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Autore: Carmen Black    10/03/2013    6 recensioni
Paul, dopo l'ennesimo litigio con un membro del suo stesso branco, si allontana, ritrovandosi sulla spiaggia. E' lì, che immerso nelle sue riflessioni, intravede una sagoma da lontano. " Un pazzo suicida ", lo definisce.
Ma più la sagoma si avvicina, più i suoi contorni prendono forma e lui viene sorpreso da un evento che cambierà irrimediabilmente la sua vita. Per Sempre.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Paul Lahote, Rachel Black
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun libro/film
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Rachel

 
 
 
 
Non ci potevo credere, Paul mi aveva mentito ancora.
Che cosa c’era di losco dietro al suo comportamento, perché non mi diceva la verità? Odiavo sentirmi afflitta a quel modo.
Mi sedetti sul letto della mia camera incrociando le gambe e mi tenni il viso con le mani. Al di là della porta sentivo un parlottare sommesso, chissà che cosa si stavano dicendo Paul e Jacob.
Tecniche di sopravvivenza, pescatori e ora spogliarellisti; avevano persino lo stesso tatuaggio. A che cosa dovevo credere? Non ero una bambina e avevo capito che c’era qualcosa sotto.
Sentii bussare ma non risposi, volevo solo starmene da sola a riflettere e a cercare di sbrogliare quella faccenda, ma Paul entrò lo stesso.
«Vattene», grugnii. «Non mi piacciono i bugiardi».
Paul fece roteare gli occhi e scoccò la lingua sul palato. «Sono qui per parlare non per litigare».
«Peccato che io adesso non voglia ascoltarti».
«Lo farai lo stesso», asserì con tono teso. «Devo dirti tutta la verità».
Deglutii evitando il suo sguardo che mi bruciava addosso.
Soltanto poche ore prima avrei voluto perdermi nei suoi abbracci, nei suoi baci. Ora riuscivo a percepire la tensione che emanava e non mi piaceva quella sensazione.
«Parla», dissi secca.
Paul si sedette a fianco a me, rivolto verso la porta, non mi guardava, non mi toccava, forse nemmeno respirava.
«Non mi crederai, Rachel».
«Perché stai per dirmi un’altra cazzata?».
«La pianti di usare questo tono acido? Non è una cazzata e tutte le bugie che ti ho detto fin’ora erano per proteggerti».
«Oh, davvero classico», dissi accigliata.
Paul prese un grosso respiro e abbassò le spalle. Aveva la mascella contratta e gli occhi lontani persi chissà dove.
«Tu sei una di noi, una Quileutes. Conosci le leggende della tribù, le studiamo anche a scuola», iniziò convinto.
«Forse la stai prendendo un po’ alla larga, non credi?».
«No, sono più vicino di quello che pensi».
«Ah beh, continua allora», asserii con indifferenza.
«Parte di quelle leggende sono vere», fece una pausa sollevandosi le maniche della t-shirt fin sotto il gomito.
La luce grigia del giorno si rifletteva nei suoi occhi facendoli brillare in uno strano modo. «Sì, sono proprio vere e lo so per certo perché l’ho provato sulla mia pelle».
La parte razionale del mio cervello mi diceva che era l’ennesima fandonia. Le conoscevo bene le leggende Quileutes e in quasi tutte erano coinvolti animali come il lupo o l’aquila, uomini che cambiavano forma per combattere creature malvagie, uomini che incanalavano in sé il potere degli animali per proteggere la propria gente.
Non poteva essere niente di tutto ciò, la vita non era una storia fantastica. Eppure… eppure Paul non mi stava mentendo, non quella volta. Avrei dovuto avere dei dubbi, visti i precedenti e ciò che si prospettava, ma non ne avevo.
Era la pura e semplice verità, lo sentivo. E il modo in cui lo sentivo mi faceva paura, come se un punto delle nostre menti e dei nostri corpi fosse in contatto collegato da un filo invisibile.
«Continua…», dissi con voce incrinata.
«Non voglio spaventarti. Non voglio che tu vada via di nuovo».
Sentii l’afflizione nella sua voce e mi si strinse il cuore in una morsa. «Sono tranquilla Paul», lo rassicurai mentendo.
«Ieri sera, quando sei andata via da casa mia, ti ho sentito dire che sei pazza di me», abbozzò un sorriso a metà fra il soddisfatto e il preoccupato.
«Ma come…», imbarazzata mi toccai la gola. «Tu eri in casa ed io ero fuori, distante».
Mi afferrò una mano. «Ho una temperatura corporea di quarantadue gradi costanti e…», si alzò avvicinandosi all’armadio, si chinò infilandoci una mano sotto e lo sollevò lateralmente come se fosse di carta. «Sono forte. Molto forte e anche veloce».
Rimasi sbalordita a fissarlo e poi mi tappai gli occhi. «Oh mio Dio!».
Ripensai alle leggende, a ciò che mi aveva raccontato, a ciò che avevo appena visto. «Oh mio Dio! Oh mio Dio!», esclamai.
«Rachel, ti prego. Non ti farò del male».
«Jaky è coinvolto!».
«Emh… Sì».
«E chi altro?».
«Sam, Embry, Quil, Leah e anche qualche altro».
«Oh mio Dio!», scattai in piedi avvicinandomi alla finestra. Non era possibile, era tutto un sogno… No! Era tutto vero invece e lo sapevo!
«E che cosa siete?», chiesi in un sussurro quasi inudibile.
«Lupi», disse cauto.
Il pavimento sembrò inclinarsi sotto i miei piedi e mi aggrappai con tutte le forze al davanzale, stringendo gli occhi. «I lupi che combattevano i Freddi per scacciarli dalle loro terre», ricordai la leggenda.
Paul mi raggiunse poggiandomi le mani sulle spalle. Nella sua voce c’era una nota di consapevolezza. «Mi dispiace, ma dovevo dirtelo. È difficile mantenere il segreto senza incappare in incomprensioni. Ed io non voglio litigare con te».
Mi girai verso di lui con le mani tremanti. Paul sembrava più sgomento di me.
«Quindi ti trasformi in lupo… e come fai?».
Non ero certa di voler ascoltare la risposta, ma non feci in tempo a fermarlo.
«Basta un po’ di rabbia e l’intenzione».
Mi strofinai forte il viso. «Oh mio Dio», dissi per la centesima volta. «E mi riconosceresti in quella forma?».
Lui mi sorrise accarezzandomi una guancia. «Cambia solo il mio corpo, ciò che sono rimane, ogni mio pensiero, ogni mio ricordo. Tutto».
«Quindi ti azzuffi spesso», ridacchiai incerta per allentare la tensione e poi tirai su col naso.
Gli occhi di Paul si addolcirono e la sua postura si rilassò. Mi strinse in un abbraccio che ricambiai con vigore.
Forse stavo impazzendo, però non mi sembrava che fosse così tragico essere al corrente di qualcosa che la gente comune – e anche io stessa fino a qualche minuto prima – avrebbe considerato impossibile. In più, ero al settimo cielo perché Paul aveva deciso di confidarsi con me.
Feci scorrere le labbra sulle sue con premura.
«Paul, io sono felice che tu me ne abbia parlato, solo che non ne capisco il motivo. Voglio dire…».
Paul mi interruppe. «Vuoi dire che sei tornata da poco e i nostri rapporti prima erano quasi nulli. Non c’era bisogno di metterti al corrente un simile segreto. Lo so bene Rachel».
«E allora perché l’hai fatto?», chiesi con una certa impazienza. Neppure io sapevo che cosa aspettarmi, che cosa volessi sentirmi dire.
«Tu… tu non avverti niente fra di noi?».
Deglutii a vuoto, con quella domanda mi aveva spiazzato.
«Io…».
«Rachel, tutto ciò che senti io lo avverto il triplo di te. Parla pure».
Mi mordicchiai le labbra irrequieta e mi guardai le mani. Mi sentivo come una ragazzina insicura che aveva paura di rivelare i propri sentimenti mentre Paul sembrava un uomo adulto e convinto.
Possibile che lui non avesse alcun dubbio su ciò che ci stava accadendo?
«Io non lo so Paul… ma non riesco a starti lontano. E mi sembra di conoscerti da sempre e stare insieme a te sembra sempre l’unica cosa da fare, la cosa più giusta».
«Insomma, sei proprio pazza di me», scherzò, poi però sospirò facendomi capire che non era ancora finita, che c’era dell’altro che dovevo sapere.
«Cos’altro c’è Paul?».
Lui non parlò e si leccò le labbra spostando lo sguardo fuori dalla finestra, sulla foresta fitta che circondava il villaggio.
«Non può essere peggiore rispetto a ciò che mi hai già detto».
«Dipende», sussurrò e poi si decise a parlare. «Ciò che senti, ma soprattutto ciò che sento io, è dovuto a qualcosa che accade a noi lupi. Si chiama imprinting».
«Imprinting», ripetei. «Come quelle cose che succede alle papere?».
Paul fece uno sguardo pieno di disgusto. «Alle papere?».
«Già, l’ho studiato alle scuole medie».
«Io sono un lupo, Rachel. Enorme aggiungerei. Non puoi paragonarmi a un’insulsa papera».
Sorrisi tranquilla mentre lui si infervorava per il paragone inappropriato. «Vuoi spiegarmi che cos’è?».
Paul si strinse nelle spalle storcendo appena la bocca. Aveva un accenno di barba che gli ricopriva le guance e il mento.
«È magia», disse semplicemente. «È magia legata al mio lupo, a ciò che sono. Ti ho visto ed è scattata», abbassò la voce. «E ora sei l’unica che vedo. L’unica che voglio».
Una magia. La cosa mi piacque all’istante, senza la più piccola riserva. Era come nelle favole no? Un amore magico.
Quale ragazza non l’aveva sognato?
Forse i miei pensieri erano deviati dall’imprinting e in altre circostanze quel tipo di legame assoluto non mi sarebbe piaciuto, ma che cosa importava? Perché pensare a un eventuale se?
«L’unica che vuoi?», chiesi appoggiandomi a lui.
«Già, una vera sfiga eh?», sorrise baciandomi.
«Pensa che poteva capitarti di peggio, Paul».
«Non ci penso, è meglio».
Ora capivo la mia confusione, il bisogno spasmodico di stargli accanto, la forte attrazione fisica. L’imprinting era suo, ma coinvolgeva anche me.
Non appena l’avevo visto, quel giorno in spiaggia, il caos nella mia testa mi aveva sopraffatto e mi ero buttata fra le sue braccia come se non avessi potuto fare altrimenti.
«Bene, ora sai tutto. La scelta spetta a te».
«Scelta?».
«Ho bisogno di te. Sempre. Non ne posso fare a meno. Non ne potrei fare a meno comunque», disse serrando la mascella.
Era chiaro che quella condizione non gli piacesse. Anche se ci fosse stata la remota possibilità che io non volessi stare con lui, l’imprinting non si spezzava. Durava per tutta la vita.
In un'altra circostanza sarebbe potuta diventare una vera tortura per lui. Ma non era il suo caso appunto…
«Io credo che non ti libererai di me tanto facilmente, Paul».
«Sembra quasi una minaccia».
«Potrebbe essere anche peggio».
Mi prese il viso con le mani e mi baciò, poi intrecciò le dita con le mie facendo scorrere le labbra sulla mia fronte.
«Non vedo l’ora di scoprirlo».
 
 
 Angolino Autrice

Finalmente le ha detto la verità e a Rachel sembra che stia bene tutta la faccenda! L'imrpinting ha colpito anche lei inesorabilmente.
Vi ringrazio per le vostre recensioni, sono contenta che stia piacendo.
Grazie ad Alessandra e Martina che mi appoggiando sempre e mi danno degli ottimi consigli. Al prossimo capitolo!
Vi consiglio un'altra mia storia su Paul, fateci un salto :D In Balìa Di Un Lupo  

 
 
 
 
 
 

  
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