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Autore: Meiko    13/08/2004    4 recensioni
Nel cuore di ognuno di noi c'è sempre luce ed ombra...e quando questo si trova nel cuore del sigillo inizierà una vera e propria guerra tra bene e male. Entrambi vogliono il sigillo, entrambi vogliono lei, e useranno qualsiasi mezzo per averla a se. E se questo sigillo fosse una nostra conoscenza? Entro l'eclissi, il Sigillo farà La Scelta, così è scritto nelle stelle...
Genere: Dark, Drammatico, Generale, Malinconico, Mistero, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

Quando Bunny era tornata a casa era zuppa, silenziosa e in procinto di scoppiare in lacrime.
La madre l'aveva guardata con stupore, per poi affettuosamente dargli un'asciugamano e aspettare che la ragazza le scoppiasse in lacrime, abbracciandola affettuosamente.
Non chiedeva nulla, semplicemente aveva fatto poggiare il capo di Bunny in grembo e l'aveva lasciata sfogarsi, senza sapere nulla, voleva semplicemente che la sua piccola bambina tornasse tranquilla e sorridente.
Una volta che la figlia si fosse sfogata, la mandò a farsi una doccia e a cambiarsi.
Ed ora Bunny era li, seduta sul letto, restando a guardare il temporale notturno, con lampi e tuoni che facevano tremare la terra lievemente, mentre Bunny con l'asciugamano bbaondanto li, vicino a se, stava riflettendo quello che era accaduto.
L'incontro con Apopi, la scoperta che qualcuno voleva che venisse con lei, Solaria, Acquarius, nuovi avversari che però volevano che lei venisse chi da una parte chi dall'altra, senza ferirla o farle del male.
Poi le improvvise sensazioni di solitudine, di sofferenza, di rabbia, di crudeltà.
Qualcosa che lei non si spiegava, erano sensazioni viscide ma che lei in qualche modo trovava piacevoli, e si sentì incredibilmente sporca di odio e rabbia.
Era arrabbiata con tutte quelle persone che non vedevano in lei che una deficiente, una incapace di pensare, di sapersela cavare, come se fosse un neonato.
Bunny sentì il corpo tremare a quelle parole, a quelle parole sprezzanti, dette in momenti di poca lucidità che però...
...ferivano...come coltelli...
...facevano male...lasciavano sanguinare un cuore...
Hai sempre dato il tuo cuore agl'altri, hai dimostrato il tuo affetto, il tuo altruismo, la tua generosità.
E come sei stata pagata?
Con la moneta del fastidio, ti hanno detto che eri sciocca, ti hanno detto che eri infantile, ti hanno detto che non sei capace di cavartela da sola, ti hanno detto che sei ingenua.
Tanto amore, ma non ne hai avuto allo stesso modo...

“Non è vero, non è vero!!”
Bunny scosse la testa, avvertì di nuovo il cristallo d'argento dentro di lei lampeggiare avvertendo segnale di pericolo, le mani premute sulle tempie, cercando di controllare quelle valanga di emozini negative.
Rabbia, dolore, tristezza, vendetta, crudeltà.
Ripensò ad istanti felici con le sue amiche, quando chiacchieravano allegre, ridevano, si divertivano, erano insieme, erano felici.
Quando poi stava con Marzio, quanto amore scorreva tra loro.
“Io amo e ricevo amore! Non mi farai cambiare idea!”
Certo...ma molta acqua scorre sotto i ponti, cara la mia dolce Bunny...
I tempi felici sono finiti...loro non vedono in te ciò che vedo io...
Ormai i loro occhi sono coperti dalla...gelosia...e dall'invidia...

-P-Perché?-
Bunny sussurrò quelle parole, Luna stava dormendo sul letto, quando l'aveva vista tornare a casa la gattina saggiamente avev apreferito allontanarsi, aspettando che l'amica si calmasse.
Nel frattempo le mani della biondina si erano scostate dalle tempie, gli occhi prima chiusi che si stringevano adesso erano aperti in un'espressione di stupore.
Tu possiedi cose che loro non hanno, e loro ne sono gelose...
Per questo ti trattano così...per invidia...
Ma loro non capiscono...non capiscono...
Poi...ti trattano così anche perché si sentono più mature di te...credono che tu sia infantile...

“NON LO SONO! Perché tutti lo pensano? Perché non posso essere me stessa?”
Bunny adesso aveva ridotto gli occhi a due fessure, lasciando scivolare via le lacrime di tristezza, ripensando a tutti i momenti felici e a queli tristi.
La voce sembrò svanita, dato che non rispondeva a questa domanda, ma riprese poco dopo, più convinta che mai.
Visto che mi dai ragione?
Loro non ti permetteranno di essere te stessa...
Ascoltami: manifesta il tuo dolore, la tua rabbia, la tua tristezza.
Sfogati, mostrati.
Avanti...so che lo vuoi...

Bunny adesso sussultò, spaventata, il cristallo d'argento lampeggiava più convinto che mai, il cuore era accellerato, quella sensazione di voler gettare fuori di se un'ondata di sensazioni negative era forte, così com'era la tentazione.
...no...
Non poteva, non doveva rinunciare così!
Doveva stirngere i denti!
Le cose si sarebbero risolte, com sempre!
“No, non ti permetterò di farlo! Io non lo voglio!”
Oh si che lo vuoi, lo desideri con tutta te stessa...
Una strana aura avvolse bianca, era un'aura scura come la notte costellata di spruzzi d'argento come saette, i codini si erano sollevati dolcemente dal letto, danzando leggiadri.
Doveva resistere!
Resistere!!
Bunny stirnse i denti, una mano sul petto e l'altra che si reggeva al letto, di colpo avvertì qualcosa scatenarsi nella mano appoggiata al letto, e con suo terrore vide il marchio della sua mano sul tessuto del lenzuolo, spaventandola e facendola alzare in piedi, per poi cadere in ginocchio, trattenendosi.
“NO! NO!”
la voce non parlò, mentre lentamente Bunny si calmava, la vampata di energia svaniva, lasciando Bunny stremata dalla fatica, mentr ela voce sussurrava tentatrice.
So che hai paura, ma come vedi è stato facile...
La prossima volta...c'è la farai... niente ti fermerà...



In quello stesso istante, ben dieci persone avvertirono l'aura che aveva avvolto Bunny in quei minuti.
Le prime tre furono Psiche, Solaria e Taurus, il ragazzo si era addormentato sul divano, ma ora aveva spalancato gli occhi, sussultando, Solaria era ancora di fronte a quel balcone a fissare la notte stellata, mentre Pische usciva dalla stanza.
-Si è mosso-
-Stavolta era un segnale forte-
-Significa che dobbiamo sbrigarci. Il Sigillo temo che non resisterà a lungo. Sopportare un peso del genere per tutti questi anni da solo è stato faticoso. Ma adesso avrà bisogno del nostro aiuto-
-O di quello di Eris, se si schiererà dalla sua parte-
-Ehilà, Psiche, da quanto siamo così pessimisti?-
-Non scherzare Pek! La situazione è seria! Speravo che non si muovesse fino all'Eclissi, invece...-
-Gli stimoli esterni fanno si che si muovi prima...-
Solaria aveva spostato la sua attenzione verso Psiche e il ragazzo, che si passò una mano tra i capelli spettinatissimi, trattenendo uno sbadiglio, mentre Psiche pensava a quello che stava accadendo, prima di rivolgersi alla ragazza che osservava il mondo fuori da quel balcone.
-Cosa consigli di fare?-
-...ho appena tentato di comunicare telepaticamente con vostra madre, ma non ho ricevuto nessun segnale...
Dovremmo cavarcela da soli...anche se sono sicura che vostra madre ha sentito il movimento...-
Psiche annuì con Pek, tornando poi a tentare di riprendere sonno, mentre il ragazzo gia si addormentava.
Solaria osservò il ragazzo, con gli occhi socchiusi, ma non avvertiva la stanchezza, tornando poi a guardare la Via Lattea sopra di lei.


Le altre tre persone che avvertirono il movimento erano Eris, Kama e un uomo di aspetto affascinante e misterioso, sembrava avere una trentina d'anni, i lunghi capelli di un colore nero, più nero dela notte, gli occhi invece erano di un celeste pallido da sembrare bianco, un sorriso soddisfatto, arrogante per Kama e sicuro di se, l'aspetto signorile anche grazie al mantello che portava dietro di se, di tutti e dieci gli ufficiali era il più importante, e in quel momento Eris lo aveva richiamato a se, lasicandolo un poco nel silenzio della sala, mentre la regina avvertiva chiaramente muoversi la cosa...
-Lo hai sentito Tartaro?-
-Si mia signora-
la sua voce era impostata, conturbante e ipnotica, chiunque avrebbe perso la ragione verso quell'uomo, che però era il più pericoloso degl'ufficiali, e quello che più si avviicnava al potere di Eris.
Ma nessuno di loro, però, avrebbe mai potuto sconfiggere la loro signora, troppo potere circolava in lei.
La donna socchiuse gli occhi, squadrando l'uomo che era chinato verso sua maestà.
-Tartaro, dimmi, porti buone notizie?-
-Sfortunatamente Skoll e Hati hanno fallito, anche perché pare che Taurus abbia raggiunto Solaria e la principessa Psiche-
Kama lanciò uno sguardo carico di disprezzo verso l'uomo che lasciò che il nome della principessa scivolasse dolcemente dalle sue labbra: da sempre l'ufficiale Tartaro avrebbe voluto mettere mani sulla dolce e aggraziata figura della figlia di Cancer, ma Eris lo sguadrò di nuovo, per poi sorridere, alzandosi, i capelli neri volteggiavano sciolti lungo il viso e la sua figura.
-Apopi!-
dal nulla, con dietro di se un sibilo, Apopi apparve in alta uniforme, inchinandosi alla regina.
-Maestà, mi ha chiamato?-
-Si, voglio che tu e Tartaro scendiate sulla terra. Voglio che Solaria, Psiche e Taurus soffrano! Non voglio che si avvicinino alla principessa. Egli si muove, si muove velocemente, e il Sigillo presto farà la Scelta.
Ora andate!-
-Si!-
Tartaro svanì facendo un passo indietro e scomparendo nell'oscurità della stanza, mentre Apopi veniva accompagnata da un sibilo, Eris si passò una mano a voler nascondere le labbra increspate in un sorriso, mentre Kama restava in silenzio dietro alla madre, ripensando a quel viso sorridente.
Strinse gli occhi, avvertendo quel calore e allo stesso tempo quella stilettata raggiungere il cuore, i suoi pugni si strinsero, dalla rabbia e dalla tristezza.
“Psiche....Psiche...”


Altre tre persone che avvertirono i movimenti di Egli erano Cancer, Leo e un'altra figura, messa in ombra, che attendeva istruzioni dalla maestà, che sussultò un secondo avvertendo per un solo istante l'influenza della cosa e la debolezza della principessa.
Leo si voltò verso la sua sposa, osservando con fare triste il viso dellla regina tinto di un'espressione turbata e triste, stringendole affettuosamente la mano a volerle donare un po' del suo calore, che aiutò la donna a far nascere un sorriso tra le sue labbra, per poi voltarsi verso la figur ain ombra.
-Voglio che Sagitter, Virgo e Pisce raggiungano Solaria, Acquarius e Taurus. Oggi stesso-
la figura fece un'inchino silenzioso, allontanandosi poi dalla stanza, mentre la donna si appoggiava al marito, avvertendo una profonda stanchezza e la debolezza che si insinuavano in lei.
-Se continuerà a muoversi così il potere della principessa andrà presto a dissolversi...ho paura...-
Leo strinse nel suo caldo e confortevole abbraccio la moglie, accarezzandole la lunga chioma candida, baciandole il capo, tenendola stretta a se, cercando quasi di tenerla nascosta dal pericolo di perderla.
“Non ti porteranno via da me...”


L'ulima persona ad avvertire una presenza strana, dalle strane onde era Rea, che in quel momento era in meditazione davanti al fuoco, aveva avvertito chiaramente per qualche minuto una presenza che non era ne benigna ne maligna, ma che comunque fece venire a Rea un brivido gelato di paura, mentre spalancava gli occhi avvertendola.
Era qualcosa di incompatto, non aveva forma precisa, ma era in qualche modo grande, enorme.
Immenso...infinito...
E allo stesso tempo era concentrato, minuscolo, in qualche modo Rea avvertì questa presenza epsandersi per poi regredire fino a scomparire.
Rea sospirò, ripensando ai nemici che si facevano avanti verso la principessa offrendole protezione e sicurezza.
Lo ammetteva, Rea si sentiva in colpa, come tutte le altre Sailor.
In quei giorni stava trattando in modo davvero terribile Bunny, va bene che di solito con la ragazza Rea ci litigava sempre, ma era comunque qualcosa di poco offensivo, non come la sfuriata quando Bunny aveva difeso il nemico.
E poi...il ricordo di quegl'istanti...

“LASCIATEMI IN PACEEEE!!”

Rea avvertì di nuovo quel brivido, in quei momenti aveva visot una Bunny furente, rabbiosa, offesa, disperata, che si allontanava da loro, scatenando poi la sua rabbia in quel comando chiaro e preciso.
Non voleva più vederle.
Però la ragazza sacerdotessa agrottò la fronte, domani stesso avrebbe chiesto scusa a Bunny, non poteva perdere la sua migliore amica, oltre alla sua principessa.
No, non poteva, non se la sarebbe mai perdonata...


Quella mattina Artemis aveva deicso di allontanarsi da Marta, che ronfava tranquilla nel suo letto, uscendo dalla finestra della stanza e optando per una passeggiata in città, fra i terrestri che erano rimasti in città, o che partivano o che tornavano, mentre il caldo sembrava aver ceduto il passo ad una frescura piacevole che metteva un po' di buonumore.
Il gatto dal mant candido passeggiava tranquillamente per le vie di negozi, guardandosi un po' intorno, ascoltando vagamente il chiacchiericcio sommesso della gente che passeggiava, entrava o usciva dai negozi, mentre i suoi pensieri riflettevano gli istanti delle varie battaglie che avevano affrontaot, e gli strnai incontri con i vari guerrieri.
In particolare lo aveva colpito l'ultimo incontro con Solaria, Acquarius e il nuovo venuto, un ragazzo che a quanto aveva capito e aveva visto nello scorrere della battaglia, prendeva energia da Marta, o meglio da Venere, Marta ne faceva solo da tramite con il potere del pianeta.
Il gatto superò una signora grassa, e agilmente superò una massa di gambe, una di queste però lo spinse verso la strada, facendolo quasi rischiare di farsi mettere sotto da un'auto in corsa, con un agile balzo Artemis evitò per un pelo la tragedia, tirando un sospiro di sollievo, tornando poi a passeggiare sul marciapiede, evitando di imbattere in qualche gamba che lo avrebbe di nuovo spintonato verso il ciglio della strada.
Era chiaro che l'oggetto dei desideri di quelle che parevano fazioni opposte era Bunny, o meglio la principessa Serenity.
Artemis lo ammetteva, si era spaventato la notte prima, quando Bunny avev aurlato che dovevano lasciarla stare, ed era preoccupatio per lei.
Non aveva più visto Luna, forse la gatta era rimasta con la ragazza.
...
Artemis stava ancora pensando, quando avvertì delle braccia afferrarlo delicatamente, facendolo sobbalzare, ma prima di sfoderare gli artigli alzò lo sguaro verso colui (perché era un lui) che lo aveva abbracciato.
Era un ragazzino, doveva avere l'età di Ottavia, i capelli di uno strano colore che ricordava il bianco, era qualcosa di grigio metallo chiaro, e dalle sue mani proveniva un piacevole profumo di Lavanda, gli occhi del ragazzetto erano di un colroe verde acqua sfumato in azzurro, la pelle un po' pallida.
-Che bello! Callisto, possiamo prenderlo?-
dalla folla apparve una ragazza, una ragazza bellissima secondo giudizio di Artemis, che rimase affascinato dal viso sorridente della ragazza, doveva avere l'età di Marta, gli occhi erano di un bdefinito colore grigio però brillante e bellissimo, i capelli lunghi fino alla vita lgeati in una treccia erano di un vivace castano chiaro quasi biondo, la ragazza dal corpo sottile sorrise divertita dal deisderio delragazzino, per poi scuotere la testa in senso di diniego.
-Ebisu, questo gatto potrebbe avere un padrone, e magari il padrone preoccupato lo starà cercando. Forza, mettilo giù-
il ragazzino annuì, dando ragione alle parole della ragazza, che prima che il ragazzino appoggiasse a terra il gatto accarezzò questo.
-Scusalo, a lui piacciono le cose belle-
sorrise, poi lasciò che Ebisu mettesse a terra Artemis, che dopo un attimo di stupore per l'atteggiamento della ragazza corse via tra la folla, seguito dallo sguardo dal bambino, che avvertì poi una mano arruffargli i capelli, accanto a Callisto si formò una terza figura un ragazzo della stessa età della ragazza e forse un po' più grande, dai capelli color rosso scuro che si guardava intorno, indossava una maglietta senza maniche che rivelava il fisico non troppo muscoloso, ad un braccio aveva un tatuaggio nero.
-Forza, andiamo piccolo amante dei gatti, dobbiamo raggiungere gli altri-
il ragazzino annuì, cominciando poi a farsi strada tr ala gente, per poi vedere qualcuno di familiare, e fiondandosi tra la folla seguito con lo sguardo da Callisto e l'altro ragazzo, che poi sorrise, avviandosi con la ragazza verso la figura, il ragazzino le era corso incontro abbracciandola.
-Sorellona!-
-Ebisu! Che ci fai qui?-
-Signorina Psiche...-
la ragazza alzò allibita lo sguardo verso le altre due persone, poco più in la Pek la stava raggiungendo.
-Callisto, Kutz! Ma che ci fate qui?-
-Vostra madre ci ha mandato per dervi una mano-
-Come sta?-
la domanda ansiosa e preoccupata della ragazza fece nascere un sorriso sul vlto della ragazza, che le appoggiò gentilmente una mano sulla spalla.
-Non ti preoccupare, tua madre sta bene-
-Kutz! Callisto! Ben arrivati! Ciao campione!-
-Pek!!-
Ebisu saltò verso Pek, che lo sollevò in aria, per poi riappoggiarlo a terra.
-Dov'è Solaria?-
-E' rimasta a casa nella sua stanza, voleva assolutamente comnicare con sua maestà Cancer-
i ragazzi si guardarono intorno, optando poi per una passeggiata fra la gente terrestre, osservando con aria divertita le persone che si muovevano freneticamente nei marciapiedi e per i negozi.
I cinque si guardavano intorno, sembravano davvero dei ragazzi normali, Kutz superava tutti e cinque in altezza, mentre Ebisu era il più piccolo, e si teneva mano per mano con Psiche, apparivano davvero, sarebbero stati identici se il ragazzino non avesse avuto quell'assurdo colore di capelli, la ragazza invece era di un bel biondo chiarissimo, con quei due occhi di colori diversi.
Il castano pareva il più tranquillo e il più normale, con quello sguardo tranquillo e l'aria un po' assonnata.
Invece la seconda ragazza si faceva notare, era davvero molto bella, i suoi capelli non erano rporpio lisci, infatti qualche ciocca sfuggita alla treccia appariva vagamente riccioluta, gli occhi di quella strana pigmentazione grigia.

Nel frattempo, al tempio di Rea, Amy, Morea, Marta e Rea stavano parlando con Bunny, che dopo lo sfogo con la madre e dopo una chiacchierata con Luna nel quale si erano in qualche modo chiarite adesso ascoltava le scuse delle amiche.
-Ci dispiace Bunny, ti abbiamo tratta malissimo-
-Ha ragione Amy, non dovevamo comprotarci così-
-Ti, prego, non essere arrabbiata con noi-
-Scusaci!-
Bunny le fissò stupita, prima di sorridere e di abbracciarle con forza, serena.
-Non vi preoccupate, vi ho gia perodnato tutto, tutto! Scusatemi voi per il mio comportamento...-
un sospiro di sollievo venne fuori dalle quattro, che abbracciarono affettuosamente la ragazza dai biondi codini, nel frattempo Luna si stava guardando intorno, per poi rivolgere la parola a Marta.
-Ma Artemis non è con te?-
-No, credo che sia andato a fare una passeggiata, è da quando mi sono svegliata che non lo vedo. Ma sta tranquilla Luna! Mica s'innamora di qualche gatta!-
a questa affermazione di Marta Luna arrossì di botto, facendo scoppiare a ridere le ragazze, che poi videro altre quattro figure con loro.
-Possiamo unirci alle risate?-
erano Heles, Milena, Sydia e Ottavia, le prime due porsero le scuse a Bunny, che le perdonò con un sorriso sulle labbra, proponendo poi alle ragazze di avviarsi per i negozi per far passare la giornata.
Così in quel momento di ritrovavano per le vie dei negozi, Bunny e Marta dimostravano il loro apprezzamento per meravigliosi vestiti costosissimi, mentre Amy optava per le librerie li attorno.
In quel momento Bunny avvertì qualcuno cozzarle contro, e si ritrovò sotto di lei un ragazzino della stessa età di Ottavia, dai capelli grigio metallizzato bianco e gli occhi verde acqua.
Questo fece un sorriso furbesco a trentadue denti, allontanandosi di qualche passo da Bunny e chinando il capo in segno di scuse.
-Mi dispiace-
-Figurati, però sta più attento-
-Ebisu!-
il ragazzino si voltò, tornando verso un gruppo di ragazzi, tra di loro spiccav auna figura familiare a Bunny, una ragazza di quindici-sedici anni che la fissò stupita, insieme a lei e al bambino due ragazzi e una ragazza che fece un cenno del capo in segno di saluto.
-Scusatelo, è un po' birbante. Mi chiamo Psiche, sono la sorella-
-Piacere, Bunny, e queste sono le mie amiche-
-Anche loro sono miei amici. Bene, adesso scusateci-
Marta nel frattempo che le due si presentavano e si presentavnao a vicenda le sue compagnie aveva addocchiato il ragazzo castano, le sembrava terribilmente familiare, mentre lui nel vedere gli occhi della biondina fissi su di lui arrossì un pochino timido e si avvicinò al compare dai capelli rossi, la sua aria allegra non passavano inosservate per le ragazze, Morea in testa, mentre la ragazza dai capelli vagamente biondi aveva attirato la curiosità di Amy, Heles, Milena e Sydia.
Ottavia invece aveva ricomincito ad osservare il coetaneo, corrisposta, lui però sorrideva allegro ed era ance aorristo un pochino.
Pishce si allontanò con gli altri, mentr eBunny li salutava sorridendo, per poi rivolgersi alle altre, Heles aveva storto il naso con fare sospettoso.
-Non mi piaceva la ragazza dai capelli castani-
-Avanti Heles! Non cominciamo a sospettare di tutti i ragazzi che ci passano davanti!-
Bunny sorrise, ricominciando a girovagare, mentre Psiche parlava con la sua comitiva.
-L'avete riconosciuta?-
-Quella con i codini dinque?-
-Bene, adesso che so chi devo proteggere, dovrò pensare ad un piano per la situazione-
-Il tuo cervello è gia in movimento, Callisto?-
-Al contrario del tuo, Kutz-
-Non cominciate voi due-
-Comunque, Pek, ho notato che la biondina dietro alla nostra principessa ti stava tenendo d'occhio. Hai fatto colpo caro mio!-
il ragazzo castano arrossì, mentre il rosso si metteva le mani dietro la nuca.
-Invece io ho trovato tutte le ragazze carine-
-Sempre il solito Kutz! Non perdi mai occasione di fare il Casanova-
-Ma se stavolta non ho proferito parola!-
-A me piaceva la ragazzina!-
-Ti riferisci alla tua coetanea Ebisu?-
-A proposito, Psiche...-
la ragazza si voltò, Callisto si era fermata turbata.
-Quella ragazzina è...-
-Si, è la nostra cara Sailor Saturn-
-QUELLA RAGAZZINA?-
Kutz aveva dimostrato il suo stupore, mentre Psiche annuiva, rimettendosi poi a camminare con gli altri dietro ed Ebisu che continuava a tenerle la mano.
-Non avrei immaginato che Sailor Saturn fosse una bambina-
-Beh, ricorda che si è reincarnata. Prima er auna neonata, e poi man mano è cresciuta. Presto raggiungerà la mia età, come farà Ebisu-
i ragazzi annuirono, continuando poi a godersi la mattinata, per poi avviarsi verso l'appartamento dove li attendeva Solaria.

(Capitolo corto, ma il prossimo sarà un po' più succoso!
Abbiate pazienza!
Spiegazione dei nomi! Allora, Tartaro è il buio che secondo i greci esisteva prima della terra, poi nacque la terra e il cielo, e il buio venne sconfitto e imprigionato, e si chiama Tartaro.
Poi....Pek secondo i Maya è il cane! Infatti, secondo lo zodiaco Maya dal 21 Aprile a mi sembra il 21 Maggio i nati sono del segno del cane.
La stessa cosa vale per Kutz, che è il pavone per i Maya, i nati dal 16 Novembre al 13 Dicembre sono del segno del pavone.
Callisto, invece, è per la mitologia Greca la ninfa che s'innamorò di Ulisse, il suo nome significa Bellezza!
E infine Ebisu, che è simpaticamente una delle sette divinità della Felicità per i Cinesi, e cioé quella della pesca!
Spero di avervi spiegato bene da dove vengono questi nomi!
Un saluto!
BACI!
Meiko)

  
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