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Autore: zmarz    02/03/2013    3 recensioni
La storia che tutti noi conosciamo, vista dal punto di vista di Ginny... le sue lacrime, le sue giornate lontane dal trio protagonista... la sua vita dentro Hogwarts, i suoi sorrisi lontana da Harry potter... dove sorridere non era difficile...
Dall'inizio, da quel fatidico primo settembre, da quel dolce primo incontro, da quel primo innocente sguardo... dai primi passi di Ginny fuori dal mondo ovattato della Tana e dell'infanzia, nel suo ingresso nei tortuosi sentieri della crescita fino al suo essere pienamente donna, pienamente lei.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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cap 68

La Spada di Grifondoro



Settembre diede velocemente spazio ad Ottobre. Le giornate di sole divennero sempre più rare, ma quando c'erano regalavano paesaggi mozzafiato. La natura intorno al castello si era colarata delle classiche tinte dell'autunno e l'aria era più fredda. L'estate era solo un ricordo. Anche se Ginny, sinceramente, ricordava ben poco di come fossero stati i paesaggi quell'estate, nè se fosse stato particolarmente caldo. Quell'estate, era stata la più strana di tutte, così com'era stato quel primo mese a scuola. Ma ora era contenta.

Le riunioni dell'E.S erano cominciate. Avevano reagito. E questa volta non era solo questione di allenamento, per un futuro oscuro che li attendeva. Quel futuro era arrivato, più ostile di quello che chiunque di loro si sarebbe mai aspettato. Quelle nubi nere si erano intrufolate nelle loro vite, dividendo famiglie e amici. Erano arrivate fino ad Hogwarts, quel luogo dove chiunque aveva trovato un rifugio, una casa, un letto. Degli amici. Una famiglia.

Questa volta, l'E.S non era solo un gruppo di studenti che studiavano insieme e si esercitavano. Ginny aveva capito che quel gruppo era qualcosa di diverso. Era quello che Hogwarts non era più: un rifugio, una casa. Una famiglia.

Fred e George avevano mandato alla sorella una valanga di roba del loro negozio e ne mandavano anche a Neville. Uscire di nascosto si stava rivelando una passeggiata. Per quanto pericolosi, i Carrow si stavano rivelando anche piuttosto stupidi, ed era facile raggirarli. Era Piton quello più pericoloso, ma per fortuna non si faceva mai vedere in giro.

Le loro riunioni procedevano alla grande. Avevano fatto un bel ripasso di tutto quello che gli aveva insegnato Harry, per far recuperare ai nuovi arrivati. Ma più che altro avevano riso, chiacchierato e, soprattutto, architettato nuovi modi per ribaltare il regime Caorrw-Piton. In realtà, per ora non stavano esattamente ribaltando il regime.. diciamo che davano un po' di grattacapi ai due Mangiamorte.

I muri erano più colorati che mai, parole di speranza e di scherno rilucevano bei corridoi. Sempre più spesso i sotterranei dei Serpeverde puzzavano del tipico odore acre delle Caccabombe e le aule dei Carrow erano spesso vuote, dato che tutti i membri dell'E.S usavano le fantastiche Merendine Marinare di Fred e George per interrompere le loro lezioni.

I Carrow schiumavano di rabbia. Nonostante la loro evidente stupidità, avevano capito che un gruppo di studenti aveva organizzato un gruppo clandestino, ma non capiva come facevano a riunirsi senza farsi vedere o come uscivano di notte dai rispettivi dormitori. Avevano ovviamente qualche sopetto, ma ancora nessuna prova. Avevano aumentato la vigilanza però, creando un gruppo di Serpeverde che li aiutavano nelle pattuglie. Erano Tiger, Goyle e altri grossi Serpeverde che non avevano l'aria particolarmente intelligente. Ginny vide che persone come Zabini o Nott non avevano preso parte alle pattuglie: troppo snob, evidentemente, anche per fare gli zerbini dei Mangiamorte. E ovviamente neanche Draco Malfoy. Ginny si ricordò all'improvviso di Malfoy, pensando che non l'aveva praticamente mai visto da quando era iniziata la scuola. Strano che si fosse perso l'occasione di Cruciarla, l'altra volta. Ormai non ci capiva più niente.

I Carrow erano diventati più spietati che mai, e le loro punizioni erano spesso corporali. Sempre più ragazzi andavano in giro con i volti gonfi o le braccia fasciate.

"A quanto pare, la Maledizione Cruciatus è andata fuori moda" aveva borbottato John, sistemandosi una fasciatura provvisoria che gli aveva fatto Miriam. Era un'altra delle loro riunioni, e avevano appena finito di allenarsi sugli Schiantesimi.

"Meno male!" aveva risposto Hannah Abbot.

"Oggi mi hanno mandato da Piton" disse cupo Neville, che non aveva parlato molto quella sera. Tutti si voltarorano verso di lui.

"E quando avevi intenzione di dircelo?!" esclamò Ginny.

"Cosa ti ha fatto?" chiese Hannah, preoccupata.

"Cosa hai combinato?" gli chiese invece Micheal Corner. La domanda di Micheal era molto appropriata, visto che Neville era quello che dava più filo da torcere ai Carrow. Rispondeva spesso male, e difendeva gli altri, e i Carrow non lo sopportavano.

"Le solite cose" disse lui, con un'alzata di spalle.

"Ha risposto ad Alecto Carrow, a Babbanologia" disse Calì.

"Beh, come al solito" intervenne Ernie.

"Infatti, ma evidentemente lei non ne poteva più, visto che ha continuato a rispodere anche dopo che lo aveva punito!"

"Ben fatto, Neville!" si complimentà John.

"E quindi? Cosa ti ha fatto Piton?" insistette Luna.

"Mi sembri tutto intero" disse Seamus.

"Maledizione Cruciatus?" chiese Anthony Goldstain.

"Niente di tutto questo" rispose Neville "non mi ha torturato"

Tutti avevano la stessa identica espressione stupefatta.

"Penso sia stata la stessa faccia che ho fatto io"disse Neville "mi ha solo un po' insultato, neanche tanto, ma in realtà ha insultato di più la Carrow.."

"Eh?!" esclamò Ginny.

"Sì, calcola che l'ha cacciata via subito ed ha cominciato con me"

"nemmeno una Maledizione?" chiese Lavanda.

"No"

"Un taglietto? Un pugno, un oggetto scaraventato.."

"Niente di niente"

"E che cosa ti ha detto?" chiese Miriam.

"Ha cominciato a dire che ero un idiota, così come tutti i miei compagni e che dobbiamo finirla con le nostre bravate" rispose Neville "ma io non mi sono stato zitto"

"Sei impazzito?!" strillò Calì.

"Che cosa vuol dire che non sei stato zitto?" gridò Hannah.

"Ma non ti rendi conto che quello ha ucciso Silente? È pericoloso!" esclamò Susan.

"Sei un completo idiota!" esclamò con rabbia Seamus "hai veramente intenzione di farti uccidere?"

"Non ce l'ho fatta a stare zitto.."

"Hai scelto il momento sbagliato per fare l'Harry Potter della situazione!" Seamus era livido di rabbia. Aveva perso il suo migliore amico e Neville era tutto ciò che gli rimaneva. Anche Ginny pensava che Neville era impazzito, ma non poteva fare a meno di ammirarlo, così come aveva sempre ammirato Harry.

"Mi pare che è tutto intero, no?" rispose Ginny a Seamus.

"Sì ma poteva ammazzarlo! Ha ucciso Silente, non si farebbe problemi ad uccidere uno studente.."

"State zitti un attimo!" esclamò Padma Patil "fateci sentire cosa gli ha detto!"

"Gli ho detto che era un assassino, e che non meritava di essere lì. Non guardatemi così" esclamò, rivolto al gruppo "vederlo lì, con il quadro di Silente dientro di lui, la spada di Grifondoro.."

Ginny si ricordava di quella spada, dell'elsa lucente e dei rubini grandi come uova che la ricoprivano. Era arrivata ad Harry, in un momento in cui aveva dimostrato di essere un vero Grifondoro, quando l'aveva salvata nella Camera dei Segreti. Hermione le aveva raccontato un po' di quella spada, che si offriva solo ai valorosi Grifondoro. Piton non era nè valoroso, nè un Grifondoro.

La spada aveva scelto Harry.

"Quella spada è di Harry" disse Ginny, piano.

"Cosa?" chiese Neville.

"è di Harry!" esclamò la ragazza "ha scelto lui! Appartiene a lui!"

Il fatto che la spada fosse tra le grinfie di Piton la faceva impazzire di rabbia.

"La spada di Grifondoro appartiene a qualunque valoroso Grifondoro dimostri di meritarla" disse Miriam.

"Quindi di certo non a Piton!" esclamò Neville.

"Ovvio!" esclamò Miriam.

"Magari gli sarebbe servita, nel suo viaggio.." disse Luna, pensierosa.

"A cosa può servire una spada?" esclamò Anthony "pensi che Harry sconfiggerà Tu-Sai-Chi in un duello di scherma?"

"è sempre la spada di Grifondoro, sicuramente avrà dei poteri speciali, come il diadema di Crovonero!" rispose la ragazza.

"A qualunque cosa serva, sicuramente non deve averla quell'essere viscido di Piton, ma un degno Grifondoro" disse Neville.

"Giusto!" esclamò Ernie McMillan "anche se non sono un Grifondoro, trovo che Piton non sia degno di avere quella spada! Appartiene ad Harry, ha scelto lui e basta"

Silente aveva lasciato ad Harry quella spada, glielo aveva detto Hermione, ma Scrimgeour non aveva voluto che l'avesse. Se Silente gliel'aveva lasciata, doveva esserci un motivo! Luna aveva ragione, probabilmente gli serviva per fare qualcosa.. anche se Ginny non aveva idea di quale utilità potesse avere una spada contro Voldemort. Ma quella non era una qualunque spada, e lei ne aveva avuto la prova davanti ai suoi occhi.

"Dobbiamo prendere la spada" disse, piano.

"Cosa?!" esclamò Miriam.

"Dobbiamo prendere la spada!"

"Ho sentito, non sono sorda" rispose Miriam "sei impazzita?"

"Ginny ha ragione, quella è la spada di Grifondoro! Non può essere nelle mani di un Serpeverde viscido come Piton!!" esclamò John.

"E poi è di Harry" disse Hannah.

"Siete consapevoli che sarà impossibile entrare nell'ufficio del Preside per rubare un manufatto storico così importante?" chiese Terry.

"Non chiamarlo 'Preside'" esclamò Phoebe.

"Comunque, Preside o no, è un Mangiamorte!" esclamò Lavanda "e il suo ufficio sarà protetto da Incantesimi vari..."

"Niente è impossibile" disse Luna "potremmo farcela"

Tutti la guardarono.

"Se nomini la parola 'Nargilli'.." cominciò Anthony Goldstain.

"Non avevo intenzione di nominarli!" esclamò lei "anche perchè, in questo caso, non c'entrano niente! Dico solo che con un po' d'astuzia, un buon piano e molto coraggio potremmo farcela. Mi offro per andare"

"Ovviamente anche io" disse Ginny.

"E anche io" aggiunse Neville.

Anche gli altri sembrarono d'accordo, chi più chi meno. Si salutarono, si stava facendo tardi e più tardi era, più rischiavano di farsi scoprire. Quando furono nella loro torre Ginny e Neville cominciarono ad elaborare il piano.

"Siamo pazzi, lo sai?" disse Ginny all'amico.

"Sì" rispose lui.

"è un suicidio"

"è per Harry"

Neville alzò lo sguardo e incrociò quello della ragazza.

"Non pensi sia inutile, vero?"

"No.. no, no.." rispose lei "penso che sia giusto.."

"Come facciamo a far arrivare la spada ad Harry?"

"Non lo so.. Ma basta che non ce l'abbia lui. Non lo sopporto"

Era passata l'una. Ginny aveva sonno.

"Vai a dormire" le disse Neville, quasi leggendole nel pensiero "ci penseremo domani".


*


Con l'aiuto di Luna organizzarono tutto a puntino. Lei, Ginny e Neville sarebbero saliti fino all'ufficio del Preside per prendere la spada. Seamus, Padma, John, Miriam, Ernie ed Hannah facevano la guardia nel corridoio. Susan, Micheal, Aisleen, Anthony, Grace, Calì e Phoebe avevano il compito di distrarre le guardie.

Ginny si rendeva conto che non stavano facendo una cosa veramente utile. Ma era veramente necessario. Avevano tutti una grande scorta di prodotti dei Tiri Vispi Weasley: qualche Mantello Invisibile, una manciata di Polvere Buiopesto Peruviana e un ottimo intervento di Pix che, dietro richiesta di Ginny (per la quale provava abbastanza rispetto, essendo la sorella di Fred e George) aveva cominciato ad imbrattare lavagne di vernice e allagare i corridoi, bastarono per confondere e distrarre i Carrow e i Serpeverde loro aiutanti. Ginny, Luna e Neville riuscirono ad introdursi nell'ufficio, che, ovviamente era vuoto. Si erano assicurati che Piton venisse chiamato dai suoi scagnozzi per aiutarli a placare il caos che regnava di sotto. Ci volle un po' per torvare la parola d'ordine, in realtà. Cominciarono a sparare parole a caso, e alla fine Neville disse 'Silente', e il gargoyle che proteggeva l'ufficio li lasciò passare. Erano tutti e tre stupiti ed irritati per il sarcasmo e la sfacciataggine del loro ex professore di Pozioni, ma non potevano perdere tempo. Entrarono nella stanza. Ginny era già stata nell'ufficio del Preside, quando c'era Silente, e rimase stupita nel ritrovarlo identico a quando c'era il vecchio Preside, a parte l'assenza di Fanny la fenice. Piton non lo aveva personalizzato, non aveva messo oggetti ripugnanti o libri oscuri. Diede un'occhiata ai ritratti dei Presidi, sopra la scrivania. Il suo sguardo si fermò su Silente, ma lui continuò a dormire, come tutti gli altri.

"Ecco la spada" sussurrò Luna "è molto bella"

"Sarà protetta da incantesimi" disse Neville.

"Ma dobbiamo provarci" Ginny prese la bacchetta e mugugnò un paio di Incantesimi che dovevano rivelare qualche sortilegio protettivo, o almeno così credeva. Li aveva trovati in un libro in biblioteca.

Non rivelarono niente.

"Sei sicura che funzionano?" chiese Neville, dubbioso. Ginny scrollò le spalle e si avvicinò alla teca di vetro. La spada luccicava. Sollevò con facilità la protezione di vetro e l'appoggiò di lato. La prese. Non accadde nulla. Si voltò verso i due amici.

"Non è successo niente" disse.

"Presto, andiamo via di qui" esclamò Neville.

"COME OSATE?!" un urlo nella stanza apparentemente vuota, li fece trasalire "Come osate rubare al Preside, sciocchi!"

Era Phineas Nigellus, Ginny lo riconobbe subito, visto che aveva passato un'estate nella sua vecchia casa, a Grimmuld Place.

"La spada è di Harry, non è di Piton!" rispose lei.

"Ginny.. andiamo via.." gli disse Neville.

"Non sai quello che fai.."

"E invece lo so benissimo!"

"Sciocca ragazza.."

"Ginny!" protestò Neville "Andiamo, forza"

Si voltarono verso la porta, pronti a correre per le scale a chiocciola.

"Oh" un gemito sommesso uscì dalla bocca di Luna.

Ginny sentì un brivido percorrerle la spina dorsale.

"Pensavate davvero di farla franca?" sibilò Severus Piton.


*

Il professore era livido di rabbia. Era tanto che Ginny non lo vedeva così da vicino. Era brutto come sempre, solo che aveva occhiaie più profonde e un colorito sul verdognolo. Probabilmente, lavorare a tempo pieno per Voldemort era molto stancante.

Solo ora si accorse che il Galeone bruciava, nascosto nella tasca del mantello. Come diavolo avevano fatto a non sentirlo?

"Come avete osato" disse il Preside "intrufolarvi nel mio ufficio e rubare.."

"Quella spada non è sua!" esclamò Ginny.

Gli occhi vuoti del professore si posarono su di lei.

"Ah, Weasley" disse "avrei dovuto scommettere che c'entravi te.. Hai cominciato a fare anche te l'eroina, data l'assenza della figura del tuo prezioso Potter?"

Fece una specie di ghigno. Ginny stava per rispondere ma una gomitata di Luna la fece stare zitta.

"Bene" disse Piton "Cinquanta punti in meno a testa" esclamò "e una punizione, ovviamente, una punizione esemplare"

Andò dietro la scrivania, e diede le spalle ai ragazzi. Ginny era sicura che stesse prendendo qualche strumento di tortura, anche se non capiva perchè, dato che la Maledizione Cruciatus era semplice, veloce e sicuramente efficiente.

"Andrete a svolgere del lavoro per Hagrid, nella Foresta Proibita. Domani notte" disse, sempre dandogli le spalle.

Non potevano crederci. Piton si voltò.

"Quelle espressioni sulla vostra faccia non fanno altro che evidenziare ancora di più la vostra stupidità." disse, mellifuo "D'altronde, ero già consapevole della vostra scarsa intelligenza, dato che sono statp vostro insegnante, e ciò che è accaduto questa notte lo dimostra. Il signor Gazza vi riaccompagnerà ai vostri dormitori"

Lo videro frugare nella tasca del mantello.

"E ovviamente" esordì.

Ginny sentì Neville irrigidirsi.

"Ovviamente scriverò ai vostri genitori per informarli dell'accaduto"

Il braccio del ragazzo si rilassò. Evidentemente si aspettava una Maledizione.

Si avvicinò a Ginny, e le strappò la spada dalle mani.

"Questa la riprendo io, signorina Weasley. O devo chiedere un permesso speciale al caro signor Potter?"

Prese la spada, e la riposò nella teca. In quel momento arrivò Gazza e li scortò ognuno nei propri dormitori, quindi i tre non poterono parlare. E comunque, non c'erano parole per descrivere quello che era appena accaduto.

Quando Neville e Ginny varcarono il passaggio della Signora Grassa, una folla inattesa li attendeva.

Tutti i membri dell'Esercito di Silente (quindi tutti i ragazzi del settimo e del sesto anno) di Grifondoro li attendevano.

"Siete vivi!" ruggì John.

"State bene? Eravamo preoccupatissimi, abbiamo provato a contattarvi con i galeoni.." esclamò Calì.

"Cosa vi è successo? Cosa vi ha fatto?" chiese preoccupato Seamus.

Ginny e Neville si guardarono.

"Siamo in punizione" disse semplicemente Neville.

"I Carrow?" balbettò Aisleen.

"No, è questo il bello... siamo in punizione con Hagrid!"

"Che cosa?!" esclamò Anthony "Era Piton, quello che avete incontrato? Siete sicuri?"

"Beh, almeno è una bella notizia" disse Lavanda, sorridendo sollevata.

"è strano, però" disse Ginny.

"Voi tutto ok?" chiese Neville.

"Sì.. abbiamo visto i Carrow in giro, ma erano troppo occupati.." disse Calì, ridacchiando.

"Decisamente!" rise anche Aisleen.

"Pix ha combinato un disastro" disse Anthony "penso che domani nessuno potrà fare Pozioni. Lumacorno troverà una bella sorpresa"

"Mi dispiace per lui, non è un cattivo professore" disse Miriam.

"Certo se fai parte del suo gruppetto" rimbeccò John.

"Comunque i sotterranei sono completamente sommersi dall'acqua" disse Seamus "i Serpeverde dovranno salire praticamente a nuoto"

Scoppiarono tutti a ridere. Ginny si immaginò Cassiopea Grey e Pansy Parkinson che arrivavano a lezione con i vestiti e i capelli fradici.

"E i Carrow sono furibondi" aggiunse Anthony.

"Cosa è successo?" chiese Ginny.

"Diciamo che è stata una serata divertente, per noi" disse Aisleen.

"Micheal Corner è stato un grande! Ha lanciato una manciata di Polvere Buiopesto, e loro non ci vedevano più, e abbiamo cominciato a lanciargli decine di Caccabombe" raccontò Calì, ridendo.

"Spero si facciano una doccia, stasera" aggiunse Aisleen.

"E Phoebe, ha dato un calcio ad Alecto da sotto il mantello invisibile, e l'ha fatta cadere addosso al fratello" esclamò Anthony "e hanno cominciato ad azzuffarsi tra loro"

"è stata una scena esilarante" commentò Calì.

"E Ash ha, diciamo, firmato l'atto" aggiunse Anthony.

"Ho scritto sul muro 'L'esercito di Silente continua a combattere'" disse la ragazza.

"Ragazzi, siete stati magnifici!" commentò Neville. Fece un lungo sbadiglio. Era tardi.

"Andiamo a dormire" disse Miriam, alzandosi. Si diedero la buonanotte, Ginny, Miriam, Aisleen, Calì e Lavanda salirono insieme nel dormitorio femminile.


*

La mattina dopo era per fortuna Sabato, e quindi avevano un po' più di tempo per dormire. Si alzò tardi e scese nella Sala Grande con gli altri. Luna li attendeva all'ingresso.

"Buongiorno" disse, sorridendo "i Carrow hanno un aspetto orribile"

"Sai che novità" disse Neville "non sono mai stati carini"

"E ancora non avete visto l'intera casata Serpeverde" ridacchiò Luna.

Appena entrarono, tutti i ragazzi dell'Esercito scoppiarono in una risata fragorosa. I Serpeverde avevano un aspetto orribile.

"Ah, mi sono dimenticato di dirvelo" sussurrò Anthony "Phoebe ha imposto uno speciale incantesimo, in modo che i Serpeverde non possano nè asciugarsi, nè tantomeno lavarsi, per ventiquattro ore. Ogni tentativo è inutile"

Ginny vide Cassiopea, Pansy e le altre ragazze lanciargli uno sguardo di puro odio. Puzzavano, erano sporche e bagnate per l'intero sabato. Dieci a dieci, Pluffa al centro, pensò Ginny. Salutò con la mano e un sorriso raggiante le ragazze di Serpeverde, mulinando, alla Fleur Delacour, i suoi lunghi capelli puliti. Se gli sguardi potessero incenerire una persona, Ginny sarebbe stata sicuramente ridotta ad un mucchietto di cenere.

"Wealsey! Paciock! Nel mio uffico, subito"

La voce inconfondibile di Minerva McGranitt, deformata da una nota vibrante di rabbia, li chiamava. Neville e Ginny si voltarono verso l'insegnante, che era dietro di loro.

"Possiamo fare almeno colazione?" chiese Ginny, e il suo stomaco fece un cupo brontolio, quasi a sottolineare la sua urgenza.

"Ho detto subito" ordinò la donna, perentoria. I due ragazzi la seguirono, consapevoli della loro sorte.

La McGranitt camminava a passo talmente spedito che dovettero quasi correre per starle dietro.

"Il professor Piton mi ha riferito ciò che è successo questa notte" disse, appena furono nel suo ufficio.

Neville chinò la testa, colpevole.

"Mai mi sarei aspettata un atto così irresponsabile e così stupido da due miei studenti"

Le fremevano le narici. Ginny avrebbe scommesso che da lì a poco le sarebbe uscito del fumo, come ad un drago.

"Vi rendete conto del rischio che avete corso?" continuò l'insegnante "per che cosa poi? Cosa dovevate farci con quella spada?"

"La spada è di Harry" rispose Ginny.

"La spada di Grifondoro può presentarsi a qualunque valoroso Grifondoro" rispose l'insegnante "so che Silente l'aveva lasciata in eredità al signor Potter, e so che a lui era arrivata nella Camera dei Segreti, anni fa', ma il ministero ha fatto in modo che non gli venisse consegnata. Comunque, non credo che gli sarebbe stata così utile, qualunque cosa stia facendo. E non vedo come voi tre (sì, so anche della signorina Lovegood) potevate fargliela avere"

"Professoressa, come ha detto quella spada è di proprietà di qualunque valoroso Grifondoro! Non è giusto che ce l'abbia Piton" esclamò Neville.

"Capisco, Paciock, ma non è una cosa per cui vale la pena rischiare tanto"

Notarono entrambi l'assenza del rimprovero, per essersi riferiti ad un professore con il giusto appellativo.

"Ora andate, avrete fame. Ho già informato dell'accaduto i vostri famigliari"

Ginny e Neville borbottarono un saluto e fecero per andarsene.

"Questo genere di comportamenti non mi fanno sentire l'assenza di Potter, Weasley e la signorina Granger" disse Minerva McGranitt. Ginny non l'aveva guardata in faccia, ma era sicura che sul suo volto ci fosse un velo di malinconia.

"Mamma mi ucciderà. Non mi sorprenderei di ricevere una Strillettera come quella che ricevette Ron, al mio primo anno"

"O come quella che ricevetti io al terzo anno" ridacchiò Neville "no, credo che mia nonna non mi rimproverà, questa volta"

"Beato te" rispose Ginny. Sua madre l'avrebbe strangolata, appena l'avrebbe avuta tra le mani. Comunque, meglio morire per mano sua che per mano dei Carrow, ovviamente.

Non fecero in tempo ad infalarsi qualcosa in bocca, che una pesante manata sulla spalla li fece quasi strozzare.

"Hagrid!" strillò Ginny, una volta tornatele il respiro. Neville tossiva e sputava uova sul piatto di una schifata Lavanda Brown.

"Ti avevo detto, di non cacciarti nei guai!" esclamò il Mezzogigante "ma visto che sei la fidanzata di Harry Potter non potevi darmi retta, no!"

"L'hai detto" rispose sorridendo la ragazza.

"E te Neville, eh? Sei sempre stato un tipo a posto, tranquillo.. ti metti a fare casino proprio quando dovresti startene buono! Farai prendere un colpo a tua nonna!"

"Nonna è forte" rispose Neville.

"Beh, vi è andata bene. Starete con me stasera. Come ai vecchi tempi, eh Neville? Ti ricordi, la nostra gita nella Foresta, con Ron, Harry e quel cretino di Malfoy.."

"Come dimenticarlo" rispose il ragazzo con amarezza.

"Vi vengo a prendere alle nove, in Sala Grande"

"A stasera" disse Ginny.

"Sempre con questo sorriso da furbetta, eh?" ridacchiò Hagrid, scompigliandole i capelli.


*

Per quel week-end non c'erano riunioni dell'E.S. Si erano dati molto da fare, venerdì, ed era meglio non rischiare ulteriormente. E poi, il sabato sera, i tre capi, Ginny, Neville e Luna erano impegnati a scontare la loro "punizione". Hagrid fu gentile come al solito e in realtà si fecero un mucchio di risate. Ginny non era mai stata nella Foresta di notte, ci era stata solo quella volta che fuggirono per raggiungere Sirius al Ministero, ed era solo pomeriggio, e non aveva fatto caso a quanto in realtà fosse inquietante. Era davvero buia e sinistra, e gli scricchiolii intorno a loro gli ricordavano perennemente che non erano soli e che non c'erano nemmeno persone intorno a loro. Le fronde degli alberi coprivano completamente il cielo, e le levigature dei tronchi le sembravano dei volti minacciosi, nascosti nell'ombra. La figura di Hagrid e quella di Thor, però, la rassicuravano, come la luce che la mamma le metteva in camera sua quando era molto piccola, e aveva paura del buio, anche se troppo orgogliosa per ammetterlo. Luna, a fianco a lei, appariva serena e tranquilla. Anzi, si guardava attorno con aria deliziata.

"è bello" sussurrò la ragazza, come se avesse letto nei pensieri di Ginny "mi piace"

Ginny vide Neville scuotere la testa, rassegnato.

"Qui non si vede nulla, Luna" rispose Ginny "solo buio"

"Non guardi con attenzione" rispose la Corvonero "la vedi la luce della luna che illumina qui cespugli laggiù? Sembrano d'argento. Oppure non senti questo suono?"

"Io sento solo scricchiolii probabilmente causati da orridi animali che abitano qui dentro" mormorò Neville.

"Ehi! La Foresta è abitata da creature molto amichevoli!" esclamò Hagrid.

"E i ragni che hanno incontrato Ron ed Harry al secondo anno?" chiese Ginny.

"Quella è la famiglia di Aragog!" rispose Hagrid, poi tirò su con il naso "povero amico mio. Ha avuto una lunga vita e Harry e il professor Lumacorno mi hanno aiutato a dargli un funerale decoroso.."

"Eh?!" esclamò Neville.

"Zitti! Perchè non vi godete questo suono?"

"Ma quale suono, Luna.."

"Se fai silenzio lo sentirai!"

Ammutolirono tutti e quattro. Ginny provò a concentrarsi, ed andare oltre i rumori minacciosi. Sentiva il respiro forte di Thor, poi il vento, che produceva cupi sibilii tra i rami. Il suono diventava quasi piacevole, e poi chiuse gli occhi, e sentì qualcos'altro insieme al vento, un piccolo gorgogliare, argenteo e piacevole. Respirò a fondo, degli odori a cui prima non aveva fatto caso o che dava per scontati le riempirono i sensi, terra, erba, foglie, forse qualche frutto, poi qualcosa di selvatico, e mirtillo, forso il profumo dello shampoo di Luna..

Era un ruscello, quel suono nascosto, ma c'erano ruscelli nella Foresta Proibita?

"Hagrid!" chiese Ginny, interrompendo il silenzio "c'è un ruscello, da queste parti?"

"Sì" rispose il Mezzogigante "Altrimenti non ci sarebbero tanti animali e tante piante, qui. Da quelle parti si trovano spesso gli unicorni, e anche le mamme con i cuccioli.."

A Ginny e Luna brillarono gli occhi.

"Ti prego, andiamo! Voglio vedere un unicorno, non l'ho mai visto!" lo supplicò Ginny.

"Anche a me piacerebbe vederne uno" disse Luna.

"Basta che non fate baccano! A loro piace il silenzio.."

"Ma è pericoloso Hagrid? Non ci sono.. ragni giganti, o cose simili?" chiese Neville.

"I ragni abitano molto più giù" rispose Hagrid.

La risposta non parve tranquillizzare il ragazzo.

Il ruscello era più vicino di quello che pensavano. In quel punto, la Foresta non era nè minacciosa, nè pericolosa. Era bella.

"Se stiamo calmi e tranquilli potrebbero avvicinarsi" sussurrò Hagrid. Si nascosero dietro dei cespugli ed aspettarono.

Arrivarono in fretta, in realtà. Ginny trattenne il fiato. Erano stupendi. Ce n'erano tre, uno grande e due puledri. L'adulto era di un bianco splendente, abbagliante, con il grande corno caratteristico d'oro, come gli zoccoli. I puledri, invece, erano d'oro puro, e non avevano ancora il corno.

Ginny non si era accorta che Luna si era alzata in piedi, finchè non l'aveva vista vicino al ruscello, dov'erano i tre animali. L'unicorno adulto alzò lo sguardo, curioso, ma non si allontanò. La ragazza si avvicinò di più e tese una mano verso l'unicorno, e questo le si avvicinò, permettendole di accarezzarle il muso. Luna si frugò in una tasca, e tirò fuori delle zollette di zucchero, che l'animale mangiò con gusto.

"Incredibile" borbottò Hagrid "mai visto niente del genere"

Ginny sapeva qualcosa sugli unicorni. Sapeva che erano timidi e sospettosi, e non si avvicinavano agli umani.

Anche i puledri si avvicinarono a Luna, e lei gli diede altro zucchero. L'idillio finì quando Neville inciampò e fece troppo rumore. I tre unicorni fuggirono, veloci come il vento.

"Erano una mamma con i cuccioli" disse semplicemente Luna, agli amici.

"Hai talento!" esclamò Hagrid "Ti piacciono gli animali, eh?"

"Sì, moltissimo" rispose lei.

"E a loro piaci tu! Non ho mai visto niente del genere.."

Uscirono dalla Foresta. Era tardi, anche se non era ancora finito l'orario di punizione.

"Venite dentro, vi faccio una tisana e poi tutti a dormire" esclamò Hagrid, e li fece accomodare nella sua capanna. Ginny apparecchiò la tavola, mentre Luna grattava le orecchie a Thor.

"Sapete, avere voi tre qui mi fa pensare di avere ancora Harry, Ron ed Hermione" esclamò Hagrid "vedi, Neville, su quella sedia si sedeva sempre Ron.. e Hermione era quella che mi aiutava ad apparecchiare, e Harry stava spesso con Thor.."

Ginny sorrise. Hagrid mise un grosso piatto colmo di biscotti, sul quale Neville si avventò subito, affamato.

"Pensate a cosa potrebbe farci Piton se scorpiresse che invece di stare a lavorare nella Foresta, stiamo qui a prendere the e biscotti!" esclamò Neville.

"Mah, è strano, comunque" borbottò Hagrid.

"Cosa?" chiese Luna.

"Sinceramente, mi è parso strano quando Piton ha detto che dovevate sbrigare del lavoro con me. Insomma, nella Foresta non c'è niente da fare ultimamente, e lui lo sa, o almeno credo. Le dispenze delle Pozioni sono piene, o comunque Horace non mi ha chiesto niente.. Ovviamente non ho detto niente, ero contento che vi avesse affidato a me, so come puniscono le persone quei due mentecatti.."

Si voltò a guardare dalla finestra, verso il castello.

"Una volta, queste cose non si sarebbero nemmeno immaginate, qui dentro" disse Hagrid, in un soffio.


*

La lettera della mamma aveva tardato, ma Ginny sapeva benissimo che sarebbe arrivata. Vide Errol planare affaticato verso di lei, e fu sollevata nel vedere che tra le zampe non aveva una Strillettera. Diede da mangiare al gufo e aprì la pergamena.


Ginny,

ho ricevuto una lettera da Minerva in persona. Sei nei guai fino al collo, signorina, io e tuo padre moriamo di preoccupazione ogni giorno e tu passi le tue giornate a fare sciocchezze, rischiando ben più di una punizione! Da te non ci saremmo mai aspettati una cosa del genere, ti sei comportata da incoscente, ti credevo più matura!


La lettera continuava ben oltre.

"La mamma ha ricevuto la notizia?" chiese Neville. Ginny annuì.

"è fuori di sè"

"Si calmerà"

Ginny scrollò le spalle.

"Tua nonna? Ha detto qualcosa?"

Neville tirò fuori dalla tasca una pergamena spiegazzata.

"In realtà no.. anzi. Ha detto di essere fiera di me!"

Gli occhi del ragazzo si erano illuminati. Ginny sorrise: sapeva che Neville non aveva nessun altro che la nonna, e che teneva molto al suo giudizio. Era sempre vissuto nell'ombra di amici più coraggiosi o dei genitori, giustamente famosi, e ora aveva cominciato ad uscire allo scoperto, e tutti stavano scoprendo chi era veramente Neville Paciock.

Ginny accartocciò la lettere dalla mamma e la buttò nel suo piatto, tra le briciole dei suoi toast. Non capiva niente. Ma non ci aveva sperato. Sua madre la riteneva solo una bambina, e perciò la sua unica preoccupazione era proteggerla. Ma non era così. Ginny a volte avrebbe voluto tornare indietro nel tempo, ritornare ad avere sei anni, stare a casa con mamma e papà, senza preoccupazioni. Ma non lo era. Era grande, e i giochi erano finiti. Da molto tempo.



  
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