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Autore: Romina Slora    08/03/2013    0 recensioni
Renée ed Alex. Due ragazzi divisi dai propri poteri e dalla propria mentalità. Alex, enigmatico ,spietato ed arrogante, addestrato alla guerra fin da piccolo perchè è il dominatore del fuoco, metà anima sue e metà di un demone. Reneé, dolce e coraggiosa. Pronta a sacrificare la propria vita per un'altra, coraggiosa come poche, sfuggevole e strana . Metà anima sua e metà di un'angelo: dominatrice dell'aria. Cosa lega due ragazzi così diversi? forse.... beh, leggete per scoprirlo !
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sento le grida eccitate del pubblico che non aspettano altro che suoni il gong che da inizio alla sfida. Mi limito a fissare l’uomo che sta dalla parte opposta del ring . È massiccio e robusto, peserà all’incirca cento kili e avrà come minimo venticinque anni. Con la mano sinistra scosta dal viso una ciocca di capelli ondulati che, deve essergli sfuggita in altri combattimenti dal nastro nero che tiene uniti il resto della sua lunga chioma nera. Mi guarda con fare minaccioso, le sopracciglia folte sono corrugate in un’espressione concentrata, mente le labbra sono rilassate in un sorriso beffardo, è certo di vincere. Mi limito a fissarlo inerte, senza mostrare alcuna espressività. Detesto quelli come lui. Non deve essere molto informato sul mio conto dato l’atteggiamento, o forse, è informato ma si è limitato a non crederci. So che mi sta sottovalutando e che probabilmente si starà chiedendo come possa una ragazzina magra e minuta ad essere al primo posto nelle classifiche ogni volta, ma questo non può che passare a mio favore. Nel momento in cui il gong suona, la folla di spettatori grida come non mai, deve essere qualcuno di davvero forte perché facciano tutto questo baccano, non che solitamente non gridino, ma l’ultima volte che ricordo abbiano fatto tutto questo caos è stato quando ho buttato a terra un ciccione con un solo calcio e quando ho vinto in meno di un minuto contro il migliore in circolazione da queste parti, quando avevo solo quindici anni. Mi aveva avvertita Kate , la proprietaria di questo posto che è un personaggio piuttosto famoso per la sua forza e la sua determinazione( credo si chiami Patch ) ,infatti ha fatto di tutto per convincermi a non partecipare alla sfida, ovviamente, invano. Kate è come una madre per me, si preoccupa sempre, da quando ho fatto la mia prima comparsa qui, due anni fa, lei acquisisce informazioni sui futuri scontri che sostengo, e a fine giornata mi paga sempre più del dovuto, infondo è anche marito mio se si è radunata più gente in questo posto ignorato dal mondo, non si è mai visto che una ragazzina di diciassette anni mandi al tappetto uomini con il doppio del suoi anni e del suo peso. Mi affretto a mettermi in posizione di attacco, divaricando leggermente le gambe e stringendo le mani a pugno. L’uomo che credo si chiamo Patch si avvicina con fare attento e felino. Mi dispiace dover combattere contro di te.- dice quasi sussurrando. Alzo le sopracciglia in segno di stupore, questa è nuova. Perché mai ?- chiedo. Si ferma a mezzo metro da me. Vedi, tu sei solo una ragazza – Sorrido, ora so per certo che mi sottovaluta. Credimi, non la penserai così quando ti ritroverai a terra con le costole rotte – Patch sorride a sua volta come se quello che gli ho appena detto fosse una battuta sarcastica, peccato, non sa con chi ha a che fare. Aspetto che faccia la prima mossa ma sembra proprio non voler esser lui a dar il via alla sfida, allora mi affretto io tirandoli un pugno dritto in faccia, buttandolo a destra contro la ringhiera del ring. Si accovaccia a terra con la mano sul naso . Forse glielo ho rotto, o almeno, gli ho fatto abbastanza male da fargli uscir sangue. Si rialza in fretta non mostrando alcun segno di dolore, ma so che è una finta, vuole intimorirmi. Senti, io avrei altro da fare, quindi, se non ti dispiace preferire vincere in fretta – Corre di scatto verso di me con le mani divaricate pieno di rabbia, devo averlo innervosito. Mi limito a scostarmi di lato roteando su me stessa, passo in fetta dietro le sue spalle e gli tiro un calcio nella schiena. Non grida, ma so che gli ho fatto male quanto basta per buttarlo a terra impedendoli di rialzarsi per un po’. Con fare addolorato si rialza in piedi grugnendo prima del dovuto ,strano. Sorrido. – tutto qui quello che sai fare femminuccia ?- I suoi occhi sembrano diventati infuocati dalla rabbia e dalla voglia di farmi a pezzi. So di starlo facendo impazzire, meglio, così sarà troppo occupato a disprezzarmi per poter mettere in atto un piano per attaccarmi. Si avvicina svelto e cerca di tirarmi un pugno dritto in faccia, ma lo blocco con il braccio e gli tiro con forza un calcio nello stomaco. Rimane immobilizzato ancora in piedi scioccato costringendomi a dargli una lieve spinta per buttarlo a terra, sapendo che questo segna la mia vittoria. Sento il pubblico gridare entusiasta tanto che mi sfugge un lieve sorriso. Sento la piccola porta di metallo venir aperta e so che è Cristian, un ragazzo di appena diciott’anni con i capelli biondi tirati con la cera all’insù per sottolineare i suoi enormi occhi verde acqua, è lui il giudice e figlio di Kate. Si avvicina sorridente e con le labbra sussurra un lieve “ brava “. Mi prende il braccio e lo alza trionfante – e ancora, per la millesima volta la nostra vincitrice è Renee- grida soddisfatto. Al sentire del mio nome la folla impazzisce con grida, schiamazzi e fischietti assordanti mentre sorrido pensando di essermi guadagnata abbastanza soldi per questo mese. Vado verso Kate- facendomi largo tra la folla - che mi aspetta dietro al bancone delle scommesse. Un giorno mi dirai come fai a vincere sempre – Sorriso perché sarà la millesima volta che melo ripete e ormai ci ho fatto l’abitudine. Mi pone sul bancone la mia busta, il mio guadagno, i soldi che uso per pagarmi l’università, l’affitto e spese varie. Ecco qua. Ho aggiunto qualcosina, telo meriti- Le rivolgo uno sguardo di gratitudine sussurrando un grazie. Mi fa l’occhiolino in segno di complicità. Ci vediamo – dico andandomene. Esco fuori dall’edificio felice di sentire l’aria fresca della notte accompagnata dal bluastro spento del celo . Saranno ormai le due passate, sento il sonno ricadere sui miei occhi e sbadiglio dalla voglia di buttarmi sul letto. Sento i miei muscoli irrigiditi, ma so che ne vale la pensa sempre, da quando sono scappata dall’orfanotrofio che tanto odiavo mi sento più libera e fiera di me stessa, fiera di essere in grado d poter liberamente gestire il mio denaro e di poter continuare i miei studi. Avevo solo quindici anni quando mi sono presentata qui dopo esser scappata da due settimane. Non sapevo dove andare e non avevo più un soldo. Fu Kate ad aiutarmi mantenendomi con se per due mesi e procurandomi un’identità falsa. Guardando gli incontri ricordai che mio padre, prima di morire insieme a mia madre nell’incendio impiccato da dei vandali, mi aveva insegnato l’arte del combattimento e l’arte del dominio dell’aria. Non sono una ragazza normale, è per questo che vinco sempre, perché sono in grado di dominare il mio elemento, l’aria . So di poter far molte cose con i miei poteri, ma l’unica cosa che mio padre mi ha insegnato è stata la capacità di potenzia gli arti , unire la mia forza spirituale dovuta al domino sull’aria con il mio corpo, rendendomi di gran lunga più forte di un essere umano, rendermi una vera a propria macchina da guerra. Mi ripeteva sempre che ero speciale, che i miei poteri potevano aiutarmi in molte cose, ma solo ora mi rendo conto d quanto aveva ragione .
  
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