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Autore: Vichy90    01/03/2013    6 recensioni
Nome: Isabella Marie Swan
Città di provenienza: Forks, soprannominata anche dalla sottoscritta "il buco del culo d’America".
Città di residenza attuale: New York, il mio personale inferno sulla terra.
Anche se ad essere sinceri non era la città in sé il mio inferno sulla terra ma una azienda.
La Cullen-Masen Society, Società Finanziaria fondata da Carlisle Cullen e attualmente gestita dal mio ex compagno di classe, ex fratello della mia migliore amica, ex ragazzo con cui ho perso la verginità, Edward Anthony Masen Cullen.
Se la società ero il mio inferno, Edward era di sicuro il Diavolo, Lucifero, Satana, Belzebù.
Gli mancavano solo le corna e il forcone. Ma non ero del tutto sicura che quest’ultimo non lo tenesse nascosto dentro qualche armadio, pronto a scagliarmelo addosso appena gli avessi voltato le spalle.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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7.
A House with no Doors, the Roof will be the Sky, and the Bed will be the Feeling




<< sposami! >>
<< cosa?! >> sbottai sconvolta.
<< sposami! >>
Non riposi, mi limitai a fissarlo con gli occhi sgranati e la bocca aperta.
<< hai capito quello che ti ho detto? >>
<< no. >>
<< sposami! >>
<< smettila di ripeterlo! >>
<< e allora tu rispondimi! >> ma io non riuscii nuovamente ad aprire bocca.
Stava per parlare, o forse ripetere di nuovo quella follia in formato parola, quando decisi di dar fiato alla bocca per evitare di nuovo di sentire quella frase uscire dalle sue labbra.
<< tu devi essere impazzito… >> affermai  mentre scuotevo la testa e mi voltavo per uscire dalla stanza.
Lui però non me lo permise; con uno scatto si allungò verso di me e mi afferrò per un braccio bloccando all’istante il mio tentativo di fuga.
<< non andare via, rimani qui. Parla con me. >>
<< no! >> ripetei di nuovo. Non avevo alcuna intenzione di affrontare un argomento simile.
<< perché no? >>
<< perché è una sciocchezza parlare con te! Perché sei folle, perché parli senza nemmeno pensare a quello che stai dicendo! >>
<< io so quello che stò dicendo e mi prendo la responsabilità delle mie parole e delle mie scelte.
Puoi dire la stessa cosa di te? >>
<< ma che vuol dire? >>
<< vuol dire rispondimi! >>  continuò lui testardo.
<< no! >> ripetei di nuovo.
<< no che non vuoi rispondermi o no che non  vuoi sposarmi? >> domando a quel punto in dubbio e… spaventato?
<< no che… >> balbettai << no che non intendo partecipare a questa tua uscita di senno. >>
<< non sono pazzo. Io so quello che voglio. >>
<< e cosa vuoi? >>
<< te. >> rispose franco. << e tu cosa vuoi? >>
<< io… anche io voglio te, te l’ho già detto… >> m’imbarazzai << ma non in questo modo. >>
<< perché no? >>
<<  perché.. perché… >> balbettai senza trovare nulla nella mia mente che mi potesse venire in aiuto << …perché sì! Dio Edward ma perché noi non possiamo essere mai come due persone normali? Perché non possiamo uscire, frequentarci, conoscerci e stare insieme come fanno tutti?
Perché dobbiamo sempre finire per litigare? >>
<< perché noi siamo fatti così! >> replicò lui deciso.
<< e tu vuoi sposare una con cui polemizzare da mattino a sera? Passare la vita a bisticciare e alzare la voce e non trovarti mai d’accordo su niente? >>
<< sì. >> disse di nuovo.
<< tu sei pazzo! >> e mi girai pronta ad andarmene ma lui nuovamente mi bloccò.
<< Bella ascoltami! Abbiamo cercato di fare le cose come si deve e non è andata bene. Abbiamo cercato di essere normali, come tu pretendi, e non è andata bene! Abbiamo stravolto le regole, abbiamo fatto di testa nostra, ci siamo insultati, sgridati, odiati… e siamo finiti per innamorarci di nuovo. Perché io ti amo Isabella! Ti amo da quando eravamo due stupidi ragazzini che passavano il sabato pomeriggio a toccarsi nella mia casa sull’albero. E ti amo ancora adesso, dopo così tanti anni di lontananza... non ho mai smesso Bella e ora ho capito che mai smetterò!
Quindi perché non fare di testa nostra ed ottenere le cose che vogliamo? Perché fasciarci la testa per avere la  solita storia d’amore se tutto quello che abbiamo, lo abbiamo ottenuto proprio andando contro a tutte le convenzioni stupide?
Io ti amo Isabella. Ti amo! E non me ne frega un cazzo se siamo stati lontani 10 anni. Non me ne frega un cazzo se ancora nessuno sa di noi, non me ne frega niente del resto del mondo.
Io voglio solo sapere una cosa. Tu mi ami? >>
<< Edward… >> balbettai confusa.
<< no, niente Edward. Si o no. Mi ami? >> mi chiese di nuovo avvicinandosi al mio viso e fissandomi profondamente negli occhi.
<< … ti amo… >> sussurrai.
<< e allora smettila di avere paura… e sposami. >>


<< Salve… emm… il Signor Cullen è occupato? >>
Dopo la scenata da pastore tedesco che mi aveva fatto la settimana prima, mi sentivo un po’ impaurita da Gorbaciov-La-Segretaria.
<< il Signor Cullen è ad un’incontro con alcuni dirigenti in questo momento. >>
<< oh… beh, può dirgli che è passata Isabella Swan? >>
Mi guardò come se fossi stupida.
<< Vuole che lo chiami adesso? >>
<< No, non adesso! >> chiarì << quando avrà terminato! >> pensavo fosse ovvio!
<< posso avvertirlo anche ora se lo desidera. >>
Ora toccò a me guardarla come se fosse impazzita.
Chiamarlo? Adesso?
Che le era successo? Da quando tutta questa gentilezza? Aveva incontrato il suo personale Gorbaciova?
<< i-io…. non ho un appuntamento >> balbettai timorosa in caso si fosse confusa e pensasse avessi già richiesto un’incontro in passato. Rischiavo di venir fatta cacciare  dalla sicurezza se avesse scoperto il malinteso quindi era di certo meglio chiarire.
<< sì, lo so che non ha un appuntamento. >> rispose lei leggermente annoiata << ma il Signor Cullen mi ha detto di avvertirlo immediatamente se lei fosse passata. O avesse chiamato. >>
Edward le aveva detto così? E perché mai? Insomma… lui era ancora il mio capo, che impressione o pensiero avrebbe mai potuto avere la segretaria vedendo un comportamento da parte sua così insolito e bizzarro? Per non dire che era con i dirigenti della compagnia! E se avesse avuto il telefono in vivavoce? Che figura avrebbe fatto se la voce della segretaria avrebbe riecheggiato nell’enorme sala delle riunioni proferendo un “Signor Cullen, qui c’è Isabella Swan passata a farle un salutino!”
Oh santo cielo!
<< no! No, non importa… glielo dica quando ha terminato la riunione... anzi no! Non gli dica niente! Gli telefonerò io dopo. >>
<< vuole il suo numero privato? >> chiese lei disponibile.
<< c’è lo già grazie. >> dissi in automatico per poi alzare imbarazzata gli occhi verso la segretaria e vederla trattenere un sorriso divertito.
Possibile che Edward fosse capace di mettermi spalle al muro persino senza la sua presenza, delegando la sua segretaria a farlo al posto suo?
Lo amavo, di sicuro, ed era cambiato molto in queste settimane dall’atteggiamento che aveva avuto nei miei confronti dal mio arrivo alla Cullen & Masen Society… ma sotto sotto rimaneva sempre un perfido Mefistofele!


<< Che cosa hai detto alla tua segretaria? >>
Il suo viso si corrucciò << buonasera anche a te mia Bella… anch’io sono felice di vederti! >> e avanzò tranquillo  in casa mia con due cartoni di pizza e due birre in mano.
<< fai poco il comico…. Lei hai detto qualcosa, non è vero? >>
<< tesoro sono appena uscito dall’ufficio, è stata un giornata pesante e lunga, sono a pezzi, stanco e sudato, e tu appena entro in casa mi salti al collo parlando della mia segretaria? Guarda che non si fa così! >>
<< ah no? E come si fa? >>
Lui appoggiato le pizze sul tavolo e si riavvicinò a me per abbracciarmi << Prima di tutto si dice “bentornato Amore mio”… su prova! >> mi spinse a ripeterlo.
Lo guardai con sguardo omicida.
<< va bene, va bene… saltiamo il primo punto.
Poi ci si avvicina e ci si abbraccia… ma questo lo stò già facendo io perché tu sei una donna acida! >>
<< io non sono acida! >> sputai indignata.
<< sì che lo sei, acida come un limone! >>  mi prese in giro piegandosi su di me per depositarmi un bacio sul collo.
<< e poi si dà un bel bacio di bentornato… che dici… questo lo puoi fare? >> mormorò sorridendo sulle mie labbra.
E alla fine, come al solito, mi ritrovai a non ricordarmi più del perché fossi così infastidita con Edward e a pensare anche che magari la pizza l’avremmo potuta mangiare il giorno dopo.
<< mmm… sì… può bastarmi anche solo il terzo punto. >> sussurrò lui con ancora le labbra contro le mie << che cosa ha fatto la mia segretaria, sentiamo. >> continuò poi spostandosi a mordicchiarmi giocoso il collo.
<< voleva chiamarti e dirti che ero passata mentre tu eri in riunione. >> Perché a ripeterlo a voce alta suonava come una enorme idiozia?
<< e quindi…? >>
<< e… e  quindi…. tu ricevi solo su appuntamento! >> mi difesi.
Edward si allontanò e mi fisso alzando un sopracciglio per poi soffocare senza troppi sforzi una risata.
<< te la sei presa perché ho detto a Stephanie di poterti considerare fuori appuntamento? >>
<< chi è Stephanie? >>
<< la segretaria! >> rispose lui con tono ovvio.
<< io la chiamo Gorbaciov. >> borbottai imbronciata.
<< ma io non posso chiamarla Gorbaciov, se lo facessi il sindacato mi farebbe il culo. >> ridacchiò lui  tornando ad affondare il viso tra i miei capelli e a giocare con il mio collo.
<< ma non mi hai ancora risposto.. >> brontolai intestardita.
<< su cosa? >>
<< le hai raccontato qualcosa? >>
<< no.. >> rispose di nuovo lui contrariato staccandosi per l’ennesima volta da me << anche perché non avrei avuto molto da raccontarle, dato che hai detto no. >>
<< io non ho detto no! >>
<< il contrario di è no che io sappia. >> replicò lui facendo un passo indietro e incrociando le braccia al petto.
<< no… ci sono un sacco di sfumature in mezzo. >>
<< del tipo? >>
<< c’è il boh! >> continuai testarda.
<< ma tu non mi hai risposto boh! >>
<< ma non ti ho neanche risposto no. >>
<< e neanche sì! >>
Mi ritrovai confusa << dove stiamo andando a parare? >>
<< al punto dove io stavo cercando di convincerti a sposarmi portandoti un pizza in omaggio e facendoti delle avances sessuali di cui tu non ti sei minimamente accorta! >>
<< mi stavi facendo delle avances sessuali?... quando? >> non mi sembrava ci avesse provato o avesse allungato mani.
<< ti mordicchiavo il collo! >> rispose lui con tono ovvio.
<< ah. >> Effettivamente a pensarci bene era stato piacevole quel giochino con il collo… e poi il bacio di prima era stato notevolmente eccitante. << se vuoi possiamo ricominciare? >> chiesi con tono da bambina appena stata sgridata.
<< no, lasciamo perdere. Ne approfitterò stasera mentre dormi! >> disse lui tranquillo girandosi e andando ad apparecchiare la tavola.
<< Edward!! >>
<< non preoccuparti, farò in modo di non svegliarti! >> e ridendo mi lanciò in mano un pacco di salviette per farsi aiutare.


<< è stato proprio bello! >>
<< grazie! >> fece tronfio e divertito mentre mi abbracciava e mi lasciava accoccolare vicino a lui.
<< sei un pallone gonfiato! >> gli pizzicai un fianco.
<< sciocca… smettila di dire baggianate e dammi un bacio. >> rispose mentre mi alzava con le dita il mento e mi depositava un bacio casto sulle labbra.
Mi piaceva questo lato di Edward così dolce e amabile… nemmeno quando eravamo stati insieme anni fa era mai stato così. Dovevo ammettere che era stata una bellissima sorpresa scoprire che sotto quella scorza dura ed arrogante c’era anche una parte così dolce e sensibile…. Lo amavo proprio tanto.
<< e ora che sei rilassata hai voglio di spiegarmi perché ti fai tante paranoie sul fatto che la mia segretaria lo venga a sapere? Non eri tu quella che voleva un rapporto alla luce del sole? >>
<< sì >> mormorai timida << ma è diverso far sapere che due persone si stanno semplicemente frequentando rispetto a… a quello che abbiamo deciso! >>
Il suo petto, sul quale tenevo il capo appoggiato, si scosse in una risata << Bella anche se io non dicessi nulla a nessuno, lo sai che prima o poi lo si verrà a sapere vero? Certo non voglio che ci siano problemi in azienda e non voglio nemmeno che qualcuno possa pensare che la tua promozione sia stata merito di “altre tue capacità” non legate all’ambito economico… in ufficio tra noi non ci saranno grandi contatti… ma questo non cambierà il fatto che in una settimana verranno tutti a  conoscenza di noi e dei nostri progetti. Anche perché ci metteranno poco a capire vedendoci arrivare ed andare via dall’ufficio ogni giorno insieme >>
<< è che sono un po’ spaventata all’idea che possano pensarmi un’arrampicatrice sociale o qualcosa del genere. >> gli spiegai seria. Mi piaceva troppo il mio lavoro e non volevo che a causa dei miei sentimenti potessi rischiare di rovinare la mia carriera. Inoltre temevo davvero il giudizio dei miei colleghi… ero arrivata da poco, non volevo che solo per il mio rapporto con Edward finissero per perdere la stima per me.
<< è per questo che voglio tenere ben separati l’ambito lavorativo dall’ambito privato. Non voglio che si pensi che ci sia del favoritismo nei tuoi confronti e almeno per i primi tempi voglio la massima professionalità… sia mia che tua. Pechè voglio cercare di tutelarti Bella e di tutelare anche quello che c’è tra noi perché… >> sospirò << perché ho anche paura. Non voglio che ti stanchi di me, e vedermi sia fuori che dentro l’ufficio potrebbe essere pesante… sia per me che non sono abituato ad avere una donna, che per te che sei uno spirito libero. >>
Lo ascoltai dire quelle parole e capì che aveva ragione… era giusto separare la vita privata da quella lavorativa, ma separarle non voleva significare escluderle.
Avremmo dimostrato che potevamo stare insieme senza intaccare il lavoro.
<< e dato che stiamo parlando di spirito libero… sei proprio sicura della tua scelta…. mi suona tanto come via di fuga. >> continuò questa volta più leggero, carezzandomi mollemente la schiena nuda.
<< non è una via di fuga.. è una garanzia! >>
<< Bella… io voglio essere la tua garanzia. Se vogliamo iniziare questa cosa devi iniziare a pensarlo e a crederlo. Perché io voglio che tu diventi la mia famiglia e io la tua e non serve il matrimonio per questo, lo capisci? >> ripose lui serio cercando con gli occhi il mio sguardo.
Annuì, colpita da quelle parole.
Avevo rifiutato la sua proposta di matrimonio terrorizzata da un passo così grande ma in realtà il matrimonio era solo un simbolo di quello che stavamo già diventando… ed io per quello mi sentivo davvero pronta, anzi non vedevo l’ora che accadesse!
<< Non ti stò dicendo di scegliere adesso, ma almeno pensaci.
Voglio fare le cose per bene. Questa volta non manderò tutto all’aria e non permetterò nemmeno a te di farlo. Chiaro? >>
Lo dissi in un sussurro mentre addolcita dalle sue parole mi avvicinavo di nuovo alle sue labbra.
<< sì Signor Cullen. >>


<< Amore sono a casa! >>
In generale nei film in bianco e nero era un uomo con indosso un elegante cappotto pesante e il cappello in testa a dire quelle parole.
Entrava con l’ombrello in mano, e con un sorriso felice esordiva con quella frase, annusando l’aria di casa pregna di profumo di biscotti, e togliendosi il borsalino e la giacca mentre la propria moglie con la gonna gonfia e la camicetta abbottonata fino al collo si avvicinava discreta posando all’uomo un casto bacio sulle labbra e chiedendogli << com’è andata la giornata? >>
Sì… l’immagine era proprio la stessa.. se non fosse stato che l’uomo appena rientrato ero io, la donna dai capelli cotonati era Edward e invece del profumo di biscotti l’aria era pregna di puzza di vernice, polvere e solvente.
“Amore sono a casa”… beh, almeno una cosa era giusta. Ero a casa mia… o meglio… a casa nostra.
<< Tesoro ho finito di pitturare la nostra stanza, avevi ragione, quel rosso sangue sulle pareti è eccezionale! >> disse subito Edward eccitato e ricoperto di stucco e vernice mentre mi aiutava a liberarmi del giubbotto.
Mi ero trasferita a casa sua da circa una settimana e questa volta in maniera definitiva dato che Edward, contrario a quella che io avevo considerato una garanzia e lui una via di fuga, mi aveva praticamente obbligato a disdire il mio appartamento non accettando la mia idea di subaffittarlo. Appena arrivata però non ero riuscita a sentire quella casa davvero mia, e così una sonnacchiosa domenica pomeriggio ci era venuta l’idea di modificarla un po’ dipingendo qualche muro e spargendo su qualunque piano orizzontale foto di noi due.
L’idea era stata carina ed Edward era rimasto soddisfatto nel vedermi così a mio agio all’idea di dare un tocco personale alla sua casa asettica.
E ora ci trovavamo lì, con la casa in soqquadro, un odore nauseabondo nell’aria ma la felicià nel cuore.
<< sei tutto sporco... ti sei dato il rullo addosso? >> gli chiesi toccando la sua maglietta ormai colorata di rosso anch’essa.
<< ah-ah-ah >> mi prese in giro << parla la donna che se n’è stata in ufficio tutto il giorno anche di sabato mentre il qui presente giocava all’imbianchino! Dovresti solo ringraziarmi di aver accettato la tua proposta di fare le cose da soli, altrimenti ora ti ritroveresti con un fidanzato pulito e quattro operai in camera da letto a lavorare al posto mio! >>
<< ma povero piccolo! >> lo derisi dandogli un buffetto sulla guancia << hai mai pensato che se avessimo avuto quattro operai in camera da letto a quest’ora, noi non avremmo poi potuto fare quello che io ho in mente? >>
Il suo viso s’illuminò e un sorriso furfante gli nacque sulle labbra << che cos’hai in mente? Me lo dici? >>
Soffocai una risata divertita << non preoccuparti… tu vieni con me. Hai un bel po’ di vernice addosso che bisogna assolutamente lavare! >> e detto così lo presi per mano e divertita lo trascinai insieme a me in bagno mentre lui scoppiava a ridere fragorosamente.
Sì, ero a casa mia.
Ma forse era più giusto dire che casa mia era semplicemente Edward.




Si lo sò, mi dispiace! Lo sò che sono in ritardo ma c'è stata la sezione d'esami e poi sapete bene della mia allergia a correggere, vero??.... mi perdonate... verooo???:):)
Comunque ho un'annuncio da fare -non spaventatevi-:
questo è l'ultimo capirolo!O.O
ovviamente ci sarà un'epilogo che ho già scritto, ma come immagino voi abbiate già capito la storia è più che conclusa dato che l'epilogo parlerà di che fine ha fatto la nostra strana coppia (si saranno sposati alla fine? boh?!)
Insomma, credo di aver detto tutto quello che dovevo dire su di loro e oggi rileggendo mi sono accorta che sono finalmente arrivati proprio dove volevo. Felici, insieme, e non per un qualche moto di passione che dura il tempo che trova, ma perchè hanno lavorato su sè stessi e sull'altro per migliorare e ritrovarsi.
Insomma, ho fatto il mio sporco lavoro da Cupido!;)
Ovviamente per chi ha letto la storia sà bene che qui non si parla di colori, fiori, cuori e amori... insomma... qui c'è la cruda realtà ragazze! quindi se questi due tra due anni non si sopportano più perchè sono andati a convivere troppo prensto beh... che dire... tutto può succedere!:D
  
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