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Autore: Fiamma Erin Gaunt    16/03/2013    3 recensioni
Tom è nato e cresciuto in un orfanatrofio babbano, non sa chi siano i suoi genitori ed è alla ricerca della sua identità.
Hydra è orfana, fin da quando aveva tre anni ha vissuto con i suoi zii e dei suoi genitori ricorda solo piccoli dettagli.
Tom è Mezzosangue, ma discende nientemeno che da Salazar Serpeverde.
Hydra è Purosangue, ma a volte preferirebbe non esserlo, perché il cognome Black è pesante da portare.
Tom e Hydra frequentano la stessa scuola da cinque anni, ma non si sono mai degnati di uno sguardo.
Lui freddo e distaccato, lei machiavellica e dal sarcasmo tagliente.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dorea Black, Famiglia Black, Nuovo personaggio, Tom O. Riddle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Cap 1















 
- Rea, sbrigati, perderemo il treno – esclamò Hydra, il fiato corto a causa della corsa che avevano fatto lungo il binario.
Dorea, piegandosi in due e tenendosi il fianco con espressione dolente, sbuffò esasperata.
- Vai avanti tu, io non ce la faccio più –
- E sorbirmi un anno intero con tuo fratello e senza di te? No, grazie –
La ragazza scoppiò a ridere, in uno scintillio di perfetti denti bianchi.
- In nome di Salazar, non farmi ridere! – esclamò, ma riprese a camminare a fianco della cugina, percorrendo in fretta i pochi metri che le separavano dalle scalette che conducevano agli scompartimenti.
Erano appena salite a bordo quando il treno fischiò, annunciando la partenza in direzione di Hogwarts.
- E anche quest’anno ce l’abbiamo fatta –
- Già, ora non resta che cercare Simone – disse Hydra, ravviandosi le morbide onde corvine e rassettandosi la camicetta bianca, che nella corsa si era spiegazzata.
- Sarà con Malfoy, come al solito – replicò Dorea, storcendo leggermente il naso, disgustata dal riferimento al ragazzo. Hydra annuì, solidale. Anche lei non sopportava Abraxas Malfoy, lo riteneva un idiota platinato con più capelli che cervello. Era un mistero come una tipa spiritosa e intelligente come Simone Selwyn fosse finita con il fidanzarsi con lui.
- Ad ogni modo, non ho voglia di sbaciucchiamenti e roba simile, cerchiamoci uno scompartimento a parte – suggerì Dorea, nota in tutta la scuola per la sua vena decisamente poco romantica.
- Possibilmente lontano da quello di Potter – aggiunse, individuando i capelli indomiti di Charlus Potter, che stava seguendo la McGrannit e altri due Grifondoro all’interno di uno scompartimento.
- E da Pollux –
Hydra indicò con un cenno del capo l’ala in cui aveva visto avviarsi il cugino, scortato dall’inseparabile Sylvain Zabini.
Le due ragazze perlustrarono tutti i vagoni, fino ad arrivare all’ultimo, in cui trovarono uno scompartimento mezzo vuoto. Hydra sbirciò al suo interno, identificando gli occupanti: c’era il biondo e algido Maximillien Rosier, il re degli eccessi, Alaric Avery, e il freddo e affascinante Tom Riddle.
Non aveva mai capito come un terzetto del genere potesse andare d’accordo, specie perché Riddle sembrava trattare gli altri due come se non fossero altro che pedine nelle sue mani, più che amici. Del resto, se da un lato c’erano loro tre, dall’altro c’era il gruppo dei Serpeverde dell’ultimo anno e Pollux, con i suoi insopportabili tentativi di conquista… non era certo una scelta difficile.
Bussò, battendo leggermente contro il vetro dello sportello.
- Prego –
La voce fredda e sibilante di Tom le accolse, mentre gli occhi grigi le scrutavano dall’alto in basso.
- Possiamo sederci qui? Tutti gli altri scompartimenti sono occupati – interloquì Dorea, guardandolo con espressione battagliera negli occhi smeraldini. Il suo sguardo diceva chiaramente che non le importava niente della sinistra fama di Riddle, non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa da lui. Lei era una Black, dannazione!
Alaric e Maximillien lanciarono un’occhiata a Tom, come se stessero aspettando la sua risposta per decidere il da farsi, e Hydra ebbe la conferma di ciò che pensava: quei due agivano in funzione del loro capo.
- Come mai non siete con Pollux Black e il resto della sua cricca? – indagò, gli occhi che non le perdevano di vista neanche per un secondo.
- Non sono affari tuoi, Riddle, ti basti sapere che lo vediamo anche più di quanto ci faccia piacere – replicò freddamente Hydra.
La risposta parve soddisfare Tom, anche se il sopracciglio inarcato diceva chiaramente che il tono che la ragazza aveva usato lo infastidiva.
- Allora, l’interrogatorio è finito? Comincio a sentirmi stupida a stare qui in piedi – intervenne Dorea, accennando al baule che teneva appoggiato contro la gamba.
- Potete sedervi –
Il tono del ragazzo sembrava quello di chi stava facendo una generosa concessione, e Hydra fu tentata di mandarlo al diavolo e adattarsi a viaggiare nel mezzo del corridoio che separava gli scompartimenti. Non aveva mai avuto molto a che fare con Tom Riddle, ma aveva sentito dire che era un tipo dispotico, imprevedibile e glaciale. Evidentemente, per una volta, le voci erano vere.
Le due ragazze presero posto, dopo aver sistemato i bauli nella cappelliera con l’aiuto di Maximillien, che per l’occasione aveva rispolverato le maniere da perfetto gentiluomo che contraddistinguevano gli uomini appartenenti alla sua famiglia.
Hydra apprezzò il gesto e, lanciando un’occhiata di sottecchi alla cugina, non potè non notare che il sorriso di Dorea era particolarmente smagliante, mentre lo rivolgeva al ragazzo.
- E così siete imparentate con Pollux – esordì Alaric, con una buffa espressione disgustata sul volto dai tratti leggermente affilati.
- Disgraziatamente –
La risposta di Hydra strappò una risata ai due ragazzi, e per un attimo sembrò quasi che anche Riddle fosse tentato ad unirsi al coro.
- Sua sorella? – azzardò Maximillien con tono esitante.
- Sua cugina, lei è la sorella – replicò, indicando Dorea.
- Condoglianze vivissime – commentò Avery, suscitando nuove risate.
- Dorea… e lei è Hydra – le presentò, continuando a sorridere radiosamente al biondo.
- Maximillien Rosier, lui è Alaric Avery e, bè credo l’abbiate sentito nominare, lui è l’elusivo Tom Riddle –
Tom rivolse un pigro cenno del capo alle due cugine, poi tornò a guardare fuori dal finestrino in religioso silenzio.
- Bè, viva l’allegria – borbottò Hydra, a voce abbastanza alta perché fosse ben udibile da tutti i presenti. Il ragazzo non diede segno di averla sentita. Stupita dalla mancanza di una replica pungente, tornò a rivolgere la sua attenzione al resto dei compagni di Casa.
Il viaggio passò rapidamente, tra chiacchiere che vertevano dagli insegnanti e le materie preferite fino ad arrivare al Quidditch e alle proprie famiglie. L’unico momento in cui anche Riddle aveva interagito era stato quando Hydra aveva affermato di essere orfana; ne era sembrato sorpreso, come se avesse realizzato per la prima volta che la sua condizione poteva essere condivisa anche da altri studenti, ma poi era tornato al suo mutismo.
Un cigolio di freni annunciò che il treno era giunto a destinazione, proprio nel momento in cui Dorea chiudeva vittoriosamente una partita di Sparaschiocco contro Alaric.
- Ti ho stracciato, Avery, è giunto il momento di pagare – esclamò, esibendo il palmo della mano con aria di pretesa. Con espressione riluttante, il ragazzo le consegnò l’ultima confezione di Cioccorane.
- Voglio la rivincita, Black –
- Quando vuoi – assicurò, mentre scartava uno dei dolciumi e lo faceva sparire in un batter d’occhio. Hydra le rivolse un’occhiata divertita: mai mettere in mano a Dorea Black della cioccolata.
- Bè, credo sia ora di andare, ci vediamo a cena? – propose Maximillien, scaricando i loro bauli e permettendo loro di uscire dallo scompartimento per prime.
- Assolutamente – confermò Hydra, sorridendo maliziosa all’indirizzo della cugina, che per tutta risposta si limitò a fissare con ostinazione il muro davanti a lei.
Congedandosi dai ragazzi, presero posto sulla prima carrozza a portata di mano, realizzando solo in quel momento chi l’avesse già occupata in parte.
- Finalmente, stavo cominciando a credere che quest’anno aveste davvero perso il treno – commentò una ragazza dai lisci capelli biondi e gli occhi di un singolare blu tendente al viola.
- Simone – esclamarono in coro, abbracciandola a turno.
- Si può sapere dove vi eravate cacciate? –
- Non volevamo disturbare te e Abri, quindi ci siamo cercate un nostro scompartimento – replicò Hydra, mentre Malfoy le lanciava un’occhiata omicida al sentire il vecchio e insopportabile soprannome che la ragazza gli aveva affibbiato.
- Abbiamo conosciuto Rosier, Avery e Riddle – aggiunse Dorea, calcando leggermente sul primo cognome, cosa che non sfuggì alla bionda.
- Qualcuno ha conquistato il cuore della nostra Rea? – domandò maliziosa, scambiando uno sguardo complice con Hydra.
Anche Malfoy sembrava stranamente interessato, visto che le ascoltava in silenzio e non esordiva con i suoi soliti commenti pungenti su quanto fossero frivole e senza speranza le ragazze.
- Dovevi vederla, se lo mangiava con gli occhi – rincarò Hydra, mentre la ragazza arrossiva vistosamente e le rifilava una gomitata.
- Non è assolutamente vero! –
- Bè, Rosier è decisamente un partito migliore di Avery o Riddle. Francamente non riesco a capire cosa ci trovino in quei due –
- Non saprei, Simo; Avery non è male, è divertente, mentre Riddle… direi che un cubetto di ghiaccio è più espressivo –
- Non gli piace particolarmente perdere tempo in chiacchiere, è una cosa che voi ragazze dovreste imparare a fare – interloquì Abraxas, in una diplomatica difesa del compagno di Casa.
- Quando vorrò una tua opinione, Abri, te lo farò sapere – lo rimbeccò Hydra.
Il ragazzo le lanciò un’occhiataccia, pronto a replicare, ma una gomitata di Simone lo spinse a desistere.
- Non voglio sentirvi litigare, non il primo giorno di scuola e, soprattutto, mentre sono a stomaco vuoto –
I due ragazzi l’assecondarono, rimanendo in silenzio ma fissandosi in cagnesco.
- Finalmente! – esclamò Dorea, mentre la carrozza si fermava davanti all’ingresso della scuola.
Mentre entravano, intravidero Riddle e i suoi amici, che si facevano largo tra la folla di studenti e varcavano la soglia della Sala Grande.
- Troviamoci un posto – le esortò Simone, mentre percorrevano il piccolo corridoio che si era venuto a creare tra i tavoli di Serpeverde e Corvonero, e si dirigeva verso la parte più lontana dell’ampia tavolata verde argento.
Avery alzò una mano, facendo segno ad Hydra e Dorea di aver tenuto loro un posto.
- Lì, vicino a Avery e Rosier – indicò Dorea, bloccando la bionda che stava per seguire Abraxas diretto verso alcuni studenti del sesto anno; la ragazza fece dietrofront, portandosi dietro il fidanzato, e si accomodò al lato di Avery, permettendo a Dorea di stare accanto a Rosier e costringendo Hydra ad accomodarsi al fianco di Riddle. Il ragazzo le rivolse uno sguardo freddo, come se reputasse eccesiva la vicinanza tra loro. La Black inarcò un sopracciglio, con aria di sfida, e non si ritrasse nemmeno quando i loro gomiti si sfiorarono. Era una sorta di guerra fredda, la loro, e, sicuro come l’inferno, non sarebbe stata certo lei a darsi per vinta.
Il discorso del preside Dippett fu piuttosto conciso, per la gioia degli studenti che scalpitavano per la fame, e Hydra fu certa di non aver mai sentito tante idiozie tutte insieme; del resto, non potè fare a meno di notare come il professor Silente guardasse Riddle, non con la consueta benevolenza che tutti i docenti gli mostravano, ma con l’aria di chi si aspettava una qualche sorpresa.
E così il suo fascino non faceva proprio breccia su tutti, pensò, mentre selezionava con cura un paio di fette di arrosto.
La cena trascorse in tranquillità, intervallata solo da qualche vistoso tentativo di fare conversazione da parte prima di Avery e poi di Simone; tuttavia, una volta esaurito l’argomento, la discussione scemava e il silenzio tornava a farsi strada tra l’eterogeneo gruppetto.
- Credo che andrò a dormire, sono stanca – saltò su Hydra, vuotando il calice di succo di zucca e lanciando un’occhiata significativa alla cugina.
- S- sì, vengo anche io – confermò Dorea, dopo un attimo di incertezza.
Le due Black si incamminarono lungo il corridoio che portava ai sotterranei, chiacchierando sottovoce.
- Stavo parlando con Maximillien, non potevi aspettare? –
- In realtà ti ho fatto un favore, in questo modo gli lascerai il desiderio di riprendere la conversazione il prima possibile –
Dorea si aprì in un sorriso divertito, - Hai ragione, a questo non avevo pensato, sei un genio –
- Lo so – replicò, con un sorriso soddisfatto dipinto sul volto dai tratti alteri.
Erano arrivate davanti alla porta che conduceva al dormitorio femminile quando Dorea decretò che avrebbe aspettato Simone nella Sala Comune e poi l’avrebbero raggiunta.
- Fa come vuoi – replicò, augurandole la buonanotte e chiudendosi la porta alle spalle.
Raggiunse la sua stanza, recuperò la camicia da notte dal baule e si infilò sotto le coperte di seta verde; con un colpo di bacchetta chiuse le tendine argentate e, nel buio più completo, si rilassò, prendendo finalmente sonno.
 
 
 
 
 








Spazio autrice:

Scusate per l’attesa, ma come potete vedere il capitolo è decisamente più lungo rispetto al precedente. Che dire, come avrete capito, Hydra e Tom sono caratterialmente piuttosto simili ed è questo che li porta a non andare particolarmente d’accordo. Ad ogni modo, siamo solo agli inizi e la storia si evolverà in modi sorprendenti; ho plottato solo i primi dieci capitoli, ma credo di poter dire con sufficiente sicurezza che la storia difficilmente supererà i venticinque capitoli. Spero che questo secondo capitolo vi sia piaciuto. Fatemi sapere che ne pensate, tengo in gran considerazione il vostro parere. Al prossimo capitolo.
Baci baci,
               Fiamma Erin Gaunt

  
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