Passata
la prima ora con la sola compagnia dei libri e della voce della professoressa Mc
Grannit, Hermione, si dirigeva nell’aula dove si sarebbe svolta la lezione di
Difesa contro le arti oscure del Professor Lupin. Mancavano ancora 15 minuti
prima che iniziasse la lezione ma la ragazza non avendo nient’altro da fare si
sedette ad uno dei primi banchi dell’aula vuota a ripassare per la lezione, ma
non appena ebbe incominciato a leggere quegli argomenti così tante volte
ripetuti il giorno prima, chiuse il libro nauseata.
Si
alzò sbuffando e si diresse con passo lento verso una grande finestra chiusa e
l’aprì, respirando la fresca aria autunnale, che attraversava leggera gli alberi
per poi arrivare alle narici di Hermione limpida e profumata.
Il
vento accarezzava dolcemente i morbidi boccoli della ragazza che osservava con
aria appagata il magnifico paesaggio che circondava la scuola, fu allietata
dalla visione del suo amico Hagrid che la salutava con la sua enorme manona
impataccata di qualcosa color marrone della quale Hermione non andava in
escandescenza per scoprire cosa fosse.
Il
cinguettio degli uccellini e il fruscio degli alberi tenevano l’udito della
Grifondoro occupato, infatti non si accorse che dalla porta della classe stesse
entrando qualcuno, quel qualcuno che da quel giorno Hermione non era più sicura
di odiare tanto, quel qualcuno che stava riscoprendo, quel qualcuno che secondo
il suo parere stesse cambiando. L’attezione di Hermione venne catturata dallo
scostamento di una sedia e dal tonfo di una borsa che cadeva sul pavimento. La
ragazza si girò e con sua grande sorpresa vide il protagonista dei suoi attuali
pensieri.
-Malfoy?
Cosa ci fai qui? Forse non ti sei accorto che mancano 10 minuti alla lezione!
Anzi...per te facciamo 20!- Esclamò la ragazza.
-Perché
sei così acida con me Hermione?- Disse il ragazzo affiancandosi alla ragazza che
era appoggiata alla finestra e fissando il paesaggio.
-Hermione
è solo per gli amici. Tu, se proprio devi chiamarmi, chiamami Granger! Anzi, non
chiamarmi, che è meglio!- E si rigirò per guardare fuori. Stava disperatamente
cercando di ignorare la presenza del biondo, ma non ci riuscì e si voltò appena
per guardarlo con la coda dell’occhio, e notò che anche lui la stava guardando,
o meglio fissando!
-
Si può sapere cosa vuoi? Prima di quest’oggi non mi avevi mai parlato così
gentilmente, anzi non mi hai praticamente mai rivolto parola. Non ci siamo mai
incontrati così tante volte in così poco tempo. Che fai? Mi segui? E Poi Perché
invitarmi alla tua festa dove ci sono solo Serpeverde? Mi vuoi rovinare? Mi vuoi
umiliare? O cosa? Dimmelo Malfoy...dimmelo!- Pronunciò la ragazza dai lunghi
capelli ribelli tutto d’un fiato.
-Tu
mi piaci Hermione!- Dichiarò il biondo Serpeverde. –Ma a quanto ho capito ti da
fastidio la mia presenza...-
-Beh...
Si... cioè no, non volevo dire esattamente quello che ho detto, solo
che...-
Draco
l’ammutoli posandogli delicatamente un dito sulla bocca, sorrise leggermente, e
le scostò i capelli dagli occhi.
Hermione
sudava freddo, il cuore le batteva all’impazzata, cosa stava
facendo?
Draco
avvicinava il suo pallido viso a quello di Hermione. Pochi centimetri di
distanza li separavano da quello che sarebbe stato il loro primo
bacio.
Ma,
il destino decise che quello non era né il momento, né il luogo più
adatto.
La
porta si aprì di scatto, i due si allontanarono in fretta.
Anche
la ragazza dovette prendere posto poiché la classe si stava riempiendo di
Grifondoro, tra cui anche Ron e Harry, e di Serpeverde.
Durante
la lezione Hermione non rivolse neanche uno sguardo a Harry e tanto meno a Ron,
invece ogni tanto incontrava lo sguardo del biondo Serpeverde. Hermione
trascorse così la lezione, immersa nei suoi pensieri, senza capire una parola di
quello che stava spiegando Lupin, e a lanciarsi dolci occhiatine con
Draco.
Dopo
aver finito di spiegare, il professore dagli occhi spenti assegnò i compiti per
l’indomani e Hermione fu costretta a rivolgere la sua attenzione a quello che
scriveva preoccupandosi per non aver ascoltato una sola parola, e di non aver
preso appunti.
Fuori
dall’aula
Calì
lasciò l’amica sull’uscio della porta a leggere degli interminabili foglietti,
ma una voce la fece sobbalzare.
-Ciao
Hermione...- Parlò quell’ormai familiare voce di quell’angelico
viso.
Sorpresa,
rimase lì, immobile, a fissare il ragazzo che si
allontava.
-E
q-quello?? E QUELLO? COS’ERA? EH? EH HERMIONE??- Domandò Ron, nel modo meno
gentile che potesse, sbucando da dietro la porta.
-Quello
cosa?- Rispose con aria altezzosa la sua ragazza.
-QUELLO
COSA? TI VA DI SCHERZARE, EH? Q-QUEL BACIO!!!-
-Mi
ha solo salutata!-
Ron
rivolse un sorrisino deluso a Harry ripetendo a bassa voce quello che le aveva
appena detto la sua fidanzata.
Harry
pensò bene di lasciare Ron e Hermione da soli, allontanandosi con la scusa di
dover incontrare Ginny.
-Draco
Malfoy eh? Dico, MA SEI DIVENTATA PAZZA?? Da quanto dura questa storia? Eh
Hermione?-
-Storia?
Quale storia? Ma sei scemo?-
-Si
certo, “quale storia”. La più ovvia delle risposte! Non potevo mica aspettarmi
che mi rispondessi con la verità!- Disse deluso il
ragazzo.
-Questa
è la verità Ron!-
-E
ALLORA PERCHE’
-IO
STO CON CHI MI PARE E PIACE RONALD! TU NON SEI NESSUNO PER DIRMI COSA DEVO O NON
DEVO FARE!!- Rispose Hermione rivolgendosi a Ron con lo stesso insopportabile
tono.
-IO
SONO IL TUO RAGAZZO HERMIONE E TU SEI
SPIEGATO
COSI’ TI E’ PIU’ CHIARO??-
-FORSE
NON VOGLIO ESSERE PIU’
Hermione
si allontanò piangendo, asciando il povero Ron a riflettere su quello che gli
era appena successo.