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Autore: Dami    11/03/2013    1 recensioni
Vampiri, un rito, una profezia, semidei e Hogwarts. Come sono legati? Hanno tutti qualcosa a che fare con Helen Marie Foster, ottime studentessa al sesto anno della prestigiosa scuola di magia e stregoneria. E' bella,intelligente, Grifondoro e mezzosangue e ovviamente non può mancare il bastardo che la tormenta con gli occhi blu cobalto, i capelli cioccolato e il profumo di menta. Chi è lui? Adam Thomas Tunner; schifosamente bello, altezzoso, viziato e spudoratamente Serpeverde, che sarà la causa della maggior parte di problemi di Helen.
In questo anno la Grifondoro affronterà eventi che distruggerebbero il più forte degli uomini, portandola ad un punto in cui anche l'individuo più tenace vorrebbe lasciarsi morire. Ma c'è solo una regola che la nostra Helen deve ricordare: l'amore vince tutto.
Premetto che è la mia prima fan fiction e non assicuro niente a quelle povere anime che avranno il coraggio e la voglia di leggere questa storia.In ogni caso, ringrazio coloro che perderanno un po' del loro tempo sulle mie parole.
Un'ultima cosa: sarei contenta che CHIUNQUE recensisse.Buone o cattive non mi interessa, tutti i consigli e le critiche sono bene accette per migliorare. Detto questo... BUONA LETTURA!
Genere: Erotico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Luna/Ron
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Prologo.

L'umanità era appena nata, e con lei, creature subdole e estremamente pericolose come i vampiri ed è qui che la storia ha inizio.

Il padre degli dei, Zeus, si ritrovò ad affidare al figlio, Apollo,il compito di impedire a quelle creature inutili e irriverenti di sovrastare l'umanitò. Fu allora il dio che legò quelle creature, per cosìdire immortali, ad elementi che lo rappresentavano in primis: il sole, suo simbolo, e le fraccie del suo arco. Il primo, ebbe il compito di bruciare la pelle quasi impenetrabile dei vampiri mentre al secondo, spettava di uccidere quegli assasini una volta trafitto il cuore.

Di questi provvedimenti non ne fu contente una grande, per non definirla enorme, setta; ma per capire bene le ragioni , però , bisogna raccontare qualche dettaglio...

Prima che Apollo assumesse il compito di danneggiare i vampiri, questi giravano sulla terra quasi rispettati come dei immortali per le loro caratteristiche che gli conferirono sembianze inviolabili del corpo.

La setta, che dopo il sortilegio, Apollo si inimicò ,era composta solo da esseri immortali e maghi che li sostenevano.

Per vendetta e per vantaggio, lo stregone a capo degli Immortali ( questo il nome della setta) , creò un rituale che implicava la figlia semimortale di Apollo (che sapevano sarebbe nata grazie a una profezia che parlava di una semidea che sarebbe diventata la cacciatrice)e legarono il loro rito sacrificale al sangue della ragazza e Pegaso, il cavallo alato di Zeus.

Ma la vera storia ha inizio migliaia di anni dopo...

La notte di un 29 gennaio era una sera, dall'aria fresca e frizzante. Verso la mezzanotte, quasi a festeggiare, il cielo di Londra venne illuminato da lampi e ruggiti di temporale. C'era qualcosa di strano quella notte; sembrava che il cielo volesse cadere giù tanta era la potenza della burrasca.

Sul monte Olimpo, coperto da una folta nebbia, persone dall'aspetto bizzarro e poteri inumani festeggiavano un imminente nascita. A molti chilometri da lì, in una clinica della Londra babbana una coppia di giovani innamorati era appena diventa genitori di una bellissima bambina.

L'uomo con i suoi capelli corvini e gli occhi di un azzurro innaturalmente azzurro cielo, sedeva accanto alla compagna, una donna dal viso pacifico e rilassato che dopo quasi 6 ore di travaglio e la fronte ancora sudata ,sorrideva felice, gli occhi verde smeraldo accesi di una luce meravigliosa quando la loro splendida bambina venne introdotta in camera. La piccola dormiva serena la tra le braccia dell'infermiera; pulita e lavata era già stata vestita.

La madre la accolse tra le braccia con una delicatezza inumana, avvicinandosela al petto, mentre il padre assisteva , ipnotizzato. Quella minuscola bambina era semplicemente splendida, quasi divina. Era tanto bionda da sembrare pelata, la piccola bocca rossa e perfetta e le guanciotte dolci e paffute, sarebbero state perfette per dei morsi.

L'infermiera, rimasta a fissare quello splendido quadretto, si schiarì la voce a malincuore, prendendo un piccolo fascicolo di fogli.

<< Ehm... mi dispiace disturbarvi- disse- ma dovrei chiedervi che nome volete dare alla piccola. >> spiegò sorridendo in direzione di quella creatura perfetta che dormiva placidamente.

<< Helen >> disse la madre, guardando lo splendido uomo accanto a lei. Entrambi sembravano avere poco più che ventitre anni.

<< Marie >> aggiunse subito il ragazzo, guardando con occhi adoranti la propria compagna. Avevano già deciso da tempo, dal momento esatto in cui avevano scoperto che era una femmina.

L'infermiera li salutò con un grande sorriso, lasciandoli soli dopo aver sistemato la piccola nella culla, per portarla alla nursery. I due genitori baciarono la bambina ancora addormentata e poi rimasero soli, il cuore fremente.

Marie , la ragazza, sbadigliò pigramente.

<< Hai sonno? >> le chiese quello che tutti conoscevano come George Foster; Marie annuì socchiudendo gli occhi.

<< Allora ti lascio riposare, verrò domani mattina. >> le regalò un sorriso e dopo averla baciata se ne andò. Uscito dalla camera numero ventuno sussurrò poche e incomprensibili parole e per un attimo, intorno a tutto l'ospedale balenò una cupola perlacea.

Non potevano correre rischi. La profezia e il rito parlavano chiaro e non era sicuro lasciare scoperto l'ospedale.

<< Apollo, sai anche tu che non è sicuro... e devi tornare sull'Olimpo. >>

<< Lo so, padre. Ma ha solo dieci mesi e non posso lasciarle sole; non è sicuro. >>

<< Lo so ,figlio mio. Sono sicuro che troverai un modo per proteggerle. >>

<< Si, lo spero... >> . Il dio del sole stava per lasciare l'Olimpo e tornare dalle donne della sua vita, quando Zeus lo richiamò.

<< Stai tornando da loro? >> gli chiese con un gran sorriso.

<< Si, devo parlare con Marie. >>

<< Tieni.- disse Zeus, porgendogli un piccolo gatto, nero come la pece e occhi azzurri da sembrare grigi- Non è granchè come protezione ma può aiutare. >>.

<< Grazie. >> sussurrò Apollo prendendo con sè il gattino. Sapeva di star facendo la cosa giusta ma quasto non implicava che facesse meno male.

<< Dai un bacio a Marie e alla mia nipotina. >> gli urlò dietro Zeus civettuolo.

<< Hermes, mi devi aiutare. >> il tono di voce era preoccupato. Hermes attese che continuasse.

<< Devo lasciare Marie e la bambina, ma da sole ho paura che possano essere in pericolo. >>

<< E io cosa dovrei fare? >> chiese interessato Hermes.

<< Dovresti vivere con loro e se mai corressero dei rischi mi verrai subito a chiamare. Ci sarà anche Pegaso con te. >>

<< Va bene. Andiamo. >>, non c'era voluto molto per convincerlo.

Così, dopo solo dieci mesi dalla nascita di helen, apollo dovette tornare sull'olimpo, lasciando Marie e la bambina per poter solo ammirare da lontano la crescita di sua figlia.

Ma era tranquillo, sapeva che accanto a loro Hermes le avrebbe tenute al sicuro e Marie avrebbe potuto parlargli trammite lui ogni tanto.

Sperava tanto di ricevere notizie quando fosse arrivata la lettere per Hogwarts.

Era eccitatissimo di vedere la sua bambina crescere e ora, insieme a Zeus e Diana, non poteva far altro che aspettare e vegliare da lontano su sua figlia.

 
  
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