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Autore: Francy_92    01/03/2013    23 recensioni
[IMPORTANTE: Non leggere senza prima aver letto "LET'S BLAME ON SEPTEMBER"]
[Sequel di "Let's blame it on September"]
Andrea e Gaia si sono lasciati, in tutti i sensi, al matrimonio dell'amica di lei, Serena.
Sono passati quattro anni da quando Andrea e Gaia hanno vissuto la loro breve ma intensa, a modo loro, storia d'amore; tre da quando nessuno dei due ha più provato a cercare l'altro.
Ognuno ha la sua vita e le vecchie ferite sembrano essere state rimarginate. Sembrano....
[Dal capitolo 11]
"«Non conosco il suo indirizzo»
«Ti accompagno, se vuoi»
«Si, andiamo» dico annuendo e, prendendo chiavi e cellulare, esco di casa.
Mi rendo conto che il tragitto è breve e non posso davvero credere che, per tutto questo tempo, sono stato a pochi metri da casa sua.
Davanti al suo portone, mi fermo, incerto se salire o no.
«Cosa fai?»
«E’ sicura che io sia la scelta giusta? Soprattutto vorrà vedermi?»
«Sei la persona che ama e che crede di aver perso. Sei quello che può starle vicino»
Non dovrei perché mi ha preso in giro quella sera, ma posso davvero abbandonarla?
Ovviamente no.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie ''A true love story never ends''
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Ohh… sono quasi emozionata. Dopo quasi due settimane mi ritrovo a scrivere di nuovo qualcosa per presentarvi Andrea e Gaia.
Più Gaia che Andrea, a questo punto…
Come avete capito dall’introduzione questo è il sequel di “Let’s blame it on September”. L’idea è nata da una mia amica, ma se devo essere sincera non mi ricordo nemmeno per quale motivo ho cominciato a scrivere!
E, dal lontano 27 dicembre 2012 ho cominciato a dare vita a questa seconda storia che spero non vi lasci delusi o con l’amaro in bocca come è successo nell’epilogo di LBIOS.
Adesso vi lascio alla lettura. Ci leggiamo alla fine.
Buona lettura.
Francy

 

There’ll be a place for us
 

-Capitolo 1-

*Un nuovo inizio… per tutti?*

 
Pov Gaia
 
«E’ possibile che proprio oggi devi farmi fare tardi?!»
«Dai, torna a dormire, per favore!»
«Jay, sono le otto! Tra mezz’ora devo essere all’università e tu mi stai rendendo la vita complicata. Ogni mattina è la stessa storia» dico ridendo mentre le sue mani si posano sui miei fianchi, facendomi ricadere sul letto.
«Mezz’ora è tanto tempo. A me, per esempio, bastano pochi minuti» mormora iniziando a baciarmi il collo. 
Ridendo, lo abbraccio e mi lascio andare, sprofondando di nuovo tra le lenzuola.
Io e Jay stiamo insieme ormai da tre anni.
È il mio migliore amico e un fidanzato perfetto.
Dopo il matrimonio di Serena sono ritornata in Inghilterra e ho continuato a frequentare Jay; più passava il tempo, più mi rendevo conto di star bene con lui e che tutto quello che era successo prima, in Italia, non aveva più nessun significato.
Quello era il passato.
Jay è stato la mia medicina per molto tempo; mi è sempre stato accanto e ho fatto lo stesso con lui quando ha avuto dei problemi. Ci siamo sostenuti a vicenda, diventando sempre più intimi. L'amicizia nata tra le aule universitarie si è trasformata e, a poco a poco, ci siamo innamorati: durante il Natale del 2013 ci siamo messi insieme.
Non sapevo se fosse una buona idea ma, in quel momento, l’ho voluto davvero e, dopo tre anni, non me ne sono ancora pentita; quindi credo di aver fatto la scelta giusta.
Siamo una normale coppia di ragazzi che vivono insieme.
Quando mia madre l'ha saputo ha fatto i salti di gioia. Lei ha sempre adorato Jay ma da quando ha saputo che saremo stati una coppia a tutti gli effetti ha subito dimenticato le mie precedenti relazioni, se così si possono definire, e ha smesso di chiedermi qualsiasi cosa riguardasse la mia vecchia vita.
Dico vecchia perché qui ho ricominciato davvero da capo. È stata una grande svolta per me.
Anche il ritorno di mio padre nella mia vita mi ha ridato un po’ di quella vitalità che avevo perso da quando se ne era andato via da mia madre e da me.
Da quattro anni a questa parte il nostro rapporto non è certo quello che hanno un padre e una figlia “normali” ma, sicuramente, lo odio meno rispetto a quando ero ancora un’adolescente.
Adesso, una volta a settimana, ci vediamo per bere un caffè insieme.
Non ho ancora conosciuto sua moglie e suo figlio, ma lui non mi mette fretta e io lo apprezzo. Non credo che mi sentirò mai pronta per affrontare la sua famiglia; nonostante siano passati anni, c’è ancora troppo imbarazzo tra noi due durante i nostri caffè del venerdì pomeriggio.
Per il momento va bene così ad entrambi, quindi non affrettiamo le cose.
La situazione è cambiata quando mia madre ha deciso di volerlo incontrare.
Prima di tutto, ha voluto affittare la nostra casa in Italia e poi ne ha cercato una a Londra per starmi più vicina e per vivere meglio, dice lei; so però che l’unico motivo per cui ha voluto fare questo passo è per riallacciare i rapporti con mio padre.
Sa che mi sono avvicinata molto a lui, quindi ha voluto fare lo stesso anche lei.
Inizialmente ero contraria perché sapevo che ci sarebbe rimasta male e avrebbe passato settimane e settimane a piangere; adesso invece credo che abbia superato la cosa meglio di me. Anzi subito dopo ha anche trovato un uomo che adesso frequenta il suo appartamento a tutte le ore del giorno e della notte.
Sono contenta per lei perché finalmente è felice; felice nel vero senso della parola.
Entrambe abbiamo trovato qualcuno che ci ama per quello che siamo e a questo, un anno fa, si è aggiunta la gravidanza inaspettata di Serena.
Lei fa parte della mia famiglia ormai; la considero come una sorella e mia madre come una seconda figlia.
Se esistesse qualcosa che vada oltre il legame affettivo fra due sorelle, beh, allora quello sarebbe il sentimento che ci lega.
Nonostante la distanza, le sono stata molto vicina ma, quasi al termine della gravidanza, ha voluto trascorrere un fine settimana da me; durante quei tre giorni le si sono rotte le acque.
In seguito ha confessato di aver voluto far nascere il bambino qui a Londra. Sentiva che sarebbe successo durante quei tre giorni e ha rischiato molto prendendo l’aereo.
Avere un bambino in casa è la cosa più bella che possa esistere. Prenderlo in braccio, poi… è assolutamente fantastico. Molte volte ho avuto voglia di averne uno tutto mio, ma bastava guardarmi intorno per reprimere quel desiderio.
Sicuramente non è il momento giusto. Non è a ventidue anni che voglio avere un bambino.
Adesso voglio solo pensare a me stessa e al mio lavoro.
Mi sono laureata un anno fa in Letteratura inglese e solo di recente ho finito il master. Adesso sono un’insegnante ausiliare: un’assistente universitaria in gergo.
Mi occupo di ragazzi con delle difficoltà, aiuto con le tesi di laurea e assisto il professore durante le lezioni o gli esami.
Faccio questo lavoro da dopo e sono in attesa di capire cosa voglio fare nella mia vita.
Purtroppo mi cacceranno da questo impiego se non decido di alzarmi dal letto.
Jay stamattina mi sta trattenendo più del previsto.
«Amore, devo andare sul serio adesso» dico accarezzandogli le guance.
«Odio che tu debba lasciare questo letto quando ho bisogno di te»
«Oggi torno prima. Nel pomeriggio dobbiamo andare a prendere Serena all’aeroporto»
«Andranno in albergo stavolta?»
«No. Staranno da mia madre»
«Meglio. L’ultima volta che sono stati qui Marco ci ha tenuti tutti svegli»
Gli bacio la punta del naso e lo spingo per togliermelo di dosso. «No, niente strilli di bambini questa volta e comunque…» dico alzandomi dal letto e dirigendomi nel bagno della camera. «… potresti essere così gentile e carino da non farglielo notare?»
«Ci proverò» mormora lui ritornando a poltrire tra le coperte.
Nonostante i membri della sua famiglia abbiano sempre lavorato per garantirsi un futuro migliore, Jay è l’unico di loro ad aver preso il gene recessivo della famiglia.
Molte volte lo prendo in giro e lui mi tiene il broncio per qualche minuto; diventano giorni se tiro fuori il discorso davanti ai suoi genitori.
Mi diverto molto con lui.
Serena mi ha chiesto più volte se è davvero con lui che voglio passare il resto della mia vita; le rispondo sempre che, a prescindere da quello che è successo dopo il suo matrimonio, la scelta di mettermi con Jay è stata influenzata solo dalla mia voglia di stare con lui perché mi fa stare bene e non perché voglio lasciarmi alle spalle il passato.
Il passato è passato e resterà tale. Non rinnego quello che è successo e i sentimenti che ho provato ma, da quando si è concluso quel periodo della mia vita, ho deciso che la soluzione migliore è pensare solo al mio bene e alle persone che sono al mio fianco.
Non mi sono messa con Jay solo per ripicca o per dimenticare qualcuno. Prima di metterci insieme eravamo amici e mi sono resa conto che di lui potevo davvero innamorarmi; con lui è stato esattamente il contrario di quello che ho fatto in passato.
Quando mi guardo allo specchio vedo una persona diversa e mi sta più che bene. Mi piaccio così e mi piace la mia vita con il mio fidanzato.
«Gaia?!» mi chiama Jay bussando alla porta del bagno.
«Cosa vuoi?» chiedo sciacquando la bocca dal dentifricio.
«Devo andare in bagno. Mi fai entrare?»
Lego i capelli in una coda e apro la porta. Gli sorrido, lo bacio e mi dirigo verso l'armadio per decidere cosa mettere.
Alla fine opto per un paio di jeans semplici, una maglietta a maniche lunghe e una giacca.
Nonostante siano passati quattro anni non mi sono ancora abituata del tutto alle temperature inglesi.
A giugno tendo già a scoprirmi troppo.
«Sei pronta?» chiede Jay indossando un paio di jeans a caso.
Lui dovrebbe raggiungere in fretta la libreria dove lavora ed invece è più che tranquillo.
«Si, pronta» rispondo sistemando velocemente la coda.
Oggi non ho proprio il tempo di guardarmi allo specchio per più di due minuti.
Recupero la borsa con le mie cose e bevo, velocemente, un po’ di succo di frutta direttamente dal cartone.
Jay lo odia ma è colpa sua se mi sono alzata tardi e non ho fatto colazione come si deve.
«Non guardarmi storto» gli dico rimettendo il succo nel frigorifero.
«Per oggi ci passiamo sopra» borbotta lui con il suo magnifico accento inglese. Di solito, fra di noi, parliamo in italiano perché lui lo vuole imparare, ma quando qualcosa gli da' fastidio o è arrabbiato con qualcuno l’unica lingua che utilizza è la sua.
«Bene, allora possiamo andare? Mi accompagni all’università o devo prendere la metropolitana?»
«Per cosa ce l’ho la macchina allora?» chiede sventolandomi le chiavi davanti al volto.
«Scusa amore, hai ragione» rispondo sorridendo e avvicinandomi per baciarlo.
Le nostre bocche si scontrano in un bacio frettoloso, ma lui vuole di più. Il suo braccio finisce intorno al mio collo, attirandomi sempre di più al suo corpo, mentre sento il suo sorriso sulla mia bocca.
«Stasera avremo tutto il tempo» sussurro leccandogli il labbro inferiore.
«Promesso?» chiede staccandosi e guardandomi con gli occhi più dolci che abbia mai visto.
«Si, te lo prometto» rispondo sorridendo.
Sono questi i momenti che mi piacciono di più con Jay.
Dopo uno scambio veloce di baci usciamo finalmente da casa anche se, davanti al campus universitario, rimpiango di essermi alzata dal letto.
«Ci vediamo più tardi» dice fermando la macchina.
«Ok. Buon lavoro»  lo saluto e scendo iniziando ad incamminarmi verso l’entrata.
Forse dovrei cercarmi un lavoro che non abbia sede nella mia università, perché mi rendo conto che, per quanto l’edificio sia maestoso e affascinante e tutto il resto, un po’ comincio a stancarmi di vedere sempre le stesse persone.
Sospiro, sistemo meglio la borsa sulla mia spalla e, cercando di fare il più veloce possibile, raggiungo il mio pseudo-ufficio ma, mentre cammino, la vista di un ragazzo mi blocca il respiro.
«No…» mormoro fermandomi.
Cerco di metterlo a fuoco, sperando di essermi sbagliata.
Non può essere lui!!
Cosa ci fa qui a Londra?
Perché è qui, nella mia università?
Tutte domande che svaniscono nel momento in cui il ragazzo in questione si volta e capisco, con un sospiro di sollievo, che non è lui. Non è Andrea. 
Cosa sarebbe successo altrimenti?
Sarei stata in grado di affrontarlo?
Cos’avremmo potuto dirci dopo l’ultima volta?
Avremmo sorriso l’uno all’altra e cominciato a parlare come se niente fosse accaduto? O avremmo ignorato l’argomento?
Molte volte in questi anni mi sono chiesta se davvero ho smesso di amarlo… non so darmi una risposta. O meglio, so come stanno le cose ma voglio omettere la verità, ignorando sentimenti nascosti nel profondo; perché so che, alla fine, il rapporto che avevo con lui mi manca.
Durante questi anni ho fatto finta che lui non sia esistito, soprattutto per non cadere di nuovo in quel vortice di dolore di cui sono stata vittima troppe volte quando ero in Italia. Sarebbe ipocrita da parte mia continuare a negare l'evidenza perché le sensazioni che ho provato sono esistite davvero e ne porto ancora i segni, come porto ancora, dentro di me, il dolore che mi ha causato dovermi allontanare da lui.
Allora ero molto arrabbiata con lui ma, con il tempo, ho capito che l’affetto che ho provato e provo ancora nei suoi confronti batte tutto il resto; del resto è stato il primo ragazzo con cui sono stata e avrà sempre un ruolo importante per me anche se, ormai, non ci parliamo da tanto tempo. A dire la verità non so nemmeno se sarei in grado di affrontarlo…
Vedere quel ragazzo che gli somiglia mi ha messo molta ansia addosso e mi fa capire che, nonostante l’affetto, ancora non sia pronta ad incontrarlo, ma credo sia normale, no?
Riprendo a camminare ma lo squillo del mio cellulare mi riporta al presente, alla mia vita lontana da lui.
Recupero l’i-Phone dal fondo della borsa e guardo lo schermo. È un numero italiano che non ho memorizzato, dubito sia Serena.
Sono tentata di non rispondere ma la curiosità vince su tutto.

 

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Mi ero preparata un bel discorso da farvi per il mio ritorno e per il ritorno di questi protagonisti, ma al momento non mi viene nulla in mente.
Vorrei soltanto ringraziare tutte voi che mi avete seguito ogni giorno, ogni capitolo; momento per momento.
Grazie a voi che avete reso i cinque mesi appena trascorso i più meravigliosi della mia vita.
Grazie ad Alice per la sua vivacità e grazie per fare dei meravigliosi video che anche la popolazione di EFP adesso avrà l’onore di vedere :D
Ragazze e ragazzi… prima di lasciarvi, vorrei che vedeste questi due video.
Come è REALMENTE ANDATA! XD…” Video sull’epilogo di LBIOS.
Come Fra ha REALMENTE scelto i personaggi di LBIOS”.
Detto questo, spero che l’andamento che ho deciso di far prendere alla storia vi piaccia e che non mi tiriate dietro recensioni critiche!
Quelle sono sempre ben accette, perché voglio migliorare, però non le accetto se le mie scelte non vi piacciono.
Con tutto il rispetto che nutro per voi che leggete e commentate, sono io che decido la trama; i suggerimenti sono ben accetti, le critiche no.
A venerdì prossimo.
Francy

 

   
 
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