Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Lou Asakura    21/09/2007    9 recensioni
Questa è una storia di tanto tempo fa, confusa fra realtà e sogno. Coloro che l’hanno vissuta la ricordano con rammarico, altri la raccontano come fosse una favola.
Prima che tanti shinobi valorosi morissero, lasciando leggende da tramandare …
Prima che i fiori sbocciassero e le stagioni passassero, prima che nascessero gli eroi … c’era lui.
Era chiamato Il Fulmine Giallo di Konoha, e ancora oggi, la sua storia viene raccontata ai posteri come la più straordinaria delle leggende. [Spoiler Capitolo 367]
Primo capitolo quasi interamente riscritto. Consiglio di rileggerlo.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Yondaime
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler! | Contesto: Prima dell'inizio
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ho incontrato Naruto questa mattina

 

-Mi hai  prosciugato il portafoglio!-. Piagnucolò Minato, osservando tristemente il portamonete che pareva più vuoto del deserto di Suna.

Kushina rise –Ma dai, infondo ho presto solo due dozzine di ciotole di ramen. E poi ho promesso di ripagarti!-

-Si, come no-. Il biondino affrettò il passo e l’amica lo seguì. Le strade di Konoha erano molto affollate a quell’ora; era ovvio che nonostante la gente cercasse di comportarsi come sempre, di non apparire spaventata, il pensiero della guerra gravasse su tutti.

Quindi c’era un non so che di agitato nell’aria.

Di strano.

Come quando si preannuncia una tempesta.

-Cosa fai dopo, Minato-kun?-. Domandò Kushina, mentre osservava con interesse un cesto di mele rosse esposte su una bancarella.

Il biondo sospirò e porse al venditore gli ultimi spiccioli rimasti, poi consegnò a Kushina uno dei frutti.

–Devo andare dai ragazzi-  Rispose, mentre la rossina già pensava solo alla sua mela. –Sono stato via per un parecchio e siamo rimasti indietro con gli allenamenti-

-Ma poveri ragazzi! Mica ora li carichi di lavoro per recuperare il tempo perso?!-

Minato rise. –Ma no, no. Comunque sono degli allievi volenterosi… Sono davvero fiero di loro-

 

******   ******   ******   ******   ******   ******  ******   ******   ******

 

-Per oggi basta, ragazzi !-

Un mormorio di sollievo si levò in aria e i tre bambini, esausti e sudati, si raccolsero intorno al maestro.

-Come siamo andati, sensei ?- Domandò eccitato e speranzoso Obito.

Minato si portò una mano al mento con fare pensoso. –MmmmKakashi è stato davvero abile oggi, io stesso ho trovato difficoltà a tenergli testa.-

Si rivolse al ragazzino dai capelli grigi. –Ho sentito che a breve sarai promosso jonin. Complimenti-

Rin esultò e si aggrappò al braccio di Kakashi, mentre Obito mise il broncio.

-E io, sensei?!-

-HeemKakashi, Rin, perché non andate a casa? Dovrei parlare con Obito-

I due obbedirono, e, salutato in sensei, si diressero verso le loro abitazioni.

-Cosa c’è maestro? Cosa deve dirmi ?-

Minato si avvicinò alle altalene e si sedette su uno dei seggiolini. – Ascolta, Obito…-

Sospirò. –Tu sei molto al di sotto della media, ne sei consapevole vero ?-

Il bambino chinò il capo ed annuì debolmente.

-So che ti alleni duramente, ma purtroppo le tue abilità sono limitate. Anche se sei un Uchiha…-

-…Anche se sono un Uchiha sono una schiappa, vero? Sono la pecora nera del clan-.

Minato scosse il capo. –Non dire cosi. Coraggio..siediti-. Indicò il seggiolino libero.

Obito, sempre col capo chino si sedette sull’altalena accanto e cominciò a dondolarsi lentamente con i piedi.

-…Cosa mi consiglia, sensei? Forse fare lo shinobi non è per me-

-Beh…è ovvio che per diventare un ottimo shinobi bisogna essere molto dotato…come Kakashi.

Però… -

Obitò alzò il capo, in attesa di conoscere quel “però”.

-…Però c’è bisogno anche di altre qualità, come la determinazione. E poi…- Strizzò l’occhio. –Bisogna avere qualcuno da proteggere, qualcuno da amare-

L’Uchiha rimase sorpreso da quelle parole. Restò a  rimuginarci per alcuni secondi, poi sul suo volto si dipinse l’abituale sorriso. –Ha ragione, maestro!- Si spinse con i piedi e volò in alto, più in alto che potè.

 

-Sensei?- Domandò, sulla via di casa. –Ma lei ce l’ha qualcuno da amare?-

In quel preciso istante, per qualche strano motivo Minato inciampò.

 

******   ******   ******   ******   ******   ******  ******   ******   ******

 

Minato non riusciva a non pensarci. Era steso sul suo letto, fissava il soffitto con sguardo assorto mentre nella sua testa rimbombava una sola frase.

Lei ce l’ha qualcuno da amare, sensei?” . Perché diavolo in quell’istante gli era venuta in mente Kushina?! Non riusciva proprio a capacitarsene.

Non aveva mai associato il volto della sua amica d’infanzia, la sua compagna da sempre, alla parola amare. Eppure quest’ associazione gli era venuta naturale.

Come fosse una cosa logica.

Chiuse gli occhi e si passò una mano sul viso. Stava letteralmente impazzendo a pensarci… meglio provare a concentrarsi su altro.

Un altro flash attraversò la sua mente.

Cavolo, l’aveva dimenticato! Con tutta quella storia del portamonete Kushina non era ancora a conoscenza della sua probabile promozione a Hokage. Doveva comunicarglielo immediatamente e vedere che faccia avrebbe fatto!

Saltò giù dal letto, si vestì in fretta e sgattaiolò fuori. Il cielo era ancora fra l’arancio del tramonto ed il blu della notte e le luci delle case e delle strade cominciavano ad accendersi, illuminando il villaggio come tante lucciole.

Osservò le rocce degli Hokage. Shodaime Nidaime, Sandaime … molto presto anche il suo volto sarebbe stato scolpito su quella montagna, accanto a quelli dei più grandi eroi.

Yondaime.

Suonava davvero bene, già.

Aveva sempre più voglia di raccontare tutto a Kushina… non immaginava quanto sarebbe stata felice per lui!

Cominciò a correre ed esplorò ogni singolo angolo di Konoha. E finalmente eccola, inginocchiata a pregare dinanzi  al Monumento degli Eroi.  Si trattava di un sorta di lapide su cui venivano incisi i nomi di tutti gli shinobi valorosi morti in guerra o per difendere il villaggio.

Anche i nomi dei genitori di Kushina erano incisi su quella roccia. Erano venuti a mancare durante una missione, lasciandola come unica esponente dell’ un tempo prestigioso Clan Uzumaki.

Minato ricordava alla perfezione quanto l’amica avesse pianto in quell’occasione. Lui allora cercando di consolarla le aveva offerto una ciotola di ramen, che da allora divenne il suo cibo preferito.

Si avvicinò, lentamente, cercando di non fare rumore, e poggiò delicatamente una mano sulla spalla della ragazza.

Lei si voltò. I suoi occhi castani erano lucidi e due lacrime minacciavano di scendervi da un momento all’altro.

Minato ne fu ben sorpreso. Non l’aveva più vista piangere dopo quel giorno, forse perché aveva sempre provato a mascherare la sua tristezza dietro un sorriso ed un “dattebayo”.

-Kushina…cos’hai?-.

Lei si asciugò gli occhi con il braccio e si sforzò di sorridere. –Niente, Minato-kun. Ero solo un po’ triste. Dovevi dirmi qualcosa?-

Lui annuì, convinto che la notizia l’avrebbe fatta stare immediatamente meglio. –In effetti, si. Te l’avevo già detto prima, ma non mi stavi ascoltando. Probabilmente diventerò Hokage!-

Kushina sussultò ed abbassò il capo. –Guarda che avevo ascoltato-.

E, in quel momento, fece una cosa che Minato non avrebbe mai immaginato. Scoppiò a piangere e gli si gettò fra le braccia.

-M-ma…cos… Kushina, che hai? Non sei felice?-.

Lei lo strinse di più. –Non …non voglio che muoia anche tu, Minato-kun!-. Lo disse singhiozzando, e Minato si sentì improvvisamente triste.

-Perché dovrei morire?-

Kushina si staccò da lui e spostò lo sguardo sulla lapide. –Chi diventa Hokage è esposto a gravi pericoli … per non parlare poi… ho visto che fine ha fatto Dan, e anche il piccolo Nawaki, a causa del sogno di diventare Hokage!-. Nuove lacrime riempirono i suoi occhi e scesero giù, lungo le guance.

Minato la prese fra le sue braccia e la strinse forte. Per la prima volta si rendeva conto di quanto fossero legati… capiva perfettamente i suoi sentimenti .

-Io non morirò, tranquilla- Le sussurrò, carezzandole il capo. –Diventare Hokage è un grande onore, lo sai vero?-.

-Ma non voglio rischiare di vedere il tuo nome su quella lapide, Minato! Non voglio avere un altro nome da piangere! -. Si coprì il volto con le mani ed esplose in un pianto incontrollato, circondata dalle braccia di Minato pronte a consolarla, a fermare quelle sue lacrime.

-Kushina…non posso assicurarti che non morirò, ma…diventare Hokage è il sogno della mia vita , e tutto ciò che vorrei è condividere questa felicità con te-.

 Scostò la ragazza da se e la guardò negli occhi. –E poi nessuno shinobi sarà mai in grado di uccidermi, perché…-. Le asciugò le lacrime. -…perché io ho qualcuno da amare.-

Kushina prima restò stupita, poi sorrise e prese le mani dell’amico fra le sue.

-Promettimelo, Minato! Voglio che tu diventi il più grande Hokage di tutti i tempi, e che mi faccia essere orgogliosa di te!-

 

 

Fine 2 Capitolo

 

 

 

---------------------------------------------------------------------------------------------

 

 

 

NdA_ Cavolo, ho aggiornato con un ritardo spaventoso!!! A dire la verità non sapevo neppure se continuare o no, poi improvvisamente stamattina mi è venuta l’ispirazione.  D’ora in poi cercherò di aggiornare ad intervalli più brevi, nonostante la scuola e tutti gli altri impegni.

Ringrazio tutti per le recensioni… Arigatou Gozaimasu! ^O^

   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Lou Asakura