-Mi hai prosciugato il portafoglio!-.
Piagnucolò Minato, osservando tristemente il portamonete che pareva più vuoto
del deserto di Suna.
Kushina
rise –Ma dai, infondo ho presto solo due dozzine di
ciotole di ramen. E poi ho
promesso di ripagarti!-
-Si, come no-. Il biondino affrettò il passo e
l’amica lo seguì. Le strade di Konoha erano molto
affollate a quell’ora; era ovvio che nonostante la
gente cercasse di comportarsi come sempre, di non apparire spaventata, il
pensiero della guerra gravasse su tutti.
Quindi c’era un non so che di agitato nell’aria.
Di strano.
Come quando si preannuncia una tempesta.
-Cosa fai dopo, Minato-kun?-. Domandò Kushina,
mentre osservava con interesse un cesto di mele rosse esposte su una
bancarella.
Il biondo sospirò e porse al venditore gli ultimi
spiccioli rimasti, poi consegnò a Kushina uno dei
frutti.
–Devo andare dai ragazzi- Rispose, mentre la rossina
già pensava solo alla sua mela. –Sono stato via per un parecchio e siamo
rimasti indietro con gli allenamenti-
-Ma
poveri ragazzi! Mica ora li carichi di lavoro per recuperare il tempo perso?!-
Minato rise. –Ma no, no.
Comunque sono degli allievi volenterosi… Sono davvero
fiero di loro-
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-Per oggi basta, ragazzi !-
Un mormorio di sollievo si levò in aria e i tre
bambini, esausti e sudati, si raccolsero intorno al maestro.
-Come siamo andati, sensei ?- Domandò eccitato e speranzoso Obito.
Minato si portò una mano al mento con fare
pensoso. –Mmmm… Kakashi è
stato davvero abile oggi, io stesso ho trovato difficoltà a tenergli testa.-
Si rivolse al ragazzino dai capelli grigi. –Ho
sentito che a breve sarai promosso jonin.
Complimenti-
Rin
esultò e si aggrappò al braccio di Kakashi, mentre
Obito mise il broncio.
-E io, sensei?!-
-Heem…
Kakashi, Rin, perché non
andate a casa? Dovrei parlare con Obito-
I due obbedirono, e, salutato in
sensei, si diressero verso le loro abitazioni.
-Cosa c’è maestro?
Cosa deve dirmi ?-
Minato si avvicinò alle altalene e si sedette su
uno dei seggiolini. – Ascolta, Obito…-
Sospirò. –Tu sei molto al di
sotto della media, ne sei consapevole vero ?-
Il bambino chinò il capo ed annuì debolmente.
-So che ti alleni duramente, ma purtroppo le tue
abilità sono limitate. Anche se sei un Uchiha…-
-…Anche se sono un Uchiha sono una schiappa, vero? Sono la pecora nera del
clan-.
Minato scosse il capo. –Non dire cosi. Coraggio..siediti-.
Indicò il seggiolino libero.
Obito, sempre col capo chino si sedette
sull’altalena accanto e cominciò a dondolarsi lentamente con i piedi.
-…Cosa mi consiglia, sensei? Forse fare lo shinobi non
è per me-
-Beh…è ovvio che per diventare un ottimo shinobi bisogna essere molto dotato…come Kakashi.
Però…
-
Obitò
alzò il capo, in attesa di conoscere quel “però”.
-…Però c’è bisogno anche di altre
qualità, come la determinazione. E poi…- Strizzò
l’occhio. –Bisogna avere qualcuno da proteggere, qualcuno da amare-
L’Uchiha rimase sorpreso
da quelle parole. Restò a rimuginarci per alcuni secondi, poi sul
suo volto si dipinse l’abituale sorriso. –Ha ragione, maestro!- Si spinse con i piedi e volò in alto, più in alto che potè.
-Sensei?-
Domandò, sulla via di casa. –Ma lei ce l’ha qualcuno
da amare?-
In quel preciso istante, per qualche strano motivo
Minato inciampò.
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Minato non riusciva a non pensarci. Era steso sul
suo letto, fissava il soffitto con sguardo assorto mentre
nella sua testa rimbombava una sola frase.
“Lei ce l’ha qualcuno da amare, sensei?”
. Perché diavolo in quell’istante gli era venuta
in mente Kushina?! Non
riusciva proprio a capacitarsene.
Non aveva mai associato il volto della sua amica
d’infanzia, la sua compagna da sempre, alla parola amare. Eppure quest’ associazione gli era
venuta naturale.
Come fosse una cosa
logica.
Chiuse gli occhi e si passò una mano sul viso.
Stava letteralmente impazzendo a pensarci… meglio provare a concentrarsi su
altro.
Un altro flash attraversò la sua mente.
Cavolo, l’aveva dimenticato! Con tutta quella
storia del portamonete Kushina non era ancora a
conoscenza della sua probabile promozione a Hokage. Doveva
comunicarglielo immediatamente e vedere che faccia avrebbe fatto!
Saltò giù dal letto, si vestì in fretta e
sgattaiolò fuori. Il cielo era ancora fra l’arancio del tramonto ed il blu
della notte e le luci delle case e delle strade cominciavano ad accendersi,
illuminando il villaggio come tante lucciole.
Osservò le rocce degli Hokage.
Shodaime Nidaime, Sandaime … molto presto anche il suo volto sarebbe stato
scolpito su quella montagna, accanto a quelli dei più grandi eroi.
Yondaime.
Suonava davvero bene, già.
Aveva sempre più voglia di raccontare tutto a Kushina… non immaginava quanto sarebbe stata felice per
lui!
Cominciò a correre ed esplorò ogni singolo angolo
di Konoha. E finalmente eccola, inginocchiata a
pregare dinanzi al
Monumento degli Eroi. Si trattava di un sorta di lapide su cui venivano incisi i nomi di tutti
gli shinobi valorosi morti in guerra o per difendere
il villaggio.
Anche
i nomi dei genitori di Kushina erano incisi su quella
roccia. Erano venuti a mancare durante una missione, lasciandola come unica
esponente dell’ un tempo prestigioso Clan Uzumaki.
Minato ricordava alla perfezione quanto l’amica avesse pianto in quell’occasione. Lui
allora cercando di consolarla le aveva offerto una ciotola di ramen, che da allora divenne il
suo cibo preferito.
Si avvicinò, lentamente, cercando di non fare
rumore, e poggiò delicatamente una mano sulla spalla della ragazza.
Lei si voltò. I suoi occhi castani erano lucidi e due lacrime minacciavano di scendervi da un
momento all’altro.
Minato ne fu ben sorpreso. Non l’aveva più vista
piangere dopo quel giorno, forse perché aveva sempre provato a mascherare la
sua tristezza dietro un sorriso ed un “dattebayo”.
-Kushina…cos’hai?-.
Lei si asciugò gli occhi con il braccio e si
sforzò di sorridere. –Niente, Minato-kun. Ero solo un
po’ triste. Dovevi dirmi qualcosa?-
Lui annuì, convinto che la notizia l’avrebbe fatta stare immediatamente meglio. –In effetti, si.
Te l’avevo già detto prima, ma non mi stavi ascoltando. Probabilmente diventerò
Hokage!-
Kushina
sussultò ed abbassò il capo. –Guarda che avevo ascoltato-.
E,
in quel momento, fece una cosa che Minato non avrebbe mai immaginato. Scoppiò a
piangere e gli si gettò fra le braccia.
-M-ma…cos…
Kushina, che hai? Non sei felice?-.
Lei lo strinse di più. –Non …non voglio che muoia
anche tu, Minato-kun!-. Lo disse singhiozzando, e
Minato si sentì improvvisamente triste.
-Perché dovrei morire?-
Kushina
si staccò da lui e spostò lo sguardo sulla lapide. –Chi diventa Hokage è esposto a gravi pericoli … per non parlare poi… ho
visto che fine ha fatto Dan, e anche il piccolo Nawaki, a causa del sogno di diventare Hokage!-.
Nuove lacrime riempirono i suoi occhi e scesero giù, lungo le guance.
Minato la prese fra le
sue braccia e la strinse forte. Per la prima volta si rendeva conto di quanto
fossero legati… capiva perfettamente i suoi sentimenti .
-Io non morirò, tranquilla- Le
sussurrò, carezzandole il capo. –Diventare Hokage
è un grande onore, lo sai vero?-.
-Ma
non voglio rischiare di vedere il tuo nome su quella lapide, Minato! Non voglio
avere un altro nome da piangere! -. Si coprì il volto con le mani ed esplose in
un pianto incontrollato, circondata dalle braccia di Minato pronte a
consolarla, a fermare quelle sue lacrime.
-Kushina…non
posso assicurarti che non morirò, ma…diventare Hokage
è il sogno della mia vita , e tutto ciò che vorrei è
condividere questa felicità con te-.
Scostò la
ragazza da se e la guardò negli occhi. –E poi nessuno shinobi sarà mai in grado di uccidermi, perché…-. Le
asciugò le lacrime. -…perché io ho qualcuno da amare.-
Kushina
prima restò stupita, poi sorrise e prese le mani dell’amico fra le sue.
-Promettimelo, Minato! Voglio che tu diventi il
più grande Hokage di tutti i tempi, e che mi faccia
essere orgogliosa di te!-
Fine
2 Capitolo
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NdA_ Cavolo, ho
aggiornato con un ritardo spaventoso!!! A dire la
verità non sapevo neppure se continuare o no, poi improvvisamente stamattina mi
è venuta l’ispirazione. D’ora in poi
cercherò di aggiornare ad intervalli più brevi, nonostante la scuola e tutti
gli altri impegni.
Ringrazio tutti per le recensioni… Arigatou Gozaimasu! ^O^