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Autore: EuphemiaMorrigan    24/02/2013    14 recensioni
AU. Comica/Romantica/Drammatica.
SasuNaru.
-Dall'ultimo capitolo-
Questa è la segreteria telefonica di Uzumaki Naruto e Uchiha Sasuke, lasciate un messaggio e vi richiameremo. Se ne avremo voglia.
Se sei Sai: Visto le vendite? Ti ho battuto ancora.
Muori.
Se sei Ino: Nee-chan, non vorrei che tuo marito si suicidasse.
Ammazzalo e raggiungilo.
Se sei Nagato: Sono in perfetto orario con la scadenza.
Non è assolutamente vero.
Se siete Sakura, Hinata o Tenten: Tranquille, ho tutto sotto controllo.
E voi che ancora ci credete...
Se sei Gaara: Amico, mi devi un caffè.
Ed io ti devo un pugno.
Se sei Hidan: Lode a Jashin!
Non riesco a capire chi è più cretino tra te e Naruto.
***
***
Gensaku-sha ripercorre, a modo proprio, alcune vicende del manga.
Con personaggi casinisti, pazzi ed eccessivamente rumorosi.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Note: °Si prostra a terra° Mi serve un favore.

-Tu pubblichi solo per chiedere un favore?

Zitto 'Suke, mica gli chiedo soldi, cavolo! Comunque mi serve il titolo di una storia, che amo e non so perché, allora ecco... Ho ricordi confusi, praticamente Sasuke è una forza portante di un demone pantera che usa il fulmine come elemento ed è, mi pare, più grande di Naruto di 8 anni, quando la volpe attacca Konoha Minato affida Naruto a lui... Non mi ricordo come: si mettono insieme e distruggono Konoha... È incompleta, però mi piace tanto T.T. Mi dite il titolo se lo sapete? Per favore °occhi languidi°. Almeno supplico l'autrice di finirla!

NON LASCIATE INCOMPLETE LE VOSTRE STORIE CHE TRATRIN CI STA MALE!

-Pubblicità regresso ScemAutrice?

Bastardo T.T

 

 

 

Mi sono sempre guardato dai sentimenti, di tutti i tipi.

Li credevo inutili e dolorosi.

Avevo la netta certezza, senza motivo, che chiunque, prima o poi, ti abbandonerà.

Poi...

Ho incontrato l'unico essere sulla terra capace di ancorarmi a sé.

Da sempre.

Da quando ero bambino.

In fondo, quel maledetto ombrello arancione, non mi ha mai fatto sentire solo.

 

Ai tempi nostri:

 

Questa è, per disgrazia e maledizione dei Kami, la segreteria telefonica di Uchiha Sasuke. Non lasciate messaggi.

 

Se sei mamma o papà: vi risponderò. Sì mamma, sto bene. Sì papà, sto studiando.

Se sei Itachi: sto seriamente pensando di diventare figlio unico.

Se sei la ragazza di Itachi: no! Qualsiasi cosa chiedi la risposta è no!

Se sei Kakashi: devo capire come fai a trovare sempre il mio numero.

Se sei Orochimaru-sama: le ricordo che lo stalking è illegale.

Se sei Kabuto: perché conosco tutti tipi strani?

Se sei Deidara: ancora non sei morto? Quanto cazzo ci vuole?

Se sei un qualsiasi Uchiha: siamo così tanti che non mi ricorderei di te nemmeno pagato.

Per chiunque altro: mi ripeto: non lasciate messaggi!

 

Bip.

 

Tesoro, sono la mamma, quando vieni a cena da noi? Fammi sapere”

 

Bip.

 

Sasuke, come è andato l'esame? Ah sì, credo che tua madre voglia un altro figlio. Osserva le vostre stanze vuote in modo strano e poi guarda me... Ne ho timore!”

 

Bip.

 

Otouto, lo senti il rumore del mio cuore spezzato? Comunque sabato mi servi al bar, ovviamente gratis!”

 

Bip.

 

Siamo cresciuti insieme e nemmeno il nome mi merito? Sasuke-kun, mi serve un favore! Piccolo, piccolo giuro! Richiamami”

 

Bip.

 

Hello, mio allievo prediletto! Ho le mie conoscenze. Oh è uscito il nuovo Icha-Icha, te lo presto?”

 

Bip.

 

Mi sento offeso dalla tua mancanza di rispetto, Sasuke-kun. E pensare che sei sotto la mia lingua... Ala protettrice”.

 

Bip.

 

Come se io volessi aver qualcosa a che fare con te, Uchiha. E non insultare Orochimaru-sama”

 

Bip.

 

Per tua gioia sto alla grande. Oh, ho messo dei fuochi d'artificio illegali nel tuo zaino”

 

Bip.

 

Sono Madara Uchiha, tuo zio e il miglior Uchiha sulla faccia della terra. Solo questo, volevo lodarmi un po'”

 

Bip.

 

Non mi merito nemmeno di essere nominata vero? Sasuke-kun, sono la tua ragazza e pretendo un messaggio personale!”

 

Bip.

 

Karin si sta spacciando per la tua fidanzata, che faccio la uccido?”

 

Bip.

 

Ah sì, sono Suigetsu”

 

Bip.

 

Comunque stavo seriamente pensando al tuo essere asociale. Non è un bene sai, il libro di psicologia dice che è sinonimo di abusi infantili; sei stato abusato? Come è stato? E da chi? No perché vorrei stringergli la mano”.

 

Bip.

 

Sempre Suigetsu”

 

Bip.

 

Ho la giornata libera e non so che fare, ti dispiace se mi diverto così?”

 

Bip.

 

Ancora Suigetsu”

 

Bip.

 

Sapere che in questo momento mi odi, mi appaga. Giuro mi sento tutto eccitato! Secondo te sono gay? No, non credo. Ma se fossi gay mi daresti il tuo lato B? Oh su su, scherzavo. Forse! Comunque per me sei represso, ti trovo un ragazzo? Magari se ti sbatte un po' diventi umano. Il sesso cambia le persone...

 

Bip.

 

Che cazzo! Avevo finito il tempo massimo per i messaggi. Che stavo dicendo? Ah sì, conosco uno. Credo sia gay, te lo presento, fareste una bella coppia. Però ho l'impressione che sia solo passivo. No, non va bene ad una donna come te serve un uomo! Peccato”.

 

Bip.

 

Oh mi ha chiamato Jugo devo andare”

 

Bip.

 

Il solo ed unico Suigetsu”

 

Una vena cominciò a pulsare prepotentemente sulla fronte del giovane Uchiha, mezz'ora. Era uscito per mezz'ora da quella bettola di appartamento che si era trovato e l'avevano invaso di messaggi senza senso. Perché si ostinava ancora a tenere una dannata segreteria?.

Con mani tremanti estrasse il cellulare dalla tasca dei Jeans e mandò un messaggio a quel deficiente del suo migliore amico:

SUIGETSU, TI AMMAZZO. Smettila di intasarmi il telefono con le tue stronzate!”.

Nemmeno due secondi dopo il cellulare squillò:

Ah 'Suke, ti voglio bene proprio perché sei scemo °pat-pat sulla testa°”

Sasuke guardò con occhi sgranati quell'ultimo messaggio e lanciò il cellulare a cinque metri da sé, rompendolo. Quello era il quinto in un mese. E sempre per colpa di Suigetsu.

Lo ammazzo. Lo ammazzo. Lo ammazzo. Lo ammazzo. Lo ammazzo.

Si avviò a passo marziale, ed occhi infuocati, verso il telefono fisso; pronto a distruggere anche quello, quando questo suonò. Paralizzandolo sul posto.

Sono masochista... Si disse, mentre con uno sbuffo seccato alzava la cornetta.

Sasuke-kun? Sono Sakura. L'hai sentito il messaggio in segreteria? Perché non mi hai richiamato? Uff... Dai è uguale, però mi serve un favore!” Parlò lei tutto d'un fiato. Tossendo e starnutendo ad ogni mezza parola.

Che favore?” S'informò cauto. Quando, Sakura Haruno, chiamava lui e non Itachi c'era sempre da preoccuparsi. Aveva il potere di fargli fare le cose più assurde con la scusa: sono la ragazza del tuo unico fratello!

La sentì soffiarsi e il naso e poi dire rauca “Ho la febbre alta e il raffreddore, però devo finire alcuni disegni, ma la bozza ce l'ha il mio capo. Potresti... Ecco... Andarla a prendere e portarmela?”.

Ma certo Sakura-chan. E magari dopo ti porto anche un cioccolato caldo, una bella coperta di lana e ci mettiamo a vedere un film strappa lacrime mentre tu mi fai i bigodini. HARUNO! CHE CAZZO TI FUMI?” Concluse con tutto il fiato che aveva in corpo mentre la vena sul suo collo rischiava di scoppiare.

Sasuke Uchiha! -Lo richiamò lei- Sono la fidanzata del tuo unico fratello -Un motivo in più per odiare Itachi- E ti sto chiedendo un favore -No, mi stai chiedendo di farti da fattorino- Per cui: POCHE STORIE E FALLO!” Attaccò furiosa, lasciandolo di stucco.

Maledetta, stup... Nemmeno il tempo necessario per terminare il pensiero che il telefono squillò un'altra volta.

Vai al Rinnegan, la casa editrice, e chiedi di Naruto Uzumaki. È un idiota dai capelli biondi, trafelato e scontroso ogni volta che si avvicina la scadenza. Ciao” riferì prontamente attaccandogli, un'altra volta, il telefono in faccia.

Sakura Haruno, un giorno o l'altro ti ucciderò! Pensò, incazzato nero, infilandosi il pesante cappotto blu scuro, per sicurezza estrasse l'ombrello dal porta-ombrelli ed uscì di casa. Direzione Rinnegan!

Chissà che fine ha fatto? Pensò osservando lo strano ombrello arancione.

 

 

Dieci anni prima:

 

Cavolo! Ma proprio oggi doveva piovere... Pensò un bambinetto di circa dieci anni, lo zaino in spalla e portava a fatica un grande ombrello, colorato d'arancione, sopra la testa. Camminava lentamente verso casa, stando attento a non intralciare nessuno dei passanti. Quando arrivò di fronte alla sua dimora estrasse le chiavi dalla tasca dei pantaloni della divisa ed aprì la porta.

«Otouto?» Disse sorpreso un ragazzo quindicenne; bloccato davanti all'entrata, con una manica del giaccone messa e l'altra che gli penzolava dietro la schiena.

«Ita-Nii, ma che fai?» Domandò Sasuke divertito dalla scena e inclinando la testa di lato.

Itachi tornò in una posizione composta, si tolse la giacca e, osservando attentamente l'oggetto che aveva in mano il fratello minore, parlò «Piove e volevo venire a prenderti. Di chi è quello? Di una tua insegnante?».

«No, me l'ha prestato un signore» Rispose ingenuamente il bambino, si tolse le scarpe e si spostò dalla soglia; lasciando l'oggetto nel porta-ombrelli.

«Sasuke» Lo riprese il fratello maggiore, incrociando le braccia al petto.

Sasuke sbuffò e disse «Lo so, non devo parlare con gli estranei, lo so». Poi salì le scale verso la sua camera, continuando a sbuffare, odiava essere rimproverato da Itachi.

Chissà se il signore-scemo ha trovato un altro ombrello...

 

Presente:

 

L'antro della bestia. Ore 15.30.

«No! No! NO! ED ANCORA NO!» Urlò con furia Nagato Uzumaki: quarant'anni, editore, lunghi capelli rosso fuoco, sguardo da diavolo dell'inferno e personale tormento del cugino.

«Nagato, tesoro, falla finita di urlare o ti scoppierà qualche coronaria» Lo riprese duramente Konan, sua moglie e segretaria personale.

Naruto deglutì pesantemente, Nagato aveva il potere di terrorizzarlo se si metteva d'impegno, e pigolò «Ma Nagato, io ci ho provato! Mi sembrava una buona idea».

«Io ci ho provato! -Gli fece il verso con una smorfia sul volto magro. Da quanti secoli non mangia? Si chiese Naruto- Non ci devi provare, lo devi fare! Questo... Questo -Disse strappando le bozze che aveva osato portagli- FA SCHIFO!» Gridò ancora, beccandosi un'occhiataccia dalla moglie.

«Ma...» Cercò di dire, guardando scioccato tutto il suo lavoro, tutto il suo impegno, stracciato e cestinato in meno di due secondi.

«MA NIENTE! Dov'è la trama? Dov'è il protagonista principale? Dove cazzo sono gli altri personaggi? -Si mise una mano sulla fronte e respirò, tentando di calmarsi- Naruto, ascolta, l'idea è ottima; veramente, ma così -E mostrò i fogli fatti a pezzi- non è vendibile, lo capisci?» Concluse tornando calmo e professionale.

«Capisco! Mi dispiace, farò di meglio la prossima volta» Si scusò, abbassando gli occhi al pavimento. In fondo Nagato aveva ragione: gli aveva presentato una squallida storiella di meno di due pagine e un solo personaggio, che aveva specificato, non era nemmeno il protagonista; ma che ci poteva fare? Era bloccato, completamente, sapeva come svolgere la trama, ma le sue dita si rifiutavano di disegnare. Ci aveva provato, ad abbozzare il volto del protagonista, ma non gli piaceva: od era troppo grande, o troppo piccolo, o troppo triste, o troppo felice... Voleva qualcosa di reale, di... Suo.

La cosa peggiore è che non aveva dato nemmeno un nome all'unico personaggio che era riuscito a disegnare: la papera. Di certo non poteva chiamarlo in quel modo!

«Naruto! -chiamò il cugino, facendolo tornare in sé- Se non credessi nelle tue potenzialità non ti avrei assunto» Finì, posando i gomiti al tavolo della scrivania e portando le dita intrecciate tra loro sotto al mento appuntito.

«Lo so... Grazie» Affermò mogio, raccattò le sue cose e s'incamminò verso l'uscita.

Il problema è che io non credo in me... Pensò tristemente, mentre la stanchezza di quell'ultima settimana si faceva sentire, percorse i lunghi corridoi dell'edificio e sospirò una volta arrivato dinanzi l'ascensore; premette il pulsante ed aspettò che raggiungesse il suo piano, l'unica cosa che desiderava fare in quel momento era tornarsene a casa.

«Oh... La volpe!» Udì dire da qualcuno alle sue spalle.

Sì voltò con un cipiglio sul viso e quando notò chi era sbuffò, gonfiando le guance «Hidan» Salutò incolore, non prestandogli più attenzione.

L'ascensore arrivò in quel momento e sia lui che l'uomo più grande vi entrarono.

«Allora. Di nuovo flop, volpino?» Domandò sarcastico premendo il pulsante per il primo piano.

Naruto s'irrigidì e gli ringhiò contro «Non sono fatti tuoi! E smettila di chiamarmi volpe, o volpino, o altri stupidi soprannomi».

«Sono il capo redattore: SONO FATTI MIEI! -Urlò incazzato, ancora non gli era andato giù l'insulto a Jashin sulla sua segreteria. Lo sacrificherò e berrò il suo sangue- Poi per i soprannomi non rompere, ci somigli volpastra spelacchiata» Concluse uscendo dall'ascensore e facendogli l'occhiolino.

Lo sapevo, la setta satanica gli fa male... Pensò Naruto sgranando le palpebre; poi sorridendo furbo disse, prima che le porte si chiudessero un altra volta, «Hidan, amico mio: Vaffanculo» Ed alzò il dito medio.

L'uomo lo guardò scioccato, poi corse verso l'ascensore; sbattendo la faccia sulle porte serrate ermeticamente «UZUMAKI SEI MORTO!».

Naruto percependo il suo urlo ovattato cominciò sghignazzare fino alle lacrime, Hidan se si prendeva nel verso giusto era uno spasso ed in quel momento aveva proprio bisogno di una sana risata.

Quando raggiunse l'esterno dell'edificio il suo cellulare iniziò a squillare in modo rumoroso e continuo; lo tirò fuori dalla tasca dei Jeans chiari che portava quel giorno e rispose “Sì, pronto?”.

Naru-Nii sono io. Come è andata eh? Lo pubblicano? Lo pubblicano?” Trillò eccitata Ino dall'altra parte dell'apparecchio.

Ecco... Proprio ora che ero riuscito a dimenticarmene... “No” Rispose statico.

Come no?” Pareva delusa, come ogni volta.

Naruto fece una smorfia, quasi colpevole, e disse perentorio “Senti Nee-chan, ora... Ora devo chiudere... Scusami” Concluse in un sussurro, attaccandole in faccia e spegnendo il cellulare. Non gli andava di parlare con nessuno. Soprattutto con lei.

Perché non riesco mai a mantenere le mie promesse?...

 

Cinque anni prima:

 

«Naruto. Mi sposo!» Parlò d'un tratto Ino, erano seduti sulla solita altalena, ormai adulti e indipendenti.

Naruto per poco non si strozzò con il trancio di pizza che stava mangiando e balbettò, tossendo in modo rumoroso, «C-che c-cosa?».

Lei si mise una mano davanti alla bocca e rise leggermente «Hai una faccia da ebete».

«Cavolo! Mi dici che ti sposi, all'improvviso, che faccia dovrei fare?» Domandò retorico, mettendo il broncio.

Lei allungò le gambe e portò in dietro la chioma bionda, spingendosi più in alto, poi lo guardò seria «Ti pare così strano?».

«No. Però... Ecco... Non volevi fare “altro”?» Chiese lui in modo impacciato.

Ino scoppiò a ridere e poi rispose, con occhi leggermente adombrati, «Naruto, era un sogno da bambina».

«Ma era il tuo sogno...» Mormorò flebile lui. Non erano stupidi, né degli illusi; ma a quei desideri infantili ci tenevano, forse troppo.

«Lo realizzerai tu al posto mio» Affermò lei sicura.

Naruto sbatté le ciglia bionde confuso, poi disse «Nee-chan, non per dire nulla eh... Ma non ci tengo vestirmi di nastrini e fronzoli di seta».

La donna si sporse verso l'amico e dandogli un leggero pugno in testa, chiarì, «Scemo! Non intendo questo... Diventerai un Mangaka famoso in tutto il mondo. Capito? Ora è questo il mio sogno. Il nostro sogno!» Finì dolcemente.

Naruto abbassò lo sguardo verso i suoi piedi, dondolandoli leggermente, e rispose «Non credo di riuscirci».

Lei saltò giù dall'altalena, mise la mani sulle catene di quella del ragazzo e sporgendosi verso il suo volto disse, con occhi infuocati «BAKA! PROMETTI».

«Eh...?» Chiese confuso il biondo.

«Prometti che lo farai» Ribadì lei, sporgendosi un altro po' contro il suo viso, quasi minacciandolo.

«P-prometto» Biascicò Naruto, deglutendo sonoramente, Ino cambiava personalità ogni due secondi.

 

Presente:

 

Era incazzato, furioso, nero di rabbia e qualsiasi altro sinonimo potesse enfatizzare il concetto. Camminava, con lunghe falcate, percorrendo i corridoi di quel maledetto edificio; pronto a staccare la testa a quel fantomatico Naruto Uzumaki, causa del suo precario stato mentale.

«Mi scusi?» Pigolò una giovane donna, intimorita dalla faccia scura del ragazzo.

Sasuke si voltò, molto lentamente. Troppo. E la incenerì con un'occhiataccia, non disse nulla ma i suoi occhi scuri (che prendevano una strana sfumatura di rosso ogni qual volta s'infuriava, per cui sempre) gridavano a gran voce: SPERO PER TE CHE SIA IMPORTANTE!

«Emmm... Ecco... Posso aiutarla?» Squittì, facendosi piccola-piccola e cercando di non guardarlo in faccia.

«Uzumaki Naruto» Affermò lui con un basso ringhio.

Lei sussultò, ancora più impaurita, poi disse; sancendo la sua condanna a morte «Uzumaki-sensei se ne andato cinque minuti fa»

Sasuke contrasse la mascella, spezzandosi quasi l'arcata dentaria e senza aggiungere altro se ne andò, la coltre scura e minacciosa che avvolgeva il suo corpo si faceva ad ogni passo più grande.

Itachi... Deidara... Sakura... Suigestu... Kakashi... Orochimaru e... E... E UZUMAKI NARUTO... La lista delle persone da uccidere si era allungata incredibilmente in nemmeno mezza giornata.

Quando uscì dal Rinnegan fece un grande sospiro, tentando in tutti i modi di calmarsi e tornare lucido; camminò per un po' per il vicino spazio verde della struttura, le mani in tasca e la faccia scura rivolta verso il terreno; una sferzata di vento gelido lo colpì in viso facendoglielo alzare e in quel momento: lo vide.

Seduto su un muretto, le gambe incrociate, su queste era posata una cartellina da disegno dal colore arancione e aveva una matita tra le labbra. I capelli biondi, leggermente scapigliati, venivano mossi dal vento e gli occhi, azzurri, erano concentrati a squadrare il foglio di carta, come a cercare una qualche risposta. Per quanto Sasuke cercasse di impedirsi di pensarlo, un'unica e sola parola aveva attraversato la sua mente in quel momento: bellissimo...

È... È... Lui... Pensò mentre il ricordo di quando era un bambino gli premeva insistentemente in testa. Ma, l'ho già visto da qualche altra parte: L'IDIOTA DEL BAR! Si disse ancora, urlandosi quelle parole, possibile che lo scemo senza speranza di qualche giorno prima fosse lo stesso ragazzo che aveva incontrato a dieci anni? Lo stesso a cui, seppur odiava questo, non faceva altro che pensare da una vita? Come aveva fatto a non riconoscerlo quel giorno?. Beh... era pur vero che, quella volta, pareva un terremotato sfuggito allo Tsunami.

Senza volerlo le sue gambe si mossero da sole, ed arrivò proprio di fronte al biondo.

Naruto, sentendo dei passi avvicinarsi, alzò lo sguardo verso chi osava disturbarlo mentre lavorava, o meglio tentava di lavorare.

La papera? Si chiese stupito, poi notò l'oggetto che aveva in mano e sgranò gli occhi fino all'inverosimile. No, impossibile. Sasuke? Continuò completamente scioccato.

A volte il destino si diverte con poco.

Molto poco!

 

 

   
 
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