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Autore: yokuccia    16/09/2007    6 recensioni
cosa sarebbe accaduto se Jacob fosse arrivato un solo minuto più tardi a salvare Bella dal grande salto dal precipizio? a quale destino sarebbe andata incontro?
Genere: Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Chiedo umilmente scusa… ho un po’ trascurato questa ff, ma ora mi arrotolo le maniche e mi rimetto all’opera senza remore!
Ringrazio tantissimo coloro che hanno recensito fino ad ora >/////< cercherò di non deludervi!!! *un forte abbraccio*
….

“Hai bisogno di dormire e…” Repentino mi afferrò per le spalle, scuotendomi con forza.
“No Bella, no. ascoltami. Devi ascoltarmi!” Il tremore riprese a scuoterlo con violenza, ma sembrò non farci caso.
Allarmata della sua reazione cercai di assecondarlo. “Calmati Jake, ti ascolto.”
Prese un profondo respiro e continuò, il tormento nel suo sguardo.
“Ti stavo cercando, ho seguito le tracce del pick-up e ti ho vista lottare contro la corrente. Mi sono buttato Bella, lo giuro, lo giuro, ho fatto il possibile ma…” La disperazione era tangibile nella voce rotta dai singhiozzi. “…non sono arrivato…per primo. Un minuto, se solo fossi arrivato un singolo minuto prima forse saresti ancora viva, forse ora non saresti come loro.”
Una nocetta stridula sussurrò alla mia mente una spiegazione impossibile, o probabilmente ero io a voler pensare che fosse tale. Rifiutavo di crederci, era semplicemente ridicolo.
“La rossa era nell’acqua,“ continuava a scuotere la testa come se volesse scacciare demoni più grandi di lui. “Te l’ho tolta di dosso ma era troppo tardi, ucciderla non è servito a riportarti da me.”
Risi.
Contro ogni logica scoppiai a ridere e mi accasciai sul pavimento logoro tenendomi la pancia. Quello che avevo desiderato così strenuamente si era infine avverato.
Ero un vampiro, ora ero come lui.
Quanto era stato facile, semplice. Un tuffo da uno scoglio troppo alto e la mia vita era radicalmente cambiata, no, non più vita, ora avrei dovuto parlare di esistenza.
Le risa si spensero in gola lasciando ben presto spazio ad acuti singhiozzi incontrollati e grida disperate. Non una lacrima solcò il mio viso straziato dal dolore.
Cosa me ne sarei fatta dell’eternità?
Non avevo più nessuno al mio fianco con cui poterla condividere, nessuno ad abbracciarmi nei momenti di sconforto, nessuno ad insegnarmi come muovermi in quel mondo tutto nuovo. Ero sola, avevo definitivamente perso tutto. Non avrei più rivisto Charlie, Renée, non avevo avuto nemmeno il tempo di salutarli. E Jake…oh, Jake. Alzai lo sguardo su di lui. Era lì, ancora sulla sedia dove lo avevo lasciato, la testa china e mani tremanti saldamente aggrappate al sedile.
“J…ake…”
Mi stupii di non provare repulsione per lui, solo un forte odore disgustoso che mi faceva arricciare il naso. Essendo appena stata creata probabilmente non avevo ancora accumulato tutto quell’odio proprio dei vampiri verso i licantropi. Nemico naturale, quanto amaro in bocca mi lasciavano quelle parole. Non avrei mai potuto fare del male a Jacob.
“Mi dispiace Bella, mi dispiace.” Portai le gambe al petto e appuntai il mio sguardo nel suo.
“Non è colpa tua Jake.”
“Se solo fossi-” Non poteva davvero sentirsi responsabile, non doveva. Era stata colpa mia, solo colpa mia!
“No! Sono stata io a buttarmi dello scoglio, io a decidere, io a sbagliare...e io a pagarne le conseguenze.” Tirai su col naso benché nessuno gocciolina fosse in prossimità di uscire. Mi guardai intorno cercando di parlare, per non pensarci. “Dove siamo? Non credo di aver mai visto questa baracca.”
“Sui monti Olimpici, a volte ci venivo da piccolo con mio padre. E’ disabitata da una vita, potrai…potrai rimanere qui.” Lo guardai senza sapere cosa rispondere.
Un angolo della sua bocca si alzo in un tentativo di sorriso che però non raggiunse gli occhi arrossati. “Ho cercato di rimetterla a posto, il massimo che sono riuscita a fare mentre mi prendevo cura di te. Fino all’ultimo ho sperato di sbagliarmi.”
Mi avvicinai a lui piano, guardinga, timorosa di creare in lui qualche reazione imprevista. La mia mano si allungò piano ad accarezzargli il viso mentre si faceva rigido, ma non mi allontanava.
“Grazie Jake. Credo di capire quanto ti possa essere costato. “ Presi un profondo respiro e chiesi quelle domande che più premevano tra i miei pensieri. “Come l’hanno presa gli altri? Charlie?”
Chiuse gli occhi e rispose mentre i tremito alle mani si affievoliva. “Sono andato a casa tua a prenderti i vestiti, Charlie pensa che sei scappata per raggiungerlo, ovunque sia andato. E’ sconvolto, ma Billi e gli altri gli sono vicini, stai tranquilla. Per quanto riguarda Sam la situazione non è delle migliori. Non ti nascondo che ti volessero morta, appena hanno visto i segni sul collo.”
Trattenni il respiro, benché ormai non faceva più alcuna differenza. “Come mai hanno cambiato idea?”
“Non ti potevo lasciare morire! Non completamente per lo meno. Abbiamo…litigato, ma alla fine hanno deciso che se saresti rimasta qui, se avresti rispettato il patto e non avresti ucciso nessuno avresti potuto continuare a vivere.” Povero Jake, non doveva essere stato affatto facile.
“Ti devo la vita.” E sapevo di dire la verità.
“Hai passato tre giorni a urlare e dimenarti, ho davvero temuto che non ce l’avresti fatta.” Allungò un dito a risistemarmi una ciocca di capelli dietro le orecchie.
“Non ti da fastidio?”
“Un po’, ma credo di poterci fare l’abitudine. Ora devo tornare, Charlie potrebbe pensare che sono coinvolto nella tua scomparsa.”
“Tornerai?” Ero terrorizzata a rimanere da sola, a non rivedere più nessuno per paura di fargli del male.
“Te lo prometto Bella.”

Rimasi sulla porta per molto tempo. L’aria gelida mi scompigliava i capelli mentre la mente sprofondava in un limbo di disperazione, domande e risposte senza fine. Cosa avrei fatto da ora in poi? Mi aspettava forse un’esistenza da eremita? Sapevo di non poter resistere ancora molto alla fame e pregavo di essere in grado di non uccidere nessuno.

  
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