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Autore: __insanity    07/03/2013    23 recensioni
-Ciao Kate!- esclamò Cody sorridente.
-Heilà Kate!- esclamò Jonathan altrettanto sorridente.
-Minchia Stewart! Stasera mi sà che te lo lascio il ricordino.- disse in fine Zayn, scrutando a fondo ogni mia parte del corpo.
Ed ecco il terzo coglione, che ovviamente arrivava in primo posto alle classifiche, e che ovviamente si distingueva dal resto della massa.
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E se Zayn Malik non fosse un cantante, bensì un puttaniere, uno stronzo, che finisce con l'innamorarsi di una ragazza che è il suo esatto contrario... ?
-la storia migliorerà nei capitoli sucessivi, i primi sono ancora in fase di aggiornamento.-
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Sei la cosa più bella che mi sia capitata.-

39.

 

 


Last Kiss - Taylor Swift

-Deve essere quì... Almeno me lo auguro.- dissi a me stesso preoccupato. 
Mi informai domandando alcune cose ai vicini, e nessuno l'aveva vista uscire. Soltanto entrare.
Sarebbero stati 5 giorni che Kate era chiusa in casa.
In casi del genere è complicato restare ottimisti. Nonostante tu voglia impegnare psicologicamente il tuo cervello in pensieri positivi.
Bussai con forza alla porta fin quando poi mi stancai e diedi spinte sempre più forti.
I vicini curiosi si avvicinarono nonostante fossero le nove di sera della vigilia di Natale, e quell'aria non faceva che trasmettere ansia.
Afferrai dai capelli di una signora bassa e grassa una forcina, e cercai di forzare la fessura con quella. Una volta sentito il 'tac' mi feci indietro.
Mi fiondai sulla porta con il braccio destro, e un paio di volte diedi spintoni forti finchè non si aprì.
Tra non molto si sarebbe avvicinato l'intero quartiere.
-Ragazzo, vuoi che ti aiuti?-
-No.-
Entrai in casa e la temperatura interna era fredda il doppio di quella esterna.
Accesi la luce e camminai tra i corridoi e le stanze, con il sangue che sembrava esplodermi nelle vene.
Non ero pronto a ricevere brutte sorprese.
Nel piano di sotto non trovai assolutamente niente e poi corsi al piano di sopra sussurrando continuamente: -Kate, ti prego, ti prego.-
Nella sua camera non c'era assolutamente niente, neanche in quella degli ospiti, e neanche
nel bagno.
Kate non c'era.
Scesi di nuovo al piano di sotto e percorsi ogni singolo centimetro della casa agitato come non mai.
-Kate!- urlai più volte.
Restai immobile per qualche istante per riprendere fiato e sentii un vetro rompersi.
Salii immediatamente le scale ad ogni due scalini ed entrai di nuovo nel bagno, proprio dove proveniva quel rumore.
Kate era lì per terra ed io non l'avevo neanche vista.
Accesi la luce che subito illuminò il suo viso stanco. 
Aveva le guance molto più sottili del solito e delle enormi occhiaie sotto agli occhi. Aveva le labbra chiarissime e il colore della pelle molto pallido.
E poi i suoi occhi che brillavano come la prima volta, nonostante fossero socchiusi erano pieni di una luce cristalliera da farti sorridere l'anima.
-Hey Zayn...- sussurrò debole. 
Sentivo che sarei svenuto anch'io se avrei continuato a vederla ridotta in quella maniera.
Per colpa mia. L'ennesima volta per colpa mia.
Solo e sempre colpa mia.
Un vetro del profumo che aveva scagliato a terra, le stava facendo sanguinare la mano e nel preciso istante in cui le alzai la schiena, vomitó.
Presi il telefono per chiamare il più presto possibile un'ambulanza ma solo allora mi resi conto che non c'era uno stralcio di tacchetta.
Ma non potevo sicuramente scendere al piano di sotto a prendere un telefono mentre Kate vomitava anche l'anima.
-Un'ambulanza.- urlai con tutto il fiato che avevo in gola sperando che i tizi fuori mi avrebbero sentito.
-Và tutto bene?-
-Chiamate un'ambulanza!-
-Stà bene la ragazza?-
-E CHIAMA UNA STRACAZZO DI AMBULANZA!- 
-No, l'ospedale... Io...- balbettava ad occhi chiusi e le tenevo sollevata la schiena con la testa sul mio ginocchio piegato. 
-Zayn!- urló all'improvviso da farmi sul serio spaventare. I miei occhi fissarono i suoi chiusi e le ciglia aggrottate mentre le accarezzavo la fronte bagnata di sudore ma congelata allo stesso tempo. 
-Calmati, Kate, ti prego, sono quì...- sussurrai.
Solo allora notai il braccio che aveva colpito il vetro che continuava a perdere un lago di sangue, ma non potei fare nient'altro dal momento che se avrei mosso Kate avrebbe continuato a vomitare.
Piangeva e le grandi lacrime pesanti le lasciavano una notevole striscia bagnata sulla guancia pallida.
Improvvisamente 2 uomini e una donna, e il padre di Kate entrarono nel bagno con una barella tra le mani. Kate spalancò gli occhi e lanció un urlo.
Urló talmente forte da farmi bloccare il cuore per qualche istante.
La sua mano strinse con forza il mio polso, tanto da farmi male.
-Tesoro, piccola mia...- diceva sconvolto con le mani sulla bocca.
-No, voglio stare quì, vi prego.- ripeteva Kate mentre i due uomini provavano a sollevarla dal pavimento.
Ero incapace di muovermi e di dire una sola parola. Ero letteralmente scioccato. Neanche nei film mi era capitato di guardare una scena talmente d'ansia da farti mancare il fiato.
Mentre i due uomini fecero più forza nell'alzarla Kate oppose resistenza gettando una mano sul pavimento. La mano finí nel punto sbagliato e i vetri che erano ancora sul pavimento le fecero immediatamente dissanguare la mano.
Un altro urlo.
Kate si agitò ancora di più con le lacrime che non ne volevano sapere di fermarsi e gli occhi che sembravano non volessero vedere la luce. 
Il padre di Kate mi afferrò per un braccio e mi spinse: -Vai via, bastardo, vattene.- mi urlava contro.
Guardai per un'ultima volta Kate che si lasciava andare sempre di più.
Inutile negare che sentii un groppo in gola che mi fece quasi piangere.
Non avrei mai abbandonato Kate in quel modo, ma prima avrei dato una lezione per una buona volta a chi se lo meritava.
 
 
-Vedo che hai intenzione di rompere i coglioni anche il giorno di Natale, mmh...- disse Jonathan raggiungendomi.
-Ti avevo detto di venire da solo.- sbottai tirando un ultimo tiro alla sigaretta per poi buttarla.
-Oh, mi hanno accompagnato solo per assicurare che non mi perdessi per la strada.- un sorriso beffardo si stampò sul suo volto mentre i suoi due amici dietro di lui si misero a ridere.
-Hey, hey, calmo... non accellerare. Avevo intenzione di fare una cosa più lentamente, ma...- strinsi la mano in un pugno alzando il braccio e osservandola, poi continuai: -A quanto vedo non ti piace aspettare.- e gli stampai un destro sulla guancia.
Barcollò leggermente portandosi una mano sulla guancia, e quando i suoi due amici stavano per intervenire li fermò mentre mi guardava negli occhi: -Andate via.-
Non esitarono un secondo di più, e dopo qualche minuto ci ritrovammo soli.
-Il ragazzino adesso ha voglia di sfogare la sua rabbia su di me. Me la sfogo pure io la rabbia. Hai reso la ragazza più bella dell'istituto in una gran troia, tutto per colpa delle tue seghe mentali, di scopartela e roba del genere. Quella che era più troia l'hai trasformata improvvisamente in una brava ragazza facendole montare la testa che tra me e lei potesse esserci qualcosa. E' la notte di Natale, manco Gesù Cristo vuole farne miracoli.-
-Kate non è una troia, pezzo di merda...- dissi spingendolo contro il muro con il colletto della sua maglia tra le mani e conclusi: -Lei non è una troia!- 
Mi diede un calcio sullo stomaco che mi fece sobbalzare mentre iniziò ad urlare: -Pezzo di merda, eri il mio migliore amico, ti volevo un bene da far schifo. Chi cazzo di ha mai detto di intromettermi? Eh? Io amavo Kate e forse l'amo ancora. E tu? Chi cazzo ti credi d'essere per esserti impossessato completamente di lei? Io volevo bene anche te, pezzo di merda, ti volevo bene.- sbattè la testa contro la mia e subito mi sentii un dolore atroce sulla mia fronte. 
Utilizzai tutta la mia forza per prenderlo e ritornarlo a sbattere contro il muro. 
-Tu le hai fatto del male. Le hai fatto del male! Cosa cazzo le hai dato quel sabato sera? E' in ospedale, stronzo, è in ospedale. Sta male, vaffanculo. Se non fosse per quella merda che le hai dato, non mi sarei mai incazzato con lei, lei non si sarebbe sentita una merda, Daisy non le avrebbe fatto il discorso da ragazza depressa e tutto sarebbe andato avanti come doveva, mi hai capito? L'hai capito il concetto, eh coglione? L'hai capito?-
Era disteso a terra con la schiena leggermente alzata mentre continuavo a muovergli il collo con la testa che continuava a sbattere contro il muro. 
-E' diventata una troia. Una troia.- ansimò dolorante con il sangue che gli usciva dal naso e dal labbro superiore.  
-La chiami troia solo perchè ti rode il culo che lei abbia scelto me e non te, non sai neanche il significato di quella parola, coglione!-
-Già... hai capito, amico.- 
Quando gli afferrai i capelli sulla sua testa, mi ritrovai con la mano bagnata di sangue.
Puntai i miei occhi spaventati sui suoi, mentre lui incominciò a ridere con gli occhi bagnati da piccole lacrime.
Me ne andai lasciandolo lì per terra, mentre la mia testa incominciò a girare come un mulino. 
Mi sentivo quasi male.
Per tutto e per tutti.
Quando mi ritrovai allo scoperto, fui sorpreso dall'infinità di luci in città e le numerosi famiglie che si tenevano per mano con bustoni di regali tra le mani. 
Alcuni mi guardavano stupefatti nell'osservare le ferite aperte sul mio viso.
Una vibrazione si ripercuotè nella mia tasca destra. 
Afferrai il cellulare titubante e aprii il messaggio.
Jonathan
Ho bisogno d'aiuto. Ti voglio bene, stronzo.
E allora vaffanculo.
Vaffanculo a tutto, e principalmente al mio orgoglio.
Tornai indietro e sollevai Jonathan portandomi un suo braccio sulla mia spalla.
Eseguimmo tutto il tragitto a piedi fino all'ospedale, con un'infinità di occhi curiosi puntati su di noi.
Una volta davanti l'entrata dell'ospedale, mi resi conto che stavano eseguendo una specie di festa, con quasi tutti i pazienti dell'ospedale riuniti mentre la statua di Gesù Bambino veniva posata su un cuscinetto.
Alcuni si girarono verso me e Jonathan, e tra quegli occhi, intravidi la figura del padre di Kate, che però era impegnato a conversare con un medico.
Una dottoressa ci raggiunse: -Venite con me.- disse sorridente.
Ci portò al secondo piano e una volta assicurata che io stessi bene, si portò Jonathan con lei. 
Li seguii per un pò, e non esitai un secondo di più per chiederle di Kate.
-Sà dirmi la stanza di Kate?-
-Kate? Kate Stewart?-
-Sì...-
-Fammi indovinare, sei tu Zayn?-
-Ehm, sì.-
-Non ha fatto altro che ripetere il tuo nome, è stata una battaglia riuscire a farla addormentare. Terzo piano, stanza 13.-
Mi scappò un sorriso e veloce ritornai al corridoio salendo le scale. 
Una volta che mi trovai al 3 piano, la maggior parte delle luci erano spente, a causa dell'assenza di persone che erano impegnate a celebrare il Natale. 
Lanciai sguardi tra le altre stanze, quasi tutte vuote, fin quando poi non raggiunsi la n. 13.
Guardai all'interno attraverso il vetro della porta, e quando vidi Kate distesa su un letto, con la luce spenta e lo sguardo puntato sulla finestra a tapparelle alzate, mi sentii rinascere.
La stanza era illuminata solo da una lampada appoggiata sul comodino di fianco al letto.
Aprii lentamente la porta e lei non si girò neanche: -Papà, sto bene, puoi tornare giù, e no, non mi va di venire.-
Un largo sorriso si formò sul mio viso quando mi resi conto che lei non aveva neanche la più pallida idea che io fossi lì.
Senza dire una parola andai a sedermi su una sedia posizionata proprio vicino al letto. 
-Papà?- disse girandosi verso di me.
I suoi occhi si spalancarono e io le presi la mano sorridendole: -Bellissima.- 
-Zayn...- sorrise anche lei mentre una lacrima le rigò la guancia.
-Shh...- le asciugai la lacrima e mi alzai per baciarle la fronte delicatamente: -Come stai?-
Alzò lo sguardo verso di me, e appoggiò la sua mano fasciata sulla mia posizionata sulla sua guancia.
-Adesso và meglio.- sussurrò chiudendo gli occhi.
Quando riaprì gli occhi restammo a fissarci per qualche secondo mentre continuavo ad accarezzarle la guancia come se fosse la cosa più bella che ci fosse.
E lo era, lo era eccome.
Non riuscii ad aspettare un secondo di più, e le stampai un leggero bacio sulle labbra.
-C'è mio padre che ci sta osservando...- sussurrò facendosi scappare una risata.
-Ottimo, lasciamoci vedere quando ci amiamo.- sussurrai a mia volta.
Tornai a posare le mie labbra sulle sue, e quando lei le socchiuse, ci perdemmo in un bacio che sembrò durare un'eternità.
L'eternità nostra, mia e sua.
L'amore. Ciò che è, la sua definizione.
Quello che avrei voluto vivere con lei.
-Sei la cosa più bella che mi sia capitata.- le dissi, convinto.
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E MA COSIì IO MI EMOZZIONO.
ENNO, 
E SCUUUUSA.
Sì ma non mi buttate i pomodori in faccia,
io sono una brava ragazza, e vi voglio bene.
SARANNO TIPO 3 MESI CHE NON AGGIORNO, E LO SO,
MA PERDONATEMIIIII.
Sempre se ci sia ancora qualcunooo..... 
*grilli*

OK.
STI SCLERI PE OGNI CAPITOLO, ME LI DEVO INIZIARE A RISPARMIA'.
PENULTIMO CAPITOLO. Che tristezza çç
Ci manca solo l'epilogo e ciau ciau.
Mi mancherete tantissimissimissimoo...........
MA MINCHIA DICOO, DOPO NE INIZIO UN'ALTRAAA. 
HAHAHAHHAHA lolly lol.
Vi ho amato teneramente, non posso abbandonarvi così. :')
Sì, ma sto 'amato teneramente' me lo potevo anche risparmiare.

vabbè, ormai mi conoscete, credo ne abbiate fatto abitudine! :c

V'E' PIACIUTOOO? DITEMI DI SI', VI PREGO,
CHE VOI NON IMMAGINATE NEANCHE QUANTE BESTEMMIE E QUANTI SCLERI 
HO AVUTO PER COLPA DI QUESTO CAPITOLO! çç

Kate, poooovera, :c
Il padre di Kate, MA STO FROCIOOO.♥♥♥♥♥♥
Jonathan e Zayn, pppppiiiiccoli, 
M'HANNO dispiaciuto parecchio 
C'HANNO litigato! :c 
E poi in ospedale, Zayn e Kate..................
VABBE', MI SO SQUAGLIATA ATA ATA ATA.

N'altro pò è più lungo sto 'coso', che il capitolo... oookkk.
Anyway, adesso vi saluto,
AAAAAPPROPOSITO,
una ragazza mi ha chiesto se Selena fosse Kate nella storia, e Perald fosse Daisy...
in effetti sì,
diciamo che dovrebbe essere così, anche se per Kate,
mi PIACEREBBERESSE di più Kaya Scodelario! 
Va bè, non parlo più.
Un bacio a ttttttttttuuuuuuutte quante.
*grilli*


 
  
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