YOOOOOO
MINNAAA!!!!
….
PERDONOOOOOOOOOO!
*si
prostrano sui ceci flagellandosi con dei rami d’ulivo per la
settimana di
ritardo nella pubblicazione* Davvero, volevamo pubblicare in tempo ma
abbiamo
avuto una battaglia intensa con il greco e il latino (è
finita in pareggio - n.d. coscenza: ceeeeerto, come no! ) e
non abbiamo potuto toccare la tastiera del PC per un bel po’.
Ci impegniamo a
diventare più puntuali, promesso. *vede le occhiate
scettiche dei lettori e
decidono di soprassedere*
Passando
alla storia,
noi ci siamo divertite moltissimo a scriverla e ci farebbe piacere
sapere il
vostro parere (ringraziamo chi ha recensito, in particolare
Tallahassee, e chi
ha inserito tra preferite o seguite in silenzio)
Buona
lettura!
“Sarà
un lungo anno”
borbottò infine mentre il biondo la faceva salire per prima
dopo averle mimato
un inchino sarcastico.
“Sono
d’accordo
Granger.”
Il ritorno del
furetto mannaro.
Hermione, constatando sulla sua pelle
che l’Espresso di Hogwarts
era il solito caotico, strapieno e confusionario mezzo di sempre,
tentò di
dirigersi verso gli scompartimenti dei Grifondoro per cercare Ginny:
aveva
decisamente molte, molte cose da raccontarle; con abilità
schivò il gomito di
un Tassorosso, passò in mezzo a due Corvonero
che...beh…sì, si è capito e si
trovò la strada bloccata da due giganteschi Serpeverde, che
mai e poi mai si
sarebbero spostati per farle raggiungere il suo obiettivo, e quindi fu
costretta a passar loro sotto le gambe. Di certo non una mossa elegante
e
raffinata, ma almeno colse di sorpresa gli ostacoli.
A metà del suo pericoloso
percorso, una mano fredda come la
morte le si poggiò sulla spalla, bloccandola, e, dopo
essersi girata e trovata
faccia a faccia con un ghignante ma piuttosto incavolato Malfoy, si
ritrovò a
pensare che effettivamente la morte era più gradita. Almeno
non era bionda
platino.
“Cosa stai cercando di fare
Granger? A parte farti ammazzare
da due Serpeverde e linciare da due appiccicaticci
Corvonero?” chiese lui
sarcastico stringendo la presa.
Hermione strinse i denti per non
urlargli addosso, come una
bambina lagnosa, che le stava facendo male.
“Sto cercando lo
scompartimento di Ginny!” La ragazza si
divincolò ma il suo avversario era il peggior testardo sulla
faccia della terra
e continuò a trattenerla.
“Mi dispiace deluderti,
Granger, ma la sua onorevole
presenza ha uno scompartimento tutto suo.” Hermione
pensò che tutto quel
sarcasmo avrebbe finito coll’ucciderlo, con suo grande
piacere; poi le parole
del ragazzo raggiunsero il suo sistema nervoso e lo shock (e orrore)
provocarono la caduta della sua mascella.
Senza aspettare una risposta Malfoy
iniziò a strattonarla,
sotto lo sguardo divertito di molti Serpeverde, verso un scompartimento
pressoché isolato, in fondo al treno, e, una volta arrivato,
ce la buttò
letteralmente dentro.
Giunto
all’interno,
chiuse la porta dietro di sé, estrasse la bacchetta ed
incominciò a recitare
incantesimi; il tutto davanti ad un Hermione che non si era ancora
alzata da
terra e lo guardava imbambolata per il trauma provocatole.
“Protego
maxima…”
“M-M-MALFOYYY!!!”
urlò finalmente Hermione balzando in piedi
e guardandolo come se stesse prendendo in seria considerazione
l’idea di
commettere un omicidio. Che in realtà era proprio
ciò che stava facendo.
Lui, finiti gli incantesimi di
protezione, si girò con
l’aria più tranquilla e finta di questo mondo.
“Spero ci sia un buon
motivo, Mezzosangue, per cui stai
profanando il mio nobile nome.” commentò ironico
andando a sedersi per guardare
interessato fuori dal finestrino.
“Che cosa hai
fatto?!” continuò a urlare lei ancor
più inviperita
dal suo evidente menefreghismo.
“Ho lanciato alcuni
incantesimi che impediscano a chiunque
di entrare senza autorizzazione, ma soprattutto che impediscano a te di
uscire.” Il suo solito ghigno malfoiesco accompagnava le
parole.
Hermione lo guardò un
attimo scioccata, poi si precipitò
alla porta per provare ad aprirla e, resasi conto che avrebbe fatto
prima a
buttarsi giù dal treno che ad aprire la porta, si risedette
di fronte al
ragazzo guardandolo come si guarda un orrendo e fastidioso scarafaggio
che si
vorrebbe tanto schiacciare.
“Non sapevo nemmeno che li
sapessi pronunciare incantesimi
così complessi, Malfoy.”
“Turbata
dall’aver scoperto che oltre ad essere più figo e
più forte di te, sono anche più
intelligente?!”
“Quando tu sarai
più intelligente di me, i Serpeverde
vinceranno la coppa delle Case”
“Grazie per la conferma,
Granger!”
“Che pallone gonfiato! E
comunque l’incanto di protezione
assoluta era leggermente debole, probabilmente hai sbagliato la
pronuncia…”
“Abbi un minimo di rispetto
per chi ha frequentato diecimila
corsi, sgobbando come un Elfo Domestico, per proteggere la tua, a mio
parere
inutile, persona. E comunque, il
mio
incantesimo era perfetto.”
Dopo essersi ripetuta per sei volte
che era più adulto da
parte sua non rispondere, la curiosità ebbe la meglio ed
Hermione abbandonò il
suo cipiglio da “Mi stai chiedendo in modo implicito di
essere
Avadakevadrizzato?!”
“Che corsi hai
frequentato?” Per non dare soddisfazioni al
Serpeverde, che sogghignò lo stesso, si sforzò di
mantenere un tono freddo e
piatto, mentre ammirava il paesaggio fuori dal finestrino.
“Di tutto! Dagli
incantesimi di difesa e offesa a quelli più
semplici e inutili, dalle arti di combattimento babbane a come si guida
un’auto…”
rispose lui imitando il suo tono di voce.
Hermione spalancò gli
occhi sbalordita: Malfoy…a contatto
con i babbani?
“Staresti cercando di farmi
credere che hai imparato a combattere
senza magia, a guidare un’auto, e magari anche a come far
funzionare un
frullatore, tutto ciò insieme ai Babbani?!”
l’incredulità nella sua voce era
piuttosto evidente.
“Non immagini lo schifo,
Granger.” Confermò Draco, facendo
innervosire parecchio la compagna.
“Immagino: un povero
Purosangue come te, che non è nemmeno
capace di allacciarsi i bottoni della camicia da solo, costretto a fare
cosa
barbare e indegne come salutare cortesemente delle persone e imparare
da loro a
combattere. Una vera tortura!” lo riprese lei sarcastica
alzando gli occhi e le
mani al cielo.
“Ma per Morgana! Ti senti
quando parli Malfoy?! Sei deprimente,
oltre che evidentemente un idiota. Scommetto che sei riuscito
addirittura a
prendere la cintura gialla in karate” lo prese infine in
giro, dopo essersi
alzata in piedi per la rabbia, immaginandosi Malfoy in un dojo con
indosso il
karate-gì che si guarda intorno schifato.
Malfoy sorrise beffardo.
“Per tua informazione sono
cintura nera, e me la cavo bene
anche nel judo, taekwondo, kung fu, aikido, boxing e
kick-boxing”
Ad ogni nome la mascella di Hermione
calava sempre più verso
il pavimento.
“M-ma è
impossibile!” urlò infine scioccata.
“Solo perché tu
e lo sport siete come Lenticchia e
l’intelligenza, ciò non significa che gli altri
siano tutti imbranati quanto
te, Granger!”
“Ma per favore, Malfoy!
Nemmeno se fossi un talento
naturale, e dubito, delle arti marziali saresti riuscito a completare
tutti
quei corsi!” ribatté lei indispettite stringendo
le nocche fino a farle
sbiancare.
Lui ridacchiò
picchiettandosi la bacchetta contro la tempia.
“La magia fa miracoli
Mezzosangue!”
Lei grugnì disgustata.
Doveva immaginarlo che avrebbe
trovato uno stratagemma per non far fatica.
“Ma si può
sapere a cosa serve, poi?! I Mangiamorte sono
maghi! E anche se fossero umani, conoscendoti, saresti messo k.o. dopo
i primi
dieci secondi. Mi sembra stiano esagerando!”
mugugnò infine ributtandosi a
sedere con poca grazia sul sedile, contrariata che si fossero spese
tante
energie per lei: era assurdo! Erano pochi e spauriti maghi oscuri, non
un
esercito!
“Non chiederlo a me
Granger! Avresti dovuto sentire tutte le
stupide raccomandazioni e minacce che mi hanno fatto i tuoi amichetti.
‘Non
farle male! ’ o ‘Ricordati tutti gli incantesimi!
’ o ancora ‘Se la tocchi ti
spezzo tutte le ossa! ’, uno più inutile
dell’altro. Per non parlare poi…”
Hermione interruppe il suo brillante
discorso.
“Cosa hai detto scusa? I
miei amichetti?” era assolutamente
convinta di non aver colto un dettaglio fondamentale.
Malfoy la guardò un attimo
perplesso, prima che il suo
ghigno da bastardo migliore gli comparisse sul volto.
“Intendo San Potter e
Lenticchia!” la faccia della ragazza,
ferita, arrabbiata e scioccata gli fece venir voglia di farsi un enorme
risata.
E non sia mai che un Malfoy non assecondi i suoi istinti.
“L-loro lo sapevano che
saresti stato tu la mia guardia del
corpo!” balbettò infine mentre un puzzle
cominciava a sistemarsi nella sua
testa.
“Certo. Sono stati loro
due, insieme ad altri sei veri
Auror, a supervisionare il mio
addestramento. Ma è evidentemente non ti hanno ritenuta
abbastanza importante
da essere informata. Ovvio, da quando vi siete lasciati, a Lenticchia
non è che
importi poi molto della tua banale vita…”
La voce perfida da serpe di Malfoy le strisciava nelle
orecchie,
fomentando la sua rabbia omicida.
“NON MI HANNO DETTO
NIENTE?! IDIOTI! IO
LI AVADAKEVADRIZZO! ANZI NO, LI CRUCIO A
MORTE! COSÌ È PIÙ LENTO E
DOLOROSO!!”
“Come sei tragica
Granger… probabilmente è per questo che ti
ha lasciata…” se avesse avuto un minimo di buon
senso, dopo questa
affermazione, davanti alla faccia di Hermione, sarebbe stato zitto, ma
stavamo
parlando pur sempre di Malfoy.
“Non lo posso certo
biasimare: la francesina bionda che gli
stava accanto era un vero e proprio schianto: oca, bella e divertente!
Il tuo
opposto Granger!”
La risata diabolica di Malfoy fu
stroncata sul nascere da un
potente raggio azzurrino sgorgato dalla bacchetta di Hermione.
“Oh sì, Malfoy,
così va molto meglio!” Ghignò lei, con
una
luce demoniaca negli occhi, mentre guardava verso i suoi piedi.
“Coocococococo!” *
“Bentornato Furetto
mannaro!” ghignò mentre un gabbia dorata
andava a catturare il furetto bianco ancora stordito che si agitava
come un indemoniato.
Tranquilla e soddisfatta come non lo
era mai stata si
sedette sul sedile, tirò fuori dalla sua amata borsetta il
famoso tomo che
aveva provato a leggere in stazione e lo sfogliò sorridente.
Una cinquantina di pagine dopo
qualcuno bussò deciso alla
porta dello scompartimento.
“Sono Ginevra Weasley e
chiedo l’autorizzazione di entrare.”
Hermione sorrise.
“Autorizzazione
concessa” appena lo disse Ginny aprì la
porta di scatto, scaraventandosi dentro, per poi richiudersela alle
spalle poco
delicatamente.
“Ciao Herm!” la
salutò allegra sistemandosi gli svolazzanti
capelli rossi dietro le orecchie.
“Ciao Ginny! Come facevi a
sapere che c’era un incantesimo
di protezione?”
“Ho corrotto un primino
perché provasse ad entrare senza
chiedere il permesso: lo stanno ancora rianimando.” Disse
tranquilla.
Hermione sbiancò di colpo.
“G-Ginny! Non puoi fare queste
cose! Si sarebbe potuto fare molto male! Come Prefetto
dovrei…” iniziò a
balbettare, ma l’occhiata sarcastica della rossa la convinse
a sospirare e ad appoggiarsi
allo schienale sconfitta.
Solo in quel momento la nuova
arrivata si accorse del
piccolo animaletto che si agitava incavolato nero nella sua gabbietta.
“Buongiorno anche a te,
Malfoy!” lo salutò cortese
scavalcandolo e andandosi a sedere di fronte a Hermione.
“Come facevi a sapere che
era lui?”
Lei alzò gli occhi al
cielo. “Ti trovo bloccata magicamente
in uno scompartimento con un furetto in piena crisi isterica
intrappolato e sul
viso un’espressione da mettere i brividi a Voldemort, secondo
te per chi avrei
potuto scambiarlo?!” chiese sarcastica tirando fuori dalla
tasca un sacchetto
di Api Frizzole.
Hermione ragionò per un
attimo sulle sue parole e poi scatto
in piedi furiosa puntandogli un dito accusatore contro.
“ANCHE TU LO SAPEVI! LO
SAPEVATE TUTTI! TUTTI TRANNE IO!”
Urlò diventando rossa per la vergogna di essere stata
ingannata. E per non
averlo capito prima.
Il furetto parve ghignare.
Ginny abbassò gli occhi,
colpevole.
“Dai Herm…io in
teoria non avrei dovuto saperlo…l’ho estorto
con l’inganno a Harry: mi ha fatto giurare di non dirlo a
nessuno!” disse
alzando le mani in segno di resa e supplicandola con gli occhi.
Hermione la scrutò per un
attimo, furente, poi si risedette:
la sua ira omicida si sarebbe scatenata contro qualcun altro…
“Con
l’inganno?” chiese Hermione poi alzando un
sopracciglio.
Ginny sorrise maliziosa.
“Non può resistermi…”
Le due ragazza scoppiarono a ridere
come due pazze sotto lo
sguardo schifato dell’animale.
“Sono perdonata?”
“Perdonata!”
assentì Hermione.
“Ginny, Harry ti ha detto
il perché di tutta
questa…protezione?” chiese dopo qualche attimo di
silenzio, indicando tutto
intorno a se, nella speranza di avere qualche risposta.
La rossa scosse il capo.
“No, ha detto che era per
sicurezza, ma mi sembrava stesse
mentendo…” Ginny si teneva il mento con la mano,
scrutando il pavimento
pensierosa.
“Ci stanno nascondendo
qualcosa?”
“Probabile.”
Entrambe sospirarono confuse.
“Comunque,
perché tu non hai una scorta?
Dopotutto sei la ragazza del Salvatore del
mondo magico.” Osservò acuta Hermione, mentre
pensava che vedere un furetto
alzare gli occhi al cielo disgustato aveva un nonsoché di
inquietante.
“Ma non lo sa
nessuno.” Rispose candida la ragazza, “Io e
Harry non ci facciamo mai vedere in pubblico insieme e lui non ha mai
dichiarato alla stampa di essere il mio fidanzato; ovvio, i sospetti ci
sono,
per questo sono affidata a Neville.”
“Neville?” chiese
lei stupita.
Ginny annuì sorridente.
“Esatto! Dopo aver visto il coraggio
di Neville in azione, Harry ha insistito perché fossi
affidata alla sua custodia,
molto limitata, qua ad Hogwarts.”
“È stato
straordinario!” anche Hermione sorrideva ripensando
al coraggio da vero Grifondoro dell’amico.
“Ovviamente ciò
significa che anche Luna mi fa da scorta:
sono inseparabili!” un altro sorriso da entrambe: vedere due
dei loro amici che
si amavano in modo così dolce e duraturo era una cosa da
sciogliere il cuore.
Guardando fuori dal finestrino,
Hermione notò che erano
quasi arrivati.
“Ginny è meglio
che ci prepariamo.”
La ragazza annuì e poi
guardò quello che in teoria era colui
che avrebbe dovuto protegger l’amica.
“Palla di Neve hai
intenzione di liberarlo?” chiese pacata.
Hermione si paralizzò,
guardandola confusa e sbalordita.
“Chi?!”
“Palla di Neve.”
Seguendo il dito della ragazza si ritrovò a
fissare il furetto.
A questo punto scoppiò a
ridere come una pazza.
“P-Palla di
Neve?!”
“Certo! Non potevo certo
continuare a chiamarlo ‘Draco
Malfoy in versione furetto mannaro’! è troppo
lungo! E del semplice Draco
Malfoy non ha nulla! Guardalo: niente ghigno bastardo, niente tono
strascicato,
niente naso arricciato in smorfie di disgusto; ma soprattutto: ha il
manto
bianco! È inammissibile per un Malfoy! È
praticamente il loro motto: ‘Se non
sei biondo platinato, Malfoy non sei nato. ’ ‘Palla
di Neve’ gli si addice molto
di più!” concluse convinta sotto lo sguardo
scioccato del povero furetto.
Hermione si stava rotolando a terra
per le risate e si
sarebbe soffocata, quando l’amica ebbe iniziato a ridere con
lei, se il treno
non si fosse fermato; rialzandosi in piedi, mentre si asciugava le
lacrime dal
troppo ridere, fece sparire la bacchetta e ritrasformò Palla
di Neve.
“TU STUPIDA
MEZZOSANG…!” le interessanti espressioni
lessicali di Malfoy furono interrotte da tre valigie gigantesche che
gli
vennero lanciate tra le braccia per mano di una certa rossa.
“Smettila Malfoy! Non fare
il bambino e muoviti a portare in
salvo Hermione e le valigie! Sei o non sei addestrato per proteggerla?!
Cosa
aspetti, che un Nargillo porti lui i bagagli?! Oppure attendi
l’aiuto di un
cortese Mangiamorte?! E non guardarmi così! Sta zitto e
muoviti!” detto questo
la furia rossa di nome Ginevra Weasley uscì impettita dallo
scompartimento,
seguita da una sghignazzante Hermione, lasciando il povero Malfoy,
scandalizzato e zittito, da solo nello scompartimento sotto il peso dei
loro
bauli.
Quando
si fu ripreso
dal trauma provocatogli dalla dolce ragazza lanciò una serie
di imprecazioni
vietate ai minori di diciott’anni e si diresse barcollante
giù dal treno, per
cercare in quel marasma di persone la dannatissima ragazza che in
teoria non
avrebbe dovuto perdere di vista un attimo.
Finalmente vide una chioma rosso
fuoco dardeggiare tra i ragazzini
e rapido (per quanto poteva esserlo trasportando i suoi bagagli, quelli
di
Hermione e di Ginny) si
affrettò ad
inseguirle, finché non le raggiunse, trovandole ferme a
chiacchierare con
Neville e Luna.
“Granger!” il
ringhiò che sottolineò le sue parole la
impensierì leggermente, ma decise che nel caso sapeva come
fermare il suo caro
furetto.
Con un gesto brusco lanciò
il baule della Weasley sopra
Paciock, che se lo fece cadere su un piede e agguantò per
una spalla la
ragazza.
“Malfoy
cos…?” non fece in tempo a chiedere Hermione che
un
vortice la prese per l’ombelico, strappandola da terra e
facendola vorticare in
aria, fino a che di colpo non venne gettata brutalmente a terra.
“D-dove
siamo?”
chiese confusa Hermione guardandosi intorno mentre Draco,
già in piedi,
incantava i bauli e li faceva volteggiare sopra la sua testa. Si
trovavano in
un parco verdeggiante dove le ombre della notte danzavano creando forme
grottesche e ambigue.
“Sei cieca Mezzosangue?!
Siamo ad Hogwarts!” disse
sprezzante.
“M-ma non ci si
può materializzare dentro i confini di
Hogwarts! È scritto nel libro ‘Storia della Scuola
di Magia e Stregoneria di
Hogwarts’ di Bathilda Bath! Non l’hai
letto?!”
“Soltanto una secchiona
fanatica come te leggerebbe libri
così noiosi invece di crearsi una vita sociale!”
le rispose alzando gli occhi
al cielo, “E comunque, perché credi di avere una
guardia del corpo?! Gli
incantesimi di Hogwarts sono stati infranti da Tu-Sai-Chi e ci
vorrà un anno
per ripristinarli interamente; quindi questa volta sei tu
l’inetta,
Mezzosangue!” ghignò infine incamminandosi verso
il maestoso palazzo di
Hogwarts, che ora Hermione distingueva e riconosceva senza problema.
Si alzò di fretta da
terra, dov’era rimasta fino ad adesso,
e cercò di raggiungere il ragazzo che si allontanava veloce
nell’oscurità,
tentando di non inciampare ogni tre passi. Perché,
nonostante detestasse Malfoy
e il suo orrendo ghigno, l’idea di rimanere da sola in parco
gigantesco, non
protetto da incantesimi, di notte, con alle calcagna quello che,
secondo tutti
tranne lei, era un esercito assetato di vendetta di Mangiamorte, la terrorizzava
inquietava e preferiva rimanere a fianco della sua scadente,
a suo dire,
guardia del corpo. Tra morte per avadakevadrizzazione e morte per
irritazione,
preferiva la seconda. Forse.
In poco tempo giunsero nel grande e
imponente ingresso della
scuola e se non fosse stato per il braccio di Malfoy che bruscamente
l’aveva
trascinata via, sarebbe corsa in Sala Grande per vedere il tanto atteso
Smistamento.
“Dove mi stai portando?!
Voglio vedere lo Smistamento! E
smettila di trascinarmi come una bambina!” urlò
lei furente tentando di
divincolarsi.
“Dobbiamo vedere la
McGranitt.” Il suo tono indifferente e
strascicato fece commentare a Hermione in modo colorito
l’abbigliamento intimo
di Merlino.
“E perché mai?!
Sarà anche lei in Sala Grande! Dovresti
saperlo che in qualità di Preside ha l’obbligo di
presenziare e senza di lei
non sarebbe la stessa cosa. Inoltre il Cappello Parlante si trova nel
suo
ufficio e quindi spetta a lei portarlo e adagiarlo sulla testa dei
nuovi
ragazzi! E il discorso! Ogni Preside ha praticamente il dovere di fare
un
discorso di incoraggiamento allo studio! Per non parlare delle
raccomandazioni!
Gli studenti devono assolutamente sapere cosa possono e non possono
fare,
altrimenti noi Prefetti diventeremmo pazzi a spiegarglielo ad uno ad
uno! Ovvio
che per noi Prefetti non è un problema
ma…”
“PER MERLINO LA VUOI
PIANTARE!? Mi stai facendo diventare
scemo! Ma ti ascolti quando parli?! Sei insopportabile! Non solo parli
di cosa
inutili e interessanti quanto un vermicolo, ma le dici talmente
velocemente e
con tono da sapientona che a nessuno verrebbe mai la malsana idea di
ascoltarti!”
La bocca della ragazza descriveva una
“O” perfetta, ma i
suoi occhi passarono velocemente da scioccati a infuriati.
“Dev’essere per
questo che lo Sfregiato e il Vomitalumache
hanno deciso di non tornare ad Hogwarts: cercavano di starti lontano il
più
possibile! A te e a quel demonio della rossa! A volte capisco
perché Potterino
è così demente: guarda chi si è
ritrovato come fidanzata!”
“Non mi sembravi
così spavaldo davanti a Ginny, Malfoy!
Sotto tutti quei bauli, con la faccia da pesce lesso incredulo,
completamente
schiavizzato dal potere femminile.”
“IO NON ERO SCHIAVIZZATO
DAL POTERE FEMMINILE!” urlò
fermandosi finalmente per fronteggiare la belva che aveva incautamente
risvegliato, per poi aggiungere con un ghigno da figlio di Morgana,
“Di sicuro
non come il tuo adorato Lenticchia! Sono bastate due gambe da
fotomodella, un
fondoschiena da far invidia a Circe e degli atteggiamenti ambigui per
farlo
cadere in tentazione…ma ti ha lasciato lui?! O sei stata tu
dopo aver scoperto
che era stato a letto con un'altra?! Non fare quella faccia: solo uno
stupido
non ci sarebbe andato! Anche se parlare di Lenticchia e della
stupidità, è come
parlare della stessa cosa! Ovviamente era solo contento di essere
caduto tra le
grinfie della francese, dopo la bestia zannuta…”
Il ghigno di Malfoy
impallidì visibilmente davanti a quello
raccapricciante e da pazza psicopatica di Hermione: era pronto ad una
sfuriata,
a dei pianti isterici, a delle botte alla babbana, ma quel ghigno gli
lasciava
intendere che sarebbe successo qualcosa di molto peggio.
“Sai
Malfoy…inizia già a mancarmi il piccolo e tenero
Palla
di Neve…” disse con una tranquillità
degna del miglior serial killer, alzando
la bacchetta.
“Tu
non…!” la minacciò indietreggiando e
parandosi il
prezioso volto con le mai.
“MUTATIO
FURITUM!” un raggio azzurrino colpì Malfoy in
pieno, riducendone notevolmente le dimensioni.
Prima
ancora che
Hermione, soddisfatta, rinfoderasse la bacchetta, i due bauli che dieci
secondi
prima levitavano sulla testa di Malfoy caddero a terra di colpo
nell’esatto
punto in cui un secondo prima c’era il furetto.
“MALFOY” Hermione
terrorizzata corse subito a cercare il cadavere
furetto.
“Dannazione Malfoy! Come
hai fatto a essere così stupido da
non spostarti!? Era ovvio che l’incantesimo di levitazione si
sarebbe annullato
non appena ti avessi trasfigurato! Lo sa chiunque! Oh ti prego: dimmi
che non
sei morto! Un incidente grave e qualche osso rotto lo posso accettare,
ma come
lo spiego alla McGranitt che per colpa mia (ma soprattutto tua) sei
morto spiaccicato?!
Hai idea di quanti punti toglierà a Grifondoro!?”
cominciò a straparlare per l’agitazione
la ragazza mentre cercava di spostare il suo pesantissimo bagaglio,
mentre il
terrore di aver veramente ucciso Malfoy la cominciava a rodere.
“COOOOOOOO!”
Un furetto mannaro parecchio
incavolato balzò
improvvisamente dal piccolo spazio tra i due bauli contro il volto di
Hermione,
sicuramente non per farle coccole.
Hermione balzò indietro
con urlo e sfoderò la bacchetta,
mentre Palla di Neve atterrava con un tonfo davanti a lei, soffiando.
“Malfoy! Brutto idiota!
Pensavo fossi morto!” il furetto
tentò ancora una volta di sfigurarla, ma le cose per lui
andarono anche peggio
di prima.
“STUPEFICIUM!” il
raggio rossastro schiantò la palla di
pelo.
Mente Hermione cercava di riprendere
a respirare
normalmente, notò che la trasformazione in furetto stava
svanendo per lasciare
il posto a Draco Malfoy, svenuto.
Dopo aver scrutato per un attimo lui
e i bauli, tentando di
ricordare dove si trovava l’ufficio della Preside,
lanciò l’Incantesimo di
Levitazione ai bagagli e l’incanto “Levi
Corpus” al ragazzo, che insieme
volteggiarono sopra la sua testa mentre lei si incamminava sorridente
lungo i
famigliari corridoi di Hogwarts.
Dopo alcuni minuti giunse davanti al
gargolle in pietra che
proteggeva l’ufficio della Preside, la quale si stagliava con
la sua solita
aria severa davanti ad esso.
“Buongiorno
Profe…Preside McGranitt.” Salutò
cortesemente
Hermione, leggermente stizzita del fatto che la donna fosse davvero
lì e non in
Sala Grande.
La Preside sollevò
leggermente il sopracciglio alla vista di
Malfoy, ma non disse nulla la riguardo, facendole cenno di seguirla e
camminando spedita per i corridoi.
“Buongiorno Signorina
Granger, è un piacere vederla sana e
salva. Se non le dispiace dovrebbe seguirmi fino ai suoi nuovi
alloggi.”
Hermione la guardò un
attimo perplessa, mentre superavano il
ritratto della Signora Grassa, che cantava a squarciagola.
“Per la sua sicurezza non
alloggerà nel dormitorio di
Grifondoro, ma in una stanza protetta da incantesimi molto potenti, che
impediranno anche la Materializzazione; ovviamente sarà
collegata alla Sala
Comune tramite uno specchio che al suo tocco scoprirà un
passaggio segreto, ma
è pregata di non muoversi troppo e nel caso di farlo con la
sua…guardia del
corpo.” Spiegò sinteticamente la McGranitt
fermandosi davanti ad una porta in
legno con la targhetta “Riservato”.
Hermione fece una smorfia guardando
il biondino sopra di
lei.
La professoressa di Trasfigurazione
intercettò la sua
occhiata e sospirò, sorridendo leggermente più
addolcita.
“So bene che lei e il
signorino Malfoy non siete in buoni
rapporti, ma le assicuro che non le nuocerà in nessun modo.
Anche il signor
Weasley e il signor Potter si fidano abbastanza di lui, soprattutto
dopo questi
ultimi mesi. In gioco ci sono il suo destino e la vita di suo padre,
non sarà
così stupido da gettare via questa occasione per
riscattarsi.”
Hermione scrutò ancora,
perplessa, Draco Malfoy.
“È cambiato,
signorina Granger; anche se non si vede, è
cambiato. Deve dargli la possibilità di dimostrarlo. Non le
dico che da ora e
in poi i vostri rapporti saranno migliori di punto in bianco, visto il
carattere poco diplomatico del ragazzo in questione, ma almeno vorrei
che
evitasse di mettere in pericolo la sua preziosa vita per orgoglio.
Quindi ora,
per favore, sarebbe così gentile da rianimarlo? Dovrei
andare in Sala Grande
per il discorso, ma non vorrei lasciarla qui da sola.”
Hermione si arrese e con un sospiro
di frustrazione puntò al
petto del ragazzo, per la quarta volta in un giorno, la bacchetta
magica.
“INNERVA!” con un
rantolo il ragazzo spalancò gli occhi di
colpo e prese un enorme respiro.
“DANNATA
MEZZOSANG…”
“Finalmente si è
svegliato signor Malfoy! È un piacere
rivederla.” la voce della preside ghiacciò il
ragazzo, spegnendo i suoi
bollenti spiriti.
“Preside
McGranitt.” Salutò con un cenno del capo,
ricomponendosi.
“Bene. Affido la signorina
Granger nelle sue mani.” Disse
sorridendo, con un lampo di preoccupazione negli occhi, prima di
voltarsi per
andarsene.
“Ah, un ultima
cosa,” aggiunse girandosi a scrutare negli
occhi Hermione, facendola sentire colpevole nonostante non avesse fatto
niente,
“Ovviamente, per sicurezza, dividerete la stanza. Confido nel
vostro buonsenso”
detto questo e lanciata un’occhiata ammonitrice a Malfoy, il
suo cappello a
punta sparì dietro l’angolo di un corridoio.
“L-la c-camera è
cosa?” chiese Hermione scioccata.
“In comune Granger, in
comune!” ghignò Malfoy prendendo i
bauli e meditando vendetta, mentre apriva la porta e faceva segno di
entrare
alla ragazza.
“I-io d-dovrò
d-dormire nella stessa stanza di Draco Malfoy…
i-io d-dovrò d-dormire nella stessa stanza di Draco
Malfoy…” continuò a
ripetersi la ragazza stralunata seguendolo dentro.
“Sta tranquilla Granger,
non ho la minima intenzione di
saltarti addosso. Ucciderti sì, saltarti addosso
no.”
La porta con la targhetta “Riservato”
si chiuse
dietro di loro.
Magic Chat
Ginny: ehi Palla di Neve!!
Furettino Coccodè della
mamma!! dove seiiiii? *Ginny entra nella camera
riservata con una luce
sadica negli occhi e un ghigno malvagio*
Ginny: Herm, immobilizzalo!
Draco:
*sbianca
capendo che la sua sorte sta volgendo al peggio *
Hermione: *afferra prontamente la corda
che le due
autrici le porgono, e facendola volteggiare sopra la testa a mo' di
lazo
insegue il povero malcapitato *
Draco: Aiutooooooooo!!
Nooooooo!! Aaaaaaaahhhh!!
pietà, vi supplico!!! *dopo
vari
tentativi di fuga fallimentari si ritrova legato a dovere ad una sedia*
Draco: Non la passerete
liscia!!!... LO DIRÒ A MIO
PADRE!
Ginny: *se ne frega
altamente del papino sopracitato
e finalmente mostra la natura dell'oggetto misterioso fino a quel
momento
rimasto nascosto dietro la sua schiena: un enorme sacco in stile Babbo
Natale *
Ginny: Herm, guarda cosa ho
comprato!!!
Muahahahahahahah sono PERFETTI!! LA VENDETTA E’ VICINA!
Draco: cos'è
quella roba orrendamente rosa che hai
appena estratto dal sacco??? Sicuramente mi trasmetterà
qualche malattia
mortale!!!Mettila giù!!
Giù ho detto!!!!
Aaaaaarrrrrgghhh non avvicinarla!!!
Ginny: troppo tardi,
Malfoy! Herm, procedi.
Hermione: MUTATIO FURITUM!!
StelladelLeone&ShiningCrow:
*da un angolino
della stanza scoppiano a ridere convulsamente, rotolandosi per terra e
indicando alternativamente Palla di...ehm, Malfoy e “la cosa
orrendamente rosa”
*
Palla Di Neve: *il furetto,
decisamente di cattivo
umore, tenta di azzannare le due innocenti fanciulle, prima di venire
afferrato
da Hermione e di ritrovarsi così senza
possibilità di fuga *
* la cosa orrendamente rosa si rivela
essere un
collarino di un terrificante bel fuxia shocking con
tanto di strass e
medaglietta con scritto “Palla di Neve”
Ginny: *mette il collarino
al furetto ridendo come
una pazza psicotica*
Ginny: Herm, non trovi che
gli doni?
Hermione: gli sta divinamente! *ghigna *
Ginny: *aggancia al collare
una corda (ovviamente
dello stesso colore) e la porge ad Hermione *
Ginny: così
potrai portarlo in giro!! Con un po' di
fortuna riusciremo anche ad addestrarlo...ma no, che dico, è
troppo
stupido...probabilmente nemmeno da umano ci riusciremmo...
McGranitt: Signorine cosa
state facendo?!
Hermione&Ginny:
*sbiancano* P-preside
M-McGranitt le assicurò che possiamo spiegarle…
McGranitt: Ne dubito
fortemente! *le scansa e si avvicina
fiera al furetto squadrandolo mentre lui la guarda come si contempla la
propria
improvvisa salvezza*
McGranitt: Come avete
potuto non comprare anche
questo?! È inammissibile! *ficca in testa la furetto un
berrettino rosa di
lana*
…
TuttitranneMalfoy:
AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!
StelladelLeone&ShiningCrow:
*si vanno a
complimentare con la Preside per i suoi gusti sublimi mentre Hermione e
Ginny
immortalano Palla di Neve*
Palla di Neve: *si agita
convulsamente: l’incantesimo
sta finendo*
Malfoy (con berretto di lana
rosa in testa e
collare al collo): *alza la bacchetta verso le donne come spiritato*
Oh, me la
pagherete! Oh sì! Me la pagherete molto, molto cara!
StelladelLeone&ShiningCrow:
*Si voltano per
cercare aiuto e scoprono di essere rimaste lì da sole con il
furetto omicida*
…
StelladelLeone&ShiningCrow:
Oh mamma…