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Autore: TempsTempis    25/02/2013    5 recensioni
Quattro ragazzi.
Due ragazze e due ragazzi; Quattro ragazzi da parete.
Giorno per giorno appunteranno, sotto consiglio della loro psicologa, la signorina Pickett, le loro vite, i loro sentimenti e i loro problemi.
La signorina Pickett organizzerà svariati incontri tra i loro pazienti, in modo da aiutarli a socializzare, nasceranno amori, nuovi problemi, incomprensioni e amicizie.
Entrate dentro le vite di Harry, Deborah, Niall e Erika e, magari, insieme a loro, capirete anche le vostre.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ragazzi da parete.
I: Harry Styles.




                                                                                                                                                                                                                                                                       Venerdì 20 Maggio.
 
Caro diario,
Come mi sembra stupida questa situazione, davvero, sono seduto su una scrivania di legno che cigola ad ogni parola che scrivo su questo vecchio quaderno che oso definire "diario".
Non so nemmeno io perché mi ritrovo qui, a farlo, eppure quando  la signorina Pickett me lo aveva proposto, non sembrava un'idea così schifosa.
Per tutto il giorno ho pensato a frasi ad effetto che avrei potuto scrivere per far colpo su di lei facendole credere di essere un adolescente acculturato con buona proprietà di linguaggio senza farle ricordare che durante le sue sedute sono un ragazzo problematico di sedici anni che non pensa ad altro che a divertirsi, spaventato dal provare emozioni di qualsiasi tipo, che ha perso la mamma da poco, che non sa amare e, sopratutto, autolesionista.
Ricordo ancora la sua faccia quando pronunciai la frase "Non posso spiegarle tutto il buio che ho qui dentro, ma queste cicatrici potrebbero essere delle perfette finestrelle per poter dare una sbirciata, non trova?"
Era sconcertata e, probabilmente, spaventata, corse ad abbracciarmi.
Penso che, sostanzialmente, abbia preso il mio caso troppo sul personale e non credo che questa cosa sia professionale, intendo il lasciarsi coinvolgere, non l'abbraccio.
Anche perché non mi aveva fatto nient'altro che bene, un abbraccio materno che, in quel momento, mi mancava.
Comunque, penso di essermi allontanato fin troppo dal vero motivo per cui io abbia cominciato a scrivere.
Ero alla mia seduta settimanale dalla signorina Pickett, quando, chissà come, riesco ad aprirmi e le racconto di provare qualcosa di estremamente forte per Erika, un'altra sua paziente in cura, conosciuta ad uno dei tanti incontri che aveva organizzato per i suoi pazienti.
Mi ha detto che prima di poter amare qualcuno, bisogna conoscere noi stessi e infatti se ne è uscita con "Harry, ma tu sai chi sei?" con quella sua matita per aria, pronta a prendere appunti su qualsiasi cosa io dicessi, il caschetto nero perfettamente in ordine, rimasi scombussolato da quella domanda, infatti mi agitai leggermente sulla poltroncina in pelle sintentica e rimasi in silenzio.
Lì, in quel preciso istante, le venne in mente di propormi di tenere un diario, scriverci giorno per giorno e, sopratutto, di trovare il mio vero io.
Su questa cosa ci ho rimuginato parecchio, saranno passati si e no quattro giorni dall'ultimo incontro e ancora non ho saputo rispondere.
In fondo cosa sono realmente?
Io sono un po’ tutto e un po’ dappertutto. Sono nella schiuma marina, quella delle onde; sono nel primo fiore di primavera; sono la mozzarella sulla pizza; sono la nota sensibile nel pentagramma; sono il verde troppo chiaro; sono nelle canzoni che mettono nostalgia; sono nel buono; sono nel violoncello disaccordato; sono negli abbracci, quelli con la mamma; sono nelle mie parole, quelle che mi sono scelto e ho plasmato; sono nelle frasi patetiche e romantiche; sono nella patina sulla cioccolata calda; sono nel mondo che vedi solo ad occhi chiusi; sono nelle melodie di Jovanotti, nelle armonie dei Fun.; sono nei Green Day; sono in Einaudi; sono in “A Silvia” di Leopardi; sono nelle lacrime di gioia; sono uno che si fida e che ha sbagliato ma continua a fidarsi; sono un ragazzo che deve crescere in fretta perché se no, rimane indietro; sono nel sole troppo forte; sono nel porto e nelle sue barche; sono nelle passeggiate; sono nei marshmallows; sono uno che si pone troppe domande ed obiettivi e poi finisce per rinunciare; sono uno che ama l’amicizia, anzi, che ama tutto; sono il ragazzo diverso; sono nelle sciarpe, quelle belle; sono nelle imperfezioni della luna; sono nella fantasia; sono, anche, per giunta, pure, inoltre, infine, nei “ti amo” sussurrati.
Aspetta, cancella l'ultima frase.
Non so cosa siano i "ti amo" sussurrati all'orecchio dolcemente, non lo so proprio.
Non so neanche perché io abbia scritto ciò.
Non capisco perché io debba conoscere me stesso, perché io debba sapere cosa sono, non penso di averne bisogno.
Tanto, anche se riuscissi a capire cosa voglio, cosa provo per lei, non riuscirei mai ad avvicinarmi;
Lei, lei è pura.
Erika. Erika è fresca, come l’erba bagnata al primo mattino, come le foglie dei cespugli nati sul ciglio della strada sporchi di rugiada.
Erika è fresca come la salsedine, come il sale del mare che si aggroviglia sulla pelle; lei è come le onde scagliatesi sugli scogli, che non si fanno male, semplicemente si disperdono su di essi, semplicemente si sfiorano contro la superficie senza ferirsi.
lei è sole freddo d’inverno, quello che non riscalda, ma che c’è, c’è comunque.
Wow, avrei potuto dire queste cose alla signorina Pickett scommetto che sarebbe rimasta scioccata da queste parole.
Avrei fatto una figura pazzesca, quindi, signorina Pickett (Nel caso un giorno, mi decidessi di farle leggere questo diario, voglio vedere la sua faccia!)
Comunque, sarà meglio chiudere, Gemma rompe, quando mi siedo alla scrivania ho bisogno di mettere la musica a tutto volume e, a lei, i Beatles non piacciono molto e poi è tardi, quindi vado.
A domani
                                                     Harry :)
 
 
P.s Mi manca Mamma, non penso sia un comportamento infantile, ma mi manca vederla camminare per casa con quei capelli neri raccolti disordinatamente, mi mancano persino le volte in cui mi sgridava per la stanza o perché rientravo a casa tardi o per i brutti voti.
Mi mancano le sue dita tra i miei ricci, mi manca il modo in cui mi abbracciava, il modo in cui mi dava un bacio sulla fronte prima di andare a dormire.
Mi manca il suo profumo;
Ogni tanto, vado in camera sua, apro tutti i cassetti, con ancora tutti i suoi vestiti perfettamente piegati, e l'armadio e spruzzo il suo profumo preferito e mi sdraio sul suo letto.
E' come se, in quel momento, fosse, di nuovo, con me.






 
*ANGOLO DEL  BABBUINO*
Eccomi qua, un'altra infallibile storia che non so neanche io se porterò avanti, ma che possiamo farci? Sono fatta così, vengo colpita da belle idee e poi non riesco neanche a portarle a termine.
Comunque, parliamo della storia, a me piace molto e spero, almeno, di arrivare al decimo capitolo, sarebbe bellissimo, no?
In questo capitolo, leggiamo la pagina di diario di un Harry diverso, non abbiamo il solito stronzo puttaniere, abbiamo un sedicenne in crisi, senza mamma, problematico e autolesionista e, sopratutto, innamorato.
Quindi, voglio dileguarmi, così scrivo anche il prossimo capitolo.

Personaggio prossimo capitolo:Deborah :)

A presto gente!!!!!
P.s me la lasciate una piccola recensione? PLEAAAAAASEEE *Occhioni dolci*
Ciaoo belli!

 
   
 
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