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Autore: Shouldbeme    11/03/2013    11 recensioni
- Zayn, lo ripeto. Puoi dirmi perché sono qui tutta nuda? -
- Di nuovo?? Semplice, sei qui perché siamo andati a letto ins… -
- Smettila di dire cavolate! Io sono la ragazza del tuo migliore amico! – gridò spazientita.
- Mi dispiace – rispose con un ghigno beffardo – ma si vede che il mio migliore amico non è poi così ben dotato… -
Genere: Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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TROUBLE, TROUBLE, TROUBLE                                                                             

 
                                                                              
                                                                                I knew you were trouble when you walked in 
                                                                                So shame on me now 
                                                                                Flew me to places I'd never been 
                                                                                Now I'm lying on the cold hard ground 



Nasya pianse tutte le sue lacrime sul divano, senza trovare nessuna consolazione.
Si sentiva vuota, persa, inutile.
Era sicura che non avrebbe vissuto senza Niall accanto. Il solo pensarlo la faceva stare male, sentire il suo nome era una pugnalata al cuore.
Era passato più di un mese e il ragazzo sembrava essere irremovibile sulla sua decisione. Lei aveva provato più volte a chiamarlo per avere un confronto, una litigata, qualcosa che le avrebbe permesso di vederlo e sentirlo parlare.
Ma per lui sembrava morta.
Non rispondeva a nessuna chiamata, la bloccò su Twitter e la rimosse dagli amici su Facebook.
Era letteralmente invisibile, un fantasma del passato deciso a scacciare per sempre dalla sua mente e dal cuore.
Gli amici gli davano man forte, scaricando tutte le colpe su "quella stronza di Nasya" che lo aveva tradito.
Le fans la detestavano.
Ormai era indifferente a tutte le minacce di morte che le venivano mandate, o alle scritte sul posto di lavoro che la apostrofavano come una puttana.
Non si lamentava di tutto quell'odio, sapeva di meritarlo.
Era una persona spregevole che si era presa gioco dei sentimenti di Niall e credeva che tutti gli insulti erano una giusta punizione.
L'unica cosa che non riusciva a sopportare, oltre al fatto che non stesse più con lui, era il modo in cui Zayn ne era uscito pulito.
Nessuno sapeva o sospettava del fatto che lui fosse il ragazzo con cui lo aveva tradito.
Anzi, più egoista e superbo che mai, aveva la sfacciataggine di consolare Niall, dicendogli che aveva capito sin dal primo momento che era una facile, una bugiarda traditrice.
Era davvero completamente sola, senza possibilità, senza riserve.
Quando credeva di sprofondare nel dolore accendeva il pc e si lasciava morire guardando le foto del ragazzo, sfiorando lo schermo quasi ad accarezzarlo, come se potesse di nuovo averlo accanto.
Osservava tutte quelle piccole imperfezioni che lo rendevano meraviglioso, ricordando i momenti trascorsi insieme.
In questo modo ogni loro immagine acquistava un significato speciale, ogni foto faceva ritornare alla mente un istante particolare.
Più volte si era soffermata su una specifica foto, la stessa che Niall aveva sulla mensola della stanza.
Chissà che fine aveva fatto. Chissà se era stata buttata nella spazzatura oppure bruciata.
Per l'ennesima volta cominciò a piangere. Un pianto sommesso, lento perchè non aveva più le forze per reagire, uno stimolo per poter andare avanti.
Capì che lui aveva scelto di vivere senza di lei e sembrava felice di quella situazione.
I giornali scandalistici lo ritraevano sempre impeccabile e sorridente, quasi come se non fosse accaduto nulla di sconvolgente nella sua vita.
L'unica ad essere sconvolta era lei, o così le pareva.
Puntualmente chiudeva il computer, poggiandoci sopra la testa e implorando Dio di alleviare un po' il suo dolore.
Si portava le braccia sulla nuca e sfiorava con le dita il nome impresso sopra.
Era l'unica cosa che le rimaneva di Niall, dopotutto.
Quella e la loro famosa foto, stampata e nascosta sotto il letto, sporca di lacrime e stropicciata dalla rabbia che provava nei suoi stessi confronti.
 
 
Quando aveva un attimo di tempo libero Niall si rifugiava in un qualsiasi posto, che fosse un camerino o un bagno poco importava.
Gli faceva male la mandibola per tutti i sorrisi che doveva fingere di fronte ai flash dei paparazzi.
"Se crolli tu crolliamo tutti" gli disse Liam vedendolo disteso sul letto con la voglia di scomparire.
Per questo cercava di farsi forza, perchè non poteva pensare solo alla sua vita.
Doveva tenere conto anche di quei quattro ragazzi che, furtivamente, gli davano un abbraccio o gli stringevano una mano per fargli sentire il loro appoggio.
Una volta isolatosi, poteva spogliarsi della sua armatura da duro.
Si scompigliava i capelli e cominciava a strofinarsi gli occhi pungenti. Voleva piangere, ma non ci riusciva.
Il dolore gli opprimeva il cuore e gli bloccava il respiro, quasi a provocargli uno svenimento.
Si sentiva estremamente debole, sempre stanco, sempre apatico.
Non aveva neanche più voglia di cantare. Saliva sul palco e fingeva di divertirsi, scrutando i volti delle ragazze nel pubblico nella speranza di scorgere qualcuno di conosciuto.
La odiava eppure le mancava, le mancava come l'aria.
La odiava eppure la voleva baciare.
La odiava eppure aveva una voglia matta di fare l'amore con lei.
Amici comuni raccontavano di averla vista in sala prove, più magra e disordinata che mai.
Nasya non amava particolarmente seguire la moda, scegliere con cura gli accessori e divertirsi ad abbinare gli abiti.
Indossava quello che le capitava, si infilava un paio di scarpe comode ed era pronta.
L'unica cosa a cui teneva erano i suoi capelli. Amava sentire le punte un pò rovinate che le accarezzavano le spalle provocandole il solletico. Quando era nervosa li spostava sembra da un lato oppure si attorcigliava una ciocca intorno all'indice smilzo.
Niall la amava tutta, ma aveva un debole per quella chioma corvina e ribelle.
Le accarezzava sempre i morbidi capelli e ne inalava il profumo delicato, meravigliato da tanta bellezza.
Quando giocavano glieli tirava sempre, stando attento a non farle del male.
Quanti ricordi maledetti gli passavano per la testa, quanti giorni ancora da vivere senza averla più tra le braccia.
Come aveva potuto fargli una cosa del genere?
Si sentiva frustrato perchè non riusciva a capire, non poteva immaginarla nel letto di un altro.
E poi chi era questo stronzo? Lo avrebbe volentieri ammazzato di botte, fino a fargli sputare sangue e rotto le costole.
Ma Nasya si era dimenticato di dirgli chi era stato il complice della sua cazzata.
"Meglio così" pensava mentre si asciugava gli occhi con la t-shirt, "una vita risparmiata".
L'ultima volta che sentì l'esigenza di stare da solo si chiuse nel bagno di un teatro, aspettando che quella debolezza sconcertante si alleviasse.
Trascinò le gambe fino al lavandino e si sedette sul bordo, portandosi le mani sul viso e sperando che la testa smettesse di vorticare.
Aprì poi il rubinetto dell'acqua fredda, osservando il getto che si infrangeva sulla ceramica bianca e vedendo qualche gocciolina spruzzare sulla maglietta.
Bagnò i polsi provando un momentaneo sollievo e portò la mano bagnata dietro la nuca, rinfrescandosi.
Chiuse per un attimo gli occhi e, immediatamente, l'immagine di Nasya si materializzò nella sua testa.
Si maledì da solo, reputandosi uno stupido perchè si faceva del male.
Era stanco di soffrire. Rivoleva la sua vecchia vita, senza preoccupazioni, senza inutili complicazioni e con la sua ragazza.
Un brivido gli attraversò la schiena, provocato da qualche goccia fresca che scivolava giù dalla punta dei capelli bagnati.
Si guardò allo specchio sporco e non si riconobbe.
Non era più felice, non aveva più nulla da dare.
Le mani erano vuote, come il suo cuore.
Prese quel che rimaneva di quella famosa lettera dalla tasca.
Ogni giorno ne strappava via un pezzetto, sperando di poter strappare via anche il ricordo di lei.
Era rimasto poco meno di un quarto di foglio, avrebbe potuto benissimo buttarla nel cestino se ne avesse avuto il coraggio.
Era restio a separarsene. Pensava che, dopotutto, quelle parole non fossero così false.
Doveva per forza esserci qualcosa di sincero tra quelle righe.
Nessuno avrebbe potuto scriverla se non ci avesse messo un po’ del suo cuore.
La rigirò tra le mani, incerto sul da farsi.
Buttarla via voleva dire abbandonare per sempre l'idea di poterla, un giorno, perdonare.
Si ricordò anche della loro foto, incorniciata e messa in bella mostra nella sua camera.
Si era dato tanta pena per poter decidere il come e dove disporla.
Si era dato tanta pena per una persona che, molto probabilmente, non aveva provato neanche la metà de suoi sentimenti.
Sentì di aver sprecato più di un anno della sua vita a rincorrere una felicità che non gli era mai appartenuta.
Di nuovo cominciò a sentirsi male, una fitta violenta allo stomaco che lo fece piegare in due dal dolore.
D'impulso si avvicinò al water e, inginocchiatosi, vomitò.
Sbatté violentemente i pugni a terra, furioso come lo era stato poche volte.
Si vergognò della sua debolezza, di come quella ragazza lo aveva ridotto.
Con un gesto di disprezzo buttò quello che era rimasto di quella stupida lettera e lo scaricò insieme al suo pranzo.
Si rimise in piedi, pronto a lasciarsi andare o a dare una svolta alla sua vita.
Si sciacquò velocemente la bocca e uscì fuori in cerca del suo amico dal cuore di pietra. Sarebbe diventato come Zayn: una mistura di egoismo e vanità che risultava letale.
Lo trovò ai piedi di un muretto basso, con la schiena appoggiata alla parete ruvida e l'IPhone tra le mani.
Gli si avvicinò affiancandolo, cercando di attirare la sua attenzione con un colpo di tosse.
-Puzzi- esordì l'amico senza degnarlo di uno sguardo.
-Ho vomitato.-
-Ti senti male?- questa volta si poté sentire una vena di preoccupazione nella sua voce.
Forse proprio di pietra non era.
-Sto male per lei, aiutami!-
Finalmente Zayn si voltò a guardarlo. Scorse la sofferenza negli occhi del biondo, quella stessa sofferenza che lui celava nelle viscere più profonde.
Le sembrò quasi una situazione ironica, ai limiti del surreale.
Stavano male per la stessa ragazza. Stavano male perchè non erano stati ricambiati come volevano, perchè lei li aveva lasciati con la bocca asciutta e l'anima a pezzi.
-Ti capisco perfettamente- rispose dopo una lunga pausa.
-Ti sei sentito così quando hai rotto con Perrie?-
-In un certo senso sì...ma non per lei.-
-E per chi? Mi hai incuriosito ora!-
-E' una lunga storia ed è pure noiosa. Magari te la racconto un'altra volta.-
Si alzò da terra, pulendosi i pantaloni e aggiustandosi la linguetta delle sue Blazer blu.
-Ma mi aiuti?- chiese poi Niall, tendendo una mano per essere aiutato.
-Certo amico, ho la medicina giusta per te.-
-Sarebbe?-
-Niente anticipazioni! Vedrai stasera.- rispose con un sorriso sghembo.
Si allontanarono insieme, uno con la sigaretta in bocca, l'altro con le mani in tasca.
Percorsero per un po' la stessa strada, poi si divisero per recarsi nei rispettivi camerini.
-Ah Niall, ricordati di cambiare le mutande. Stasera si festeggia.-
 
 
 


Hello!
Ce l’ho fatta e ho postato (come al solito sempre di notte fonda! Ahahah)
Posso essere sincera con voi? Ho un po’ di problemi nel continuare al ff, ho un filo da seguire ma è molto contorto! Che fare?? Continuo?? Ho perso anche dei recensori per la strada, sintomo che questa storia sta facendo davvero, davvero pena. Scusate se non ho soddisfatto le vostre aspettative! Ringrazio le fedelissime che recensiscono sempre, VI AMO!
Inoltre volevo dirvi che ho iniziato una ff molto particolare su Harold, vi posto il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1676380&i=1  
Volo a dormire, un bacio Carla J!
Ps: titolo e canzone tratto da “I knew you wew trouble” di Taylor Swift.

  
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