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Autore: marco    10/09/2007    11 recensioni
Come saprete il mio nome è Harry James Potter, vampiro secolare e sanguinario. Ho combattuto in molte guerre ed ero assai spietato, non ero solito concedere terreno. Il mio nome era ed è tutt’oggi assai temuto e la mia casata gode di notevole prestigio. Sono sempre stato circondato da servitori e non posso certo affermare che lo facevano per loro volontà. Erano semplicemente schiavi e per tali erano trattati, finche...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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cap1 Hermione…

“Che bello, siete tornati. Prego accomodatevi” disse Hermione, facendo entrare gli ospiti “Adrianne, dì a Harry che sono tornati i nostri ospiti” concluse rivolgendosi alla sua servitù.
“Salve” salutò Harry apparendo dal nulla “Prego accomodatevi in salotto. Immagino che siate tornati per il racconto” terminò allegro.
“Oggi sarò io a raccontare” fece la giovane donna “Mi presento, anche se già mi conoscete. Sono Hermione Jane Granger in Potter, moglie di Harry James Potter e mamma, attualmente, di tre bellissimi vampiretti. Non preoccupatevi, non andranno in giro a mordere le persone. Neanche io e mio marito lo facciamo, anche se a volte ci chiamano ad Azkaban e ci fanno sostituire i dissennatori. Vi domanderete se lavoriamo per il Ministero, ebbene la risposta è si.”
Prima di tutto, ci siamo conosciuti nel Medioevo, sono sicura che il mio bel compagno abbia dimenticato di dirlo.
Dovete sapere che i miei genitori erano benestanti, ma sono stati uccisi durante una rivolta popolare per sottrargli i terreni. Io invece, alla tenera età di cinque anni, fui venduta come schiava.Sentendo il racconto di mio marito, vi sarete domandati come mai accettavo passivamente quello che mi facevano. La risposta è molto semplice, mi ero rassegnata.Più di una volta avevo provato a fuggire, mi ero ribellata o avevo fatto le bizze come una normale ragazzina, ma avevo ottenuto solo punizioni o, come in quel giorno che incontrai Harry, bastonate.
Il mio signore di allora, aveva provato a divertirsi a mie spese insieme ad altre persone,  ed io non fui molto d’accordo non ero certo intenzionata a cedermi ad uno str... rassegnata sì, ma ci sono dei limiti in tutto a mio giudizio.
Col tempo ho imparato molto bene, come comportarmi con i vari padroni. Alcuni volevano che chiedessi pietà, altri si eccitavano se lo facevo o si offendevano se non mi lamentavo, continuando a punirmi finché non imploravo il loro perdono. In ogni caso erano botte o un forte peggioramento della mia condizione di vita.
Conobbi mio marito, che avevo diciassette anni circa e nessuna voglia di vivere in corpo. Da tempo mangiavo pochissimo, nella attesa che il fatidico momento arrivasse.
Il giorno che lo incontrai, ero assolutamente priva di forze e non riuscivo neanche a lamentarmi.
Dovevo essere venduta per l’ennesima volta, visto che non ero intenta a soddisfare tutte le voglie del mio padrone neanche dopo severe punizioni, ma non riuscivo a camminare per arrivare al mercato, così mi stava punendo come se picchiarmi mi avesse dato quella forza che non avevo.
Mi ricordo che sentii dei passi avvicinarsi, quando alzai la testa curiosa mi sentii ribollire e le guance prendere fuoco. Quel uomo che vidi, moro, alto, elegante ed autoritario, riuscii a riaccendere in me la mia parte morta sepolta sotto anni di umiliazioni e a farmi provare vergogna.
Vergogna di farmi vedere in quelle condizioni, sudicia, in catene e totalmente sottomessa, sciupata e triste. Molto triste, quante volte avevo sognato di essere libera, correre nei campi, giocare o più semplicemente lavorare per mantenermi, cercarmi un uomo con cui costruire una famiglia. A quei tempi le ragazze della mia età erano gia madri e io ero riuscita a preservare in me quella briciola di dignita che mi ha impedito di non perdere l'unico dono che avevo.
Accadde tutto troppo velocemente e mi risvegliai in un letto caldo, pulito e senza catene. Non sapevo chi era e lui non si preoccupò di dirmelo, né io di chiederlo. Era il mio nuovo signore e questo mi bastava.
Dovete sapere, che pure le serve hanno il loro orgoglio o perlomeno io avevo il mio. Se mi avesse trattato bene, avrei fatto di tutto, altrimenti sarei morta prima di accontentarlo, anche se era così bello...
Quando lo sentì darmi i suoi primi ordini, non credetti alle mie orecchie. I miei incarichi consistevano nel mangiare e riposarmi, poi mi sarei dovuta occupare della casa e di lui.
Mi ricordo la faccia stupita dei miei pari, quando lo sentirono affidarmi quei comandi, impossibile non farlo.
Mangiare alla sua tavola, scegliermi dove dormire e libera di girare per le sue proprietà. A loro non era concesso uscire dalla casa, mangiavano una volta al giorno e le loro stanze… beh lasciamo perdere.
Spesso non era facile comprendere il suo comportamento e non capivo bene se sbagliavo io o era nervoso lui. In ogni caso sono sempre stata punita poco, molto poco rispetto ad altri, e mi ha sempre trattata bene.
Mi ha fatto studiare, insegnato a combattere e soprattutto mi fece studiare la magia, permettendomi di usarla per i miei compiti. Una pacchia!!!!
Tutto oggi, ogni volta che ripenso a quel giorno da Olivander, non riesco a comprendere cosa accadde, l’unica cosa sensata furono le bacchettate, che presi sulle mani.
Avevo disubbidito a un suo ordine, umiliandolo in pubblico. Perché era così che era percepito un ordine non rispettato, una forte mancanza di rispetto e ancor peggio se era in pubblico.
Così chi disubbidiva, generalmente, veniva punito assai severamente.
Ecco, un’altra cosa che ho imparato è di non rimandare le punizioni, possono essere assai peggiori dopo.
Invece lui mi comprò la bacchetta, m’insegnò a usarla e tutte cose assolutamente strane da concedere a una serva, che aveva pure mancato di rispetto.
Con il passare del tempo si guadagnò il mio pieno rispetto e, nonostante mi chiedessi dove fosse il suo tornaconto, avrei veramente fatto tutto per lui. Segretamente iniziai a controllare che non gli accadesse niente, ero pure avvantaggiata da quell’incantesimo, che aveva posto su di me. Se avessi osato, un’azione ai suoi danni, avrei pagato care le conseguenze. Così, un giorno che stavo servendo in tavola, percepii un fastidio al marchio e m’insospettii.
Portai via tutto e lo feci mangiare al cuoco, scoprendo che era avvelenato. Mi piaceva cucinare e occupai il suo posto, in fin dei conti rientrava nei miei ordini “Occuparsi della sua persona in tutto e per tutto”.
Adoravo stare in sua compagnia, discutere fino a notte fonda di argomenti vari o a duellare.
Invece se c’era una cosa che mi faceva impazzire, erano le sue visite femminili. Sapevo cosa succedeva in quella camera o nelle camere delle serve quando non andava lì per punirle e non vi nascondo che sarei voluta esserci io in quei particolari momenti.
In fin dei conti sono una donna e lui, mi piaceva parecchio. Ci volle del tempo, per attribuire il nome giusto a quel fascio di emozioni che provavo ogni volta. Gelosia, rabbia, subbuglio e tenerezza erano solo alcune cose che percepivo stando accanto a lui.
Di questo ebbi certezza quel giorno che fui costretta a entrare in camera sua, mentre era impegnato con Evelin. Non appena vidi la scena mi inginocchiai come era mio dovere ringraziando il cielo di non essere costretta a osservarli e a farmi vedere in preda ad un vero e proprio attacco di rabbia. L’avrei voluta uccidere e in cucina stavo per commettere qualcosa di cui mi sarei pentita.
Tutto quello che non sopportavo, Evelin era riuscita a farlo o a dirlo. Considerando che, solo il fatto di averla davanti mi faceva innervosire, il mio umore non era dei migliori e vi lascio intendere, cosa sarebbe potuto succedere.
Riuscii a contenermi, rispondendogli solamente con un tono forte e deciso e, per tutta risposta, mi schiaffeggiò come se fossi stata di sua proprietà. Per sua fortuna Harry arrivò nel arco di poco tempo o non so cosa né avrei fatto di quella lì. Per la prima volta ero fuori di me dalla rabbia.
Una cosa mi stupì molto prima di punirmi come, tra l’altro, meritavo ascoltò pure la mia versione dei fatti. Altri al suo posto non lo avrebbero mai fatto.
Oltre alla punizione ricevetti il premio più ambito da un servitore, tre giorni di pura libertà. Non sono mai riuscita a spiegarmi perché lo aveva fatto ne mai ho avuto risposta a tale domanda.
In ogni caso i primi due giorni li passai a cercare informazioni sui miei genitori, per quello che mi ricordavo eravamo benestanti e probabilmente a me spettavano dei terreni o delle proprietà, anche se c’era stata la rivolta.
Avevo tutta l’intenzione di riscattarmi, non volevo rimanere una serva a vita, eppure ero combattuta, non volevo andare via da quella casa.
Trovai i miei averi e feci valere la mia autorità ritornandone in possesso. Ero diventata una serva ricca e potente, ma pur sempre una serva.
Non sapevo cosa fare, non volevo lasciarlo e non volevo rimanere all’ultimo livello del ceto sociale. Così decisi. Gli avrei fatto capire cosa provavo per lui e poi avrei visto il da farsi.
Era la mattina del terzo giorno, quando mi presentai da lui facendogli capire le mie intenzioni. Ero imbarazzatissima, visto che, di lì a poco, lo avrei fatto per la mia prima volta, che ci crediate o No.
Scoprii che pregare aveva aiutato, mai avrei creduto, se me lo avessero raccontato, che mi sarebbe andata così bene.
In una notte mi ritrovai da serva, a libera e futura sposa dell’uomo che amavo e che mi amava a sua volta. Ogni volta che ci penso, ringrazio tutti i miei angeli protettori.

Negli anni l'ho visto cambiare molto, non tratta più i suoi "assistenti" come faceva un tempo, anche se quando si arrabbia non vorrei essere tra le sue mani.
Ci sposammo poco tempo dopo, ma non in chiesa. Tante cose sono false su noi vampiri, ma le croci, un po’ di fastidio ce la danno.
Il matrimonio fu intimo e originale per me, c’era pure Evelin, che schiumava di rabbia. La ringraziai, se non fosse stato per lei chissà se avrei osato dichiararmi. Credo, che se avesse potuto, mi avrebbe fatto secca.
Credo che nessuno possa dire che mio marito una volta fosse spietato e cattivo, quando lo vidi gioire per l'arrivo del nostro primo figlio, nonostante abbia fatto sbiancare tutta la servitù quella notte.
Mi ricordo bene cosa disse “Se succede qualcosa a questa creatura, vi conviene scavarvi la fossa da soli e sparire, prima che mi capitiate tra le mani” a modo suo era stato gentile.” prima li avrebbe seppelliti in anticipo almeno un paio per dare l'esempio.
Un pianto si levo nell’aria distraendo i due coniugi.
“Hermione, hanno fame.” Interruppe Harry portando i pargoletti “Purtroppo io non posso aiutarti” continuo lui.
“Questa è la mia storia” disse la vampira “Sono passati tanti secoli da allora e mai il nostro amore è vacillato una sola volta. Ultimamente abbiamo avuto altri tre figli e li abbiamo chiamati Lisie, Michel, Jane. Ora scusatemi, ma devo sfamare queste tre meraviglie.”
“Che dite? Ah, Dovete già andare via? Mi spiace molto. Spero che la storia vi sia piaciuta. Ciao a tutti e grazie per averci ascoltato.”

 

 

 

Un immenso GRAZIE a Petronilla, Stefano, giuggiola, Apple90, Magia, Stizy, Lisiepotter, Scar e Maximillian Granger per aver recensito e avermi aiutato. Grazie di cuore!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Spero che questo 2° capitolo vi sia piaciuto. CIAO e ancora grazie
Un grazie anche a chi non a commentato e spero si decida a farlo con questo capitolo, per me conclusivo.
  
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