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Autore: Tinkerbell92    06/03/2013    2 recensioni
La storia è in parte ispirata al film "Hocus Pocus" di Kenny Ortega (1993).
Tre sorelle streghe, giustiziate nel 1691 per l'omicidio di due giovani, vengono accidentalmente riportate in vita 320 anni dopo, da una ragazza di nome Vicky.
Per diventare immortali, le tre sorelle dovranno racchiudere dentro un medaglione magico tre anime. Due sono presenti, manca solo la terza: quella di Vicky.
(nb: la parte storica del luogo in cui si svolge la storia è puramente di mia invenzione).
STORIA SOSPESA
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fu un colpo di telefono a turbare la quiete di casa Bennett.
Vicky gettò nel lavandino lo straccio con cui stava pulendo il tavolo della cucina e afferrò tempestivamente il cordless: "Pronto? Paul, che cosa c'è?"
Jane si affacciò alla soglia della cucina, con un'espressione preoccupata. Il tono di Vicky non prometteva nulla di buono ed ebbe conferma dei suoi sospetti non appena la cugina strillò: "Sai scherzando?" "Che succede?" domandò Mickey, raggiungendo la sorella "Che cos'ha Paul?"
Vicky si morse un labbro, poi disse con fare sbrigativo: "Arriviamo subito." Spense il cordless e si avviò a grandi passi verso l'attaccapanni, dove stava appeso il suo cappotto, passando senza problemi attraverso Cassie, che volteggiava con aria ansiosa.
Jane la raggiunse di corsa, fissandola con fare un po' scocciato: "Mi dici che succede?"
Vicky sbuffò, infilandosi il cappotto, e prese le chiavi di casa: "Paul mi ha detto che il libro non si trova più a casa sua." "Come?" esclamò Jane "Com'è possibile?" "E' possibile perchè è un idiota!" sbottò Vicky "Uno degli impiegati del Museo è passato a casa sua per prendere dei documenti e, già che c'era, ha pensato bene di prendere il libro delle Cromwell per portalo alla Mostra, senza che il babbeo se ne accorgesse!"
Fece per avviarsi verso la porta d'ingresso, ma Jane la fermò, afferrandola per un braccio: "E pensi di andare al Museo da sola? Con le streghe che ti danno la caccia?" "Cos'è, vuoi venire tu a salvare il culo al tuo fidanzatino?" sbottò Vicky, liberandosi dalla presa della cugina con uno strattone "Me la caverò benissimo da sola."
Appoggiò la mano sulla maniglia della porta, quando il tono arrabbiato di Jane la fece voltare di scatto: "Adesso hai veramente rotto, Vicky!"
La ragazza si girò, alzando un sopracciglio: "Come, scusa?"
Jane socchiuse gli occhi scuri con aria minacciosa: "Mi sono veramente rotta di te, dei tuoi modi bruschi e della tua gelosia! Ti credi perfetta, quando invece hai un carattere tremendo! Se non volevi che andassi al ballo con Paul, invece che sbottare e dare di matto, non potevi semplicemente dirmelo? Ce l'hai con me per questo motivo, vero? Non pensi che se mi avessi detto prima che lui ti interessa io avrei lasciato perdere?"
Il volto di Vicky assunse un brutto colorito verdastro: "Io... io non sono interessata a lui!" "Beh, non mi sembra proprio" replicò calma Jane "Altrimenti non ti comporteresti così."
Vicky aprì la bocca per protestare, quando Cedric le raggiunse con aria interrogativa: "Perdonate l'intrusione, ma non capisco il motivo di tanto fermento..." Vicky alzò gli occhi al cielo: "Il libro delle Cromwell è finito al Museo, ma Jane non vuole farmi andare a riprenderlo perchè ha paura che le rubi il fidanzato..." "Ma che..."
Jane fece per protestare, ma poi preferì lasciar perdere.
Cedric aggrottò la fronte con aria allarmata: "Se è vero quello che dite allora abbiamo un bel problema... dobbiamo andare subito a riprendere il libro." "E' quello che stavo facendo!" esclamò Vicky, allargando le braccia con aria esasperata "Se non vi dispiace, ora preferirei andare, perdere tempo in questo modo è una cosa da idioti." "Non potete andare Voi" la interruppe Cedric.
Vicky fece per protestare, ma lui continuò con tono calmo: "Almeno, non potete andare da sola. Io Vi accompagnerò. Ho già affrontato le Cromwell in passato..." "Vengo anch'io" sorrise Cassie, raggiungendoli volteggiando "E immagino che anche Jane e Mickey vorranno venire con noi..."
Vicky sbuffò ed aprì la porta di casa con fare brusco: "Beh, allora muovetevi."

Margaret si aggirava per il Museo deserto con aria assorta. Ogni tanto, gettava uno sguardo verso la Biblioteca, dove Helen stava ispezionando tutti i libri esposti alla ricerca del loro volume magico.
"Che razza di seccatura" brontolò la strega, rigirandosi tra le dita la misteriosa bacchetta con la testa di cane in argento in cima. Osservò l'oggetto per alcuni minuti, mentre i ricordi del passato affioravano alla sua mente. Poi, però, emise uno sbuffo di disapprovazione e ripose la bacchetta al suo posto con un gesto quasi di stizza.
Mirana, intanto, saltellava qua e là per la Biblioteca, senza avere la minima intenzione di dare una mano ad Helen per cercare il libro.
Tutti quegli enormi volumi la annoiavano e, di sicuro, la sorella l'avrebbe allontanata all'istante, se solo si fosse proposta di darle una mano.
Helen amava lavorare da sola, non voleva scocciature intorno.
Si diresse verso l'uscita della Biblioteca, indecisa se esplorare o meno il paesaggio esterno, quando la porta si aprì ed un giovane con i capelli biondi entrò lentamente.
La ragazza lo fissò a lungo, con un'espressione curiosa, poi, non appena lui alzò lo sguardo, si illuminò ed una strana euforia si impadronì di lei, spingendola a corrergli incontro e abbracciarlo: "Dekker!"
Il giovane restò un attimo sorpreso, per nulla abituato a ricevere le attenzioni di una ragazza tanto carina, e balbettò impacciato: "Mi... mi conosce?"
Mirana spalancò gli occhi azzurri con un sorriso: "Non ti ricordi di me? Sono Mirana! Oh, che bello averti ritrovato! Come mai hai i capelli corti, adesso?" "Mirana?" balbettò lui "Ehm, signorina, non credo che io e Lei ci siamo mai..." "Che cosa succede qui"
Helen li raggiunse con un'espressione scocciata sul volto: "Si può sapere che hai da strillare tanto, Mirana? Come pensi che possa concentrarmi con te che fai tutto questo chiasso?"
Mirana le fece la linguaccia e abbracciò Dekker con maggior vigore: "Non rompere, Helen, ho ritrovato il mio John e sono davvero felice!" "Ehm, veramente..." cercò di protestare Dekker, ma la stretta della strega gli tolse quasi il respiro.
Helen lo fissò per un po', poi replicò calma: "Quello non è Dekker." "Come non è Dekker?" squittì Mirana "Certo che è lui! Riconoscerei il mio John tra mille ragazzi!  Me l'ha detto anche lui di chiamarsi Dekker, vero?"
Tom aprì la bocca per rispondere, ma riuscì solo a balbettare qualche frase sconnessa: "Ehm... s-sì, mi chiamo Dekker ma..." "Visto?"
Mirana lo abbracciò più forte, strofinando la guancia contro quella del ragazzo: "E io che pensavo di non ritrovarti mai più, John!" "Mirana!" sbottò Helen, perdendo la sua espressione impassibile "Lui non è John, è solo uno che gli assomiglia! Forse è un suo parente. Ma non può essere il John Dekker che conosciamo: sono passati tracentovent'anni, come fa ad essere ancora vivo?"
Mirana frenò all'istante l'entusiasmo e si staccò da Dekker con aria confusa. Lo osservò a lungo, aggrottando di tanto in tanto la fronte con aria confusa. Poi, mormorò con un filo di voce: "Non... non sei tu?"
Dekker scosse la testa, cercando di non pensare al fatto di trovarsi al cospetto di una strega leggendaria, e rispose dispiaciuto: "No, mi dispiace, io non mi chiamo John. Il mio nome è Thomas."
Mirana fece un passo indietro, con un'espressione ferita, e scappò in lacrime verso la sezione "Classici" della Biblioteca. Helen alzò gli occhi al cielo e gettò uno sguardo sprezzante a Tom: "Beh, che fai ancora qui? Sparisci, sguattero, qui c'è gente che lavora!"
Girò i tacchi e tornò ad ispezionare i vari libri con aria scocciata.
Dekker si accasciò su una sedia, tastandosi la fronte: doveva avere la febbre, altrimenti non si sarebbe spiagato il perchè di quelle allucinazioni. Streghe del Seicento nella Biblioteca di Portsmouth? Evidentemente i funghi della pizza che aveva mangiato a pranzo dovevano essere andati a male...
Si stropicciò gli occhi e, proprio mentre pensava di aver dato una risposta al dilemma che lo tormentava, ricordò improvvisamente che la pizza non aveva i funghi. E i singhiozzi che venivano dalla sezione "Classici" erano un po' troppo realistici per essere solo frutto di un'allucinazione, così come il profumo femminile che si sentiva ancora addosso.
Non c'era alcun dubbio: le streghe erano vere.
In un primo momento, Tom pensò bene di uscire silenziosamente dalla porta sul retro e scappare via il più velocemente possibile, ma poi, senza sapare il perchè, fu preso da un'incredibile curiosità, che lo spingeva verso la ragazza che piangeva nel reparto "Classici".
Si alzò, con le gambe che vacillavano leggermente, e si diresse verso quel pianto disperato e un po' infantile.
La osservò per un po' da lontano: era seduta su una sedia attaccata al tavolino da lettura e singhiozzava, nascondendo il viso tra le mani.
Tom le si avvicinò con cautela, sedendosi sulla sedia di fronte a quella della ragazza, e, lentamente, prese le mani pallide di lei tra le sue, in modo da poterle vedere bene il viso.
Mirana lo fissò stupita, con le lacrime che scendevano lungo le guance morbide, e domandò con voce rotta: "Che cosa vuoi?"
Tom abbassò lo sguardo, un po' incerto, poi rispose semplicemente: "Mi dispiace averti dato un'illusione... io... beh, mi dispiace molto non essere colui che cerchi."
Mirana tirò su col naso e singhiozzò: "John è morto?" Dekker annuì lentamente: "Sì, molti anni fa. Lui... era un mio antenato... sono un suo discendente, per questo gli assomiglio..."
Mirana si asciugò le lacrime e abbassò lo sguardo. Tom si guardò attorno per un po', poi ebbe un'idea: "Sai, lui ha conservato un pezzo di legno delle tua scopa... è a casa mia, in una scatolina d'oro..." "Un pezzo della mia scopa?" si illuminò Mirana "Voglio vederlo!" "Ma certo"
Tom sorrise, facendola alzare con delicatezza: "Casa mia non dista molto da qui. Se ti va, possiamo anche farci un giro..." "Oh, come ti pare" ribattè lei "Tanto non ho nulla da fare qui..."
Dekker arrossì un po', quando la mano della strega si serrò attorno alla sua e, cercando di non far vedere il rossore sulle proprie guance, si avviò con lei verso l'uscita.
Era una pazzia, probabilmente. Ma quando gli sarebbe ricapitata l'occasione di fare una pazzia del genere?

Se fossero rimasti in Biblioteca un po' più a lungo, Tom e Mirana avrebbero di sicuro incrociato Vicky ed il suo allegro gruppetto che si dirigeva a falcate verso la Richards' Library.
Vicky raggiunse di corsa la porta d'ingresso e fece per entrare, quando una mano gentile si posò sulla sua. Cedric le sorrise, facendola arrossire un po': "Sarebbe meglio che vada avanti io. Le streghe potrebbero essere ancora qui dentro..."
La ragazza alzò le spalle, un po' incerta su cosa rispondere, ma, proprio mentre apriva la bocca, il rombo di una moto la distrasse: "Paul!"
Il bibliotecario si levò il casco, cercando di sistemarsi i capelli arruffati, e guardò il gruppo con aria preoccupata: "Siete appena arrivati?" "Sì" rispose Jane, sorridendogli "Vicky stava giusto per entrare da sola, anche se sarebbe meglio che stesse alla larga... sembra non voglia capire che le streghe stanno cercando lei per prendere la sua anima..."
Vicky la fulminò con lo sguardo e spinse con un gesto di stizza il portone d'ingresso, senza nemmeno aspettare Cedric.
Entrò nella Biblioteca a passo deciso, ma rallentò di colpo non appena si sentì circondata da un silenzio innaturale.
L'aria che si respirava era diversa da quella che sentiva di solito quando entrava in Biblioteca. Era un'aria cupa, inquietante, intrisa di Magia.
Qualcuno le si affiancò, facendola sobbalzare, ma si trattenne dal gridare qualche imprecazione non appena Cedric le fece cenno di non fiatare. Mickey afferrò la mano della sorella e si guardò attorno impaurito: "Non mi piace questo silenzio..."
Cassie volteggiò accanto a loro e fissò con insistenza un punto imprecisato davanti a sè: "Lo sento..." "Cosa?" domandò Vicky con apprensione.
La Banshee indicò il corridoio che portava dalla Biblioteca al Museo: "Qualcosa sta arrivando da di là..."
I ragazzi trattennero il fiato, indecisi se avanzare o nascondersi, quando, all'improvviso, la figura barcollante di un uomo comparve nel punto esatto in cui Cassie stava guardando.
Era vestito in maniera piuttosto formale e, sul volto, aveva dipinta un'espressione vacua.
Paul ebbe un sussulto non appena l'uomo fu più vicino: "Evan!"
Il tipo inciampò, finendo lungo disteso per terra. Paul corse ad aiutarlo, cercando di farlo riprendere: "Evan, che cosa ti è successo?"
L'uomo strabuzzò gli occhi, emettendo un gemito soffocato: "Donne... libro... incantesimo... buio!"
Vicky lo fissò sconvolta e, prima ancora che potesse realizzare la situazione, Paul si voltò verso di lei e mormorò: "E' lui l'impiegato che è venuto a casa mia oggi... è lui che ha portato il libro qui..."
Il rumore di un'esplosione fece sobbalzare tutti quanti, mentre una risata femminile riecheggiava sinistramente.
Vicky fece un passo indietro, stringendo istintivamente la mano di Cedric, e fissò ad occhi spalancati le due figure che avanzavano chiacchierando tranquillamente.
Una era vestita di nero, aveva dei bellissimi occhi color ghiaccio e lunghi capelli neri raccolti in una coda un po' spettinata. L'altra, poco più vecchia, era una donna dai capelli biondi striati di nero, indossante un abito grigio e bordeaux ed il medaglione leggendario al collo.
In mano, stringeva il Libro degli Incantesimi delle Cromwell.
Jane soffocò un grido, mentre Vicky osservò ad occhi spalancate le due donne ed il volto di Cedric che si irrigidiva.
La ragazza dai capelli neri guardò con sospetto i giovani arrivati e aggrottò la fronte: "Non sapevo fosse così frequentato questo posto, Maggie..."
La bionda sogghignò malvagiamente: "No, infatti. E guarda un po' chi abbiamo ritrovato: il nostro piccolo conte Midfield e la sua amichetta borghese! Credo sia il caso di dirlo: chi non muore si rivede!"
Scoppiò in una sadica risata, beccandosi un'occhiataccia da Cedric, che si parò davanti a Vicky istintivamente: "Già, Margaret, si potrebbe anche dire: l'erba cattiva non muore mai!" "Ma cos'è, siete in vena di proverbi? E non ne manca una di strega?" commentò Vicky, tappandosi la bocca con le mani non appena gli occhi della donna bionda incrociarono i suoi.
Margaret la fissò sorpresa, rivolgendosi poi alla sorella: "Non dirmi che è lei?" "Oh, sì, lo è..." rispose Helen con un sussurro "Non ci sono dubbi, è lei la ragazza che ha aperto il ciondolo..."
Vicky si diede dell'idiota almeno venti volte, ma Cassie fulminò le streghe con lo sguardo: "Non vi permetteremo mai di toccarla! Potete starne certe!" "O'Bryan!" rise Margaret "Come pensate di fermarci, eh? Noi siamo streghe" alzò le mani verso il gruppo "E voi siete soltanto degli... insulsi umani!"
Ci fu un violento colpo d'aria, poi, Cedric, Mickey, Jane, Paul e Evan furono sbalzati all'indietro da una forza misteriosa, atterrando pesantemente sul pavimento della Biblioteca.
Vicky si ritrovò da sola in piedi davanti alle Cromwell, affiancata solo da una ragazza fantasma, che, di sicuro, non poteva fare molto per salvarla.
"Scappate, Vicky, scappate!"
La voce di Cedric la scosse, dandole la possibilità di muoversi nonostante la paura e lo stupore. Da un lato, non voleva abbandonare i suoi amici ma, dall'altro, sapeva che le streghe non li avrebbero nemmeno sfiorati: era Lei che volevano.
Si addentrò di corsa in mezzo al labirinto di librerie, sentendo di continuo una inquietante presenza alle proprie spalle.
Non appena giunse alla sezione "Gialli", una decina di libri si staccarono come per magia dai propri scaffali, dirigendosi a gran velocità verso di lei.
Vicky li evitò quasi tutti per un pelo, ma, proprio mentre stava per uscire dalla sezione "Gialli" per inoltrarsi in quella "Horror", un grande libro su Sir Arthur Conan Doyle la centrò alle gambe, facendole perdere l'equilibrio.
Vicky inciampò, finendo lunga distesa sul pavimento, riparandosi la testa con le braccia dalla pioggia di libri che continuava a caderle addosso.
Un fruscio improvviso le fece alzare lo sguardo e, a pochi metri da sè, vide Helen Cromwell che la fissava con aria impassibile.
Si guardò alle spalle: anche Margaret l'aveva raggiunta e avanzava lentamente con il libro magico stretto al petto: "Che bellezza, ragazza mia" mormorò con aria sognante "Presto, grazie a te, completeremo l'Incantesimo dell'Immortalità!"

***
Angolo dell'Autrice: Lo so, sono spregevole e mi vergogno immensamente per avervi fatto aspettare così tanto.
Tra esami e vacanze natalizie ho completamente perso di vista alcune storie, dimenticandomi di continuo di aggiornarle.
Spero non capiti più.
Scusate ancora.
Tinkerbell92

  
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