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Autore: Peddy    15/09/2007    1 recensioni
Questa è la storia d’amore tra Alexis Gray una ragazza umana e Krys Schafer un vampiro. Insieme riusciranno a superare le difficoltà di un’amore impossibile? Il ritorno del ex ragazzo di Alexis con una grande sorpresa potrà cambiare le cose? E se a queste difficoltà si unisse una lotta tra due organizzazioni segrete? Ci sarà il lieto fine o sarà una fine drammatica? Scopritelo voi stessi leggendo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Love me, my Anjel

 Love me, my Anjel

Capitolo 2_ Conoscere se stessi

 

 

La pausa pranzo era già finita…le quattro ore precedenti non erano state nulla contro a quello che mi aspettava…

Quinta ora: Biologia

Sesta ora: Filosofia

 La settima ora, fortunatamente per oggi  non era prevista…dovevo solo limitarmi a scegliere qualche corso tra i tanti. E sapevo già a quali, oltre a mitologia e astronomia l’altro corso era proprio quello del signor Miller!

Ora però mi stavano aspettando delle bellissime celluline .

Mi avvia in classe e improvvisamente la gente e il grosso orologio si fermarono, ero l’unica che si muoveva.

- Cosa sta succedendo?- Mi domandai.

- Nulla, che tu possa comprendere…-  Non capivo di chi poteva essere questa voce, non era quella di Kristian, neppure quella di Arold.

-Chi sei?- Chiesi girandomi attorno.

Improvvisamente sulla cima delle scale, dal nulla apparse un uomo incappucciato da un abito bianco.

- Nessuno di importante per te…per ora.- Mi rispose con un tono leggermente ironico sulle due ultime parole.

- Cosa vuoi da me?- Gli chiesi preoccupata.

- Volevo solo incontrarti prima che…Credo che abbino percepito la mia presenza…devo andare! Avremo altre occasioni per parlare…magari lontano dai quei…Va a presto!- Esclamò con un piccolo inchino cinque secondi prima che il tempo tornasse a scorrere normalmente.

 

Che strano tipo…chissà chi lo stava cercando? Infondo non mi sarebbe dispiaciuto incontralo nuovamente…

Ma a cosa diavolo stavo pensando? Mi stavano succedendo troppe cose strane…per di più io mi ci stavo anche abituando come se fossero cose normali…alzai le spalle sbuffai e mi avviai in classe.

Quando raggiunsi il punto dove prima stava l’uomo in bianco mi guardai intorno cercandolo con lo sguardo…non lo trovai, ma qualcun altro mi stava osservando, Kristian Shafer .

Feci finta di nulla ed entrai in classe, il suo sguardo non mi si staccava da dosso.

 

Mi gettai letteralmente sul mio letto con il viso completamente sommerso dal soffice cuscino…

 

Chi l’avrebbe mai detto che la chiave sarebbe arrivata da me? E nemmeno senza troppi sforzi… per non parlare poi dell’ Avatar...bene bene due in un colpo solo…ma sarà già pronta? Devo stare attento, e soprattutto non devo farmi scoprire…

La voce di Arold, mi stava tormentando…non resistevo più, dovevo andare a parlargli.

 

- Non lo farei se fossi in te…- Ancora una volta una voce entrò nella mia testa.

Mi girai verso la porta-finestra, non rimasi troppo colpita nel scoprire che qualcuno stava lì appoggiato a guardami.

-Ancora tu! Si può sapere chi sei?- Esclami io ormai abituata a sentire strani voci nella testa, e immaginarmi cose strane.

Probabilmente era tutto un sogno…anche ora stavo segnando…che altra spiegazione avrei potuto dare a quegli avvenimenti?

-Non fare domande a cui tu stessa non sapresti rispondere…-  Mi rispose enigmaticamente l’uomo.

- Io so chi sono!- Ribattei io alzandomi improvvisamente.

L’uomo incappucciato si limitò a rispondere con una piccola risata…

- Andrew!- Esclamò lui prima di gettarsi dal mio terrazzo.

Preoccupata di trovarmi un morto in giardino o galleggiante nella mia piscina mi precipitai a guardare giù dal terrazzo.

Era completamente sparito.

Allontanai lo sguardo sulla strada…mi ritrovai persa nello sguardo azzurro intenso del mio dio…non mi mossi finché non fu lui ad allontanarsi dal mio campo visivo.

 

Mi rigettai sul letto, a tormentarmi sulla frase che mi aveva detto l’uomo incappucciato di bianco. Andrew.

Sapevo veramente chi ero? A parte un nome e un cognome sapevo chi ero? Fino a che ero nella mia città di nascita non avevo mai avuto dubbi nella vita, ero la ragazza più sicura del mondo, eppure era bastato un trasferimento a cambiarmi tutto…le voci nella mia testa, strane illusioni che mi tormentavano di giorno, sogni assurdi che sembravano ritorcersi sulla vita reale…

Dovevo seguire i consigli di Andrew e non chiedere nulla a Arold, o invece avrei dovuto farlo? E a proposito di Andrew, perché ogni volta che compariva lui compariva anche Kristian?

Qualcosa di strano mi stava succedendo, ma cosa? Dovevo parlarne con qualcuno, ma chi era quel qualcuno che non mi avrebbe mandato al manicomio? Mia madre sarebbe stata la prima, Alan non mi sembrava la persona adatta, forse perché l’avversione che avevo per lui non era del tutto scomparsa, Evy e Cloud erano ancora troppo piccoli, Ambra avrebbe preso la stessa scelta di mia madre, Tommy e la sua famiglia erano troppo lontani…mi rimanevano tre persone, Arold, ma non mi fidavo, Kristian e Andrew…ma come avrei fatto a contattarli? Humm…Ok, o parlavo con Arold, o sarei impazzita.

 

Scesi dal letto e mi misi a cercarlo per le varie stanze della villa.

Lo trovai in cucina a trafficare con delle erbe aromatiche.

- Arold…- Lo chiamai per non prenderlo alla sprovvista, ma vidi che ci rimase stupito ugualmente.

- S…Signorina Alexis…desidera qualcosa?- Mi domandò un po’ imbarazzato.

- Veramente volevo solo parlarle di una cosa un po’ particolare, ma se è impegnato non fa nulla…cercherò Andrew…- Vidi che il suo sguardo cambiò quando pronunciai quel nome.

- No signorina, non sono impegnato mi dica…-

Sospirai, e mi sedetti su una sedia mentre lui si mise di fronte a me.

- Bhe…le sembrerà strano ma io…cioè ultimamente mi accadono troppe cose strane!-  .

- A te?...Cioè, cosa ti capita di strano?- Mi guardò sorpreso

- …Sento delle voci nella testa, e poi faccio sogni strani che poi sembrano ripiegarsi sulla vita reale…per non parlare di quando sembra che tutto si fermi attorno a me come se entrassi in un’altra dimensione…e una volta mi sembrò di aver avuto una previsione sul futuro!-

Rimasi sorpresa dalla sua espressione…non era sorpreso e neppure aveva l’aria di uno che si trovava di fronte a una pazza furiosa.

- Bhe…sono cose che fanno parte di te…è la tua eredità…-

- Eredità?-

- Tuo padre era un’ Avatr, Tu sei un Avatar, i tuoi figli saranno degl’Avatar, e sarà così per sempre…-

Sembrava che Arold sapesse molte cose…non so perché ma non mi piaceva questa cosa

- Torna immediatamente in camera tua!- La voce di Andrew mi fece cadere dalle mani il chicco d’uva con cui stavo giocherellando.

Tornai in camera a corse, sapevo di averla combinata grossa!

 

Entrai spalancando la porta e sentii un dolore tremendo alla guancia destra…mi sa che Andrew era proprio arrabbiato,

- Sbaglio o ti avevo detto di non dire nulla al maggiordomo?!- Era la prima volta che sentivo la sua voce fuori dalla mia mente.

- Io…colpa tua! Sei tu che mi detto che non sapevo chi ero! Ora lo so!- Risposi testardamente.

- Sei una stupida!-

- Ehi! Guarda di moderare i termini!-

-  Scommetto che però non sai cosa sia un Avatar, vero?- Mugolai una risposta quasi incomprensibile zittita dal tono di Andrew.

- Meglio così! Per ora va bene! Vedi di imparare a padroneggiare i tuoi poteri come si deve…ci rivedremo solo allora, e non farne parola con nessun altro! Soprattutto con il maggiordomo!- Disse prima di sparire come fece prima, nuovamente mi precipitai alla finestra, non tanto per controllare se era ancora vivo o morto, ma per vedere se LUI era lì…ero sicura che ci fosse, non mi sbagliavo…ma la scena questa volta era cambiata.

 

Andrew era di fronte a lui e gli stava dicendo qualcosa, lo sguardo di Kristian, mutò dal solito freddo sguardo color del cielo a uno completamente diverso, pieno di odio, ora i suoi occhi erano color del oro e il piccolo cerchio nero si era assottigliata. Di colpo si girò e mi fissò, il suo sguardo mi spaventò a morte.

Mi sentì trafitta da mille lame.

Lo vidi girarsi di scatto  verso Andrew e sferrare rapidamente un fortissimo pugno, che però mancò il bersaglio che svanì nel nulla.

Mi guardò ancora, il suo sguardo tornò quello di sempre…e come al solito sparì di nuovo.

 

Dovevo potenziare il mio potere…perché non iniziare subito? Nella mia mente si fece sempre più chiaro il modo in cui avrei dovuto fare.

Mi buttai nuovamente sul letto e cercai di concentrarmi su Kristian…volevo parlare con lui giusto? E non c’era modo più facile…

Mi bastò pensare al suo sguardo che la sua immagine mi comparve davanti.

 

-Cosa vuoi?- Mi domandò.

- Tu sai chi sono?- Domandai quasi fosse una affermazione.

- Tu sei l’Avatar…- Mi rispose.

- Sai cos’è un Avatar?-

- Perché tu no?-

- No! Mio padre se ne è andato prima di potermelo dire…-

- Mi dispiace…-

- Scelta sua!-

- Tu non  sai in che guaio ti sei cacciata!-

- No non lo so…nessuno mi vuole spiegare!!-

Mi sedetti per terra, mentre le lacrime iniziarono a scendermi lentamente.

Kristian si sedette di fronte a me e mi asciugò le lacrime…poi mi abbracciò.

- Sei freddo!- Esclamai non sapendo cosa dire bloccata da un forte imbarazzo.

- Sai che non so il tuo nome…- mi disse cercando forse di togliermi da quel imbarazzo.

- Sono Alexis Gray, e tu invece sei Kristian vero?- Risposi io cercando di far calmare il mio cuore che era del tutto impazzito.

- Sì, ma chiamami Krys!-

Gli sorrisi.

- Se non te lo dice nessuno, te lo dirò, io, ma non ora…ora dobbiamo lasciarci…- Mi disse allontanandosi da me…

- Aspetta!- Gli urlai. – Promettimi che domani mi spiegherai tutto! Ti scongiuro!-

Lui ci pensò un attimo…

- Domani, finita la scuola, ti aspetto d’avanti all’entrata…- Esclamò poi, dandomi le spalle e iniziando a svanire lentamente.

- Aspetta…un ultima cosa…- Esclamai io rincorrendolo. – Ti prego, baciami…come quella volta…- Lo scongiurai.

Lui mi sorrise e mi diede un piccolo e leggiero bacio sulla fronte e poi scomparì, come da sua abitudine.

 

Ora che avevo capito come funzionava era molto più facile comunicare con il mio dio…avrei solo dovuto concentrarmi su di lui e come per magia lui sarebbe apparso.

Avrebbe funzionato con tutti? Avrei provato prima o poi, ma non ora…era meglio dare tempo al tempo…

 

Qualcuno bussò alla mia porta…quando aprii non c’era nessuno, solo una busta bianca appoggiata a terra. La presi e la lessi.

 

Figlia mia amata,

Se stai leggendo questa mia lettera, può solo significare che quello che temevo si è avverato…

Non so che età tu abbia mentre la leggerai, ora ti guardo mentre giochi con i tuoi pupazzi…questa è l’ultima sera che trascorro con te e la mamma…tra 24 ore me ne andrò forse per sempre.

Spero che tu sia abbastanza matura per capire quale peso grava sulle tue spalle, tu sei l’Avatar e sono sicuro che te la caverai alla grande! Sei sempre mia figlia, no?

Ti voglio dare solo qualche consiglio.

Fidati del tuo istinto,

Segui il tuo cuore,

Non dire nulla alla mamma, non capirebbe…e potrebbe sconvolgerle la vita.

Inoltre pensa a proteggere la Chiave…rischia la vita per essa e non fare sì che cada in mani sbagliate!

Tutto dipende da te ora…

Bacio

Papà.

P.S.: La chiave non è altro che la collana che ti regalai al battesimo!

 

Non resistetti, è vero che mio padre se ne andò quando avevo solo 4 anni, ma solo ora capii che l’aveva fatto per  ragioni superiori a lui.

Iniziai a capire.  Strinsi forte il ciondolo a goccia azzurra che portavo da sempre al collo, e iniziai a piangere…non trovai consolazione.

Sentii una presenza fuori dalla mia stanza, sul terrazzo, capii.

- Grazie Andrew- Bisbigliai.

Per un attimo sentii come un abbraccio…lo riconobbi…era l’abbraccio di un dio freddo…

 

- Tesoro c’è Tommy al telefono!- Mi chiamò mia madre.

Cercai di calmarmi e risposi al telefono della mia stanza.

- Pronto….Ciao Tommy! Mai stata meglio!-

 

 

 

 

 

Salve a tutti!!! Sono riuscita a fare anche il terzo capitolo e come al solito devo ringraziare:

roby88

speednewmoon

che hanno continuato a recensionare la mia storia e mi hanno dato, ancora una volta, la spinta per andare avanti…

GRAZIE

 

un grosso bacio!!!!

Peddy

 

 

  
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