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Autore: Rey_    11/03/2013    7 recensioni
SOSPESA.
Spin off di Coming back whit you.
Cat e Niall.
"Fino ad oggi la musica è stato il mio grande amore, da quando conosco te, tu sei la canzone più bella mai scritta”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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3:  Little troubles.
 
 


“You'll never love yourself
half as much as I love you
You'll never treat yourself
right darlin' but I want you to
If I let you know I'm here for you
Maybe you'll love yourself
like I love you, oh”

 
Niall si sentiva al settimo cielo mentre cantava quella canzone. Non solo amava ogni singola parola, perché sapeva quanto anche se semplice poteva rendere felice qualsiasi ragazza, ma perché solo il fatto di trovarsi in quella sala prove con i suoi amici a fare quello che più amava fare lo rendeva felice.
O forse era tutto una conseguenza a quello accaduto il pomeriggio prima, che gli aveva impedito di chiudere occhio per tutta la notte e chi gli faceva vedere tutto più luminoso e semplice.
Sentiva ancora la sensazione della mano di Cat stretta nella sua e sorrise, stringendo automaticamente la mano a pugno per non lasciarla scivolare via.
“Eeee, stop!” urlò uno dei produttori, Edwin, interrompendo i suoi pensieri e riportandolo alla realtà. Guardò i ragazzi entusiasta, trovandoli però visibilmente stanchi e scocciati.
“Ragazzi, un attimo di pausa. Ma cosa diavolo vi prende oggi? Non sembrate voi” sbottò Edwin, alzando le braccia al cielo esasperato, mentre tutti i ragazzi sospiravano di sollievo. Harry si affrettò a schizzare fuori dalla stanza, neanche soffrisse di claustrofobia, seguito appena dopo da Liam, che andò immediatamente a rifugiarsi tra le braccia di Cher, che assisteva alle prove.
Niall posò delicatamente la sua chitarra a terra e lanciò un sorriso smagliante a Louis, che sedeva senza forze sulla sedia accanto alla sua.
“Smettila di abbagliarmi con quel tuo sorriso, mi fanno male gli occhi” mugugnò, coprendosi la faccia con il braccio. Niall ridacchiò, per niente scalfito dal muso del suo amico e dal silenzio pressante di Zayn, che quel giorno era particolarmente nervoso.
Uscì dalla stanza e, quando vide che c’erano solo Liam e Cher persi nel loro mondo, si preoccupò.
“Dove diavolo è andato Harry? Dobbiamo continuare a provare!” sbottò, interrompendo i due e rimediando un’occhiataccia dal suo amico che dire che lo fulminò è dire poco. Lui gli sorrise timidamente, mentre rispondeva alla sua domanda rimproverandolo con lo sguardo.
Nel frattempo anche gli altri due uscirono dalla sala prove, tutti e due visibilmente provati, mentre Niall non riusciva a stare un attimo fermo e non riusciva a capire perché anche loro non erano entusiasti come lui: cavolo, stavano cantando! La cosa che amavano fare e per la quale si erano conosciuti, diventando una specie famiglia.
Quando Cher fece notare questa differenza tra i ragazzi, che si reggevano ancora in piedi per miracolo, e Niall, che in quel momento stava saltellando impaziente, Louis se ne uscì con una frase che lo fece bloccare all’istante.
“Deve entrarci una ragazza, perché non l’ho mai visto così euforico” borbottò Louis, riportandolo alla realtà. Niall sentì il sangue colorargli le guance e il cuore aumentare il battito, così come faceva ogni volta che il suo pensiero correva a Cat.
Sembrò come se gli si seccasse la lingua, e non riuscì a replicare al volo, così che i ragazzi si voltarono tutti di scatto verso di lui, sorpresi.
“Beccato!” esclamò Liam, avventandosi su di lui. In quel preciso instante, Niall capì di essere fottuto. Forse avrebbe potuto fra credere a Liam che era un’idiozia, forse sarebbe riuscito a convincere anche Zayn. Ma lì con loro c’era Louis, e Louis era un tipo che non si arrendeva facilmente, e solitamente le sue intuizioni erano sempre giuste, proprio come questa volta.
“Ooh, voglio sapere tutto” dichiarò, scattando, dimenticandosi all’istante di tutta la sua stanchezza. Niall sentì il sangue colorargli le guance, mentre veniva assalito dai ragazzi.
“Si, anch’io” si aggiunse Liam.
“Come si chiama?” chiese Zayn.
“Come l’hai conosciuta?”
“Quanti anni ha?”
“Perché ancora non ce l’hai presentata?”
“Come la metterai con le fan che ti amano perché sei l’unico rimasto single? Anzi, eri” quell’ultima frase confusa di Zayn lo fece risvegliare e tentò di calmare le pettegole in cui si erano trasformati i ragazzi alzando le mani davanti a se.
“Andateci piano, ragazzi, non succede niente di tutto questo” balbettò deglutendo rumorosamente, sentendosi andare a fuoco.
Il fatto era che l’improvviso desiderio che potesse rispondere a tutte quelle domande l’aveva assalito, ma la verità era che non poteva, e per questo sentì lo stomaco contorcersi.
E poi, non avrebbe sopportato i commenti dei suoi amici che, anche se magari non sarebbero stati negativi, la loro indole spiritosa e pronta a prenderlo in giro sempre l’avrebbe sicuramente irritato.
Non per questo era l’unico rimasto solo, primo perché non voleva passare anche lui tutti quei momenti difficili e frustranti in cui le loro fan li avevano messi alle strette e avevano torturato le loro ragazze, e poi perché non voleva deluderle.
Scuotendo la testa si rese conto che si stava facendo tanti film senza neanche averne la ragione; aveva solo pranzato con Cat e lei gli aveva detto che gli piaceva, punto.
Quella simpatia sarebbe potuta essere anche attribuita solo all’amicizia, niente e nessuno gli assicurava che sarebbe potuto esserci qualcosa di più.
“Si, certo, certo” mormorò divertito e allusivo Louis, dandogli di gomito. Niall lo guardò male.
“Ma non eri stanco tu?” borbottò.
“Dai ragazzi, lasciatelo stare” intervenne Cher, facendogli l’occhiolino e prendendo per mano Liam, trascinandolo via da Niall, finalmente.
Lui protestò, ma lei lo zittì subito con un bacio, che gli fece momentaneamente dimenticare tutto il resto del mondo.
Ecco, una cosa che non sarebbe mai voluto essere era quella: dipendente e completamente in balia di una ragazza.
Aveva sempre la sua dignità e un cervello con cui pensare!
I ragazzi non avevano intenzione di smettere con le loro domande finché Niall non avesse almeno lasciato intendere qualcosa, ma per sua fortuna venne salvato da Edwin, che li richiamò in sala prove e li costrinse a riprendere anche se Harry non era ancora tornato.
Niall ringraziò che non fosse lì, perché aveva il vago presentimento che lui avesse capito qualcosa, dato il fatto che il giorno prima lo aveva incastrato portandolo con se per poi lasciarlo solo con Cat.
Non che poi gli fosse dispiaciuto, ma almeno avrebbe voluto essere avvisato per non trovarsi completamente impreparato.
Riprese a cantare, leggermente turbato e meno entusiasta di prima e, dato il fatto che fino a quel momento era stato lui a trascinare avanti le canzoni impedendo ai ragazzi di mettere in atto un completo disastro, con la sua distrazione peggiorarono tutti e i produttori cominciarono a sbruffare e a bloccarli mille volte riempiendoli di commenti che non si avvicinavano neanche lontanamente a complimenti.
Quel giorno era un vero disastro.
Quando finalmente tornò Harry, Edwin lo accolse con un alzata di braccia al cielo e con un “Finalmente la rock star si è decisa a tornare!”.
Ma Harry non fece caso al suo sarcasmo amaro, lo ignorò completamente, troppo perso nei suoi pensieri.
Niall si chiese quale fosse il motivo per quell’espressione totalmente sulle nuvole, dato il fatto che fino ad un’ora prima era solo scocciato che non ci fosse Jenny li con loro, mentre ora sembrava confuso, spiritato, e non riusciva a concentrarsi neanche su mezza strofa.
“Okay, basta, basta! Andatevene a casa, ho capito che oggi non si conclude niente!” sbottò Edwin, l’ennesima volta che Harry dimenticò il suo pezzo. Gli altri produttori gli uscirono dietro borbottando, lasciando i ragazzi da soli.
“Hazza, che ti prende?” bisbigliò Niall verso il suo amico. Lui alzò gli occhi persi su di lui e scosse i ricci, stringendo le labbra.
“Niente, voglio solo tornare a casa” mormorò.
“Beh, finalmente ci riusciremo, non vedo l’ora di buttarmi sul letto e dormire fino a domani mattina” borbottò Zayn, uscendo a grandi passi seguito da Liam che, come di consueto, si precipitò da Cher.
Finalmente tornarono a casa e Niall, dopo aver battuto Louis all’ennesima sua sfida, dovette infilarsi dritto sotto le coperte, perché inspiegabilmente cominciava a sentire freddo e a tremare.
In un lampo di genio si misurò la febbre e scoprì che la sua temperatura era leggermente alterata.
Così, finalmente solo, poté ricominciare a pensare a Cat. Si chiese in che condizioni fosse, dato il fatto che attribuiva quell’improvviso malore alla loro corsa sotto la pioggia. Quando aveva accompagnato Cat fino alla porta di casa si era accorto di come tremasse dal freddo, i vestiti completamente bagnati, e improvvisamente sentì uno strano sentimento che gli attanagliò lo stomaco, come se fosse…preoccupazione.
La cosa era buffa, perché lui non si preoccupava mai per nessuno, neanche per se stesso, ma in quel momento voleva assolutamente sapere come stava, per non doversi sentire in colpa.
Ma la verità, la cosa che lo spinse di più ad afferrare il cellulare, era che aveva un disperato bisogno di risentire la sua voce.
Ma preferiva non pensare a questo, per non cominciare a dare di matto.
Con un sorrisetto soddisfatto per la mossa smaliziata con cui le aveva chiesto il numero, in un momento in cui aveva mandato a farsi fottere la timidezza, cominciò a fissare la pagina bianca dei messaggi, pensando e ripensando a cosa potesse scriverci.
Aveva realizzato che forse chiamarla sarebbe stato un azzardo troppo grande, per questo decise di accontentarsi di un messaggio, gli bastava sapere che lei stava pensando a lui almeno in quel momento.
 
La nostra fantastica corsa sotto la pioggia a prova di record ha dato i suoi frutti: febbre a 38. Tu stai bene? Niall.
 
Lo inviò, prima che cominciasse a leggerlo e rileggerlo pensando che poteva fare di meglio; in quel momento si sentiva tanto una ragazzina preda della sua prima cotta, e non voleva assolutamente aggravare la situazione.
In sintesi era quello che voleva sapere, perché spremersi le meningi per cercare di migliorare quella frase basilare e lasciare intendere mille significati?
No, non si sarebbe spinto a tanto.
La risposta arrivò dopo pochi minuti e la sensazione che provò quando il cellulare suonò, gli fece capire che poteva prendersi in giro e negare quanto voleva, ma la realtà dei fatti era quella: stava impazzendo e non poteva farne a meno.
 
Siamo in due, ragazzo. Ho la febbre anch’io, ma almeno così potremo farci compagnia :)
 
Niall sorrise automaticamente, il cuore che gli era schizzato in gola solo alla ‘s’ dell’inizio della frase.
Qualsiasi cosa lei gli avesse detto, la reazione sarebbe stata sempre la stessa. Così, a quel punto, fece una cosa per cui se si fosse fermato a riflettere mezzo secondo in più si sarebbe dato dell’idiota.
La chiamò.
Prima che il cervello si attivasse e gli imponesse di fermarsi, schiacciò il tasto verde e portò il cellulare all’orecchio con mano tremante.
“Pronto?” gracchiò la sua voce. Niall bloccò un sospiro di sollievo e si morse il labbro per cercare di trattenere il sorriso automatico che spingeva per spuntare sulle sue labbra.
“Ciao” mormorò a bassa voce. Sentì un singulto dall’altro lato della cornetta, o forse era il suo cuore che gli rimbombava fin nelle orecchie e che gli giocava brutti scherzi.
“Niall?”
“In persona” ridacchiò.
“Oh, c-ciao” balbettò Cat, imbarazzata. Niall sentì qualcosa riscaldare la parte del corpo all’altezza del cuore e sentì un sorriso grande ed emozionato spuntargli sulle labbra.
“Come stai?”
“Beh, sono annoiata. Ho la febbre e non posso mettere piede fuori casa, sento che da un momento all’altro impazzirò” gli rispose con uno sbuffo esasperato misto al divertito. Niall ridacchiò.
“Dai, ora ci sono io a farti compagnia”. Si sbatté la mano sulla fronte non appena disse quelle parole.
Ma perché non riusciva a trattenersi e a frenare la lingua quando parlava con lei?
Sentì Cat respirare rumorosamente, mentre lui si mordicchiava l’interno guancia, nervoso.
“Meno male, allora. Perché ho un immenso bisogno di chiacchierare. Ti avviso, se mi darai il via libera non smetterò finché non mi si intreccerà la lingua, sei ancora in tempo per salvarti” lo avvisò, ridacchiando. Niall sospirò di sollievo e acconsentì a farla parlare, così che lei cominciò con il suo monologo raccontandogli di come avesse passato la giornata. Continuarono a chiacchierare per ore, anche Niall le raccontò di come fosse andata in sala prove e di come i produttori non fossero affatto soddisfatti. Cat lo rassicurò dicendogli che poteva capitare che un giorno non fossero perfetti come sempre, e Niall sentì il cuore gonfiarsi di un sentimento che si faceva sempre più potente.
Quando si diedero la buonanotte, augurandosi entrambi di guarire presto, e poi riattaccarono, Niall sentì un gelo circondargli il cuore, riscaldato solo dal pensiero che più conosceva Cat, più gli piaceva. Anche se aveva paura di quel sentimento che non riusciva neanche a nominare, perché pensava che avrebbe rovinato la sua dipendenza e l’avrebbe reso come tutti gli altri ragazzi, si ritrovò a pensare che se fosse successo con Cat, magari non sarebbe stato così male.
 
 
 


Qualche giorno dopo, quando il campanello suonò, Niall ringraziò mentalmente chiunque fosse dall’altro lato della porta, perché lo stava salvando dall’assurda monotonia di quel pomeriggio.
Louis era uscito con Harry per cercare di distrarlo dal suo assurdo litigio con Jenny. Assurdo perché dopo due giorni i due ancora non si erano rivolti la parola e Niall non riusciva a capacitarsi di come due ragazzi innamorati come loro riuscissero a non guardarsi negli occhi per così tanto tempo.
Non che lui sapesse così tanto dell’amore; non l’aveva mai provato sulla sua pelle. Ma aveva visto, vissuto, grazie alle esperienze dei suoi amici, che due ragazzi innamorati non riescono a fare a meno l’uno dell’altra.
Beh, quanto meno era evidente che entrambi stavano una merda, perché ogni volta che si incrociavano per la casa tremavano e faticavano ad alzare lo sguardo, forse per questo Jenny si era chiusa in camera neanche fosse una suora di clausura e ne usciva soltanto per andare a scuola e mangiare.
Comunque, Niall in quel momento si stava annoiando a morte perché Liam era perso nei suoi pensieri e Zayn era tutto impegnato a chiacchierare al telefono, mentre lui cercava di distrarsi canticchiando qualche canzone strimpellando la sua chitarra, ma il silenzio intorno a lui era quasi assordante e lo innervosiva.
Il fatto era che smaniava per uscire e andare in un determinato posto, ma sapeva che non avrebbe avuto giustificazioni e non poteva presentarsi li e dirle semplicemente ‘avevo voglia di vederti’. Sarebbe stato da idioti e terribilmente patetico da parte sua.
Per questo quando si affrettò ad andare ad aprire la porta e si ritrovò il viso che agognava di vedere da tre giorni davanti non poté credere ai suoi occhi.
Probabilmente rimase imbambolato per un tempo indefinito, fissandola in silenzio e chiedendosi se fosse veramente lei o se fosse solo frutto della sua immaginazione.
Ma dato il fatto che lei aveva le gote e il naso rosso, gli occhi lucidi, tossicchiava e cercava di tenere fermi due bambini identici che saltellavano tirandola per le braccia, lui si decise a credere che era veramente lei, perché se fosse stata la sua contorta immaginazione a fargli quello scherzo, lei sarebbe stata sola, con un bellissimo sorriso sul viso, e gli si sarebbe buttata tra le braccia appena lui avesse aperto la porta.
Ah, ma che pensieri faceva?
Lei ricambiò il suo sguardo curiosa e piegò un po’ la testa di lato quando capì che Niall non accennava a dire una parola, troppo sorpreso e imbambolato dai suoi occhi.
“Mi fai entrare o rimango qui fuori a congelarmi?” gli chiese lei accennando una risata. Niall si diede uno schiaffo mentalmente e sembrò risvegliarsi.
“Oh, si, certo, scusa, ciao” farfugliò frettolosamente, scostandosi di lato per lasciarla passare. Quando lei lo superò, le loro braccia si sfiorarono e la pelle di Niall ebbe un fremito che gli fece sobbalzare il cuore.
Accidenti!
Ancora non si capacitava del fatto che quella ragazza avesse quello strano effetto su di lui, non riusciva a capire il perché, né tantomeno trovare un modo per evitarlo.
Lei ridacchiò, un suono che fece sospirare Niall come un idiota, e si trascinò dietro i due bambini.
Niall sembrò accorgersi di loro e li guardò sorridendo.
“Chi sono questi bei bambini?” le chiese, chinandosi su di loro per salutarli con un bel sorriso. I bambini ridacchiarono e cominciarono a toccargli le guance e i capelli.
Cat sospirò e tentò di trattenerli, ma a Niall non davano fastidio quelle attenzioni; adorava i bambini e poi loro erano così simili a lei  che lui avrebbe permesso loro di fargli quello che volevano.
“Sono le due pesti che oggi mi tocca portarmi dietro. Scusa se sono piombata qui, ma…volevo sapere come sta Jenny” gli disse Cat con voce preoccupata.
“Oh”. Niall si rialzò, scatenando le proteste dei bambini e strinse le labbra.
“Non posso risponderti a questo, si è chiusa in camera da quando è tornata da scuola e non è più uscita”
Cat sospirò tristemente.
“Vorrei parlarle, ma non credo che con loro…” lasciò la frase in sospeso e Niall la rassicurò con un sorriso.
“Oh, tranquilla. Ci pensiamo noi ai bambini, tu cerca di far tornare Jenny in se, non ce la faccio più a vederli entrambi così tristi” le disse, quasi pregandola con lo sguardo. Lei gli sorrise, grata, e lasciò le mani dei bambini, che sostituirono all’istante la sorella con il suo nuovo amico.
“Grazie, Niall, ti devo un favore” mormorò, ma lui quasi non colse le sue parole, perché il modo in cui lei aveva pronunciato il suo nome lo distrasse.
Sulle sue labbra sembrava un nome bellissimo e pieno di significato.
Appena un secondo dopo aver formulato quei pensieri, pensò di essere un completo idiota. Si limitò a sorriderle e poi trascinò i bambini in salotto, dove Liam e Zayn lo guardarono più che sorpresi, mentre Cat saliva silenziosamente le scale dritta in camera di Jenny.
Appena lei fu scomparsa dalla sua visuale, il cuore di Niall riprese ad andare ad un ritmo normale, anche se sapere che lei era a pochi metri da lui lo elettrizzava rendendolo stranamente euforico.
“Ciao!” esclamò Liam, guardando i due bambini che sorridevano guardandosi intorno. Poi spostò lo sguardo curioso su Niall, che si strinse nelle spalle.
“Sono i fratellini di Cat” spiegò. L’espressione confusa di Liam si accentuò, mentre Zayn assumeva quell’aria pensierosa che significava che stava riflettendo su qualcosa di oscuro.
“L’amica di Jenny. E’ venuta a trovarla e ha chiesto se possiamo tenere d’occhio i bambini” precisò, arrossendo. Liam arricciò le labbra, per niente convinto dalla spiegazione veloce di Niall, ma venne distratto da uno dei bambini che si aggrappò ai suoi pantaloni per attirare la sua attenzione.
“Tu sei attaccato al muro della cameretta di Cat” annunciò con voce allegra, piegando un po’ la testa di lato, mentre l’altro fratello ridacchiava.
Liam scoppiò a ridere, mentre il bambino passava in rassegna anche gli altri volti dei presenti, corrucciando le labbra quando i suoi occhi si posarono su Niall, che si sentì arrossire.
Il bambino lo indicò.
“Anche tu ci sei. Tu più degli altri” annunciò, arricciando le labbra. Niall si sforzò di deglutire, mentre i ragazzi si lanciavano sguardi ammiccanti e pieni di sottintesi.
Era questo che non voleva Niall: che i ragazzi sospettassero qualcosa e che, ancora peggio, cominciassero di nuovo a fargli domande e a immischiarsi in quella che per Niall era semplicemente una sensazione sconosciuta a cui non dare ancora molto credito, soprattutto perché non sapeva se fosse ricambiata.
Liam, come sempre, sembrò accorgersi del disagio dell’amico, e prese un bambino per mano, facendolo sedere sul divano accanto a lui. Gli sorrise, scompigliandogli i capelli rossicci e facendo spuntare una piccola smorfia divertita su quel musetto innocente.
“Tu come ti chiami, piccolo?” gli chiese con voce dolce.
“Io sono Dustin. Mentre lui è Matty” annunciò, indicandogli il fratellino che nel frattempo stava mostrando il suo triangolo a Zayn, che ridacchiava probabilmente assalito da qualche piacevole ricordo.
“Ti piace la chitarra, Dustin?” chiese ancora Liam, scambiandosi un’occhiata complice con Niall, che gli sorrise. Il bambino annuì e guardò Niall titubante, arrossendo leggermente.
“Allora vai vicino a Niall, ti insegnerà a suonare” gli disse sottovoce, facendo accendere un lampo di meraviglia negli occhi azzurri del piccolo.
Dustin lanciò un’occhiata di sottecchi a Niall, ancora titubante, così il biondino si decise a fargli segno di avvicinarsi, mettendo su il suo sorriso dolce e convincente.
“Non così forte!” esclamò Zayn, che nel frattempo si stava divertendo ad insegnare a suonare il triangolo all’altro bambino, che sembrava molto concentrato nell’impresa.
Zayn scoppiò a ridere quando lo strumento gli scivolò di mano, facendolo imbronciare ancora di più.
“Sei proprio un disastro con i bambini” commentò Liam, scuotendo la testa divertito. Zayn scacciò il suo commento con un gesto veloce della mano e riprese a ridacchiare, cercando di posizionare bene il triangolo nelle manine di Matty.
“Dai, suona qualcosa!” esclamò Dustin, sventolando una mano davanti al viso di Niall per attirare l’attenzione e agitandosi sul divano, come se non riuscisse a stare fermo.
Niall arrossì, non sapeva perché ma davanti a quegli occhi così azzurri e grandi si sentiva in soggezione, e cominciò a strimpellare qualche nota, accennando qualche frase di una delle loro canzoni.
Il bambino trillò in una risata e batté le mani, entusiasta. A Niall scappò un sorriso, mentre continuava a cantare e a suonare, convinto del fatto di essere riuscito ad attirare l’attenzione di un bambino, facendolo stare calmo e seduto accanto a lui.
Peccato che non aveva considerato il fatto che l’attenzione dei bambini vola da un argomento all’altro molto facilmente, per questo non ci volle molto ai ragazzi a perdere il controllo e a ritrovarsi con due piccole teste rosse che correvano per tutta la casa. Zayn cercò di fermarli un paio di volte, ma poi lasciò perdere, perché gli sembrava idiota correre per tutta la casa dietro a quei marmocchi che si nascondevano dappertutto.
Niall aveva già il mal di testa, ma i bambini non la volevano smettere di urlare e cantare, accompagnati dal triangolo suonato da uno di loro, per niente nel modo giusto e che rischiava di spaccargli i timpani.
Liam, vile e codardo, appena aveva visto le brutte si era ritirato in camera sua, con la scusa che doveva chiamare il padre.
Dopo vari tentativi di cercare di riportare la calma, i ragazzi lasciarono perdere e Zayn, stremato, annunciò che non avrebbe mai fatto figli in vita sua, se poi fossero diventati così. Niall ridacchiò e cercò di ignorare le urla, continuando a suonare, e concentrandosi sul pensiero che se stava sopportando quel piccolo inferno, era perché al piano di sopra c’era una persona che presto sarebbe tornata a portare l’ordine in quella stanza, e sperava anche nel suo cuore.
Così si estraniò nel suo mondo, vagando con i pensieri, per questo quando sentì Cat scendere le scale a piccoli passi, il cuore gli schizzò in gola e si guardò furtivamente intorno, vergognandosi già delle occhiate curiose e allusive dei ragazzi, Liam che era appena tornato per cercare di dare una mano ai suoi due amici.
Niall cercò di fare finta di niente, come se non si fosse accorto che la persona che gli causava quel forte batticuore e le guance rosse non stesse scendendo le scale per raggiungerli.
Non voleva che loro pensassero che fosse già perso, ci teneva al suo orgoglio, così, quando la ragazza li raggiunse in salotto e si schiarì la gola per attirare l’attenzione, lui non alzò nemmeno lo sguardo dalla sua chitarra, anche se sapeva che così facendo si stava solo che mettendo il bastone tra le ruote da solo.
 



 
 






I’m sorry, so che questo capitolo praticamente non finisce, ma l’ho dovuto dividere altrimenti sarebbe uscito trooooppo lungo e palloso.
Per questo cercherò di aggiornare presto, sempre che riceva qualche recensione, perché a quanto sembra non ci sono molte persone che seguono questa mini fan fiction, quindi mi sembra quasi inutile portarla avanti.
Sarò esagerata ma, anche se sarà breve e sicuramente non supererà i dieci capitoli, mi ruba un sacco di tempo, che io potrei utilizzare per scrivere altro.
Quindi ditemelo; se è inutile che io vada avanti, mi fermo qui.
Basta saperlo, insomma.
Comunque,
CIAAAAO! :D
Calcolate che oggi ho tipo litigato con la madre lingua di inglese perché lei continuava ad insistere che il simbolo dell’Irlanda è il quadrifoglio.
Ma cazzo! Lo vuole sapere meglio di me?
E’ il trifoglio. TRIfoglio.
Ho avuto la mia vittoria personale quando le ho sbattuto in faccia una foto di Nialler in cui si vedeva la sua collana con il trifoglio e si è ammutolita.
In quel momento mi sono sentita potente uù
Poi, sono troppo dshaoaxnkas perchè il biondino mi ha sorriso **
Vi spiego: stavo scendendo le scale e, guarda caso, la mia amica mi ha spinto accanto a lui, che stava appena uno scalino sotto al mio.
Non so perché ma lui si è girato verso di me e mi ha beccato che lo stavo guardando tutta imbarazzata e…ha sorriso!
E cosa ancora più carina, ha una mini fossetta sulla guancia.
Cioè, posso resistere io?
No, ditemelo voi se è possibile **
Bene, ora sparisco e vado a pallavolare (?).
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Tanto, tanto amore.
Sara.




  

  
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