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Autore: Niall is my kryptonite    25/02/2013    2 recensioni
"E tu, sei abbastanza coraggioso per pronunciare il nome del demone che tutti vedono in me? Si? bene, sono Grace. Grace Sullivan."
Possibile che esista qualcuno in grado di attenuare il male che risiede in lei? Possibile che quel qualcuno sia la chiave per aprire le porte dell'inferno che imprigionano l'anima di questa ragazza?
Genere: Dark, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapeter one.

Erano appena le due del pomeriggio e a giudicare dall'erba appiattita sotto il peso del mio corpo, ero sdraiata su quel prato da almeno un paio d'ore. Più precisamente da quando la pioggia aveva iniziato a rinfrescare l'aria lasciando che la mia pelle si beasse delle carezze lasciatevi dalle gocce d'acqua.

Schiusi appena gli occhi cercando di scorgere il paesaggio circostante e, con un po di fatica, riuscii a mettermi a sedere. Avevo il corpo intirizzito dal freddo e dall'umidità, ma la cosa non mi disturbava più di tanto. Strofinai velocemente la stoffa dei jeans con il palmo delle mani per riattivare la circolazione, per poi cercare di riscaldare le dita nelle tasche della lunga giacca verde militare che portavo sempre nei giorni più cupi. Il vento cominciò a soffiare impetuoso facendomi scompigliare disordinatamente i capelli biondo cenere. Decisi di alzarmi da terra per tornare all'appartamento di zia Candeys, quando un o scricchiolio di passi sugli aghi di pino mi fece bloccare il respiro.

-Grace, non ti è mai passata la passione per i boschi a quanto pare.- sentii la bocca dello stomaco contorcersi al suono di quella voce profonda. Che ci faceva nel bosco? Che fosse tornato a prendermi?

-Zayn..- asserii cercando di non far trasparire il terrore che mi stava lentamente assalendo. -c..cosa ci fai qui?- puntai lo sguardo nei suoi occhi dorati. Sembrava che tante piccole fiamme lampeggiassero a tratti nei suoi occhi, donandogli quel fare misterioso che affascinava e incuteva timore al tempo stesso. Sembrava che dietro a quelle iridi colorate ci fossero celati segreti talmente tanto grandi da farne sentire il peso e la gravità anche solo guardandole. Smisi di fissarlo e posai lo sguardo lontano, verso la città avvolta dalla nebbia. -Direi nulla di speciale, piccola. Prendila come una visita di cortesia. Diciamo che ci tenevo a vederti straziata dal dolore... purtroppo sembra che tu stia resistendo abbastanza, per il momento.- un ghignò colorò la sua espressione glaciale. Scossi la testa avvicinandomi a lui. Un passo dopo l'altro. Alzai la testa per poi soffocare una risatina sommessa.

-Pensi davvero di poter piombare qui, nella mia città, e spaventarmi con delle frasi fatte dettate dal tuo burattinaio Malik?- dissi, cercando di sminuirlo. Lo conoscevo da troppo, secoli forse. Sapevo di cos'era capace. Si sarebbe nutrito della mia paura. Non potevo lasciare che mi annientasse per così poco. Per un tremolio di voce. Per uno sguardo evitato.

Lo scorsi mentre serrava i pugni lungo il corpo. Irrigidendo la mascella e facendo pulsare la vena che percorreva il collo. -Arriverà il giorno in cui ti piegherai a noi, Sullivan. In cui ci implorerai di ucciderti, maledirai il giorno in cui non hai onorato la promessa fatta. Striscerai nel fango chiedendo perdono.- Detto questo vidi la figura del giovane sparire tra la nebbia.

Mi guardai attorno cercando di scoprire se potesse essersi nascosto dietro qualche arbusto, ma di lui non c'era traccia. Lieta della sua scomparsa mi avviai a passo svelto verso casa passando per le campagne. Avevo il fiato corto e il petto sembrava esplodermi ad ogni respiro che compievo. Non potevo fermarmi. Non ero al sicuro allo scoperto. Dovevo tornare in città. Lontano da ogni pericolo. Lontano dal mio passato.

Dopo circa una decina di minuti intravidi il portone scuro della mia abitazione. Cercando nella sacca trovai le chiavi che feci girare più e più volte nella toppa con aria affannata. Salii le scale a due a due finché non aprii anche la porta di casa.

-Z..zia?- ansimai, cercando di camuffare lo stato in cui mi aveva ridotto la corsa tra i boschi. Lei non doveva sapere dove fossi stata, le avevo promesso che non sarei più tornata in quel luogo. Quella pazza di zia Candeys aveva una fobia incontrollabile per i lupi. Da piccola viveva in una casa situata al confine tra i boschi e il paese. Un grosso lupo grigio, parecchio affamato, dilaniò il corpo del suo amato cocker davanti ai suoi occhi e da quel momento non aveva più voluto neanche sentire nominare il nome di quelle “bestiacce spietate e sanguinarie”, come la chiamava lei.

Fossi in lei, avrei venerato quell'animale. La sua bontà di spirito, dopo tutto, l'aveva portato a cibarsi di uno stupido cane, invece che una succulenta bambina. Fatto sta che mi fu severamente proibito di recarmi al di fuori della città senza il suo permesso. Vivevo con mia zia da tanto ormai, da quanto avevo neanche sei anni compiuti e i miei genitori mi avevano lasciata, perciò avevo imparato a sgattaiolare fuori dal paese senza farmi scoprire. Non so di preciso da cosa derivasse quel mio amore incondizionato per la natura. Per la solitudine. Forse in qualche modo mi sentivo di appartenere più a quel mondo. Forse perché mi sentivo più lupo che cocker. Forse perché nei silenzi degli alberi trovavo le risposte ad ogni mio dubbio e conforto ad ogni mia lacrima.

-Grace, tesoro. Dove eri finita?- la sentii raggiungermi a passo svelto per poi fermarsi ad osservare il mio aspetto con aria allarmata. -Sei zuppa fradicia, ti prenderai un malanno Gra! Va a cambiarti, ti preparo un tea alle erbe, prima che ti becchi una polmonite!- mi ordinò in tono severo. Decisi di ubbidire, c'era poco da scherzare con lei. Zayn Malik a confronto non sarebbe stato affatto spaventoso. Anche se di spaventoso, Zay, aveva davvero poco se non quel suo sguardo agghiacciante. Aveva capelli corvini e tratti del viso delicati, nascosti da un accenno di barba scura. La pelle ambrata metteva in risalto quel suo sguardo penetrante e la sua bocca piena e carnosa era il coronamento della perfezione fisica. Il suo corpo era asciutto e presentava un lieve accenno di muscoli che rendeva ancora più irresistibile. La sua sete di vendetta e il suo essere fedele al “re” sbagliato, però, lo rendeva irraggiungibile a chiunque avesse un minimo di sale in zucca.

Mi spogliai dei vestiti bagnati per poi infilarmi sotto il getto caldo della doccia. Quel benessere momentaneo mi avrebbe aiutato ben poco, ma mi avrebbe distratto comunque per una ventina di minuti sulla conversazione che avevo intrattenuto col moro nel bosco.

Finito quel attimo di relax, uscii indossando l'accappatoio di spugna e mi diressi in camera per poi vestirmi con degli abiti comodi e seguire mia zia Candeys di sotto in cucina.

Iniziai a sorseggiare il tea sedendomi sul divano posto sotto la finestra. Sarebbero tornati a darmi la caccia. Sentivo che il male si stava accanendo di nuovo su di me. E questa volta avrei dovuto affrontare il passato. Una volta per tutte.


saaalve, i'm back for you! 
questo è il primo vero capitolo della storia.
spero vi piaccia il Zayn sexy e tenebroso che ho in  serbo per voi! :D
COMUUUNQUE,
la trama è abbastanza complessa,
vi assicuro che sarà più comprensibile il tutto andando avanti con la storia.
Beh, spero continuiate a recensire e a leggere.
alla prossima. 
un bacio,
-Giorgia. x

  
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