Non sei a tavola.
E lo vedo: un posto vuoto, il tuo oramai, tra l’irlandese e il rosso.
Ho cercato il tuo sguardo malinconico tra i Grifondoro.
Ma tu non ci sei.
Rimango a fissarle il vuoto.
Muto.
Pensando hai tuoi occhi.
Anche il colore degli stendardi serpeverde mi ricordano te.
Qualcuno mi chiede come sto.
Male, tu non ci sei più.
E anche io sono vuoto.
E’ il terzo giorno che non scendi ne cena ne a pranzo.
Spero che più tardi sgattaiolerai nelle cucine.
E’ il terzo giorno da quando ti ho lasciato.
E già sembra troppo tempo.