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Autore: Zoe43    14/03/2013    1 recensioni
-Ma perchè le mie opinioni, i miei desideri non contano mai?!?- mi ribellai. Cercai di mantenere un tono di voce moderato, non volevo infastidirlo troppo.
 
Paul si massaggiò le tempie con due dita e si strofinò il viso con una mano. Chissà a cosa pensava in quel momento: probabilmente si stava dando dell'idiota per aver deciso di fare da tutore ad uno come me. Non facevo altro che creare problemi. Come non biasimarlo.
 
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Zayn!- 
Due mani mi scossero tutt'altro che delicatamente, mentre una voce acuta non la smetteva un attimo di chiamarmi. Mugugnai e scacciai quella mano che tanto mi disturbava.
-Zayn, devi svegliarti! Mia madre ti vedrà-.- mi avvertì. Aprii un occhio: la stanza in cui mi trovavo non era la mia, le pareti erano di un azzurro tenue, le tende bianche di pizzo e il letto a su cui ero steso era di forma circolare.
-Zayn!- continuò arrabbiata. Aprii anche l'altro occhio e sollevai il busto dal materasso. Mi strofinai gli occhi con due dita sbadigliando mentre Brianna mi lanciava i miei vestiti in faccia.
-Svelto, vai via!- disse. Sbuffai togliendomi le coperte di dosso, lei arrossì.
-Ehm..dove sono i miei boxer? domandai con una punta di divertimento nella voce. Brianna spostò i suoi ricci su una spalla e mi lanciò le mutande poggiate sulla spalliera di una sedia, guardando ogni cosa meno che la mia nudità.
Ridacchiai infilandomi i boxer e vestendomi.
-Esci dalla finestra.- Annuii e mi avvicinai a lei posando le mani sulla sua vita coperta da una canottiera color pesca. Strofinai il mio naso contro il suo ma lei voltò il viso dall'altra parte.
-Che hai?- chiesi aggrottando la fronte.
-Brianna!- Una voce dal piano di sotto e dei passi per le scale ci fecero entrare nel panico e sobbalzare all'unisono.
-Vattene!- sussurrò Brianna spingendomi verso dalla finestra. Mi sedetti sul davanzale e mi buttai giù nel suo giardinetto. Lei si affacciò per guardarmi andare via e mi rabbuiai quando non rispose al bacio che le lanciai con la mano.
Misi gli auricolari alle orecchie e alzai il volume al massimo mentre m'incamminavo verso casa. Sullo schermo era presente solo un nome: Louis. Mi aveva mandato la bellezza di dieci messaggi a cui io ovviamente non avevo risposto. Erano tutti uguali, tutti mi chiedevano la stessa cosa.
"Si può sapere dove sei?!"
"Quando torni??"
"Che ho fatto?"
"Stai per tornare? Paul è preoccupato"
"Dove sei????"
Sospirai e mi concentrai su altro, come sul sole che mi carezzava la pelle e sul profumo di Brianna che impregnava la mia maglietta e mi arrivava a sbuffi alle narici. Ripensai alla notte passata con lei con un sorriso ebete stampato in faccia, quando il rumore di un clacson mi fece sobbalzare. Mi levai di getto gli auricolari, accorgendomi solo in quel momento di essere in mezzo alla strada. Feci per scusarmi con l'autista della macchina che si trovava a pochi centimetri dal mio corpo, quando riconobbi quasi con orrore la figura al suo interno.
Strinsi gli occhi per vedere meglio ma ero sicuro, l'avrei riconosciuto tra mille. Louis mi fissava con occhi spenti e spaventosi, con un aria fin troppo calma, così composta da sembrare irreale, da far paura. Fece un cenno con la testa come per dirmi di salire in macchina. Gli alzai il dito medio e ripresi la mia camminata, questa volta, sul marciapiede.
Pochi secondi dopo sentii il motore della sua auto spegnersi e il rumore dello sportello aprirsi e poi chiudersi.
-Sali in macchina, Zayn.- ordinò con voce glaciale. Mi voltai e scossi la testa, come un bambino.
-NO.- Louis sospirò e mi afferrò per un lembo della mia T-shirt strattonandomi.
-Ti sembra normale il tuo atteggiamento?!- mi rimproverò.
-Vaffanculo! E non dirmi come devo comportarmi. Tu sei il primo che fa sempre cazzate.- ringhiai e mi divincolai dalla sua presa.
Louis rimase in silenzio per qualche secondo ma poi la sua voce cristallina s'insinuò di nuovo nelle mie orecchie.
-Dai, sali in macchina.- disse con un tono di voce più dolce. -Casa tua è lontana, arriverai in ritardo a scuola.- continuò. Io non smisi di camminare, sentivo che mi seguiva.
-Non sarebbe la prima volta.- risposi a tono.
-Non fare il bambino, Zayn!- sbuffò esasperato. Mi bloccai e mi voltai verso di lui.
-Louis, lasciami stare ok? Posso benissimo tornare a casa a piedi, non ti preoccupare.- replicai più calmo che potei. Lui sospirò e abbassò lo sguardo annuendo appena.
-D'accordo..- acconsentì finalmente. -Ma prima mi dici che ti è preso ieri sera?- domandò rialzando lo sguardo e posandolo su di me.
Chiusi gli occhi alzando il viso al cielo ed espirando rumorosamente.
-No, non mi va.- dissi poi non riaprendoli. Pur non vedendo la sua reazione, immaginai che stesse annuendo.
-Come vuoi ma l'offerta per il passaggio è ancora valida.- disse e la sua voce tornò quella acuta e scherzosa di sempre. Riaprii gli occhi incontrando i suoi vispi e limpidi e provai di nuovo un moto di fastidio nei suoi confronti. Se ne fregava altamente di ciò che sentivo, di ciò che mi era preso ieri sera. Non provava nemmeno ad insistere per riuscire a capire cosa fosse successo. Odiavo quando faceva finta di niente, quando calpestava le complicazioni e le soffocava per non vederle. Odiavo la sua indifferenza.
-Fottiti.- borbottai e andai via a passo svelto, ignorando la sua voce che continuava a perforarmi i timpani.
 
 
 
 
-Si può sapere dov'eri finito?!- 
Ecco come mi accolse Paul appena varcai la soglia di casa. Le sue mani grandi erano puntate sui fianchi, le sue sopracciglia aggrottate formavano una V profonda tra loro, la mascella tesa e i suoi muscoli ancora più abnormi di quanto ricordassi. Incombeva su di me con un'aria minacciosa sul volto scuro e, per quanto potesse intimidire con la sua altezza e la sua mole, il grembiule a fiori che stava indossando dissolveva ogni possibilità di incutere paura.
Soffocai una risata  e borbottai qualcosa di incomprensibile.
-Non mi ero accorto che fosse così tardi.- dissi infine stringendomi nelle spalle. Lui sollevò un sopracciglio.
-Zayn, sono le otto e mezza. Come hai fatto a non accorgerti dell'orario?-  chiese. -E poi ieri non era nemmeno sabato, che ci facevi in giro di notte e per di più da solo?-
Sbuffai a mezza voce. Era impossibile mentire a Paul.
-Chi ti dice che ero da solo?- risposi e mi feci mentalmente un applauso per essere riuscito a spostare la sua attenzione in qualcos'altro.
-Non m'interessa con chi eri. Non farlo più e sei stato anche un maleducato, hai lasciato il tuo ospite.. Hey dove stai andando, signorino?! Resta dove sei!- urlò mentre io continuavo a salire lentamente le scale.
-Non finisce qui, Zayn!-
-Sì sì.- borbottai scuotendo una mano. In corridoio mi imbattei in Doniya e la fissai in cagnesco. Feci per sorpassarla ed entrare in camera mia ma lei mi prese per le spalle, mi fissò con i grandi occhi da cerbiatta e poi mi abbracciò.
-Finalmente!- esclamò affondando il viso nell'incavo del mio collo. -Avevo paura che ti fosse successo qualcosa.-
La spinsi piano per la vita lontano da me e annuii impercettibilmente scostandola da un lato per poter passare. Lei mi afferrò per una mano e mi riportò dinnanzi a se, guardandomi confusa dal mio atteggiamento.
-Che succede?- mormorò piegando leggermente la testa di lato.
-Niente, Doniya, niente.- risposi spazientito. -Ma che avete tutti quanti? Lasciatemi in pace.- aggiunsi strofinandomi una mano sul viso. Doniya sgranò un poco gli occhi e sollevò le sopracciglia sottili.
-Scusa tanto se ci preoccupiamo per te visto che scappi così senza dire niente la sera e torni a casa la mattina dopo.- replicò innervosendosi.
-Scuse accettate. Ciao.- La lasciai sola ed entrai nella mia stanza. Mi stesi sul letto e chiusi gli occhi cadendo in un sonno inaspettato.
 
 
-Zayn, svegliati!- 
Una voce profonda mi fece sobbalzare. Ma che avevano tutti quella mattina? Avevo per caso una scritta in testa che diceva "Svegliatemi, vi prego"?!
-Che c'è?- borbottai affondando la faccia nel cuscino.
-Devi andare a scuola!- esclamò Paul scuotendomi per una spalla.
-Oggi non ci vado.-
-Invece ci vai!- Mi tirò su per un braccio e mi trascinò per la stanza come se avessi la stessa leggerezza di un peluche.
-Lasciami, Paul!- gridai puntando i piedi per terra. -Non è la fine del mondo se salto un giorno!-
-Oh, davvero? Louis è giù in cucina che ti aspetta e quando gli ho detto che non saresti andato a scuola mi ha detto che oggi ci sarebbe stato un compito in classe importante!- mi informò gesticolando e fissandomi con gli occhi color acciaio.
Strinsi la mano in un pugno. Louis. Non era possibile che l'avesse fatto davvero. Sapevo quanto potesse essere subdolo e fastidioso Louis, l'aveva fatto solo per farsi due risate. Pazzo, era totalmente pazzo.
-Geesù.- sospirai e mi diressi in bagno per prepararmi.
Quindici minuti dopo mi trovavo sul vialetto di casa mia battendo un piede a terra e scuotendo la testa.
-No, vado a piedi.- ripetei per l'ennesima volta. Louis sbuffò e si sfilò gli occhiali da sole, ponendoli sulla testa.
-Zayn, non fare l'idiota e sali in macchina. Siamo già molto in ritardo.- rispose lui con una calma adulta.
-Ah sì? Se non fossi venuto a rovinarmi la mattinata facendo irruzione in casa mia, a quest'ora saresti già tra i banchi!- sbottai infastidito. Lui trattenne un sorriso e mi fissò a lungo, poi dischiuse le labbra.
-Ok, d'accordo. Scusami, non avrei dovuto farlo. Non succederà più, va bene?- tentò di ammaliarmi con i suoi occhi sinceri e la sua capacità di convincermi a far ciò che voleva lui ebbe quasi la meglio. Distolsi lo sguardo e fissai un punto indistinto in lontananza.
-Non ci casco, Louis. E non provare a sbattere le ciglia con me.- lo ammonii. Lui scoppiò a ridere e mi strinse in un abbraccio inaspettato, poi portò il suo viso a poca distanza dal mio e mi guardò intensamente.
-Dai, Zayn sali in macchina con me.- sussurrò soffiandomi in faccia. Trattenni il respiro mentre la consapevolezza che avrei perso e che lui stava vincendo e stava riuscendo nel suo intento cresceva piano piano dentro di me. 
-V-va bene.- balbettai sbattendo le palpebre velocemente. Louis si aprì in un sorriso splendente a trentadue denti.
-Bene.- disse e mi diede un lungo bacio sulle labbra, mordicchiando poi piano quello inferiore. 
-Andiamo.- bisbigliò poi e fece scivolare la sua mano nella mia, intrecciando le nostre dita. Ci incamminammo verso la sua auto, le mie gambe sembrarono possedere un cervello loro e si mossero con Louis, mentre sentivo forte e chiaro il battito assordante e frenetico del mio cuore rimbombarmi nelle orecchie.
Louis lasciò la mia mano e si sedette al posto di guida, io indugiai un attimo e poi presi posto accanto a lui.
-Allora che ti va di fare?- mi chiese sorridendo e carezzandomi con un dito il dorso della mano. In quel momento dimenticai tutto, dimenticai il motivo per cui mi ero arrabbiato con lui, dimenticai il fatto che per colpa sua Paul mi avesse svegliato e mi lasciai immergere dalle dolci sensazioni che il suo tocco mi provocava. 
Sospirai. -Non dovevamo andare a scuola?- risposi.
-Questo non l'ho mai detto.- sussurrò avvicinando il suo viso al mio collo e deposintadovi dei piccoli e casti baci. Chiusi gli occhi e gli afferrai i capelli con le dita, spostando la testa di lato per lasciargli più spazio. Lui mi morse un lembo di pelle appena sotto l'orecchio e poi ci passò la lingua sopra, sollevando il bel viso e ricoprendo di baci l'angolo della mia bocca, gli zigomi e gli occhi.
Mi sentivo creta nelle sue mani, così vulnerabile, mi scioglievo sotto il suo tocco. Era lui il padrone della situazione, faceva ciò che voleva ed io non potevo far altro che assecondarlo e chiedergli di più.
-Oh, Louis.- sopirai e contornai il viso con le mani baciandolo stavolta con passione. Lui ricambiò il bacio con altrettanto entusiasmo facendo passare la sua lingua esperta sui miei denti e carezzandomi le guance con i pollici.
-Ti voglio..- sussurrò sulle mie labbra. Il mio cuore sussultò al suono di quelle parole e mi ritrovai a sorridere come un ebete. Ripresi a baciarlo carezzandogli la schiena da sotto la maglietta. Lui mugolò e si staccò da me stringendomi forte una mano e facendo dei respiri profondi.
-Zayn,sei così..- cominciò ma poi s'interruppe mordendosi il labbro con i denti piccoli e dritti. Io lo incoraggiai a proseguire con lo sguardo e lui mi sorrise dolcemente.
-..bello.- disse poi alzando le spalle. Sorrisi e gli carezzai una guancia, sentendo le punte ruvide della barba che stava nascendo.
-Ti va di venire in un posto con me?- domandò poi con l'entusiasmo di un bimbo, sorridendomi vivace. Non seppi far altro che annuire mentre gli angoli delle mie labbra si piegavano all'insù e il motore dell'auto di Louis prendeva vita con un rombo.
  
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