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Autore: Iris_Angel    02/03/2013    3 recensioni
Abigail, una ragazza di 18 anni che vuole dimenticare.
Steven; Victor, due ragazzi che di normale hanno ben poco.
Un triangolo amoroso che sfonda il limite del normale e del razionale.
UN cuore che batte per due ragazzi tanto belli quanto misteriosi.
"Ero fra i due ragazzi, uno a destra e uno a sinistra. Due metà che mi completavano, due parti del mio cuore. COme potevo scegliere, se nemmeno ero sicura di cosa fossero?
Victor e Steven fecerò due passi verso di me, annientando la distanza che ci divideva. le loro labbra perfette si mossero pianissimo:
-Abigail, cosa sei disposta a perdere per amore?- mi chiesero all'unisono.
stavo per rispondere quando la mano di Victor mi fece cenno di tacere.
-Attenta, la risposta non potrebbe essere così ovvia"
>>>>>>>>>>>>
Vi prego datemi un vostri parere!
Iris_Angel
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO DUE:

INCUBI AFFASCINANTI

Buio e luce si alternavano alla mia visuale, dandomi la sensazione di essere sul punto di svenire.
Era come una danza sfrenata fra l'oscurità e la luce, che si intervallavano a ritmi irregolari nella mia mente. Mi sentivo disorintata; una vittima innocente in mezzo ad una guerra che non le apparteneva. E la cosa più sconcertante era che ero immobile, sospesa fra sogno e reatà. Ad un tratto vidi emergere dal buio un viso familiare, i lineamenti spigolosi e le labbra sottili come la sfumatura argentea dei suoi occhi.

Veniva verso di me a passo spedito, ma non fu quello a spaventarmi. La sua pelle era più bianca dell neve, ed i suoi occhi erano persi nel buio. Forse anche lui era un vagabondo perso nel mio sogno; ma solo in seguito avrei capito che mi sbagliavo.
Quando l'uomo sconosciuto giunse a pochi metri da me mi si fermò il respiro. Allungò la sua mano destra verso di il mio braccio, le unghie pronte a scalfire la mia pelle.
Cercai di urlare, ma mi mancava la voce; chissà dove si era cacciata ora che ne avevo bisogno. Lo sconosciuto mi prese il braccio, tirandomi a se. Sentii le sue unghie premute sulla mia schiena e un dolore lancinante le seguì come una scia. Il mio viso era a pochi sentimetri da quello dell'aggressore.
-Abigail...- sussurrò. Io sobbalzai, il suo alito era freddo come il ghiaccio.
Allentò i poco la presa e io cercai di scappare dalle sue grinfie, ma era troppo forte.
Intanto il paesaggio non cambiava, sempre luce ed ombra che i alternavano a ritmi sfrenati. - Dove credi di andare, piccola Abigail.- mi disse freddo, sempre con il suo sguardo di ghiaccio tagliente come una lama.
-Lontano da te!- gridai, sorprendendomi di aver recuperato la voce. Cercai di divincolarmi, ma la sua presa era ferrea come l'acciaio.
-Lasciala stare!- una voce alle mie spalle mi fece recuperare la speranza. Cercai di voltarmi, ma il mio aggressore dagli occhi di ghiaccio non me lo permise. Sentivo che la mia fine era giunta, e anche se non ero sicura se si trattasse di sogno o realtà, la cosa mi spaventava. Chiusi gli occhi, preferivo non vedere.
Due mani sui fianchi me li fecero riaprire di scatto, spaventandomi. Ma quano aprii gli occhi capii che non erano le mani del mio aggressore, il loro tocco era leggermente più caldo.
-Non aver paura...- mi sussurrò all'orecchio una voce calda e sensuale.
Non ebbi il tempo di contestare che le mani mi strapparono via dalla presa dell'assalitore. Mi ritrovai distesa a terra a pancia in giù. Subito mi girai verso chi mi aveva strattonato, e lo vidi lottare tenacemente contro il mio assalitore. Volavano violenti pugni e calci rotanti, ma nessuno dei due sembrava avere la meglio. I loro visi venivano illuminati solo dai continui sbalzi di luce e buio.
Ad un tratto notai che il mio aggressore era in difficoltà, costretto ad indietreggiare dai continui calci volanti dell'altro; di cui ero riuscit ad intuire parzialmente il viso e la corporatura. Era alto e muscoloso, gli occhi azzurri e i capelli più neri della notte. Mi si mozzò il respiro, era bellissimo. Quando il mio sguardo incontrò per caso il suo mi sentii raggelare; come se fossi stata immersa in coltri immense di neve gelida.
Il ragazzo sferrò un'ultimo pugno all'aggressore, che finì sbalzato decine di metri più in là. Mi sorpresi a pensare a quanto dovesse essere muscolosa quella mano per aver compiuto una simile azione. Il ragazzo venne verso di me camminando beffardo, l'aria da tipico figo della scuola.
Si accovacciò a pochi centimetri dal mio viso, penetrandomi con i suoi occhi chiarissimi.
-E' meglio che ti svegli ora.- disse.
-M...ma io...- balbettai. Ma come era possibile che non riuscivo a parlare davanti ad un ragazzo! Lui mi posò l'indice sulle labbra.
-Ora fa quello che ti ho detto.- prima che potessi contestare lui eseguì un salto all'indietro e atterrò a pochi metri dal mio aggressore, che sembrava essersi ripreso.
Con un calcio agli stinchi il ragazzo lo fece cadere rovinosamente a terra. Poi si girò a sorpresa verso di me.
-Ti ho detto di svegliarti!- gridò. Non sembrava essere una domanda. Io feci appello a tutto il mio autocontrollo e cercai di eseguire il suo ordine. Chiusi velocemente le palpebre e mi distesi a terra. Un forte mal di testa prese il sopravvento su di me, rantoli dolorosi uscirono dlla mia bocca.
Quando riaprii gli occhi mi ritrovai immersa in un mare di sudore. Le lenzuola formavano un bozzolo opprimente sul mio corpo. Mi tirai seduta, davanti a me la stanza d'albergo dove avevo passato la notte. Le tende verde acido volteggiavano a causa del vento che fuoriusciva dalla finestra semi-aperta. La specchiera dell'anta dell'armadio rifletteva la mia immagine trafelata, i capelli elettrici e gli occhi segnati da pesanti occhiaie.
Mi massaggiai il capo, il mal di testa era sparito.
Ma cosa diavolo mi era successo? Era la prima volta che un sogno mi sembrava così reale. Guardai i miei polsi proprio nel punto dove l'aggressore mi aveva stretta. Ma non c'era l'ombra di un segno rosso. In un lampo le immagini del ragazzo misterioso mi affollarono la mente come un tornado impazzito.
Era così bello...mi costrinsi a reprime l'istinto di riaddormentarmi e mi diressi verso il bagno.
Appena entrai notai dei segni rosso cupo sul grande specchio.
"Sarà frutto della notte travagliata" pensai assonnata.
Mi avvicinai al lavandino sciacquandomi la faccia stanca.
Dovevo togliermi dalla testa quell'incubo.
Appena rialzai lo sguardo sullo specchio notai però una spicevole sorpesa. I segni rossi che avevo visto entrando non erano frutto delle mi immaginazione. Un pennarello rosso, a caratteri cubitali, vi stava scritto: sono venuto qui per te.
Una forte inquietudine cominciò a pervadermi. Chi poteva averlo scritto? Forse un ladro che si era introdotto nella mia stanza nella notte?
Una brutta sensazione mi accapponò la pelle, ed il mio dito di protese verso la scritta scarlatta. Appena toccai la prima lettera capii che non era un semplice penarello rosso quello usato per scrivere.
Era sangue.

***
Eccomi qui con il nuovo capitolo! Spero vi piaccia e vi coinvolga!
Rinrazio Shinigami_Girl e spero che anche altri commenteranno.
al prossimo capitolo
Iris_Angel

  
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