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Autore: What is her name    15/03/2013    4 recensioni
Elisabeth Rosenberg è una ragazza di diciassette anni. Vive a Los Angeles, ma dopo essersi cacciata in diversi guai, la madre la trasferisce dal padre a Rodeo, in un posto completamente diverso dalla sua città natale. Come riuscirà ad accettare la diversità delle due città? Riuscirà a vivere serena in quel posto dimenticato da Dio? Per scoprirlo basterebbe solo dargli una lettura.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio, Tré Cool
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11
 

 
 
 
 

L’indomani mattina mi svegliai sul freddo pavimento del salone, con ancora una birra in mano ed il vestito nero addosso. Mi scrollai di dosso le patatine che ricoprivano il mio corpo, e mi alzai lentamente. Avevo preso una bella sbronza, visto il gran mal di testa, e strizzai gli occhi prima di focalizzare la stanza.
Okay, Tré ed Arcobaleno erano completamente avvolti in un vortice di vestiti smessi che coprivano i loro corpi. Feci una smorfia di disgusto, erano così sfacciati!
Poi c’erano Mike e Cielo così lontani che mi rabbuiai. Quei due non si davano alcuna mossa! Cielo era rannicchiata sulla poltrona che sonnecchiava tranquillamente, mentre Mike era steso per terra con le braccia e le gambe allargate verso l’esterno. Sorrisi. Era una perfetta rappresentazione di un uomo esausto dopo un estenuante giornata di lavoro. Ridacchiai tra me e me.
Ed infine, quello che stavamo aspettando di più, c’era Billie Joe. Lui era sopra il tavolino. Sotto la sua schiena aveva il tabellone ed, evidentemente, le pedine e i soldi di carta di Monopoly. Aveva la bocca spalancata in una perfetta O, il che mi fece divertire, ed una bava che colava lentamente lungo la sua guancia destra. Anche lui come Mike, aveva le braccia e le gambe allargate. Sorrisi debolmente e mi alzai lentamente. Era stato divertente prendersi beffe di Billie Joe e Mike, ma adesso avevo bisogno di una doccia.
Fortunatamente il getto di acqua calda mi aveva svegliata e aveva esaurito il mio mal di testa e, finalmente, quando uscì dal bagno fui più lucida. Entrai in camera ed indossai dei jeans larghi ed una maglietta dei Clash. In realtà non avevo maglie che non raffigurassero qualche gruppo punk rock/ rock. Era davvero strano, ma se entravo in un normalissimo negozio di vestiti li trovavo tutti tremendamente scialbi, nudi. Non so se mi spiego. Indossai le mie amate vans a scacchi e scesi sotto, per vedere in che situazione fosse la mia “nuova famiglia”.
“No! Liz si arrabbierà!” sentì bisbigliare Mike, mentre scendevo l’ultimo scalino.
Quando mi ritrovai di fronte quegli sciagurati, li guardai confusa. “Cosa succede qui?” chiesi.
Loro mi mimarono di abbassare il tono della voce e Trè mi guardò con un sorriso malizioso, prima che Arcobaleno alzasse un pennarello e Cielo dei fogli di carta.
Alzai un sopracciglio, interrogativa, e Cielo precedette la domanda che stava giungendo lungo la mia gola. “Vogliamo fare uno scherzo a Billie. Cioè guardalo!” e si spostarono, mostrando Billie Joe nella stessa posizione che aveva quando mi ero svegliata. “È ridicolo!” continuò Cielo ridacchiando.
Tutti e quattro mi guardarono per diversi secondi, come se aspettavano una risposta. Anche se Mike non sembrava d’accordo con gli altri tre, io allargai le braccia e dissi: “Forza. Distruggiamolo.”
Mike alzò gli occhi al cielo, mormorando un “Ci ucciderà”, mentre io, Cielo, Arcobaleno e Trè eravamo già su di lui.
Ridacchiammo silenziosamente mentre Trè gli disegnava “una figa” sul mento, anche se a noi sembrava una barba. Quando finimmo di pasticciarlo, lo guardammo diversi secondi in un silenzio malizioso. “Allora? Datemi la carta” bisbigliai aprendo la mano sinistra. Cielo mi diede i fogli di carta e, dopo averli divisi, tutti quanti iniziammo a girarli tra le mani, cercando di formare una perfetta palla. Quando finimmo di “lavorare” la carta, ci chinammo lentamente e ad uno ad uno cercammo di infilargli le carte in bocca. Purtroppo Trè fu il primo ed ultimo a provarci, perché quando Billie Joe, sentì qualcosa in bocca, si alzò di colpo sputacchiando. Noi ci alzammo velocemente e terrorizzati e lo guardammo in silenzio, con ancora le palle di carta in mano, e gli occhi spalancati. “Cosa cazzo fate?” urlò con tutto il fiato che poteva avere.
Tutti mi guardarono, come se fossi io quella che doveva dare spiegazione e come se fosse utile darle. Alzai gli occhi al cielo, quando Billie Joe notò i pennarelli, per fortuna non indelebili, sulle mani del povero Mike. Spalancò la bocca inorridito. “Cosa cazzo credete di fare, eh? Siete completamente fumati!” urlò ancor di più, per poi spingerci tutti e prendere le scale velocemente.
“Cazzo!” mormorò Trè.
“Vi avevo detto di non farlo e voi non mi avete ascoltato!” sbraitò Mike.
“Non hai alcun bisogno di agitarti. Hai collaborato anche tu!” sbraitò Cielo girandosi verso Mike. Non sapevo cosa fosse successo tra i due, la notte di natale, ma qualcosa era cambiata. Sembrava si odiassero così tanto.
“Ho solo tenuto dei pennarelli! Non mi avete ascoltato come sempre, e questo perché? Perché Mike è un cazzone, e i cazzoni non si ascoltano!” era diventato rosso in viso.
“Sono felice nel notare quanto conosci bene te stesso!” urlò Cielo anch’essa rossa in viso.
Io, Trè ed Arcobaleno  eravamo in piedi, che guardavamo la scena completamente in imbarazzo. Quei due dovevano chiarire. “Okay, basta. Non è stata colpa di nessuno. Smettetela!” urlai con tutto il fiato possibile. I due si fermarono, ma Mike girò su i tacchi ed uscì da casa, sbattendo la porta rumorosamente.
“Mi spieghi cosa succede fra voi due?” sbraitai arrabbiata.
Ieri sera eravamo stati così bene, perché stavamo rovinando tutto? Intanto Cielo aveva incrociato le braccia al petto e guardava fisso il punto in cui Mike era andato via. “Allora?” Trè ed Arcobaleno continuavano a guardare assenti la scena.
“Non è successo assolutamente niente di importante fra di noi!” disse girandosi, ancora seccata.
“Voglio saperlo, cazzo!” urlai spazientita.
“Non ricambia il mio sentimento. Semplicemente questo.” Disse secca.
Tutti e tre rimanemmo in silenzio, forse sconvolti per quello che avevamo appena sentito, o forse per imbarazzo, ma credo più per la prima. Non potevo credere che quei due non si volessero. Erano la certezza più grande. Loro sembravano fatti per stare insieme. Era frustrante vedere Cielo in quello stato.
“Cielo …” mormorai.
“Vado a preparare la colazione. Okay?” disse girandosi a guardarci. Nonostante tutto era una ragazza forte.
Noi acconsentimmo e Cielo si diresse in cucina. “Cazzo” mormorò Trè buttandosi sul divano, seguito da Arcobaleno. Era la prima volta che Arcobaleno era seria. Ero davvero scioccata. Accesi la tv e girai diversi canali, fin quando non mi stancai e mi alzai. Avevo una gran voglia di sapere dove fosse finito Billie Joe, poi mi sarei occupata di Cielo.
Quando entrai in camera lo trovai a torso nudo coricato. non c’era più ombra di pennarello sul suo viso. “Billie, tutto okay?” chiesi quando aprii la porta.
Lui continuava a fissare il soffitto. “Se vuoi detto che va tutto okay, solo per farti entrare, allora puoi stare lì” disse senza guardarmi.
“Non è per questo! Mi interessa sapere come stai!” dissi offesa.
“Okay. Allora tutto okay” mi disse, continuando a fissare il soffitto.
Io sorrisi e mi coricai di fianco a lui. Era davvero rilassante passare, almeno un momento della giornata, così e soprattutto con lui. Poteva essere un coglione, stupido, irritante, nevrotico e fastidiosamente lunatico, ma quando voleva sapeva anche essere rilassante, e questo era uno di quei nostri momenti preferiti.
“Cosa è successo sotto?” chiese.
“Un casino. Mike è andato via.”
“Dove?” sembrava deluso.
“Non lo so. È andato via perché ha litigato con Cielo.”
“Di nuovo? Cosa prende a quei due?” chiese lui guardando sempre il soffitto.
“Cielo mi ha detto che Mike non la ricambia. Glielo ha detto lui”
“Cosa? Non può essere” disse lui girandosi a guardarla. “Mike si è portato la testa da molto prima che tu arrivassi qui e distruggessi le nostre vite” ironizzò, allargando le labbra in un sorriso e continuando a fissare il soffitto.
Lo guardai per diversi secondi. “So che non è quello che pensi.” E fissai anch’io il soffitto mentre lui si girava a guardarmi. “So che non è così” dissi infine girandomi a guardarlo.
I nostri volti erano lontani solo di qualche centimetro ed i nostri occhi erano puntati l’uno verso l’altro. Le sue iridi mi facevano impazzire. Erano di un verde così intenso ed il verde era il mio colore preferito. “È vero. Non hai distrutto le nostre vite, Liz” mi mormorò lui, prima di alzarsi e scendere sotto per lasciarmi sola in quella camera da letto. La sentivo un po’ stretta in quel momento. Sospirai diverse volte, prima di prendere il cellulare e fare ciò che desideravo fare da un paio di giorni. Scrissi un messaggio. Lo scrissi a lui. A la persona che mi aveva baciato e toccato per la prima volta in tutta la mia vita. Perché per quanto Billie Joe fosse unico e speciale, Joey aveva con sé una parte di me, la mia verginità, e sinceramente non potevo desiderare altra persona che me la portasse via. Gli scrissi un messaggio, perché anche se adesso avevo una nuova famiglia, ero comunque addolorata di non aver ricevuto alcun messaggio di auguri da parte loro, da parte sua.
Dopo averlo scritto lo lessi diverse volte, prima di inviarlo. “Ehi Joey, buon natale. Mi manchi tanto ed anche gli altri mi mancano, ma sai com’è, tu manchi di più. Non poter sentire più la tua voce, credo di averla dimenticata. Mi manchi e mi piacerebbe sentirti, perché la nostra non era una semplice amicizia e nonostante tutto ti ho fatto un regalo di natale. Al più presto te lo mando, è chiuso nel mio armadio. Sperando che non ti metta a ridere e a sbeffeggiarmi con gli altri, ti auguro un buon natale. Liz” ed infine lo inviai.
Subito dopo lanciai il telefono sul letto e rimasi in silenzio, con occhi lucidi, a pensare al casino che avevo appena combinato. Al peso che mi si era appena formato. Perché con Joey era sempre stato tutto così difficile? Pensai a Billie Joe e a quanto fosse tutto così facile con lui. I baci rubati, i silenzi rilassanti, gli abbracci goffi, le parole riflettute, le dolcezze, le liti ed il sesso. L’unica volta che avevamo fatto sesso era stato così ed incredibilmente facile. C’era stato un po’ di imbarazzo, ma dopo era stato tutto così facile. I movimenti, i gemiti, le parole stupide. Non capivo proprio. Joey era sempre stato tutto per me e nonostante tutto lo era ancora, nel profondo. In quanto volessi non riuscivo a dare spazio a Billie Joe in quel profondo. Sentivo come se stessi tradendo Joey, anche se noi non eravamo mai stati insieme.
“Liz, cazzo vieni giù!” urlò Cielo dalla cucina.
Sorrisi, ringraziandola per avermi ridestato da quei pensieri inquieti, e scesi sotto velocemente. “Allora, cosa si mangia?” chiesi entrando in salone.
“Cosa pensi si mangi per colazione? Bacon e uova.” Mi disse Cielo.
Billie Joe abbassò il capo sorridendo imbarazzato, per poi dire: “Rossa è vegetariana”
Lo guardai per diversi secondi. “Esatto. Sono vegetariana” dissi guardando Cielo. Come faceva a non ricordarlo mai?
“Allora mangi solo le uova.”
“Non posso!”
Cielo chiuse gli occhi, impazientita. “Mi sembra siano i vegani quelli delle uova!” sibilò.
“Non posso mangiarli perché li hai cucinate insieme al bacon” spiegai tranquilla.
Cielo sbatté il mio piatto sul tavolino di vetro ed urlò: “Bene! Allora mangiati il tuo cazzo di cibo vegetariano!”
Tutti rimanemmo a guardarla sconvolti. Quella ragazza stava per scoppiare ed io dovevo parlarle da sola. Mi avvicinai prendendole un braccio. “Ti va di parlarne? Da sole?”
“Non devo parlare di nulla!“ disse scostandosi, bruscamente, da me. Poi corse verso la hall ed uscì. Tutti e quattro rimanemmo come dei cretini in casa. Incapaci di parlare. Portavo un senso di colpa che non potete neanche immaginare. Avevo fatto andare Mike, che aveva cercato di non far fare quello stupido scherzo a Billie Joe, e adesso avevo fatto andare Cielo. “Cazzo” mormorò nuovamente Trè.
“Devo andarle incontro.” Dissi camminando verso l’uscita.
“Cos?” sentì Billie Joe, poi mi venne incontro e mi bloccò da un braccio. “Lasciala stare. Deve sfogarsi” mi disse.
“È stata colpa mia. Tutto questo casino! Cazzo” sbraitai con occhi lucidi. Non potevo farcela.
“Non è stata colpa tua! Sei vegetariana, e allora? Non ci puoi fare niente se sembra abbia il ciclo!” mi disse Billie Joe posizionandosi davanti la porta. “Levati dalle palle!” sbraitai contro quel povero ragazzo.
“No. Non mi levo.” Mi disse “Devi lasciarla stare. Tornerà fra qualche ora.”
Rimasi in silenzio per qualche secondo, con i pugni serrati, ma alla fine feci quello che Billie Joe voleva facessi. Rimasi lì, ma andai subito in camera. Non volevo stare con nessuno. Volevo piangere forte, per almeno una volta.
Non rimasi sola per molto, perché Billie Joe entrò dopo qualche minuto e si coricò di fianco a me. Senza neanche chiedere il permesso. Senza neanche mostrare la sua presenza. Non mi disse alcuna parola di conforto, perché non era molto da noi fare così, ma mi strinse stretta a lui e rimanemmo per un po’ così. Schiena contro petto. E fu una delle sensazioni più belle, perché le sue braccia mi confortavano sempre. E possiamo benissimo dire che in ogni momento del genere i muri cadevano nuovamente, per poi ricostruirsi lentamente.
Dopo qualche minuto, Billie Joe alzò il capo e con una mano mi spostò i capelli dal viso, per guardarmi meglio. Stavo piangendo silenziosamente e lui si avvicinò a me assaggiando la mia lacrima. Io non feci assolutamente nulla. Gli lasciai semplicemente fare, perché era così bello ciò che stava facendo. Come se cercasse di oscurare tutte le tracce della mia debolezza e, difatti, quando mi girai a baciarlo, non ne fui per nulla sorpresa.
Ci baciammo per diversi minuti, forse ore e di nuovo i nostri corpi si unirono, aderendo perfettamente l’uno all’altro. Non m’importava più di nulla. C’era lui in quel momento e non m’importava ascoltare quel senso di colpa che sentivo ogni qual volta Billie Joe si avvicinava a me. Era bello sentirlo accanto. Sentire il calore del suo corpo. La sua bocca che sapeva tanto di Marlboro rosse e birra.
 
Dopo qualche ora, evidentemente, ci ritrovammo sotto le coperte, completamente nudi. E questa volta non fu come la prima. Questa volta ci ritrovammo abbracciati. Eh già! Io e Billie Joe Armstrong ci stavamo coccolando dopo del sesso. Non capisco ancora perché, ma non mi stupivo affatto.
“Liz. Ti arrabbi se ti dicessi che provo qualcosa?” chiese con voce roca.
Stetti in silenzio per qualche secondo, con la testa poggiata sul suo torace. Infine sorrisi. “Ovviamente!” dissi per poi ridacchiare.
Rimanemmo in silenzio per qualche secondo, fin quando Billie Joe disse: “E chi se ne fotte! Te lo dico ugualmente.” Poi si sedette, ed io feci lo stesso guardandolo divertito. “Liz … Liz … ”
“Ti sto ascoltando” dissi divertita.
“Liz …”
Purtroppo Billie Joe non poté continuare la sua confessione, perché la porta della camera si aprì, mostrandoci Arcobaleno e Trè decisamente preoccupati. Ci girammo a fissarli. Era davvero strano vederli così sconvolti.
“Cielo … Cielo …” disse Trè col fiatone. Era così pallido.
“Cosa?” chiese Billie Joe preoccupato. “Cosa cazzo è successo?”
“Cielo … è in ospedale.”
Nello stesso momento io e Billie Joe sbarrammo gli occhi spaventati. Non poteva essere. Cielo non poteva essere in ospedale.

 
 

Nota dell’autrice:
Ebbene sì, questa volta sono stata più veloce e devo dire che mi dispiace anche, perché questo capitolo fa proprio schifo. Non so perché ma mi sembra fin troppo banale, ma diciamo che è un capitolo di passaggio, perché vi prometto che il prossimo sarà più intenso. Sarà più romantico, più triste e allo stesso tempo più felice e divertente di questo. Ancora non l’ho scritto, ma ho tutto in testa. Comunque sia, l’ho voluto incentrare su Mike e Cielo, perché li ho trascurati un po’, e nei prossimi proverò a mettere pezzi in cui si parlerà di Trè ed Arcobaleno, perché in effetti non ho mai caratterizzato il loro rapporto e ci tengo, prima che questo capitolo finisca. Al limite scriverò qualche one –shot su di loro. Anche su Mike e Cielo, magari quando le ha detto che non la volevo. Ci sto pensando seriamente, perché questa storia, questi personaggi ce li ho così a cuore che non voglio abbandonarli, ma la storia sta finendo e purtroppo devo lasciarla finire. Credo che scriverò altri tre capitoli, tra cui uno di epilogo, e questa cosa mi ferisce e spero pure a voi. Adesso la finisco perché come sempre parlo troppo.
Ringrazio: Billie_GD, Ca_Wright, ChemicalAdri, chemical_love, Fede_cool, Giulia White, NikyMckagan e Sara_Smoke, che hanno smesso la mia storia tra le preferite, e li incitò a scrivermi anche solo papalate.
Ringrazio anche: Brain_Stew_, daco e _LISA_, che hanno messo la mia storia tra le ricordate, ed incito anche voi a scrivermi, perché mi piacerebbe tanto che vi facciate sentire.
Infine ringrazio: acator, Brain_Stew_, daco, elemeow, estar, FlooIdiot, LastOfTheItalianGirls, LostinStereo3, MartenFromCloud23, MaryJane_21, Rockstar Lux, slashell, Strix, supportlarrystylinson, The last thing I see, _Italian Idiot_ e _JesusOfSuburbia_ che hanno messo la mia storia tra le seguite e vi invito tutte a scrivermi, ad espormi le vostre idee, che siano cattive o no.
È stupendo vedere quante persone leggono la mia storia e sono davvero soddisfatta. Davvero. Vi ringrazio tutte, perché è solo grazie a voi che continuo ogni giorno di più a scrivere questa storia che purtroppo sta giungendo alla fine. Vi mando un grande bacio a tutti. Al prossimo aggiornamento.
What is her Name

 
 
  
  
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