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Autore: ifyourheartdoesntwork    01/03/2013    3 recensioni
In Italiano, "Dimentichiamo i nostri piaceri,ricordiamo i nostri dolori" (Cicerone, Pro Murena). Una fanfiction che vede come protagonista Hermione, incentrata sulla crescita e sul ricordo, e su come la mancanza di esso possa sconvolgere una vita.
Non posso dirvi niente di più, spero che leggerete la storia per scoprire che cosa voglio dire ;) Un saluto a tutti e vi prego, siate clementi... è la mia prima fanfiction!
In breve...
[-Scusate, qualcuno di voi si ricorda chi è Draco Malfoy?-]
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Hermione era seduta sul letto a baldacchino con il libro di trasfigurazione in mano e lo sguardo perso nel vuoto; le sue compagne di stanza erano andate tutte in sala comune non appena avevano capito che in camera tirava una brutta aria: aveva passato l’ultima mezz’ora a zittirle dicendo che doveva studiare ma si erano subito accorte del fatto che stava rileggendo la stessa riga da secoli.
La mente della ragazza, in effetti, stava pensando, ripensando, analizzando, sezionando la discussione del pomeriggio con Draco Malfoy ed era arrivata alla conclusione che solo la professoressa Cooman avrebbe potuto prevedere peggio di lei i suoi futuri rapporti con il ragazzo.
Perché doveva essere così complicato avere dei sentimenti per qualcuno?
Perché non poteva semplicemente saltargli addosso ogni volta che ne aveva voglia?
“Perché se no lui non avrebbe un minuto di pausa nemmeno per mangiare.” Pensò sorridendo.
C’era una parte di lei, quella razionale, probabilmente mossa dall’emisfero sinistro del suo cervello, che avrebbe voluto eliminare ogni traccia dei suoi sentimenti, come un chirurgo che estrae una freccia da un petto che sia alza e sia abbassa ancora ma debolmente o un giardiniere che sradica una pianta selvatica. Quella mossa dall’emisfero destro, invece, pur essendo prepotentemente schiacciata dalla parte razionale, continuava coraggiosamente la sua lotta silenziosa: fingeva di lasciarsi convincere a lasciar perdere Draco Malfoy, per poi riportarlo prepotentemente tra i suoi pensieri ogniqualvolta si imbattesse in una M, in una D, nel colore giallo, nel grigio, nel verde, nella parola “serpente”, nella parola “stronzo”...
Continuava a fare a sé stessa promesse che non poteva in alcun modo mantenere, come ad esempio “Giuro che non lo penserò mai più!” e passando le successive ore a pensare a come non pensarlo.
Per questo quando vide il suo volto pallido fuori dalla finestra per prima cosa strillò, sobbalzò e cadde dal letto.
Si rialzò, massaggiandosi la testa, convinta di essere diventata completamente matta e di soffrire di allucinazioni fino a quando non sentì qualcuno bussare contro un vetro e si rese conto che quello era davvero Malfoy, ed era davvero fuori dalla sua finestra, perciò senza pensarci più di tanto corse ad aprirla.
Il ragazzo volò all’interno a cavallo della sua nimbus 2002.
-Buonasera Granger.-
-Non potevi usare la porta come le persone normali?-
Malfoy ghignò.
-Sai, ti sembrerà strano ma i tuoi compagni di Casa e anche quella cicciona che fa da guardiano alla vostra porta si rifiutano categoricamente di fare entrare nei vostri dormitori un Serpeverde, specialmente se si tratta di me. Il che ti rende una sovversiva, immagino.-
Hermione si coprì la bocca con la mano, sconvolta: come aveva potuto non pensarci? Per secoli e secoli nessuno studente di un’altra casa era entrato nei loro dormitori, ed erano sette anni che lei lottava accanitamente contro le compagne che volevano portare maschi in camera, ed ecco che in un colpo solo aveva appena infranto due regole della scuola.
Vedendo la sua espressione il ragazzo scoppiò a ridere (perchè in questo caso non si trattava di un ghigno, ma di una vera e propria risata).
-Stai tranquilla, Granger, non hai appena rovinato le antiche tradizioni di Hogwarts. Ti assicuro che altri serpeverde sono entrati in questi dormitori prima di me... Nott per esempio mi aveva raccontato di quando...-
-Che cosa ci fai qua?- lo interruppe bruscamente Hermione.
Per un attimo le sembrò che Draco fosse arrossito, poi pensò che doveva semplicemente essere accaldato dalla differenza di temperatura tra la stanza e l’esterno.
-Devo farti vedere una cosa, per cui fai poche storie e sali sulla scopa!- disse indicando con un cenno del capo la nimbus.
In qualsiasi altro momento, forse anche il giorno prima, Hermione non avrebbe accettato di abbandonare lo studio per salire sulla scopa di Draco Malfoy e andare con lui a vedere “una cosa”. Tuttavia, durante quel lungo pomeriggio, durante i tutti i suoi apparentemente inutili pensieri riguardanti il ragazzo si era resa conto che non sopportava l’idea che lui la trattasse come aveva sempre fatto: poteva non ricambiare i suoi sentimenti, poteva addirittura prenderla in giro, ma non come un tempo. Negli anni precedenti non erano mai stati nemmeno lontanamente amici; nell’ultimo mese, invece, da quando avevano cominciato a studiare insieme lo erano effettivamente diventati, benché nessuno dei due avesse intenzione di ammetterlo.
Se fosse tornato a trattarla male dopo quel momento sarebbe stato lecito per lei sentirlo come un vero e proprio tradimento. E un tradimento significava che perlomeno tra loro qualcosa c’era stato, e per questo lei era pronta a pagarne il prezzo.
-Ok.- disse semplicemente mentre montava sulla scopa.
Si strinse al ragazzo e sentì lo stomaco fare un balzo quando volarono fuori dalla stanza dirigendosi in picchiata verso il parco di Hogwarts, passando sopra le serre di erbologia.
Ringraziò il cielo che Draco le stesse dando le spalle (o meglio, che la sua faccia fosse schiacciata contro la sua schiena) perché nonostante il freddo invernale sentiva di avere il volto in fiamme ed era certa che fosse dello stesso colore delle tende del baldacchino del suo letto.
Eppure stringersi a lui era una sensazione così nuova e piacevole che proprio non riusciva a vedere cosa ci fosse di male in tutto quello, né a convincersi del fatto che “quello” poteva essere solo frutto della sua immaginazione. Dopotutto lui era venuto a prenderla in camera su una scopa, e le sembrava proprio una valida alternativa al cavallo bianco (almeno le nimbus non puzzavano).
Rallentarono in vicinanza del Lago Nero e il ragazzo planò piano fino a fermarsi ai piedi di un albero a pochi metri dall’acqua: era una pianta longilinea e imponente, ma non sembrava che ci fosse niente di particolare da vedere nelle vicinanze.
Hermione scese controvoglia dalla scopa, ben presto imitata da Draco, e iniziò a guardare attraverso l’oscurità stringendo gli occhi. Non vedendo niente, si girò verso il ragazzo con aria interrogativa.
-Scusami, che cos’è che dovrei vedere?-
Draco non rispose subito, sembrava imbarazzato. Iniziò a camminare avanti e indietro, poi si fermò, la guardò, aprì la bocca... ma la richiuse e tornò a camminare. Hermione stava per iniziare a straparlare quando il ragazzo (intuendo le sue intenzioni?) si decise a stare fermo ed esplicitarle i suoi pensieri.
 -Ricordi quando mi hai schiaffeggiato? Eravamo al terzo anno.-
Hermione annuì sorridendo: era una delle occasioni in cui era stata più fiera di sé stessa, e indipendentemente dai suoi attuali sentimenti continuava a provare un moto di orgoglio per quell’azione.
-Sì, brava, gongola pure!- borbottò Malfoy. – Tu sarai stata in un brodo di giuggiole per essere entrata in contatto con il mio splendido viso, ma io ero livido di rabbia , mi vergognavo da morire e non potevo sopportare le occhiate sconvolte dei miei amici, per cui ho trovato una scusa per stare un po’ da solo e sono corso qui...-
Il cuore di Hermione cominciò a battere all’impazzata: non sapeva dove sarebbe andato a parare, ma era quasi del tutto sicura che stava per parlare di qualcosa che riguardava loro due... era forse possibile?
-Ho passato cinque minuti a prendere a calci questo tronco,pensando a quale fattura scagliarti addosso; poi mi sono fermato, anche perché i miei piedi erano doloranti, e ho cominciato a realizzare che per tre anni non ce l’avevo avuta con te perché eri di Grifondoro o perché eri amica di Potter...  C’era proprio qualcosa dentro di te che mi infastidiva particolarmente. Eri tu il mio problema, non loro.-
Ed ecco che la prima coltellata raggiungeva il cuore della Grifondoro, inaspettata quanto la siccità nel deserto.
Ma quando il ragazzo osò guardarla in faccia e notò attraverso l’oscurità il brillio sofferente nei suoi occhi arrossì e parlò in modo più titubante.
-Tu mi hai sempre messo in discussione, con le tue parole, con i tuoi modi, con le tue azioni... fai crollare tutte le mie certezze con disarmante semplicità. Ed è una cosa che nessun altro sa fare! Generalmente le persone mi annoiano, lo sai? Quasi tutte. La vita in sé mi annoia quasi sempre. Ma quando ci sei tu...Quello che sto cercando di dire, e devi farmelo dire prima di schiaffeggiarmi ancora, perché se non lo dico credo che imploderò a breve, è che tu hai il fuoco dentro di te, e che io credo di essere pazzo di te.-
Fu un istante lungo quanto un battito di ciglia: le mani del ragazzo le strinsero il viso e le sue labbra si posarono su quelle di lei.
Ed Hermione capì finalmente il significato di “ossimoro”.
Il suo cuore era come una barca trasportato alla deriva dalle onde durante una tempesta.
E 'l naufragar le era dolce in quel mare.
 
Nota: sì, lo so, mega iper super ritardo! Ve lo chiedo in ginocchio: perdonatemi! Se le persone che ci governano fossero scostanti quanto me saremmo proprio nella merd... ah no, lo siamo già! Scusatemi anche per il riferimento politico, ma in una situazione del genere non so trattenermi. 
  
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