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Autore: cipolletta    27/02/2013    7 recensioni
Aileen Jackson era un ragazza normale, più o meno.
A parte il suo nome, che le dava il voltastomaco solo a sentirlo, era una ragazza come tutte le altre.
A parte la sua iperattività e dislessia.
A parte che suo padre, era Poseidone.
Anche Isaac Lahey era un ragazzo normale.
A parte la sua velocità, il suo udito e olfatto.
A parte che era un lupo mannaro.
Genere: Fantasy, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Isaac Lahey, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Una signora bassa e tozza consegnò ai due fratelli Jackson un foglio ciascuno, contenente l'orario delle rispettive lezioni.
A Percy il pensiero volò immediatamente alla sua ragazza, Annabeth , quando lesse la materia della prima ora. Storia dell'architettura.
Ad Aileen invece venne il voltastomaco solo a leggere tutte quelle lezione che avrebbe dovuto frequentare quel giorno.
Duo ore di matematica, letteratura inglese, chimica, due ore di ginnastica e come dessert finale  storia antica.
Fantastico.
Si domandava perchè aveva scelto quel liceo.
Beacon Hills non era proprio la meta dei suo sogni. Sarebbe restata con piacere alla sua vecchia scuola, a New York, con la sua migliore amica Melanie.
E invece no, sua madre aveva deciso che Beacon Hills, in California, era proprio il paese giusto per crescere i suoi figli, lontano dal caos della Grande Mela.
L'unico contento lì era suo fratello, che si trovava decisamente più vicino ad Annabeth.
Salutò Percy con un cenno del capo e si diresse verso l'aula di matematica, che le era stata indicata dalla signora bassa e tozza, che ora stava chiacchierando al telefono.
 
Isaac  non stava affatto prestando attenzione alla lezione di matematica.
Ma cosa gliene poteva importare a lui se a=b voleva dire equazione indeterminata, impossibile o determinata?
Scrollò le spalle fregandosene di cercare la risposta giusta alla domanda che inconsciamente si era posto.
In fondo a lui non serviva la matematica, aveva problemi ben più importanti da risolvere di una stupida equazione.
Si girò dietro verso la sua amica Erica Reyes , che gli lanciò uno sguardo annoiato, per poi concentrarsi a mordicchiare la matita, facendo sospirare mezza classe maschile, che sicuramente stava pensando a quanto fosse sexy.
Isaac ridacchiò fra se e se.
In molti pensavano che fra lui ed Erica ci fosse una storia, visto che stavano sempre assieme, ma entrambi ridevano al solo pensiero.
Certo, la sua amica era una bellissima ragazza. Insomma, capelli biondi ed ondulati fino a metà schiena, fisico asciutto e slanciato con un sedere da far girare tutta la scuola, chi per invidia chi per piacere, e seno abbondante.
Anche Isaac non era affatto male.
Capelli biondo scuro e mossi, occhi verdi e fisico alto e muscoloso, da giocatore di Lacrosse.
Ma non era fra i più desiderati a scuola, anche lui aveva il suo gruppetto di ammiratrici, è vero, ma nulla di più.
Lui era un ragazzo semplice, buono, e con la dose di mistero intorno a lui che era sufficiente a far stare alla larga le persone.
Si era sempre chiesto il motivo per cui le ragazze fossero attratte dagli stronzi.
Ma infondo non gli importava nulla.
Per Erica non si poteva dire la stessa cosa. Sembrava si divertisse a contare quanti ragazzi le andavano dietro e ad illuderli.
E si, loro erano solo amici. L'idea di provare attrazione non gli aveva sfiorato il pensiero nemmeno una volta, ad entrambi.
E poi si sapeva che Erica aveva occhi solo per Boyd.
- Lahey che ne dice di venirci a risolvere questa equazione?- domandò l'odiosa professoressa Smith , sistemandosi gli occhiali sul naso appuntito.
Isaac si alzò dalla sedia , pronto a  sfidare la Smith, perchè si , a lui non importava della matematica, ma per uno strano scherzo della vita gli riusciva più di ogni altra cosa.
Ma il bussare alla porta distrasse la professoressa che con un cenno lo rimandò a posto.
- Avanti- gracchiò quella, leggermente scocciata.
Una figura esile entrò nell'aula, attirando l'attenzione di Isaac.
La ragazza aveva i capelli ondulati fino alle spalle e marroni scuro. La pelle era candida e alla vista del ragazzo, senza imperfezioni.
Ma non fu quella , o i capelli, o le labbra carnose, o le leggere fossette  o il volto delicato ad attrarlo. Furono i suoi occhi.
Occhi magnetici, occhi di un blu come il profondo dell'oceano. Occhi capaci di annegarti.
- Lei è?- domandò la Smith, abbassandosi gli occhiali e squadrando al ragazza appena entrata.
- Jackson Aileen- rispose timidamente, abbassando la voce al suo nome, tanto da non farlo quasi sentire.
Ma Isaac aveva sentito, altro che sì, benché fosse al penultimo banco.
E non capì perchè si vergognava del suo nome e non del cognome.
Di solito le persone timide non sono timide su tutto?
 
Sperò tanto che la professoressa dall'aria antipatica non la costrinse a ripetere il suo nome.
Lei voleva essere una ragazza normale a tutti i costi, ma quel nome non la aiutava di certo.
Anche se doveva ammetterlo che lei non era normale, non del tutto almeno.
- Ah si , la nuova alunna! Uhm bene, si trovi un posto a sedere e segua la lezione, io sono la prof. Smith- decretò infine quell'antipatica indicandole distrattamente alcuni banchi, tutti occupati.
Aileen corse con lo sguardo per tutta l'aula e alla fine scorse un posto libero, vicino ad una ragazza bionda, dall'aria molto sicura.
Si sistemò la cartella sulla spalla e raggiunse il banco, appoggiando lo zaino blu a terra e sedendosi cercando di far meno rumore possibile.
Si girò verso la bionda che la stava fissando insistentemente e le sorrise un po' a disagio.
- Ciao- sussurrò quella alzando le sopracciglia perfette
- Ciao- rispose lei accennando ad un sorriso timido.
Estrasse dallo zaino l'astuccio e il diario e li posò delicatamente sul banco, poggiando la testa sulla mano e cercando di seguire la lezione e capire cosa stava scrivendo la professoressa.
Le risultò difficile molto presto, visto che le lettere cominciarono, come sempre d'altronde, a girare e spostarsi, neanche avessero vita propria.
Ci rinunciò poco dopo e presa dalla voglia di fare qualcosa incominciò a studiare gli studenti di quell'aula.
Il suo sguardo vagò da una  mora con i tratti spigolosi, che Aileen considerava bella ugualmente, ad un ragazzo di colore , alto e con le spalle ben piazzate, per poi posarsi su una ragazza , dall'aria spensierata e allegra, che si stava alzando per raggiungere la lavagna. Aveva i capelli rossicci e la pelle pescata, messa in risalto dal lucidalabbra rosato. Riuscì a risolvere il difficile esercizio in pochi minuti, e alle lodi della professoressa rispose con un'occhiataccia.
Era come se non volesse accettare di essere intelligente, o di saper fare una cosa.
Strano, Aileen avrebbe pagato cento dracma d'oro per riuscire nella matematica almeno un terzo di quella ragazza.
Ma d'altronde, a cose strane, Aileen era abituata.
Poi il suo sguardo si posò su un ragazzo, una fila a destra più in avanti.
E per qualche strano motivo le venne da alzarsi ed andare ad osservarlo meglio.
Anche lui era molto alto, a giudicare dalle ginocchia che toccavano il banco e le gambe tirate in avanti per la lunghezza. Si notavano anche le sue spalle ed i suoi muscoli, benché non portasse una maglietta attillata ma una semplice felpa grigia. Aveva anche lui la pelle chiara ed i capelli mossi e biondi scuro.
Ad Aileen dispiacque molto non poter vedere i suoi occhi, perché qualcosa, forse il suo sesto senso, le diceva fossero belli.
Quando la bionda accanto a lei notò il suo sguardo posato sul ragazzo, ricominciò a guardare la lavagna, senza però prestare troppa attenzione.
- Lahey che ne dice di venirmi a risolvere l'esercizio numero 384 ?- domandò la Smith a qualcuno che Aileen non conosceva.
Poi il ragazzo di prima si alzò e svogliatamente raggiunse la lavagna, risolvendo l'equazione in poco tempo ed appoggiandosi al muro con una spalla.
- Ho fatto- disse con noncuranza rivolto alla professoressa
- Bene. Chi vuole venire a correggere?- domandò quella provocando alcune alzate di mano, mentre Aileen cercava di farsi notare il meno possibile.
Ci mancava solo un voto negativo il primo giorno di scuola.
 
Isaac si trattenne dal ridere.
La Smith voleva trovare un errore nel suo esercizio, a costo di morte  credeva.
Quando però chiamò alla lavagna la nuova arrivata, ad Isaac per qualche motivo si formò un nodo alla gola.
Sentiva chiaramente il cuore della ragazza battere più velocemente man mano che si avvicinava alla cattedra e si domandò perchè.
Era solo matematica in fondo no? Non c'era da agitarsi
La moro puntò lo sguardo blu alla lavagna e sembrò in seria difficoltà nel leggere.
Isaac si domandò se la sua scrittura fosse così terribile.
La ragazza incrociò le braccia sotto al petto e corrugò la fronte.
Isaac poté notare il muoversi delle sue labbra che mimavano l'esercizio che lui aveva appena scritto.
Si mordicchiò un labbro , sospirando infine e lasciando cadere le braccia lungo i fianchi.
- Non so se ci siano errori- decretò in fine.
- Lei non sa se ci sono errori o può affermare che non ci sono errori?- domando interrogatoria la professoressa, calcando  il ' se' ed il 'non'
- Io non so se ci sono errori ma credo che non ci siamo- affermò la ragazza sfidando lo sguardo della Smith e sollevando le spalle.
Isaac non poté non osservarla.
Portava i capelli sciolti e fermati da un cerchietto molto fino. Una ciocca era sistemata dietro le orecchie mentre un'altra ricadeva accanto alla guancia della ragazza. Gli occhi erano accentuati da un filo di mascara e matita nera mentre il resto del viso era lasciato senza trucco.
Indossava dei semplici Leggings neri abbinati ad una felpa rossa e delle Superga nere. Una sciarpa grigia era arrotolata intorno al collo e una collanina spuntava da sotto ad essa.
Isaac si concentrò su quella. C'erano diverse perle di terracotta, ognuna raffigurante qualcosa.
Una in particolare attirò l'attenzione del ragazzo, quella centrale.. C'era disegnato sopra un tridente.
La voce della Smith interruppe i suoi pensieri e Isaac ritornò a concentrarsi sulla matematica.
 
Poggiò la testa sul tavolo della biblioteca, stanca e frustrata.
La professoressa di Letteratura aveva assegnato un testo da leggere, lungo almeno tre pagine, su cui poi fare un'analisi.
Aileen ci aveva provato, per più di un'ora. Aveva letto appena mezza pagina e non ci aveva capito un accidenti.
Era inutile, il suo cervello era tarato sul greco antico, non riusciva a leggere bene l'inglese.
Giocherellò con la collanina del campo, che aveva una perla per ogni estate passata là.
Aileen ne aveva in tutto quattro, la più importante, quella con tridente era della prima estate, quando aveva scoperto di essere figlia di Poseidone ed aveva incontrato Percy.
Si, proprio quel Poseidone. Quel dio greco dei mari, che prima credeva anche lei fosse mitologia.
No, in effetti non era mitologia.
Si, loro erano fratelli  ma solo da parte di padre, visto che Aileen era orfana di madre.
Da quell'estate Sally, la mamma di Percy, prese la ragazza con sé.
Si, quella per Aileen era stata decisamente l'estate più importante della sua vita.
Una risata squillante la riportò alla realtà.
Aileen volse lo sguardo dietro, verso l'entrata della biblioteca e vide la bionda della classe di matematica ridere insieme al ragazzo di colore.
- Dovevi vedere che faccia aveva mentre ...- la ragazza si stoppò e osservo Aileen, che cercò di abbassare il più possibile il capo.
- Aileen Jackson giusto?- domandò porgendole la mano.
- Si, giusto- rispose la mora afferrandola e stringendola
- Sono Erica Reyes, e lui è Boyd-
- Piacere- disse allora Aileen , cercando di sembrare più sicura.
 
Erica era una sua cara amica, vero, ma quando faceva così Isaac non la sopportava.
Le aveva detto chiaramente che Derek la stava aspettando fuori scuola, e lei era sparita dalla circolazione insieme a Boyd.
Poi il rumore della sua risata giunse alle orecchie di Isaac, che storse il naso infastidito.
Entrò in biblioteca e le puntò un dito contro. Stava per urlarle contro ma si accorse che c'era un ragazza, insieme a loro, così rinunciò.
- Ti cerca Derek- si limitò a dire.
Erica annuì e dopo aver preso per mano Boyd sparì dalla circolazione, lasciandolo solo con quella ragazza.
Solo dopo notò che era la stessa di quella mattina.
Preferì fare il vago e mettersi a cercare un libro dagli scaffali là intorno. Non sapeva esattamente che libro cercare, ma non se ne preoccupò più di molto.
La ragazza continuava a sbuffare ed a tenersi la testa fra le mani, imprecando sottovoce di tanto in tanto.
Certo, non immaginava che Isaac poteva sentirla.
Quando la vide sbattere un pugno sul tavolo con rabbia si decise a farsi avanti.
- Letteratura inglese non piace mai a nessuno- se ne uscì così, dandosi dell'idiota da solo.
- Non ce la faccio proprio- ammise la ragazza, con un ennesimo sbuffo.
Isaac si strinse nelle spalle e si mise le mani nelle tasche posteriori dei jeans.
- Prova a rileggerla con più calma- propose , pensando che fosse un problema di apprendimento.
- Sembra così facile a dirlo- il sussurro era appena percepibile ,ma Isaac la sentì ugualmente, come se stesse parlando a voce normale.
- Dov'è che non riesci?- non lo sapeva neanche lui perchè la voleva aiutare, o perchè si stava facendo avanti,lui ,che delle ragazze se ne fregava solitamente.
Sapeva solo che voleva conoscerla.
- Praticamente in tutto. Io sono...ehm.. stanca-
Il cuore le batteva forte, stava mentendo.
- No , non credo che tu sia stanca, tranquilla non mi devi spiegazioni-
 
- Dislessia- disse velocemente.
Aileen non capiva, lei se ne era sempre vergognata.
Sempre.
Ed ora era là, con quel ragazzo dagli occhi azzurri con sfumature verdi, totalmente sconosciuto, e gli aveva appena confessato una cosa che non avrebbe mai rivelato.
Perchè? Non lo sapeva, non lo capiva.
Le era venuto d'istinto, come se potesse fidarsi ciecamente di lui.
Le venne da ridere. Fidarsi ciecamente di uno sconosciuto, che idiozia.
Il ragazzo la guardò piegando lievemente la testa di lato, come un bambino curioso.
- Sono dislessica- ammise abbassando lo sguardo.
Lo aveva fatto, di nuovo, si era fidato del bel ragazzo.
Perchè si, doveva ammettere che era veramente un bel ragazzo.
- Non credo di aver capito bene il tuo nome sai?- se ne uscì semplicemente quello, come se lei non gli avesse mai detto nulla.
In cuor suo ne era felice, era meglio cambiare discorso.
- Aileen Jackson- disse sollevando una mano e porgendogliela
- Isaac Lahey- rispose il ragazzo stringendola e sorridendo.
- Mi piaci, il tuo nome è strano quasi quanto il mio- esclamo Aileen stringendosi nelle spalle.
- Vuoi che ti aiuti?-
- Per cosa?- domandò sinceramente confusa
- Per la tua dislessia. Leggiamo il testo insieme-
Aileen rimase un po' stupita.
Credeva che non ci avesse fatto caso quando lo aveva detto, o che semplicemente il ragazzo l'aveva ignorata per comodità.
Invece Isaac si era offerto di aiutarla.
Qualcosa , dentro di se, le suggerì di declinare l'offerta.
Ma ascoltò il cuore.
- Mi faresti un gran favore, grazie-


HOLA.
First of all... vorrei scusarmi tantissimo per le mie storie lasciata incomplete, ed ora vi spiegherò il perchè.
Avevo perso la password di questo account ( si , datemi della stupida) ed ora ho ritrovato il file word dove era salvata, quindi sono ritornata :3
Le storie però è passato troppo tempo, non riesco più ad avere l'ispirazione giusta per continuare... però vi giuro che ce la sto mettendo tutta a trovare il modo di concluderle.
Doppia vita per jen, la sto riscrivendo con tema One Direction su un mio altro account: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1621915&i=1

Spero tantissimo che questa storia vi piaccia e per tranquillizzarvi vi posso dire che ormai la password è mooolto al sicuro ;DDD
Spero che la seguirete e che recensirete in tante! 
Con affetto
Cipolletta.

VI LASCIO QUESTE CLIP  DEL BELLISSIMO ISAAC *.*







AILEEN 









 

  
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