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Autore: SilverLugia    05/03/2013    0 recensioni
Dal Prologo:
"Come ci sei finita in questa situazione, Belle?
Non lo sai nemmeno tu, vero?
Questi i tuoi pensieri mentre fissi con insistenza il soffitto ricoperto da una tenda trapuntata di stelle, immaginando di perderti dentro esse.
[...]
- No. Mi servi. Ho bisogno di te. –
Anche ora che ci ripensi constati come persino quelle parole, le parole che una ragazza, che qualsiasi ragazza, vorrebbe sentirsi dire, assomigliano al più crudele degli incantesimi.
Perché quelle parole, dette da Tom Riddle, erano veleno puro.
Questa è la mia prima storia qui su EFP e se vorreste recensirla per darmi dei pareri o consigli ne sarei felice!
E' una Tom/Nuovo Personaggio (ovvero la mia bellissima Belle) molto particolare.
Qual'è il potere di cui si parla nel prologo?
Cosa vuole Tom Riddle da Belle?
Scopritelo aprendo questa storia e leggendone i capitoli! Buona Lettura!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Antonin Dolohov, Cygnus Black, Evan Rosier, Tom O. Riddle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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CAPITOLO 1 - HOGWARTS




18 Dicembre 1943

 
La Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, finalmente c’eri arrivata.
Camminavi, la neve appena caduta che scricchiolava sotto i tuoi stivali.
Il cuore ti batteva all’impazzata, il cervello lavorava frenetico, catturando ogni immagine che ti si presentava davanti, come una foto più unica che rara: la strada per la Scuola, il treno, il Castello, i gargoyle, il grande portone, le luci della bella Hogsmeade…tutto.
- Bene, Belle, siamo arrivati. Allora, sei pronta? –
Ti voltasti e sorridesti, emozionata, alla persona alla tua destra.
La barba bianca che cadeva morbida sulla lunga veste viola scuro, ornata qua e là da stelle argentate; in qualche parte nascoste dal pesante mantello nero come la notte stellata che vedevi sopra di te.
- Sì signore. – dicesti, la voce che esprimeva tutta la tua curiosità.
Lui sorrise, benevolo.
- Perfetto allora. Gli studenti dovrebbero star cenando, ti presenteremo come stabilito. Domande? –
Ti mordesti il labbro in quel gesto così insito nella tua natura che chiunque ti conoscesse aveva già visto miriadi di volte.
- In effetti, ne avrei una. E’ sicuro che funzionerà? –
L’uomo allargò il sorriso e ti diede un colpetto affettuoso alla spalla.
- Oh sì, senza ombra di dubbio. E se avrai qualsiasi dubbio sulla sua effettiva riuscita o qualsiasi problema, la prego di venire subito da me. –
Il cuore si rilassò un po’, ti perdesti in quei occhi azzurri talmente rassicuranti.
- Certo, professor Silente –
 
La Sala Grande era gremita di persone, i quattro tavoli delle Case della Scuola pieni.
I colori delle nobili Casate dei Fondatori; Corvonero, Tassorosso, Grifondoro e Serpeverde; riempivano i muri di pietra, vivacizzando l’ambiente.
Delle candele galleggiavano a metri da terra, rischiarando l’enorme salone.
Chi rideva, chi scherzava, chi ripassava o chi semplicemente chiacchierava con gli amici; tutti erano impegnati in qualcosa, attendendo l’arrivo della cena.
Ma un gruppo di ragazzi attraeva l’attenzione più di altri, tanto che gli occhi di molti studenti, per la maggior parte di sesso femminile, erano convogliati alla loro ammirazione.
D’altra parte, come si poteva non guardarli?
Evan Rosier, i capelli d’un biondo tendente quasi al platino, gli occhi azzurri come il mare calmo, un pigro sguardo d’interesse nei tratti che non tentava comunque di nascondere la sua malcelata noia; Cygnus Black, gli indomabili capelli neri che si fermavano poco prima delle spalle, al posto degli occhi pozzi neri come la pece che non facevano trasparire alcun sentimento.
C’era poi John Avery (1), i capelli scuri tagliati corti, gli occhi verdi erano scattanti, pronti ad intercettare il piccolo segno di novità.
Accanto ad Avery sedeva il fido compagno Anthony Dolohov, i capelli di un biondo cenere che faceva impazzire le numerose amanti che si sapeva avesse nel Castello; gli occhi d’un dolce caramello.
Non erano però loro la vera attrazione di quel magnetico gruppo, quanto lui, il capo, il leader.
Tom Riddle sedeva con un’aria svogliata sulla panca di legno, la pelle bianca come un cadavere, i capelli corvini che ricadevano perfettamente, coprendo a volte quegli occhi d’un verde unico, impenetrabile. Sì, perché era impossibile per tutti anche solo provare a comprendere ciò che passava per la testa di quel ragazzo; sembrava come venti passi a te, sempre.
Druella Rosier, la sorella di un anno più piccola di Evan, sedeva col corpo completamente catturato dall’orbita magnetica che Tom riusciva a suscitare, ogni attenzione per lui. Le dolci forme visibili sotto la divisa della Scuola, la chioma, solo poco più scura di quella del fratello ma comunque bionda come la sua, scendeva sul corpo, sotto il seno, per finire con leggeri spirali, probabilmente non naturali. Dire che Druella fosse una ragazza benvoluta dai ragazzi era minimizzare, ma era riduttivo anche dire che aveva una semplice cotta per Tom. Druella semplicemente viveva per Tom, i suoi occhi sempre alla ricerca di un qualche bisogno del ragazzo, pronta a soddisfare ogni sua richiesta. Quella sera, come spesso accadeva, Druella era seduta accanto a Tom, gli occhi puntati sulle mani perfette del ragazzo che si avvicinavano alla scacchiera magica.
- Direi che ti ho in pugno, Cygnus. Scacco matto. – disse Tom, la voce pacata e della solita dolcezza fredda.
- Direi di sì. Ma che diavolo è successo? Gli elfi si sono dimenticati che ore sono? Ho fame io! – sbottò Cygnus, il solito tono roco e ruvido che provocava diffusa pelle d’oca nelle ragazze.
- Non ne ho idea, spero solo che si sbrighino, non ne posso più. – aggiunse Avery, scoccando uno sguardo infastidito attorno.
- Se tardano tanto vorrà dire che ci sarà qualcosa di speciale. – constatò Tom, passando attento lo sguardo per la Sala, come cercando un qualche indizio.
- Tu sai qualcosa? – chiese Evan a Riddle, lo sguardo serio.
- No, nulla. – rispose l’altro senza smettere di guardare attorno a sé.
- Io forse sì – esclamò Druella, gli occhi scintillanti che esprimevano l’ovvia felicità di essere d’aiuto a Tom.
- Avanti, parla. – la incitò il fratello, poco paziente.
Druella gli scoccò uno sguardo infastidito e fece finta di pensare, aspettando che fosse Tom a parlarle.
E così fu.
- Allora Dru, che hai scoperto? – le domandò Tom, incentrando l’attenzione sulla ragazza, la voce volutamente melliflua. Tom Riddle sapeva come ottenere le cose dagli altri. Non cadete dunque nell’errore di pensare che quel nomignolo significasse contatto emotivo alcuno con lei, era solo che serviva, tutto qui.
Druella stava scoppiando dalla gioia e iniziò a raccontare ciò che sapeva.
- Beh, non sono sicura, ma ho sentito dire dalla Weasley durante Pozioni che arriverà qualcuno, un nuovo studente penso. Suo padre, quel viscido traditore del suo sangue, lavora al sezione “Rapporti Magici Internazionali” del Ministero e l’ha sentito parlare di “trasporti”, “inserimento”, “studente” e “Hogwarts”. –
- Un nuovo studente? Ad anno iniziato? –
- Vuol dire che non è inglese. Per voi come faranno lo Smistamento? –
- Non ne ho idea. Forse davanti a tutti noi. –
- Dubito, o ci sarà una rivolta per le pance vuote. Magari l’hanno già fatto. –
- Pensate dovrà ri-iniziare tutti gli anni daccapo? –
- Che idiota che sei John, per te mettono magari un sedicenne tra quelli del primo anno? –
- E che ne so io! Però dubito sia mai successa una cosa simile. E tu Tom, che ne pensi? –
Mentre infatti tutti si erano lanciati in congetture su congetture, probabilmente nel tentativo di far tacere lo stomaco; Tom era rimasto in silenzio, impassibile, la testa appoggiata al pugno, fissava concentrato il tavolo degli insegnanti.
Quando si sentì chiamato in causa, volse lentamente lo sguardo ai compagni e parlò con voce chiara ed eloquente.
- Nessuno ha notato che manca Silente? Uno come lui ha più potere di Dippet, sebbene sia un semplice professore di Incantesimi. Quindi questa persona deve essere importante o importante deve essere qualcosa legata a lei, per scomodarlo. Forse l’esponente di una ricca famiglia d’oltre mare o simili. Inoltre, i professori non fanno che guardare il portone, fingendo tranquillità. Suppongo quindi che chiunque sia stia per arrivare. Considerata la data non credo ci sarà uno Smistamento, probabilmente l’hanno fatto in privato. Quindi, non ci resta che aspettare. –
Che Tom sorprendesse tutti, per poi perdersi di nuovo nei suoi pensieri, era normale. L’acutezza senza pari, l’intelligenza ben sopra la media.
Era da tutti considerato lo studente più brillante della Scuola, e non solo del Settimo Anno, al quale apparteneva.
Cygnus e John continuarono a discutere a bassa voce; Evan ed Anthony invece fecero silenzio, iniziando però a scoccare sguardi curiosi al portone. Druella al contrario di tutti, si avvicinò a Tom, poggiando delicatamente e con prudenza la mano sul braccio di lui.
- Sei davvero geniale Tom – sussurrò piano.
Lui si voltò di scatto, non appena il contatto si materializzò, e la perforò con lo sguardo da…serpente.
Gli occhi verdi sembrarono perdere ogni traccia di calma, le iridi quasi assottigliarsi.
- Lo so. Togli quella mano, ora. –
Druella ubbidì, come fulminata.
Appena la mano si tolse, Tom ritornò quello di sempre, un sorriso che però di caldo non aveva nulla sul volto.
- Scusa, Dru. Lo sai che non mi piace che mi si tocchi. –
Druella impiegò un secondo in più del normale a rispondere, ma quando lo fece le guance si erano accese un poco, trasmettendo l’imbarazzo che l’uso del diminutivo le faceva sempre.
- No, scusa tu Tom. –
Tom si voltò di nuovo, sospirando tra sé e sé.

“Le persone sono così stupide” 

Proprio in quel momento, il tanto atteso avvenimento accadde: il grande portone si spalancò, lasciando intravedere due figure.
Una, si distingueva anche da lontano, era quella del professore di Incantesimi, l’uomo più amato e, nel caso dei Serpeverde, il più odiato di tutta la Scuola. Rimaneva però il più rispettato, di qualsiasi casa fossi.
E probabilmente l’unica di cui Tom aveva paura.
L’altra figura era invece sconosciuta.
Una serie di bisbigli accompagnarono la loro camminata verso il tavolo degli insegnanti e, solo quando furono a pochi passi di distanza, Tom riuscì a vederla.
Era una ragazza.
Avrà avuto circa sedici anni, capelli color del mogano che cadevano in morbidi spirali. Il corpo era coperto da un giaccone nero, si poteva vedere la gonna della divisa di Hogwarts sotto il capo.
Ma ciò che davvero stupì Tom fu quando i loro occhi si incontrarono.
Quelli di lei erano cioccolata fondente, calda e invitante. Ciò che però lo colpì non furono tanto gli occhi quanto la strana sensazione che accompagnò quello sguardo.
Era come essere nudo, tutto un tratto; la gelida coperta che l’aveva celato al mondo, tolta con violenza.
Sentiva come se potesse leggere ogni emozione sul suo volto.
E Tom Riddle ebbe paura.
Fu però questione di secondi, dopo dei quali Tom si voltò per assicurarsi che nessuno se ne fosse accorto.
E così fu.
Quando tornò a guardare evitò di puntare l’attenzione sui suoi occhi, ma continuò a studiarla, come una creatura appena scoperta. Non mancò però di sentire le parole di Silente: - Buonasera, miei cari studenti. Mi dispiace di essere la causa del ritardo della cena, spero possiate perdonarmi. Comunque, è per una valida ragione, ma giudicate voi stessi. Vi presento una nuova entrata nella nostra Scuola e spero che l’accoglierete come si merita. Signore e signori, Belle De Cygne. Belle sarà una studentessa della nostra Scuola, da ora. La signorina De Cygne si è trasferita da poco, prima frequentava la Scuola di Magia di BeauxBatons. Per ovvi motivi, non sarebbe comodo fare lo Smistamento ora, quindi è stato eseguito in privato. E sono orgoglioso di dire che la nuova studentessa è risultata più che adatta alla nobile casa di…Corvonero! –
Uno sciame di applausi scoppiò dal tavolo Blu-Bronzo.
Tom notò come le guance della ragazza si colorarono di rosa, così innocentemente.
Silente sorrise incoraggiante e subito dopo anche gli altri tavoli, compreso qualche Serpeverde, applaudirono.
Tom notò che molti ragazzi la guardavano, interessati.
Ma Tom in lei cercava solo una spiegazione a quel che era accaduto poco fa.
La vide sedersi accanto ad un certo William Moody, uno del Settimo Anno che l’accolse forse con malcelato interesse maschile. Tom, notando che qualcuno lo stava guardando, distolse lo sguardo, concentrandosi sulla zuppa di funghi che gli era appena comparso davanti.
Eppure, durante quella cena, Tom non fece che rivivere lo strano fenomeno avvenuto poco fa. Che era successo?
 


***

 

Hogwarts era ancora più bella di come pensava. La Sala Grande era gremita di persone, i cui sguardi non poté non notare erano rivolti verso di lei.
Sentì le guance arrossarsi ma non ci fece caso.
Sentiva però come un qualcosa di gelido che le premeva contro.
Non ne capì la provenienza e se ne dimenticò quando Will, il ragazzo che le era accanto, si mise a parlare.
Era carino, molto.
I capelli mossi, color del cioccolato al latte; gli occhi di un azzurro chiaro.
Il sorriso contagioso, che non poté che contraccambiare.
- Quindi…sei francese, eh? Parli benissimo inglese! –
- Mia mamma mi portava spesso qui, durante le estati. A volte mi scappa qualche parola francese però – e si lasciò andare ad una leggera risata.
William le sorrise.
- Non mi dispiace, tranquilla. –
- Quindi…questa è la nuova Corvonero, eh? –
Una ragazza dai capelli rossi, lisci, le si avvicinò, sorridente.
Belle notò che gli occhi erano scuri e il viso spruzzato di lentiggini chiare.
- Così sembra. Sono Belle, piacere – disse, porgendo la mano che venne presto stretta.
- Io Alexandra, ma puoi chiamarmi Alex. Alex Johnson. Allora, com’è che sei qui? –
Belle passò la cena a raccontare della Francia, della sua vita, di Parigi.
Raccontò di come si era trasferita dopo che suo padre aveva ottenuto una promozione a Londra, di come sua madre adori fare la casalinga; raccontò anche di Kiky, la sua civetta delle nevi.
Belle era una NataBabbana, ma nessuno sembrava curarsene.
E anche se continuò ad avvertire quel picco di gelo che le provocava la pelle d’oca, fece finta di niente, perché voleva continuare a parlare e non fermarsi mai.
Belle si era fatta degli amici.
 
Quando uscì dalla Sala Grande, insieme a Will e Alex, Belle aveva la pancia ancora un po’ vuota; dopotutto aveva passato la maggior parte del tempo a chiacchierare; ma non ci badò.
- Il Dormitorio è da questa parte. Seguimi – le disse Alex, dirigendosi verso le scale.
Belle la stava seguendo ed aveva fatto tre scalini, quando sentì qualcuno chiamarla.
- Ehi! Cygne? –
Belle si voltò, trovandosi faccia a faccia con un ragazzo.
I capelli corvini gli ricadevano ordinati e perfetti sul viso d’un bianco quasi anomalo; le labbra sottili e rosee, la pelle che sembrava scolpita nel marmo. Ma gli occhi, quelli Belle non se li sarebbe dimenticati mai.
Erano di un verde intenso, misterioso: era come se ci affondassi dentro.
E lì, Belle sentì chiara la sensazione di conoscere già quella persona: ne avvertiva le sensazioni, i respiri; quasi fossero un’unica persona.
Con un rapido respiro però Belle si impose di smetterla: non doveva farlo.
- Mi hai chiamato? – chiese, la voce quasi un sussurro.
Il ragazzo sembrava confuso e ci mise un secondo a rispondere, ma quando lo fece, era sicuro, forte.
- Volevo solo presentarmi. Sono Tom, Tom Riddle. –
Belle strinse la mano che le veniva porta, avvertendo però un’ondata di gelo improvviso.
- Belle – rispose lei.
- Beh, è un piacere… Belle. –





Bene, ecco a voi il primo vero capitolo di questa Fan Fic! Spero vi sia piaciuto ;) Qui abbiamo l'incontro tra Belle e Tom e iniziamo ad intuire che il loro non sarà un rapporto...semplice. Bene, vi invito a recensire, sopratutto per capire se sta funzionando o no XD

(1) = Il vero nome di Avery non è detto da nessuna parte, quindi me lo sono inventato :)

Detto ciò, spero recensirete in tanti e... Alla prossima! 

  
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