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Autore: Gh595    27/02/2013    0 recensioni
In un'era dove ormai la nobiltà è estinta in molte nazioni, dove non si crede più a niente ma solo a ciò che si vede, in un paese di questo mondo scoppia improvvisamente una guerra contro una nazione, il cui casus belli è inizialmente nascosto, e poi una vecchia leggenda: "Si dice che, tempo fa, esistevano due principesse dai grandi poteri legati alla loro stessa anima. Questi erano rinchiusi in due spade, chiamate rispettivamente La Spada dell'Inferno e La Spada del Paradiso...". Quale sarà l'esito della guerra? E, questa, avrà una fine?
Genere: Azione, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Beginning



Ormai è arrivato nuovamente settembre e, con lui, un nuovo anno scolastico. Ho quindici anni e proprio quest'anno dovrò entrare al terzo anno. Sono nata a dicembre e, di conseguenza, sono ogni volta la più piccola della mia classe. Non che mi importi molto, ma forse avrei preferito entrare un anno più tardi a scuola. Forse avrei avuto decisamente meno problemi. 
Mah, comunque sarei potuta capitare tra persone nettamente peggiori. 
Non parlo molto con gli altri, anzi, direi che non parlo quasi mai eccetto quando mi chiedono se ho fatto i compiti e se posso passerglieli. Perché non li fanno da soli se hanno tutto questo tempo di uscire? 
Escono ogni sera tutti insieme e restano fuori fino al mattino. Vorrei davvero capire il senso di non dormire per un'intera settimana. Anzi, per quasi un intero mese.  
Ah, ovviamente io non esco con loro. 
Parecchi persone non mi piacciono e preferisco nettamente restare a casa a vedee un film oppure a chattare con le mie amiche lontane. Quanto vorrei che loro fossero nella mia classe al posto di quei senza cervello. 
Mi diressi ancora una volta verso quella classe, camminando con tranquillità. Non mi importa affatto finire nel primo o nell'ultimo banco. 
Varcai la soglia della porta. Mpf, sapevo che gli unici banchi vuoti sarebbero stati i primi. 
Stranamente era rimasto vuoto anche il primo banco a destra. Cos'era questa, fortuna?
Mancano tre persone oggi. Chissà, magari sono rimasti svegli troppo a lungo e non hanno sentito la sveglia. Peggio per loro.
Mi avvicinai al banco e mi sedetti vicino alla parete, poggiando lo zaino davanti a me. Sentii delle chiacchiere dietro di me, ma non mi importava. La classe e tutto ciò che c'è dentro non è di loro proprietà. Sapevo per certo che stanno parlando di me, o meglio, del malcapitato che sarà costretto a sedermi vicino per tutto l'anno. Mi considerano una tipa strana e solo alla fine dello scorso anno hanno capito che preferisco stare sola. 
Appoggiai il mio mento sulla mano e aspettai che anche oggi il professore entrasse e che parlasse delle solite cose di inizio anno scolastico. 
Quest'anno dovremo cambiare alcuni insegnanti, ma c'è sempre quello che rimane. Ed eccolo che entra, anche lui con la faccia stanza quasi come quella di alcuni ragazzi andati in discoteca la notte prima. 


« Ragazzi benvenuti, o meglio, ben tornati nel luogo che tanto amate! »

Disse sorridendo alla classe. I professori non hanno ancora capito che i ragazzi odiano questo tipo di battute. Per l'appunto. Sentii dietro di me i commenti negativi alla battuta e,  probabilmente, se ne rese conto anche l'insegnante che si schiarì la voce. 
 

« Visto che oggi è il primo giorno di scuola ho deciso che chiacchiereremo.
Avete sentito le ultime notizie? 
»

« Parla di quelle riguardanti lo stato *****? » 

Chiese una ragazza. La voce doveva provenire dagli ultimi banchi. 

« Esattamente. Dicono che quello stato voglia dichiarare guerra al nostro. Non vi sembra assurdo? » 
E proprio tutti in quel momento scoppiarono in una grossa risata. Tutti eccetto me.

« Vedo che anche a voi sembra una bufala bella e buona. »

Mi chiesi il perché di quelle risate.
Intanto il professore prese il registro aprendolo e guardando l'elenco degli alunni. 


« Bene, allora passiamo all'appello vi-...»  

« Scusi il ritardo, prof! » 

dSentimmo dire quella frase da due ragazzi sulla soglia della porta e, istintivamente, ci girammo tutti verso di loro. 
Il professore sospirò pesantemente facendo poi un gesto verso i banchi.

 

« Cominciamo male, dormiglioni! Andate a sedervi, su!» 

Entrambi ringraziarono l'insegnante e, dopo essersi guardati intorno, fecero un sospiro e corsero verso gli ultimi posti rimasti. Non mi stupii che non si fossero seduti vicino a me.
Il professore riabassò lo sguardo verso il registro scuotendo leggermente la testa.


« Bene, ora possiamo fare l'app-...» 

«Scusi il ritardo, prof! » 

Ci girammo tutti nuovamente verso la porta per vedere chi fosse l'ultimo ritardatario, colui che sarebbe diventato il compagno di banco della più strana della classe. 

« Oh, ma guardate chi è arrivato in ritardo come al solito. Accomodati pure, Brown, ma cerca di non venire così in ritardo anche domani. Oggi sei salvo solo perché è il primo giorno di scuola. » 

Commentò nuovamente il professore. Ormai fra lui e quel ragazzo era guerra aperta dal primo anno e, probabilmente, sarebbe continuata anche dopo il liceo. 

« Grazie per la sua "gentilezza", prof. »

Christian Brown, detto Kris. Il ragazzo più frequentato della scuola, considerato come il più forte ed il più figo solo perché ogni sua parola sembra che sia legge. Non era nemmeno così bello. Aveva semplicemente i capelli scuri, castani, e gli occhi chiari. Niente di più.
Volse il suo sguardo verso di me e io sgranai gli occhi, facendomi pervadere da un brutto presentimento. Mi guardai intorno per un attimo. Oh, no.
Intanto lui si diresse di fronte ai banchi centrali, guardandosi intorno, cercando chissà cosa. E poi il sguardo cadde di nuovo su di me, questa volta accompagnato da un ghigno.    


« Non ditemi che mi avete lasciato il posto vicino alla stramba? » 

Bastardo. Gli lanciai immediatamente un'occhiataccia mentre tutta la classe rideva, accopamgnando con le risate il suo sorrisetto. 
Gettò pesantemente lo zaino sul banco attaccato al mio, dopodiché mise una mano sul banco, inchinandosi un po' verso di me.


« Trattami bene, per favore. » 

Disse, accompagnando la frase da quel suo ghignetto. Questo ragazzo era decisamente irritante. Dovevo immaginare che, quell'espressione, l'avrei vista molte volte in futuro. 
Si sedette vicino a me, ma tutto ciò che fece fu mostrarmi le spalle, girandosi verso gli altri a parlare. 


« Bene, ora ci siamo tutti, almeno spero. »

Ed ecco l'ultima frase del professore, con aria arresa già dal primo giorno. Aspettava di iniziare finalmente l'appello, cosa che riuscì a fare solo in quel momento.
Mi chiesi per quale motivo il destino avesse voluto farmi questo brutto scherzo per rendere la mia vita un inferno. 
Perché proprio me, con tutte le persone che lo avrebbero voluto vicino?

« Melania Davis? » 

Sentii pronunciare il mio nome ad alta voce, quasi lo stessero strillando, ed istintivamente mi girai verso la cattedra alzando la mano. 

« Presente. » 

Dissi con totale mancanza d'enfasi, abbassando poi la mano. 
Pensavo già che quell'anno sarebbe stata davvero difficile, ma sicuramente non mi sarei mai aspettata tutti quei cambiamenti e avventimenti che vidi con i miei occhi e di cui io fui partecipe. 



 

Ebbene sì, eccomi finalmente! 
Lo so, lo so, sono una persona orribile perché non stavo pubblicando più niente! 
Ora però sto riprendendo pian piano la mano nello scrivere e ho deciso di pubblicare questo!
Mi scuso per eventuali errori e spero che vi piaccia e che vogliate continuare a leggere questa storia! :) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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