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Autore: Niall is my kryptonite    13/03/2013    0 recensioni
"E tu, sei abbastanza coraggioso per pronunciare il nome del demone che tutti vedono in me? Si? bene, sono Grace. Grace Sullivan."
Possibile che esista qualcuno in grado di attenuare il male che risiede in lei? Possibile che quel qualcuno sia la chiave per aprire le porte dell'inferno che imprigionano l'anima di questa ragazza?
Genere: Dark, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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chapter three.

Ma che voleva quel Liam da me? Insomma, ce ne sono di ragazze in questa città, perchè doveva chiedere proprio ad una tizia stramba , che stava appollaiata un albero, di uscire? Naturalmente sono io che esagero. Insomma aveva solo bisogno di fare un giro per ambientarsi, ma stare con me avrebbe creato solo guai a quel ragazzo. Voltai l'angolo del corridoio e trovai zia Candeys davanti all'appendi abiti di legno in sala da pranzo. Stava uscendo.

 

 

-Grace, sistema casa e preparati la cena. Io vado a trovare George, non torno stasera.- vidi il suo sguardo rabbuiarsi e la sentii sospirare. Mi salutò, poi infilò la lunga giacca di renna e scomparve dietro la porta. Dio che tristezza vederla così. “vado a trovare george”. Suo marito. O meglio Ex marito? Insomma, la morte non dovrebbe sciogliere ogni legame tra chi era ancora vivo e chi aveva subito la perdita? “finchè morte non vi separi” ma per zia Candeys quella vana promessa non aveva alcun significato. Nemmeno la morte avrebbe mai potuto dividerli. Dopo la scomparsa dell'ormai anziano compagno era cambiata. Era diventata scontrosa e i suoi occhi color rame non avrebbero più emanato quel dolce bagliore di 'casa' che donavano un tempo.

Sospirai e mi passai una mano tra i capelli. Bussarono alla porta, per poco non presi un infarto. Chi era adesso? Osservai dallo spioncino la figura davanti all'entrata e una testa riccioluta si impadronì della visuale. Sorrisi. Spalancai la porta.

-HAZZA!- saltai in braccio al ragazzo dinnanzi a me.

-Grace, piccola.- sentii la sua risata inondarmi le orecchie. Dio, quanto era perfetto quel suono. Lo sentii stringermi più forte le braccia intorno alla vita e sollevarmi di poco dalle assi del pavimento della veranda facendomi compiere una piccola giravolta per poi lasciarmi ricadere con un balzo a terra. Harold Edward Styles. O per meglio dire Harry, per gli amici Hazza. Unica, e dico UNICA, persona con cui avessi un vero e proprio rapporto umano. Forse perchè eravamo cresciuti assieme, o forse per il fatto che anche lui si fosse messo contro chi mi perseguitava, lui non si era mai separato da me. Sempre uniti. Bisogna ammettere che la sua fama era tanto nota quanto la mia. Il bello e dannato. Direi come me, no? Forse togliendo il primo aggettivo.

-Mi fai entrare? C'è la racchia?- disse alludendo a mia zia. Mi sbattei il palmo della mano sulla fronte e scossi la testa. -Via libera, Styles.- Mi sorpasso senza troppi complimenti e corse al piano di sopra. Aveva ormai diciannove anni, ma di cervello era sempre il solito bambino di tanti anni fa, che si divertiva a tirarmi i capelli e giocare con i lego a casa mia. Ai bei tempi c'erano ancora i miei. Sorrisi al ricordo di quel bambino dai capelli riccioluti e gli occhi grandi e incredibilmente verdi. Amavo il sorriso del bambino nei miei ricordi. Le fossette appena accennate e quei piccoli dentini che sfoggiava fiero in una smorfia divertita. Quello sguardo così pieno d'allegria era davvero raro ormai. Penso che per ora lo riservasse solo a me. Anche lui esattamente come la sottoscritta aveva perso ogni ragione per stare bene, da quando aveva deciso di mettersi contro alle persone sbagliate.

Aprii la porta della mia camera e lo ritrovai disteso sul mio letto a fumare una delle mie sigarette.

-Cosa diamine stai facendo Harry? Getta quella merda. Non voglio perdere anche te, sai?- Saltai sul materasso e tentai disperatamente di riprendere la stecca che aveva rubato dal pacchetto delle mie chesterfield. -Spero tu stia scherzando, non sono più un tredicenne ormai, dolcezza.- mi spinse in modo scherzoso per allontanarmi. Cosa c'era da ridere? Avrebbe potuto prendere il vizio. Non volevo di certo questo. Ero ormai dipendente, e sinceramente ripensandoci, essendo anche io nella stessa situazione del riccio, capii che quello era il modo migliore per scaricare la tensione.

-non sto giocando. Questa finiscitela, ma non toccare mai più il mio “bottino”.-

Sorridemmo entrambi alla mia affermazione e lui disteso sul mio letto continuò ad aspirare senza che lo interrompessi.

Era quasi ipnotico fissarlo in quella sequenza di gesti.

Le sue grandi dita stringevano l'involucro bianco di carta che conteneva il tabacco e la portavano alle labbra piene e leggermente arrossate. Il movimento del braccio faceva contrarre i muscoli del bicipite e le labbra a contatto col filtro gli si increspavano attorno. Ogni volta che ispirava il fumo socchiudeva delicatamente le palpebre beandosi di quell'attimo i piacere intenso ed espirando nuvole bianche dalle narici schiudeva le labbra in un sorriso accennato.

Se c'era qualcosa di migliore che fumarsi una chesterfield era vedere Harry che fumava una chesterfield.

-Mi stai fissando, Gray. Sei inquietante.- disse prendendomi in giro mentre spegneva il mozzicone in un bicchiere d'acqua. -Da quando è vietato fissarti? E poi non sono così inquietante. Mi ero solamente incantata.- sbuffai. Mi andai a posizionare di fronte allo specchio e prendendo una spazzola iniziai a pettinare i lunghi capelli biondo cenere. -Allore, ancora non mi hai detto il perchè di questa visita a sorpresa.- iniziai il discorso. Non che non mi facesse piacere ricevere le visite del mio migliore amico, solo che mi sembrava davvero strano che si fosse avvicinato tanto alla mia casa. Non era un posto sicuro per lui, se chi ci dava la caccia ci avesse trovato insieme, non avrebbe esitato a farci fuori entrambi in un colpo solo. -Avevo bisogno di ricordare il perchè della mia decisione di rischiare la vita ogni giorno. E più ti vedo, sorellina, più capisco perchè ci tengo a vederti viva. E poi i dolori al petto si stanno facendo più frequenti. Spesso sono così solo da cercare un po d'amore tra le braccia di qualche ragazzo che si sente solo tanto quanto me.- ammise alzandosi dal letto per poi abbracciarmi da dietro. Mi abbandonai al contatto col so corpo. Il calore umano mi era mancato così tanto da dimenticare quanto amassi i suoi abbracci. Presi ad accarezzargli un braccio e iniziai a giocare con le sue dita. -sorellina.. non sono più una bimbetta si cinque anni sai?- osservai con fare ovvio. Rise. -Di tutta la mia frase hai notato solo quel nomignolo?- Scosse la testa in modo sconsolato. -Sei una causa persa, dolcezza.- constatò.

Sapevo benissimo a cosa alludesse. Harry era bisex, ma spesso preferiva gettarsi tra le braccia di qualcuno che, secondo lui, potesse proteggerlo almeno per una notte. Un uomo forte, magari. Ma non era così. Nessuno poteva salvarci, o almeno è ciò che ci fanno credere. E il mio petto si fa pesante, ed il respiro corto, ogni volta che penso che qualcuno possa violare il corpo di mio fratello non di sangue, solo per passare una notte in compagnia. Perchè solo io posso proteggerlo e amarlo quanto dovrebbe meritare. Solo io.



salve gente ouo
questo è il capitolo numero tre.
ho davvero parecchie idee in mente, e se voltete sapere come va a finire,
vi consiglio di non perdervi neanche un capitolo.
spero vi sia piaciuta.
fatemi sapere in una recensione cosa ne pensate.
grazie se lo fate. un bacio.
-Giorgia. x :)

per qualsiasi domanda o per sapere quando aggiornerò potete seguirmi su twitter o su ask.fm

  
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