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Autore: hislonelygirl_    24/02/2013    1 recensioni
"se c'è anche una sola probabilità che tutto possa andare bene, non pensi che valga lo stesso la pena di lottare?"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I corridoi si erano ormai svuotati, le lezioni erano riiniziate e Louis era di nuovo in ritardo. Non aveva proprio voglia di assistere all’ora di matematica. “alla fine, quel vecchio rincoglionito non noterà neanche il ritardo.” si disse Louis pensando che poteva anche prendersela con comodo. Per fortuna non aveva nessuno della sua comitiva che gli facesse compagnia a matematica. Ma c’era Eleanor, e adesso era un problema visto che stavano vicini al banco. “beh, cercherò di farmi cambiare l’orario.” Si disse e ci ragionò sul serio. Era una buona idea. Era quasi arrivato davanti all’aula quando un rumore proveniente dal bagno maschile catturò la sua attenzione. Era un rumore famigliare, un rumore che sentiva molto spesso provenire dalla camera di Lottie. Si, era un singhiozzo. Non capì mai perché ma ebbe l’impressione di sapere la persona lì dentro quindi senza farsi tanti problemi spinse la porta del bagno in avanti e si immobilizzò sulla soglia. I riccioli che popolavano i suoi pensieri da qualche giorno a questa parte stavano davanti a lui. La testa del ragazzo era china sul lavandino e si copriva il viso con le mani. Louis capì che il ragazzo non si era minimamente accorto di non essere più solo e si sentì in dovere di farglielo notare in qualche modo. Fece un passo in avanti cercando di farlo il più rumorosamente possibile. Parve riuscire nel suo intento visto che la testa del ragazzo riccio si alzò immediatamente e si girò a guardare Louis con gli occhi spaventati, tanto che a Louis parve di vedere un micio terrorizzato e questo non fece altro che fargli tenerezza.
-oops! – scappò dalle labbra del riccio che dopo si coprì la bocca con una mano e con l’altra cercò di asciugarsi le lacrime nel vano tentativo di assumere un aria più dignitosa. Sapeva di aver perso quel poco di reputazione che aveva cinque secondi fa. Dopo che il capitano della squadra di football avrebbe spifferato a tutti l’accaduto, non solo i maschi, la scuola intera l’avrebbe reputato gay.
-hi. – fu l’unica cosa che riuscì a dire Louis, aggiungendoci un sorriso ebete. Evidentemente non fu la reazione che si aspettava di vedere Harry perché si ritrovò a sgranare gli occhi un’altra volta, ma questa volta per stupore. Louis parve accorgersi di quanto sia imbarazzante la situazione solo allora, infatti il sorriso ebete sparì dal suo viso e tentò inutilmente di nascondere il rossore che stava colorando il suo viso. Per nascondere in parte l’imbarazzo per non perdere la faccia, decise di far finta di nulla e andò a rifugiarsi in uno dei cubiculi del bagno. La tensione e l’imbarazzo lasciarono il via libero alla mente di ragionare solo qualche minuto dopo il totale silenzio dove non si sentiva altro che il battere forte dei cuori dei due ragazzi, sembrava persino che non respirassero, beh Louis di certo non lo stava facendo. Solo allora sembrò capire quanto la situazione sia ridicola e uscì dal bagno ritrovandosi di nuovo il ragazzo riccio davanti. Cercò di non guardare nei suoi occhi, senza un motivo preciso. Abbassò la testa e si incamminò alla porta. Stava per spingere la maniglia quando si fermò non sapendo lui stesso il perché, sentiva il bisogno di dirgli qualcosa, sentiva il bisogno di togliersi questo peso, sentiva il bisogno di fargli capire che non la pensava come quei coglioni dei suoi ‘amici’. Si girò piano nella direzione del riccio, deglutendo a fatica.
-non li ascoltare. Non pensano prima di parlare, scusali. – disse e si sentì le guance andare a fuoco sentendo lo sguardo del riccio addosso. Prese un respiro profondo e alzò la testa per incontrare gli occhi di Harry, maledicendosi il momento dopo. Verde. Verde smeraldo. Era questo il colore degli occhi di Harry. Erano spaventato, incuriosito, incredulo e c’era qualcos’altro negli occhi di Harry che Louis riuscì a malapena a decifrare.. interesse?
Dall’altra parte del bagno Harry stava andando in iperventilazione. Non riusciva a credere che proprio Louis Tomlinson, il ragazzo più amato e famoso di tutta la scuola, abbia rivolto parola a lui e in più, non per minacciarlo o prenderlo in giro, ma per consolarlo. Lo guardò dritto negli occhi. Blu. Blu mare. Sentii le ginocchia tremare e ebbe bisogno di appoggiarsi a qualcosa, in questo caso il lavandino che era la cosa più vicina a lui. Il cuore iniziò a battere all’impazzata e i pensieri si attorcigliavano nella mente, senza riuscire a formulare un frase decente. Doveva rispondergli? Beh se doveva, era nella merda. Louis continuava a fissarlo, senza muovere un muscolo. Da quello che poteva vedere lui, anche Louis stava in una situazione critica. Vide le sue guance rosse e gli uscì un sorriso spontaneo, per il quale si maledisse subito dopo. Qualche istante dopo, delle domande incominciarono a farsi vivide nella sua mente. Cosa era quella sensazione nello stomaco? Perché non riusciva a distogliere lo sguardo da quel ragazzo? Perché provava tutto quello per un ragazzo? Quelli che lo chiamavano gay avevano ragione? Era quella la ragione per cui non riusciva più a sopportare la presenza della sua ex intorno a lui? Scrollò leggermente la testa, concentrandosi di nuovo per trovare una risposta.
-grazie. – fu tutto quello che riuscì a tirare fuori con una voce tremante. Louis parve svegliarsi da una specie di trance e annuendo, uscì dal bagno di corsa.
Non appena ebbe chiuso la porta dietro di se, Louis si precipitò nella palestra e poi fuori dalla porta che si affacciava allo stadio. E a fanculo le lezioni. Ringraziò mentalmente tutti i santi per aver trovato lo stadio totalmente vuoto, neanche un’anima viva visibile. Si sedette sulle tribune inspirando a pieni polmoni l’aria fresca. Si spiaccicò una mano sul vivo. Cosa gli era preso? Cosa aveva combinato? Cosa diavolo stava succedendo? Era per caso pazzo? Perché mai il suo cervello era andato in tilt non appena aveva visto gli occhi di Harry? Perché la piccola voce spaurita di Harry gli aveva fatto venire voglia di abbracciarlo e consolarlo? “..beh grazie a Dio ho avuto il buon senso di non farlo.” – pensò sul momento. Non ce la faceva più di stare seduto, si alzò e iniziò e percorrere con un passo lento tutto il campo. Era nervoso. Irritato dal suo stesso comportamento. Insomma, cosa c’era che non andava in lui? Calciò un sassolino che scomparve quasi sul altro lato del campo.  Sentiva il bisogno di gridare, di strapparsi i capelli per la frustrazione che provava. Adesso, a distanza di solo una decina di minuti dall’accaduto, gli era già difficile ricordarsi cosa fosse successo per davvero. Ma ricordava benissimo la sensazione di liberatoria che provò nel attimo in cui guardò gli occhi profondi di Harry. Come se tutti i suoi problemi fossero spariti, come se non fossero mai esistiti. E vogliamo parlare delle farfalle nello stomaco? “farfalle nello stomaco? Sul serio Tomlinson?” – lo rimproverò la vocina dentro la sua testa. E come faceva a spiegarsi il fatto che lui, Louis William Tomlinson, uno dei ragazzi più logorroici e con la battuta sempre pronta, in quel momento non sapeva nemmeno se avrebbe potuto pronunciare una sillaba? Come faceva? “Louis, non starai davvero pensando che la ragione di tutto ciò fosse davvero quello che stai pensando?”
.....
-devo parlare con mia sorella. – disse a se stesso mentre cambiava totalmente direzione e andava nel parcheggio della scuola. Si coricò velocemente dentro la macchina e sfrecciò sulla strada. Quindici minuti dopo, stava davanti alla scuola media in cui si trovava sua sorella. Parcheggiò la macchina e si diresse all’interno ringraziando Dio per essere maggiorenne e poter prendere sua sorella dalla scuola in ogni momento a lui comodo.
-sono il fratello maggiore di Lottie Tomlinson, abbiamo degli affari da sbrigare a casa, potrebbe dirle che la aspetto all’uscita? – parlò velocemente alla donna sulla cinquantina d’anni che stava leggendo un giornale nella segreteria all’entrata. Quest’ultima abbassò il giornale e lo squadrò dalla testa ai piedi con scetticismo nello sguardo. – sono maggiorenne e ho il permesso, può verificare nella cartella di mia sorella. – si sentì in dovere di specificarlo Louis. La donna allora sembrò credergli.
-aspetti cinque minuti. – disse alzandosi e sparendo nei corridoio adiacente. Louis aspettò, battendo il piede per terra e guardando ogni minuto l’orologio, nervosismo prese la meglio su di lui. Tempo cinque minuti precisi e vide la testolina bionda di sua sorella sbucare dal corridoio in cui era sparita la bidella poco fa. Ignorò lo sguardo interrogativo della sorella guardando la bidella tornare al suo posto e tirare fuori un foglio dalla cartella con il nome di sua sorella sopra.
-firmi qui signor Tomlinson. – la donna indicò un punto sul foglio con la penna sul quale Louis mise la sua firma disordinata prima di prendere per braccio sua sorella e precipitarsi fuori dall’edificio.
-Louis, quali problemi hai? – sbottò Lottie una volta fuori. – perché tutta questa fretta?
-ho bisogno di parlarti. Mi devi aiutare. I genitori non sanno nulla di questo. –spiegò velocemente Louis, supplicandola con gli occhi. Lottie sospirò, intuendo già che suo fratello si era cacciato in qualche guaio. Perché non poteva essere come tutti i fratelli maggiori normali?
-spara, ti ascolto. - Disse rassegnandosi.
-in macchina. – disse Louis girandosi e dirigendosi verso, appunto, la sua macchina. Lottie lo seguì senza obiettare e una volta dentro la macchina si girò a guardarlo incoraggiandolo a parlare con gli occhi.
-allora, prima di tutto, ho lasciato Eleanor. – Louis si fermò per lasciar la sorella assorbire l’informazione. – e no, il problema non è questo. – aggiunse sapendo cosa stava per dire sua sorella.
-allora qual è? – chiese la sorella, confusa al massimo.
-subito dopo, andando nella mia classe, ho sentito dei singhiozzi nel bagno maschile e non so per quale motivo sono entrato. – si fermò per trovare le parole giuste. –lì dentro c’era un ragazzo che poco prima i miei amici avevano preso in giro chiamandolo gay. Anzi, tutta la scuola lo da per gay.
-Lou, vai al sodo. – lo interruppe la sorella sapendo che adesso Louis si sarebbe perso in dettagli inutili e intuendo già in parte cosa era successo, anche e le sembrava quasi impossibile. Seguì una pausa che durò qualche minuto in cui Louis cercò di riordinare le idee.
-quando.. quando l’ho guardato negli occhi, ho sentito lo stomaco contorcersi, la mente mi era andata in tilt, non sapevo cosa dire.. – si fermò un’altra volta deglutendo al ricordo. –i suoi occhi, le farfalle nello stomaco, sensazione bellissima, la sua voce.. – iniziò a balbettare parole senza senso andando nel panico totale e mettendosi le mani nei capelli.
-ti piace quel ragazzo. – disse Lottie come se quella fosse la cosa più ovvia al mondo e per di più una cosa normale.
- c-che cosa?! - Louis la guardò come se avesse tre teste.
-non ci vedo nulla di strano Louis, è inutile che ti meravigli e mi guardi incredulo, i fatti parlano da soli.
-Lott.. lo sai che non posso permettermelo. – disse Louis sospirando.
-non puoi permetterti di essere ciò che sei? Non puoi permetterti di essere felice? Sinceramente? Non lo capisco.
-sono il ragazzo più famoso della scuola. Sono il capitano della squadra di football. Sono il sogno di tutte le ragazze della scuola. Sono..
-cazzo Louis smettila! – sbottò Lottie ormai irritata dalle cose, dal suo punto di vita, insensate che stava dicendo il fratello. –non c’è niente di male nell’essere omosessuale. Non c’è niente di male nell’amare qualcuno del tuo stesso sesso.
-non capisci. Non posso semplicemente permettermelo. Ho una reputazione. Ho degli amici che non me lo perdoneranno.
-e li chiami amici quelli? Non ti fanno essere quel che sei e li chiami amici? Dio Louis perché sei così stupido? – quasi gridò Lottie, rifiutandosi di credere che suo fratello stesse dicendo quelle cose. – senti, io ti ho detto le cose come stanno. Se vuoi continuare a soffrire per far felici i tuoi “amici”, se vuoi continuare a nascondere te stesso, sono fatti tuoi e ovviamente non sono io quella che deve dirti cosa fare. Sei venuto a chiedermi un consiglio e te l’ho dato, sta a te decidere se vuoi ascoltarmi o no. Ma non venirmi più a dire che stai male per questo motivo perché tutto dipende solo da te. Da te e da nessun’altro. – disse Lottie sospirando e cercando di calmarsi. Louis rimase in silenzio. Cosa avrebbe mai potuto dire? Mise in moto la macchina prendendo la direzione di casa loro. Durante il tragitto nessuno dei due parlò. Lottie guardava fuori dal finestrino e Louis guardava sulla strada, cercando di non pensare a nulla.
Per fortuna a casa non c’era nessuno. Lottie se n’è andò in camera sua mentre Louis si mise in salotto a “guardare” la tv. In realtà la sua mente saltava da un pensiero al altro, ponendo sempre nuove domande e manco una risposta logica. Ringraziò Dio quando sentì il suo telefono vibrare nella tasca posteriore.
Da Zayn:
amico ma dove cazzo sei finito?
A Zayn:
scusa amico ma mi sono sentito poco bene, sono a casa.
Da Zayn:
cosa è successo?
A Zayn:
cosa doveva succedere?
Da Zayn:
non penserai che crederò che tu ti sia sentito per davvero male di punto in bianco.
A Zayn:
beh dovrai crederci perché è davvero così.
Da Zayn:
va bene amico, faccio finta di crederti a quando ne hai voglia mi dici cosa cazzo ti sta succedendo in quella testa bacata che ti ritrovi. Ci sentiamo ;)
Louis sorrise a se stesso, ogni tanto era bello avere amici che ti conoscevano così bene da anticipare ogni tua parola o mossa. Amici che sappiano cosa dire e cosa non dire nel momento gusto.
A Zayn:
grazie amico, lo apprezzo. Ci sentiamo :)
mise il telefono indietro nella tasca e decise di smetterla di fare finta di guardare la tv. Così spegnendola, si mise semplicemente a fissare un punto indefinito davanti a se stesso. Cosa vedeva in quel punto? Semplice, gli occhi di Harry che non riusciva a togliere dalla sua testa.
“diavolo Tomlinson, non va bene questa storia.” – pensò prima di abbandonarsi ai ricordi dell’accaduto nel bagno della scuola.

angolo autrice_____ 
saaalve gente, scusate l'assenza ma ero sommersa dai compiti e non riuscivo a finire il capitolo. lol 
graaazie alla gente che ha recensito il primo e il secondo capitolo, che dite di farmi sapere cosa pensate anche di questo capitolo? 
alla prossima. <3 
  
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