ebbe socchiuso gli occhi ritrasse la mano.
«Mh,
che..»
«Non
volevo svegliarti, scusa – bisbigliò affranta
– Ho provato a non
fare rumore, ma..»
«Non ti preoccupare, Jewell – mormoro con
voce roca, inarcando la schiena in avanti – Non stavo
dormendo.»
Jewell
sbarrò gli occhi allarmata, «s-sono stata
una..»
«Stavo
pensando a te – disse solamente, incrociando il suo sguardo
–
Pensavo a te, a me, a noi. Al fatto che tu sia riuscita a farmi
sorridere perché ne avevo davvero voglia e non sotto
costrizione. Il
fatto è che non riesco a capire.»
«Cosa
non capisci, Harry?»
Aprì
la bocca ma la richiuse subito per poi riaprirla dopo alcuni istanti,
«ci conosciamo da poco, pochissimo direi, e mi hai fatto
sorridere
dopo tanto tempo. Non sorridevo così da quando.. vedi,
è strano. È
come se Lily fosse tornata.»
«C-chi
è Lily?» chiese in un sibilo Jewell, cercando di
sembrare davvero
ignorante a riguardo.
«Lily è l'unico motivo per cui continuo a
vivere – iniziò, mordendosi ripetutamente il
labbro inferiore –
O almeno, lo era fino a tre anni fa. Volevamo sposarci, me l'aveva
proposto lei stessa. Poi è andata a letto con un altro,
capisci? Ci
amavamo, ma mi ha tradito. Poche ore, o minuti, dopo è
morta. Il suo
corpo è stato ritrovato in mare. È morta
affogata, o così dicono.»
«Non
sapeva nuotare?»
«Oh
no, lei era un'eccellente nuotatrice.»
«E
allora perché sarebbe dovuta morire affogata? - chiese
Jewell,
scuotendo la testa – Magari è stata uccisa e solo
dopo buttata in
mare, per confondere le prove.»
«Ipotizziamo
che quello che dici è vero, rimarrebbero comunque le prove
che mi ha
tradito.»
«Ma
se è vero che ti amava, e ne sono certa, perché
l'avrebbe dovuto
fare?»
«Non
lo so, ma l'ha fatto.»
Rimasero
in silenzio per qualche minuto, pensierosi. Che Lily lo avesse
tradito era quindi assodato, ma perché avrebbe dovuto farlo
se il
sentimento nei suoi confronti era reale? Perché chiedergli
di
sposarla e poi tradirlo? Tutto era irreale e confuso.
«Adesso
è meglio andare.» disse Harry, scostando il
lenzuolo dalle gambe e
tirandosi su in piedi, seguito a ruota dalla ragazza. Ripresero le
loro cose e, in punta di piedi, sgattaiolarono via notando con
piacere che Alden stesse russando e che i suoi genitori fossero
ancora rintanati nella loro camera, ignari del fatto che la notte
precedente il figlio avesse organizzato un mega-party a base di alcol
e molestie varie.
Usciti
da casa, poterono finalmente fare un sospiro di sollievo. Salirono
sull'auto di Harry e corsero via a tutto gas, diretti verso il
cimitero o più che altro verso la casa della ragazza.
«L'indirizzo?»
«Lasciami al cimitero, vado a casa a piedi.»
«Perché?
Posso accompagnarti direttamente a casa..»
«Non
c'è parcheggio – sparò lei prontamente,
aprendo la portiera –
Ci vediamo fra..»
«Una.»
«Un'ora,
a scuola. A dopo.» sorrise richiudendo con forza la portiera
e
incamminandosi verso un vicolo parallelo. Non appena però si
fosse
accertata che Harry avesse fatto retromarcia e fosse andato via,
tornò indietro e si diresse verso il cimitero.
A
scuola, tutti parlavano del party della sera prima. Si erano
divertiti tutti, a quanto pareva, esclusi Jewell ed Harry tutti
volevano ricordarlo come ''il miglior party della storia''.
Jewell
non voleva più rivedere Niall e la sua banda, forse
perché li
temeva o perché semplicemente aveva capito che gente fosse
davvero,
ma ciò sfortunatamente avvenne perché questi la
fermarono fuori
dall'aula di Fisica, proprio alla fine del corso.
«Si
può sapere dove diavolo sei sparita ieri sera? -
sbraitò Niall,
bloccandola per la spalla - Ti abbiamo cercato per più di
mezz'ora!»
«Niall,
sei stato tu a piantarmi in asso – rispose cauta –
E io ho fatto
altrettanto. Cioè, sono o non sono libera di fare quello che
mi
pare?»
«Non
quando esci con noi!»
«Sei
stata tu ad avermi invitata – sbottò Jewell
– La prossima volta
non farlo, allora.»
«Volevamo solo essere gentili.»
«Non
lo siete stati abbastanza.» concluse, girando sui tacchi e
andando
via trionfante.
Fece per entrare nell'Aula di Fisica che venne
presa per il polso e trascinata fuori in cortile tramite la porta di
sicurezza. Per un momento pensò fosse ancora Niall, ma si
ritrovò a
fare un sospiro di sollievo nel notare che il ''colpevole'' fosse il
riccio, sorridente.
«Harry,
che succede?» chiese non facendo a meno di sorridere anche
lei.
«Hai
ragione, Jewell – sorrise – Non può
essere morta affogata, Lily
sapeva nuotare anche nelle acque profonde e agitate!»
«Perché
sei così contento?» chiese Jewell, aggrottando le
sopracciglia.
«Perché
sono un idiota a non essermene mai reso conto, perché
è impossibile
che nessuno l'abbia mai pensato – sussurrò,
abbracciandola
d'impeto – Sei un genio, Jewell!»
«No, non lo sono.» Jewell
era sbigottita, e poté confermare per l'ennesima volta che
Harry
fosse un ragazzo davvero strano. Si scambiarono un sorriso,
dopodiché
il ragazzo le posò un bacio frettoloso sulla guancia.
«Grazie.»
disse impacciato per poi correre via.
Jewell
sorrise, scuotendo divertita la testa. Tornò in corridoio
diretta
verso il laboratorio linguistico, mentre la squadra maschile di
basket le sfrecciava accanto imperterrita. Era incredibile come gli
studenti maschi della scuola fossero lunatici: da reginetta
dell'Istituto, idolatrata da tutti, era repentinamente passata nel
dimenticatoio quando era stata vista insieme ad Harry. E in un certo
senso ne era contenta, dato che l'eccessiva timidezza era stata da
sempre la sua più grande pecca. Odiava essere al centro
dell'attenzione, piuttosto preferiva starsene in disparte a leggere
un bel libro.
La
sua prima lezione di francese sfortunatamente era già
iniziata da un
pezzo; l'insegnante la fissava accigliata, un sopracciglio alzato e
le labbre sottili rosso ciliegia sciolte in una smorfia.
«Scusi
il ritardo, ho avuto un contrattempo.» si scusò
subito, sedendosi
all'unico banco libero, il secondo a destra.
«Non
esistono contrattempi a scuola – squittì sbattendo
rapidamente le
palpebre – Siediti ora, su, il faut commencer.»
Jewell
notò con dispiacere che la banda di Niall fosse presente
alla
lezione, e che lui fosse seduto proprio dietro di lei. Alzò
le
spalle irriggidita, sentendo il suo respiro sul collo.
«Ci
rivediamo – soffiò al suo orecchio facendola
rabbrividire – Come
stai tesoro?»
«Lasciami stare.» sussurrò Jewell a
denti
stretti.
«Allora,
signorina, ci parli un po' di lei – ordinò la
donna burbera,
accavallando le gambe – È inglese?»
«Mi
sono trasferita da poco qui con la mia famiglia per i miei, per
problemi di lavoro – raccontò seppur malvolentieri
– Sono
irlandese.»
«Sei
irlandese ma non ci sono tracce di alcun accento irlandese –
esclamò Niall, facendo spallucce – È
incredibile, no?»
«L'ho
rimosso subito.» grugnì Jewell. Niall lo stava
facendo apposta, per
metterla in cattiva luce di fronte all'insegnante e agli studenti, ne
era sicura.
«Strano,
io che sono irlandese l'ho tenuto per più di tre
anni.» mormorò
lui, guardandola con tono di sfida ma sempre con quel tono pacato e
strafottente che la infastidiva terribilmente. Jewell
digrignò i
denti, scuotendo la testa disgustata.
«Ognuno
ha i suoi tempi, Niall Horan.» mormorò voltandogli
nuovamente le
spalle.
Niall era la persona più disgustosa che avesse mai
incontrato, o meglio andava di pari passo con Alban. La loro
cattiveria avrebbe fatto ribrezzo anche al peggiore dei
criminali.
«Studiava francese nella scuola dalla quale
proviene?»
chiese imperterrita Mrs. Devine, ignorando del tutto l'accesa
conversazione tra i due.
«No,
ma me la cavo – rispose con un tocco d'accidia nella voce
– Ho
parenti che vivono in Francia, mi hanno insegnato le basi.»
«Parfait!
- esclamò la donna con voce squillante, battendo entusiasta
le mani
– Ha già fatto amicizia, qui a scuola?»
Sussultò,
«diciamo.»
Jewell
sperava che non approfondisse la questione, perché non
voleva
ammettere di aver parlato col sudicio biondo tinto, con quell'idiota
di Niall e la sua banda, e né tantomeno voleva sbandierare
ai
quattro venti di avere parzialmente passato la notte con Harry,
nonostante forse mezza scuola lo sapesse già.
Fortunatamente
si accontentò della risposta vaga e tornò a
spiegare francese e ad
interrogare una rossa che sembrava chiamarsi Alecia Beth come la
cantante, P!nk. Squadrò ogni singolo individuo presente in
classe,
tutti accomunati da una decina di obbrobri tra piercing e tatuaggi e
da una limitatissima voglia di studiare francese; spostò poi
lo
sguardo sulla porta, dietro la quale vide un'ombra allungarsi fino ai
primi banchi. Nessuno se ne era accorto.
«Posso andare un attimo
in bagno?» chiese turbata, tirandosi in piedi.
L'insegnante
alzò gli occhi al cielo e borbottò qualcosa di
incomprensibile, ma
poi la lasciò andare. Uscì
dall'aula titubante, scoppiando poi a ridere vedendo Harry impietrito
vicino alla porta dell'aula, l'orecchio premuto su di essa forse per
captare meglio i suoni.
«Che stai facendo qui? - rise incitandolo
ad allontanarsi dall'aula per paura che Niall potesse sentire
–
Spiavi?»
«N-no,
stavo facendo una passeggiata in corridoio, ho sentito la tua voce e
mi sono avvicinato – spiegò mortificato
– Scusa.»
«Non
è successo nulla – sorrise Jewell sincera
– Ti va se vengo con
te?»
Annuì, «Jewell posso farti una domanda?»
«Certo,
dimmi.»
Harry
si bloccò sollevando incerto la mano fino a sfiorarle i
capelli, «si
può sapere chi diavolo sei?»
Jewell
sussultò al contatto, incrociando il suo sguardo. Harry era
sincero
e come tale voleva che anche lei fosse sincera nei suoi confronti. Ma
come poteva lei dirgli la verità? Avrebbe rischiato di
sfaldare il
loro rapporto, di rovinare tutto. Chinò lo sguardo a terra,
nascondendo il viso tra le mani per non fargli vedere le lacrime che
scorrevano impercettibilmente sulle sue guance pallide.
«Ehi,
che succede? Stai piangendo? - chiese lui, preoccupato –
Perché
piangi? Tesoro, ehi.»
«Scusami,
Harry.» disse solamente. Fece per correre via ma Harry la
bloccò
prontamente per il polso, costringendola a guardarlo negli occhi. Non
riuscivano a distogliere lo sguardo l'uno dall'altro, tremavano
entrambi come foglie per il freddo.
«Harry..
- lo implorò strizzando gli occhi – Devo.. devo
dirti una cosa.
Importante, importantissima.»
«Cosa?
Jewell, cosa?»
La
ragazza puntò i suoi occhi chiari su quelli del riccio, che
le
stringeva ancora il polso.
Fece un respiro profondo e chiuse gli occhi,
«vedi, Harry, è una cosa che riguarda me, te.
Noi.»
-
Lo
so, sono cattiva. Ho finito il capitolo sul più bello, mi
dispiace
HAHAHA
Ragazzi/e,
ma questa fan fiction vi piace? Noto che le recensioni sono per modo
di dire ''poche'' – anche se per me sono comunque
importantissime –
rispetto a Psycho love ed Omegle's love, ed è vero che
bisogna
scrivere per se stessi ma non vorrei che ci fosse qualche problema
con la trama o i personaggi e che questo vi portasse a non farmi
sapere il vostro parere :)
Quindi,
che ne dite di questo capitolo? Fatemi sapere, dai :)
Vi
ringrazio per le quasi quaranta seguite – yu-uh! - e il
resto,
grazie di cuore, siete meravigliose ♥
Bacioni,
Lu